sabato 9 febbraio 2013

il viaggio e la casa

Lo scontro tra la tradizione e la rivoluzione è reso manifesto nel disprezzo che certi modernisti hanno espresso nei confronti del medioevo, epoca che ritrovava la propria identità nella cerimonia, mentre gli iconoclasti della tradizione erano tutti  intenti alla scoperta della storia e alla rivoluzione che avrebbe dovuto realizzarne il progetto di autonomia. 
Come ha ben segnalato "uno storico appassionato di mistica", Michel De Certeau :
- il ripetitivo è la caratteristica del medioevo (la cerimonia è la memoria della tradizione);
- l'inventivo è la caratteristica della modernità (la scoperta apre sull'avvenire e sul divenire).
Alla modernità non interessa tanto la questione morale, quanto la questione vitale. Ma ciò non vuol dire che la modernità sia disinteressata o indifferente alla crescita (umana e culturale): forse vuol fare la scoperta che l'amore è qualcosa di più grande della morale, che soltanto l'amore è in grado di ri-unificare un progetto di vita personale ad un altro progetto comunitario. La questione vitale è la relazione, appunto. Il luogo dell'uomo del medioevo era la casa (fosse reggia, palazzo o catapecchia, egli s'identificava con la casa): egli si sentiva sulla terra come a casa propria; è vero che avrebbe dovuto lasciare la casa terrena, ma avrebbe trovato dopo morte una casa eterna; era questa fede che lo faceva sentire a casa. Il luogo dell'uomo moderno è il viaggio : il suo luogo è il non-luogo; il suo luogo non è più nemmeno la strada, è piuttosto l'itinerario. Nel viaggio egli scopre di essere straniero a se stesso, scopre anche l'estraneità del mondo; il suo desiderio di onnipotenza si scontra con l'esperienza che egli fa dell'impotenza. Il limite della morte lo sovrasta, come il senso dell'universo sovrasta il senso della "piccola, minuscola terra". L'uomo moderno viaggia, ma non per andare incontro alla meta: può anche arrendersi a questo limite imposto dalla vita di spossessarlo delle cose e di se stesso, ma la mancanza di una meta lo rende imprevedibile e disrmato di fronte all'evento. Non è Dio che non fa più storia; ora è l'umanità che subisce la storia. Chi è l'uomo moderno? Il commerciante, il soldato, il prete non fanno più storia. La storia è un'invenzione moderna, come la bomba atomica. Viene da chiedersi: è stata una grande scoperta o l'inizio di una distruzione apocalittica? L'uomo moderno viaggia soltanto: non semina e non miete; l'invenzione è divenuta per lui un bumerang. O forse potrebbe ancora divenire un'altra umanità!  il don

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