E'stato un chiaro limite del modernismo quello di aver esaltato il genio e denigrato il santo, specie quello nascosto e umiliato. Il saggio di Jean Guitton su "Il genio di Giovanna d'Arco" mostra il genio della Pulzella di Orleans manifesto e nascosto dentro un mistero di santità. Genialità e santità insieme! La missione della Pulzella di una salvezza terrena ed eterna della Francia è un evento singolare, abbastanza raro nella storia del cristianesimo. La sua laicità riconosciuta da agnostici e miscredenti che non hanno mancato di riconoscere in Giovanna d'Arco una madre della patria, una patrona della Francia che non si tocca. Se la confrontiamo con Teresa di Lisieux, dice Guitton, notiamo qualcosa che fa pensare: Giovanna ha dovuto aspettare cinque secoli per essere canonizzata; Teresa è stata canonizzata ad un lampo dalla sua morte. Eppure Teresa, forse meglio di chiunque altro, ha visto ed espresso in poesia e in dramma la grandezza di Giovanna : la purezza, il martirio, l'amore. Teresa vede la pazienza di Giovanna nella passione, il processo e poi il rogo, più grande dell'ardimento da lei impiegato in battaglia per la riconquista del suolo francese occupato dagli inglesi. Guitton fa notare che la magnanimità è in Giovanna persino più grande del suo coraggio e del suo spirito cavalleresco: ella ha seguito ciò che il padre de Foucault diceva a Massignon : "Non bisogna mai esitare a chiedere posti in cui il pericolo, il sacrificio, l'abnegazione sono più grandi". Al contrario di Teresa, rimasta per tutta la vita nella grazia dell'infanzia, Giovanna ha sperimentato gli errori di una certa mediocrità: la spettacolarità e l'esaltazione delle battaglie e della guerra, e l'ebrezza della vittoria; perciò ha conosciuto la purificazione della spettacolarità nell'umiliazione, e la purificazione dell'esaltazione e dell'ebrezza della vittoria nell'abbandono del processo e della morte sul rogo. Mentre Teresa viene esaltata da Dio per la sua vita nascosta con tanti miracoli dopo la sua morte ed una diffusione mondiale dei suoi scritti (specie l'autobiografia), Giovanna deve scontare la sua vita pubblica e la sua identificazione estrema con la Grandeur della Francia attraverso un processo ed una morte che rendono però la sua esistenza molto più vicina a quella di Cristo. La santità non fa sconti a nessuno, neppure al genio. A ragione Kierkegaard poteva dire che la grandezza di Gesù Cristo non sta tanto nel suo essere genio, quanto nell'essere testimone di un amore a Dio Padre e all'umanità e non disdegna perciò nè l'umiliazione nè l'abbandono. Egli dona la vita perdendola, vince quando tutto sembra perduto. il don
Nessun commento:
Posta un commento