Lo Spirito Santo è assolutamente l'esegeta che spiega il vangelo meglio di qualunque dottore in teologia. Francesco d'Assisi, per aver vissuto il Vangelo alla lettera, sine glossa, ha trovato nello Spirito Santo la "voce della Verità". Se Gesù è la Verità (Egli stesso lo ha detto di sé), lo Spirito Santo è colui che l'attualizza, ossia la rende presente qui e ora dove il metodo dell'amore reciproco è praticato. Agostino d'Ippona diceva che il "comandamento nuovo" è il "testamento nuovo", è "il canto nuovo", è la "vita nuova". Questa non s'affida ad una magia o ad un'esperienza esoterica, chiede una pratica. Ma qual è la prima cosa che chiede, come il fondamentale che precede ogni altra domanda e risposta? Il Noi : Tu e Io. Tu cosa mi chiedi? Aiutami a farmi santo! Io cosa ti chiedo? Altrettanto: aiutami a farmi santo! Tu ed Io chiedono la stessa cosa! E' per la stessa domanda, e per la stessa risposta, che diviene possibile l'effetto dell'amore reciproco, ossia l'unità.
Sbaglia colui che ritiene la teologia il pensiero del passato! Quando la teologia nasce dal vissuto, è una luce per il presente!
Se predicazione e catechesi non provocano cambiamenti, è perché non illuminano. Nella comunicazione due cose sono necessarie: la chiarezza del messaggio e l'ascolto.
Parliamoci chiaro: nessuno può negare che l'urgenza di oggi è la confusione, il disorientamento, la mancanza di luce. Di chiacchiere ce ne sono troppe!
Allora: doniamo luce! il don
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