Ogni tanto è bene tornare alla realtà, a quel che succede, perchè non si pensi che fare cultura sia un modo per schivare i problemi reali.
Quando l'omerta è divenuta un condizionamento sociale, un modo generalizzato per coprire quello che fa vergogna e non si ama sentire, è chiaro che si è messa da parte l' educazione e la correzione. Anzi, si trova anche la giustificazione alla propria pigrizia e all'apatia, dicendo : i ragazzi ormai si educano da soli, non hanno bisogno nè di guida, nè di confronto.
Si nasconde la realtà : droga e alcool già a 12 anni, tutta la notte fuori casa già a 13 - 14 anni, per imparare cosa? Bullismo e violenza!
Non dico che tutto è fuori controllo. Che è un metodo superato il fuori controllo! Dico che mancano: l'interessamento a ciò che i ragazzi vivono, l'ascolto di ciò che succede .... Dico che lasciare la formazione allo smartphone e ai social accresce la solitudine e la violenza. Non c'è più racconti di vita che costruiscano le relazioni. Non ci sono più incontri veri.
Mancano : il rischio del nuovo e l'investimento nella relazione. Si vive di rendita : si continuano a fare cose del passato, ma senza convinzione, senza investire in crescita personale e comunitaria.
La prima cosa da fare sarebbe di parlare apertamente di ciò che succede. Senza la paura di ciò che potrà venir fuori. Con la fiducia che ci sarà un guadagno per ogni persona, per ogni famiglia e per la comunità. Che tornerà dal momento che non c'è più. La prima cosa da fare è non nascondersi dietro l'omertà (farsi i fatti propri), perchè ciò che succede è affare di tutti. La prima cosa da fare è riscoprire ciò che è bene e ciò che è male, perchè il bene fa bene a tutti, mentre il male non fa solo male ad un altro ma anzittutto a colui o colei che lo compie.
E non lamentarti se il male che hai fatto ti ritorna addosso, come un boomerang : se lo hai voluto, non lamentarti. Cerca di correggerti e di correggerlo a cominciare dalle persone a te più vicine.
don Carmelo Guarini
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