Dove conduce il desiderio? Sempre più avanti; sempre più allarga il di dentro e il di fuori. Agostino d'Ippona diceva che il "desiderio del cuore" è la preghiera che non finisce, che ha una durata oltre le parole. E Pascal aggiungeva che il desiderio lo si trova nelle ragioni del cuore.
La spiritualità del desiderio è scoprire qualcosa che va oltre lo spirito del tempo (lo Zeitgeist) : fare la scoperta dello spirito come fine e meta dello sviluppo umano.
Ora che la secolarizzazione ha mostrato le sue crepe e ci ha fatto vedere un ritorno di barbarie nella violenza, nei conflitti incessanti, nell'affidarsi alla macchina come all'ultima sponda per non affondare, il desiderio emerge come la speranza di riconquistare la fiducia nello sguardo.
La narrazione è facile quando tutto va bene. Il difficile è raccontare una sconfitta, un fallimento, cercandone anche le motivazioni profonde. Spesso proprio da una crisi emerge un vivere più autentico, uno sguardo meno superficiale e distratto, un'opportunità per andare a fondo nelle domande. Cosa c'è di duraturo e di essenziale nella vita?
La preghiera scopre il dono nella domanda: quale desiderio non muore aldilà di tutti i desideri? Il desiderio smaschera il calcolo che si nasconde nella società delle informazioni e dello storytelling che non racconta storia e non coltiva memoria. Le informazioni, come i selfi, sono cose che distraggono dall'approfondimento.
Il desiderio fa riscoprire lo sguardo e l'incontro personale che la società della comunicazione on-line ha oscurato e avvelenato. Il desiderio mostra quale novità di vita viene dal dono, dal vivere la vita come dono!
Il desiderio non si rassegna al clima inquinato di sospetto, di menzogna, di calcolo. Il desiderio fa ripartire la vita dalla fiducia interiore, dalla pace che viene dal sentirsi amati. Grande è la perdita di Dio, di un Padre che si prende cura di ogni vita, di un Figlio che non ricusa di donare la sua stessa vita, di uno Spirito che purifica lo sguardo d'amore sulla vita e l'esistenza.
La narrazione di una crisi non serve a radicalizzare lo scontro tra conservatori e progressisti, tra oppressori e oppressi. La narrazione di una crisi serve a mostrare l'opportunità che si nasconde nella crisi: si esce da questa quando si purifica il desiderio, quando si sposta l'egocentrismo verso la relazione. Quello che si dona non va mai perduto : il desiderio conosce il segreto del dono e la menzogna del calcolo. Nel dono c'è sempre uno sguardo d'amore!
Il desiderio mette in guardia di fronte alla pretesa di avere sempre di più, di esigere da se stessi una prestazione che conduce infine al collasso psichico. Il desiderio del cuore è una preghiera continua. Il dono mostra che si sono comprese le ragioni del cuore. Non per niente Pascal parlava del resséntissément (la convinzione profonda) come di un desiderio che non rimane domanda ma diviene risposta nella pratica di vita.
don Carmelo Guarini
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