domenica 12 ottobre 2025

Persona o metodo ?

 Il discorso sul metodo ha fatto fortuna in Occidente : ha riscosso successo, alimentato dal progresso della scienza e della tecnica, dall'affermarsi dell'industria e dell'economia, dalla politica e dai "mezzi di comunicazione di massa" che hanno intravisto nella propaganda uno strumento potente per manipolare la mente e i comportamenti umani.


Il discorso sul metodo nasconde e maschera il primato della persona, contenuto nel detto di Gesù che ci è pervenuto grazie ai Vangeli : "il sabato è in funzione dell'uomo, non l'uomo in funzione del sabato".

Il funzionalismo è un corollario del successo del metodo. Dire che un essere umano funziona significa togliergli l'essenziale, ossia la libertà e l'intelligenza nella decisione e nella scelta. L'arma del sapere è facile che conduca alla distruzione di ciò che costituisce l'umanità dell'essere umano.  Libertà e intelligenza dove conducono l'essere umano? Più ancora : l'uomo conduce o si lascia condurre? Sceglie con più facilità lo scandalo o l'eroismo? Essendo un essere vulnerabile e segnato dalla contingenza, ha l'onestà e il coraggio di ammettere la propria vulnerabilità ed il bisogno di aiuto? Fa più conto del dono o del calcolo?


Un progetto ardito può andare incontro al fallimento : questo non si chiama soltanto sfortuna, si chiama anche errore o peccato.

Dietrich Bonhoeffer nell'Etica affermava : "Neppure la società umana, contrariamente a quanto affermava Aristotele nell'Etica nicomachea, può affermare un diritto supremo sulla vita del singolo." (p. 141). Dio, con la creazione, ha voluto donare all'uomo il diritto sulla propria vita; nessuno può togliere all'essere umano il diritto alla vita, neppure lo stesso singolo ha questo diritto. Il diritto inviolabile alla vita dice al singolo di credere (di aver fede) nel fatto che nessuno può togliergli ciò che gli è stato donato. Bonhoeffer afferma ancora nell'Etica : "Il diritto al suicidio svanisce soltanto perchè si ha la fede nel Dio vivente.".  Il male non può mai sostituirsi al bene, rimane sempre rivolta contro il bene. Ma una morale fondata sul male e sul bene, come quella  kantiana, non potrà mai dire ciò che costituisce il bene che si oppone al male, ed il male che si oppone al bene. Soltanto la volontà di Dio può indicare il bene supremo della persona, ed il male che distrugge il bene supremo.

Il metodo equivale al sabato (alla legge) di cui parlava Gesù. Il metodo non guarisce l'essere umano dalla sua malattia. Ciò che lo  guarisce è il dono della persona all'altra persona!

                          don Carmelo Guarini


martedì 7 ottobre 2025

La ludopatia e il gioco

 La ludopatia è una malattia del gioco : si è ossessionati dalla vincita; quando si è vinto qualcosa, si vuole vincere ancora e  non si è mai contenti, neppure quando si  butta via ciò che  si è vinto.

L'autentica manifestazione del gioco l'ho trovata in ciò che ha lasciato scritto il vescovo Klaus Hemmerle : " Una sola cosa è in gioco : ciò che m'interessa.  (...)  Nel gioco la cosa decisiva è il dono."


Questo aneddoto raccontato dal vescovo Helder Camara in Roma due del mattino (pp. 56-57) Lettere dal Concilio Vaticano II,  esprime il vero modo di essere del gioco : " Il vescovo di Cuernavaca, mons. Sergio Mendes, mi ha raccontato un episodio delizioso di papa Giovanni. Stava spiegando al papa quanto è povera la sua gente e quanto gli piacerebbe che il popolo si nutrisse della Sacra Scrittura, ma che purtroppo gli mancano i soldi per diffondere la Sacra Bibbia. Così gli ha detto : "Oggi , Santo Padre, praticamente non c'è più nessuna differenza tra le buone traduzioni cattoliche e la buone traduzioni protestanti."  E per finire ha domandato : "Potrei non solo permettere che circolino le Bibbie protestanti, ma persino aiutare a diffonderle?". Il Papa, battendogli la spalla, gli ha risposto : " Non ti manderò al Sant'Uffizio."  Mons. Sergio si è spinto oltre : " Ma se mi ci portano, Vostra Santità verrà in mio soccorso?". E il vecchio ammirevole, l'uomo di Dio, il vicario di Cristo ha detto : " Grida a me, e io verrò a salvarti."."

Il gioco mostra ciò a cui si è interessati : alla vita o alla morte della persona umana, alla vita o alla morte della propria persona come di quella dell'altro. Il gioco ragginge il suo scopo quando dona, non quando calcola.


La ludopatia ha rovinato tanti : non solo il malato del gioco, ma anche la sua famiglia, il  contesto sociale (il paesino), la cultura del luogo; ha contaminato tutto un ambiente. 

La ludopatia fa  perdere la dignità della persona e del lavoro;  spazza via la sacralità del corpo e della vita, perchè  propaganda il facile guadagno e ridicolizza coloro che portano il peso e la fatica della giornata.

Il gioco sano, non malato, è quello cantato nel Cantico dei Cantici : l'amore  vuole il bene dell'altro;   il giardino è  luogo dell'incontro;  i gesti  rivelano la sincerità del cuore!

                                 don Carmelo Guarini

giovedì 2 ottobre 2025

La coscienza non basta

 La coscienza non basta;  nella Parola di Dio si trovano l'ascolto e l'azione.

Alcuni brani dall'Etica di Bonhoeffer possono chiarire l'affermazione che la coscienza non può esistere senza la Parola di Dio.

" Dio si dichiara colpevole verso il mondo  e cancella così la colpa del mondo; inizia egli stesso il cammino umiliante della riconciliazione e assolve il mondo; Dio vuol essere colpevole della nostra colpa e prende su di sè il castigo e la sofferenza che la colpa ci ha meritato." (p.62)

Il giusto non è l'autore della propria giustizia : non può autogiustificarsi  per aver vissuto la giustizia. Il peccatore non può attribuire a sè la conversione dopo che ha cambiato vita.

" La persona del crocifisso liquida ogni forma di pensiero che abbia come criterio il successo, perchè è una negazione del giudizio di Dio. (...)  Gesù non è un avvocato degli uomini di successo della storia  ...  A lui non importa il successo e  l'insuccesso, ma la docile accettazione del giudizio di Dio. Soltanto nel suo giudizio v'è riconciliazione con Dio e tra gli uomini."  (p. 67) 

Nel Dio che si fa Uomo e che si fa crocifiggere v'è un ribaltamento della storia e dell'evoluzione dell' umanità : ciò che sembrava un successo  diviene un fallimento.  La riconciliazione di un conflitto insanabile viene da Dio che si è annientato nell'Uomo.

          " Dio mostra agli uomini di successo, nella croce di Cristo, la santificazione del dolore, dell'abbassamento, del fallimento, della povertà, della solitudine e della disperazione.  (...)  Il sì di Dio alla croce è una condanna dell'uomo di successo. D'altra  parte il fallito deve riconoscere di poter sussistere dinanzi a Dio  non in grazia del proprio fallimento o della propria condizione di paria  ma soltanto se accetta il giudizio dell'amore di Dio." (p. 67)

     La comunione può nascere soltanto dalla solitudine  e dall'abbandono :          quanto  più profondamente questo, tanto più intensamente quella!

" Il fatto che la  croce di Cristo, ossia il suo fallimento nel mondo, abbia condotto al suo successo nella storia  è un mistero della provvidenza di Dio. ".

     Si potrebbe anche dire che la riconciliazione operata da Dio per risanare la frattura  e la disunità,  ha mostrato, contro ogni logica  evolutiva, il successo della forza che si è fatta debolezza.       La coscienza  rivendica per se stessa la forza del giudizio. La Parola di Dio opera attraverso l'ascolto e l'azione  :  è un sovvertimento dell'ordine disordinato della Natura!

                                                don Carmelo Guarini

mercoledì 1 ottobre 2025

Il gioco tra morte e vita

 Tra morte e vita c'è competizione  o  cooperazione?

Nell'introduzione all'Etica D. Bonoeffer scriveva in poesia :

                      "                          Morte

                        Vieni,  festa suprema sulla via della libertà eterna,

                         morte, spezza le catene e le mura pesanti

                         del nostro corpo transeunte e dell'anima nostra accecata

                          affinchè finalmente scorgiamo ciò che quì non è dato vedere.

                         Libertà, ti cercammo a lungo nella disciplina, nell'azione, nel dolore.

                          Morendo, te riconosciamo ora nel volto di Dio ".

Nell'Etica Bonhoeffer ha criticato l'etica di Kant e di Spinoza, etica fondata sulla scelta tra bene e male (la norma che genera il bene e che respinge il male), per affermare che l'etica cristiana è il nuovo inizio dell'uomo nuovo.

Bonhoeffer rifiuta il trionfalismo della Chiesa, anzi invita a riconoscere le colpe. Scrive nell'Etica : "La Chiesa confessa di aver assistito in silenzio alla spoliazione e allo sfruttamento dei poveri, all'arricchimento e alla corruzione dei potenti ... La Chiesa confessa di aver desiderato la sicurezza, la tranquillità, la pace, il possesso e l'onore a cui non aveva diritto  ...". ( pp.  95-96-97)

Il conflitto e la competizione sono presenti nella vita biologica e psicologico-sociologica, ma non nella vita dello spirito.

Nella vita biologica e sociologica la competizione prevale sulla cooperazione : controllo del territorio, definizione dei rapporti di potere ...  Biologia e sociologia sembrano ignorare lo spirito. Nell'evoluzione, biologia e sociologia tendono alla sopravvivenza del soggetto e del branco. Lo spirito conosce un grado più alto della competizione, ed è la cooperazione tra viventi : donare la propria vita. La morte si può comprendere come dono della propria vita : la vita biologica non è tolta, ma trasformata. Lo spirito è il protagonista di questa trasformazione.

Tornando a Bonhoeffer : se lo sfacelo del mondo mostra la schiavitù alla quale è sottomessa la storia, l'amore di Dio mostra la liberazione dalla schiavitù della storia e della morte. 

Chi potrà liberarci dalla schiavitù della storia e della morte se non l'amore di Dio che si è incarnato in Gesù Signore? Non è forse lui l'inizio dell'uomo nuovo e della vita che non conosce tramonto? Non è Gesù Signore che ha lasciato lo Spirito Santo come guida sicura per sviluppare cooperazione e vita nello spirito? Per questo Paolo diceva : "Per me vivere è Cristo, e morire è un guadagno".  Il gioco tra morte e vita : non è una perdita la morte, ma un guadagno!

                             Don Carmelo Guarini