Il giudizio dell'altro paralizza lo sguardo. Se non è si capaci di reggere lo sguardo che opprime, si rischia l' annichilimento.
Lo sguardo è molto di più del semplice apparire; in esso si esprime una vita interiore di morte e resurrezione.
Una strofa di una poesia di Helder Camara, vescovo brasiliano e protagonista riconosciuto (non solo dal card. Suenens e da papa Montini) del Concilio Vaticano II, suona così :
Forse m'inganno
Gli alberi
che non perdono mai il rigoglio
che sono sempre verdi
guardano
con un filo d'invidia,
gli alberi
denudati delle foglie
che paiono scheletri ...
Quando la primavera irrompe
solo chi è stato spogliato
freme
per il miracolo della resurrezione ...........
Le tante morti della vita preparano a quell'evento che è la morte temuta e agognata; le tante resurrezioni della vita preparano a quella misteriosa resurrezione nascosta nella morte biologica. La poesia rende libero, ossia risorto, lo sguardo alienato: è il miracolo della resurrezione dalla morte. Lo sguardo alieno (=straniero) è sguardo di morte. Lo sguardo amico è sguardo di resurrezione.
don Carmelo Guarini
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