Jacques Maritain scriveva nel 1914 un saggio La filosofia bergsoniana, dove si possono leggere questi pensieri : " Era l'epoca in cui molti giovani preti non avevano sulle labbra che il divenire e l'immanenza. (...) Una generazione coraggiosa, intellettualmente sprovveduta e che si sentiva pesare addosso una catastrofe imminente, cercava in fretta e furia nel pragmatismo un mezzo per riappropriarsi nel bene e nel male delle realtà della vita. (...) La salvezza e la verità si potevano trovare esclusivamente nell'azione. Il disprezzo dell'intelligenza era ritenuto l'inizio della saggezza. "
Nel suo saggio più letto, Il contadino della Garonna (anno 1966), Jacques Maritain accusava i seguaci di Teilhard de Chardin di inchinarsi al mondo invece di combatterne gli errori; metteva in guardia sulle possibili derive del Concilio Vaticano II, ossia un ritorno del modernismo molto più pericoloso di quello che la Chiesa aveva dovuto affrontare agli inizi del secolo.
L'intelligenza ha bisogno di fare esperienza, ossia di mettere alla prova ogni aspetto della vita, senza trascurare il fatto che le emozioni potrebbero allontanare non solo dalla verità ma dall'essenziale della vita.
Nel dopo Concilio abbiamo assistito a varie crisi : invece della primavera annunciata, in verità troppo prematuramente, abbiamo assistito a cambiamenti radicali, senza che ci rendessimo pienamente conto di ciò che stava succedendo. Il passaggio decisivo e più profondo da compiere era questo: non si poteva più rimanere in una fede professata dalla massa (la fede della nonna, che era stata sì vera fede, ma che non bastava più), occorreva ora una fede coltivata personalmente, con intelligenza e in relazione con persone che non si fermavano alle nozioni di fede ma prendevano sul serio il confronto tra l'insegnamento della Chiesa e il pensiero del mondo moderno.
Non c'era soltanto da combattere la pigrizia e la mediocrità che si nascondeva dietro le parole facili; c'era bisogno di uscire dalla corrente e di compiere percorsi inusuali, di fare scelte di coraggio senza cedere alla delusione di ciò che accadeva intorno.
I maestri dovevano diventare testimoni, ma dai testimoni dovevano nascere nuovi maestri. I tempi nuovi avrebbero richiesto maestri nuovi ; ma si è fatto troppo poco per coltivarli e metterli a servizio di un'intelligenza divenuta più esigente.
L'infatuazione per la scienza e per il benessere ha fatto credere che la vita fosse ora più facile : che la guerra e la fame nel mondo fossero state vinte, che la libertà di scelta rendesse la vita degli individui più inserita nella comunità. Nel corso degli anni abbiamo sperimentato l'opposto. Oggi vediamo addirittura che le parole vengono smentite dai fatti : chi ha il coraggio di dire la verità viene messo ai margini. Scopriamo un ritorno di violenza e di barbarie nelle relazioni di ogni giorno, e chi cerca di mediare tra due individui in lite rischia di morire. L'intelligenza è umiliata: sembrava che lasciata a se stessa avrebbe fatto cose grandi! In realtà, l'intelligenza è come ogni altra realtà che l'uomo affronta : se la si coltiva, porta frutto.
don Carmelo Guarini
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