Tra morte e vita c'è competizione o cooperazione?
Nell'introduzione all'Etica D. Bonoeffer scriveva in poesia :
" Morte
Vieni, festa suprema sulla via della libertà eterna,
morte, spezza le catene e le mura pesanti
del nostro corpo transeunte e dell'anima nostra accecata
affinchè finalmente scorgiamo ciò che quì non è dato vedere.
Libertà, ti cercammo a lungo nella disciplina, nell'azione, nel dolore.
Morendo, te riconosciamo ora nel volto di Dio ".
Nell'Etica Bonhoeffer ha criticato l'etica di Kant e di Spinoza, etica fondata sulla scelta tra bene e male (la norma che genera il bene e che respinge il male), per affermare che l'etica cristiana è il nuovo inizio dell'uomo nuovo.
Bonhoeffer rifiuta il trionfalismo della Chiesa, anzi invita a riconoscere le colpe. Scrive nell'Etica : "La Chiesa confessa di aver assistito in silenzio alla spoliazione e allo sfruttamento dei poveri, all'arricchimento e alla corruzione dei potenti ... La Chiesa confessa di aver desiderato la sicurezza, la tranquillità, la pace, il possesso e l'onore a cui non aveva diritto ...". ( pp. 95-96-97)
Il conflitto e la competizione sono presenti nella vita biologica e psicologico-sociologica, ma non nella vita dello spirito.
Nella vita biologica e sociologica la competizione prevale sulla cooperazione : controllo del territorio, definizione dei rapporti di potere ... Biologia e sociologia sembrano ignorare lo spirito. Nell'evoluzione, biologia e sociologia tendono alla sopravvivenza del soggetto e del branco. Lo spirito conosce un grado più alto della competizione, ed è la cooperazione tra viventi : donare la propria vita. La morte si può comprendere come dono della propria vita : la vita biologica non è tolta, ma trasformata. Lo spirito è il protagonista di questa trasformazione.
Tornando a Bonhoeffer : se lo sfacelo del mondo mostra la schiavitù alla quale è sottomessa la storia, l'amore di Dio mostra la liberazione dalla schiavitù della storia e della morte.
Chi potrà liberarci dalla schiavitù della storia e della morte se non l'amore di Dio che si è incarnato in Gesù Signore? Non è forse lui l'inizio dell'uomo nuovo e della vita che non conosce tramonto? Non è Gesù Signore che ha lasciato lo Spirito Santo come guida sicura per sviluppare cooperazione e vita nello spirito? Per questo Paolo diceva : "Per me vivere è Cristo, e morire è un guadagno". Il gioco tra morte e vita : non è una perdita la morte, ma un guadagno!
Don Carmelo Guarini
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