Il lavoro più difficile è la relazione autentica : la non-dipendenza dell'io interiore dall'ambiente e dalle circostanze esterne.
La relazione autentica nasce quando due Io manifestano la loro interiorità , e non c'è la pretesa da parte di nessuno dei due a cambiare l'altro.
Il lavoro sul proprio Io è un esercizio continuo per guadagnare silenzio e solitudine; il rumore e il divertimento distraggano e conducono ad una dipendenza dai comportamenti di massa e dalle parole propagandate come verità di vita.
Il dialogo tra due Io non sarà più quello dell'accusa reciproca e lo scambio non si fermerà ad aspetti esteriori e marginali, come problemi economici o pretese affettive. Ogni io donerà ciò di più prezioso ha realizzato sino a quel momento.
E' vero che per coltivare l'io interiore è necessario un certo ambiente circostante. Oggi questo ambiente non c'è più, e ognuno deve conquistarselo con fatica e intelligenza. Ma occorre conoscere ciò che chiede un percorso di crescita interiore : silenzio invece che rumore, solitudine con se stessi invece che dispersione nella massa, distacco dalle situazioni esteriori per vedere soprattutto l'interno.
La domanda, ai nostri giorni, non è più quella diagnosticata da Freud ossia la volontà di piacere, nè quella diagnosticata da Adler ossia la volontà di potenza, ma la volontà di significato. Alle prime due si ricorre, quando è stata frustrata la terza. Ma quando si è data una risposta alla volontà di significato, non si fa più ricorso alle prime due.
Anche ad un credente e praticante religioso non è assicurata la crescita interiore dall'appartenenza al gruppo o dalla devozione di pratiche sacre : una cosa è la devozione, altra cosa è l'illuminazione. Per ricevere la luce, non basta la pratica esteriore, è soprattutto l'interno che deve cambiare. L'esterno contribuisce a creare l'interno solo dopo che si è lasciato trasformare da un interiore più grande di esso.
don Carmelo Guarini
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