Spinoza diceva : non hai bisogno di uno scopo; hai bisogno di chiarezza.
Ma è proprio il SuperIo, ossia la Coscienza, a mostrare che non c'è inizio e non c'è una fine senza un fine. Lo scopo, o il fine, mostra ciò che hai scelto come ideale dell'Io.
La coscienza pone di fronte all'io tre universali : il vero, il bello, il bene. A quale dei tre dare la priorità? Quello da cui si comincia suscita le circostanze esteriori.
Le circostanze non sono altro che il prodotto dell'io interiore. "Diventa ciò che sei" : è ciò che la coscienza dice all'io. Ciò che vuoi essere suscita le circostanze esteriori che ti permetteranno di divenire ciò che sei. L'io interiore non vuole essere sopraffatto dall'io esteriore o illusorio, ossia quello che è determinato dal conformismo dell'immagine e del "salva le apparenze".
La coscienza non consente l'abuso di potere nei confronti dell'io. Dice all'io: cosa scegli come ideale di vita? Se scegli la verità, non puoi accontentarti dell'ipocrisia, della menzogna, dell'omertà; devi essere pronto a morire per la verità. Se scegli la bellezza, non farti ingannare dall'attrattiva esteriore; dentro ogni bellezza è nascosta una bruttezza. Cosa racconta un volto sfigurato, un volto di dolore? Potrebbe raccontare amore, ma non bellezza! Infine, se scegli il buono, devi aver fede nell'amore che vince sempre sull'odio.
La verità può fare riferimento alla coscienza individuale e alla coscienza collettiva. L'io che sceglie la propria verità e si contrappone alla verità dell'altro, scarta la coscienza collettiva, ma non riuscirà mai a creare comunione e comunità.
La bellezza può fare riferimento all'io individuale piuttosto che al noi : la condivisione con la comunità sarà molto esteriore, non raggiungerà mai la comunione. Per avere una condivisione del Noi alla bellezza occorrerà scendere sino all'interiore.
Cosa trovi all'origine e alla fine dell'io interiore? Non una chiarezza, neppure una bellezza. Trovi un dono d'amore : ciò che hai ricevuto lo devi donare, per non perderlo. Nella presunzione di aver scelto la verità c'è sempre una menzogna interiore. Nella presunzione di aver scelto la bellezza, c'è sempre non aver fatto i conti con il brutto che si nasconde dentro la bellezza.
Nella scelta di amare e di donare non può esserci presunzione di vittoria : Caino potrà sempre uccidere Abele, Giacobbe potrà sempre rubare con una menzogna la primogenitura a Esaù, Davide potrà sempre commettere adulterio con Betsabea (attratto dalla sua bellezza) e uccidere il marito di lei Uria.
Gesù Signore non potrà mai pretendere dal Padre eterno e onnipotente una vita umana senza dolore e senza morte; ma la verità e la bellezza che Egli mostra di Dio (la vera novità) è proprio l'onnipotenza dell'amore. All'origine della sua vita umana e alla fine c'è il dono d'amore. Ma questa origine umana viene dalla sua generazione divina : Agàpe è Dio, comunione d'amore.
Ci si può ingannare o fare male il calcolo sulla verità e sulla bellezza, ma non sull'amore. Perchè l'amore non calcola, dona; non fa conto della ricompensa o della gratitudine. L'amore è contento di donare e ha già ricevuto la ricompensa!
don Carmelo Guarini
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