Il primo regalo che si può fare agli amici è raccontare una storiella. Non ha importanza se fa piangere o ridere. L'essenziale è che colpisca nel segno, come avviene per il Pensiero e per il Dolore. Per colpire il pensiero nel segno, occorre una verità che sia poesia. Come quella seguente, di Victor Hugo.
Siate come l'uccello posato per un attimo \ su rami troppo fragili \ che sente la fronda piegarsi e canta tuttavia \ sapendo di avere le ali.
La verità che colpisce, unisce il quotidiano e l'ideale, la luce e la tenebra.
Teresa di Lisieux, negli ultimi giorni della sua vita, aveva fatto l'esperienza delle tenebre, per potere condividere l'incredulità coi non credenti. Sorpassando l'ambiente del suo secolo, soffriva il male del secolo successivo, l'incredulità, che è la morte di ogni speranza. Il suo desiderio era di lanciare sugli increduli una pioggia di rose.
La sofferenza donata cambia la vita : da passione inutile (Sartre) la vita diviene passione utile, perchè trasforma (V. Frankl).
La sofferenza passa, ma l'aver sofferto non passa mai. Giobbe, che dopo aver sperimentato ogni forma di dolore fisico e spirituale, dice a Dio la sua gratitudine :
"Io so che puoi tutto.
Niente ti è impossibile.
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Tu mi avevi chiesto di ascoltarti \ mentre parlavi
e di rispondere alle tue domande.
Ma allora ti conoscevo solo per sentito dire,
ora i miei occhi ti vedono.
Chi l'avrebbe mai detto che il Pensiero e il Dolore sono così strettamente legati da non poter fare esperienza dell'uno senza che sia presente anche l'altro? Che non si può pensare senza fare esperienza del dolore! E che l'aver sofferto, risponde a tante domande che restano insensate per la ragione. Teresa di Lisieux è moderna, dice Guitton, per la condivisione dell'incredulità con gli increduli e per il suo abbraccio alla sofferenza, che si muta in gioia nel momento in cui la si condivide!
don Carmelo Guarini
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