martedì 1 luglio 2025

Ossessioni e tabù

 Ossessioni e tabù, sebbene siano all'opposizione (le ossessioni alimentano le illusioni, mentre i tabù dichiarano la delusione evitando qualsiasi decisione), alimentano la confusione tra competenze e orientamento.

Se nella prima modernità il modello dominante era il prevedibile, nella tarda modernità il modello dominante è il probabile (non a caso la fisica quantistica ha superato la fisica newtoniana).

Quali sono le ossessioni della tarda modernità?

 E' tornato il potere-dominio della forza : la guerra è il mantra degli imperi; la diplomazia non conta, perchè il pensiero e la ragionevolezza non riscuotono più adesione. Al divide et impera degli imperi si aggiunge il dominio del calcolo sul dono: aumenta la disparità tra ricchi e poveri, perchè i ricchi hanno scelto di accumulare ricchezza e di  non condividere. La tecnica si preoccupa di sviluppare armi nuove, anche quelle cibernetiche, per la guerra, non per la pace.

Quali sono i tabù della tarda modernità?

La morte biologica viene rimossa, anzi si crea l'illusione di poterla ritardare, e con l'aiuto dell'intelligenza artificiale di poterla sconfiggere.  Ma parlare di immortalità biologica (questa è una delle aspirazioni illusorie dell'intelligenza artificiale) è dichiarare l'adesione ad un altro tabù : lo spirito. Un terzo tabù, ma è collegato ai primi due, è che il paradigma del dono è stato sconfitto dal paradigma del calcolo. Quì l'ossessione finisce per coincidere con il tabù. 

Si possono superare ossessioni che illudono  e tabù che rinunciano al pensiero?

Le competenze sono necessarie, ma non bastano. Per decidere, occorre superare le divisioni.  Se non si decide,  si rimane paralizzati a motivo delle divisioni. La paura di affrontare la storia e lo spirito rende impotenti : invece di affrontare la sfida con alternative nuove  rispetto al passato, si finisce col rimanere prigionieri della storia di guerra, e del calcolo che ha prevalso sul dono. Ora il futuro si gioca non tanto o non solo sul paradigma ortodossia - eresia, ma sul paradigma ortoprassi - eresiprassi.  L'eresia della prassi è proprio la contro-prassi : la schizofrenia tra ciò che si vive e ciò che si pensa e si dice. Quando si parla di pace e poi si fa la guerra, è evidente che non c'è ricerca di unificazione. Quando si sceglie la statistica (i big data) per vincere la sfida dell'avvenire, è chiaro che non si è riflettuto sulla differenza tra avvenire ed etenità. Questa differenza non è la filosofia a dirla, e neppure l'intelligenza artificiale può dirla. Soltanto un fenomeno può dirla, ed è la morte. 

La storia e lo spirito difendono il primato del fenomeno che incontra il pensiero. Può essere il Logos o il Tao, i quali nonostante le sfumature culturali, dicono l'umanità che incontra il cosmo.

Il pensiero umano  deve decidersi a scegliere tra la tecnica e lo spirito, tra il calcolo e il dono (calcolo incommensurabile). La morte biologica da tabù si è trasformata in ossessione. La guerra è evoluta in un ibrido di tabù e ossessione. L'idea della realizzazione individuale e della prestazione è portata all'estremo sino al collasso psichico (il burnout). Gli Imperi devono capire che i popoli non vogliono più essere dominati. La nazioni devono capire che, accanto alla sovranità nazionale, occorre superare le divisioni (che impediscono la pace e lo sviluppo).

L'Io illusorio, quello che vive di esteriorità e di tecnologia, dev'essere abbandonato a favore dell'Io autentico, che sviluppa interiorità e relazioni. Al di là delle ossessioni e dei tabù, c'è una comunità che chiede agli individui di superare divisioni antiche e nuove, per trovare  la forza dell'unità che affronta e insieme vince ogni sfida.

                                     don Carmelo Guarini

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