martedì 2 settembre 2025

L'incanto

 Cos'è  l'incanto?

Betroffenheit, in tedesco, è la mente che concentra l'attenzione; non s'impossessa dell'oggetto, e proprio per questo le si svela l'interiorità di ciò che suscita l'incanto. 

I francesi non confondono tra  l'enchentement (l'incanto)   e   l'enchentenement (l'incatenamento). La situazione esteriore è solo un condizionamento che può essere superato da un atteggiamento di libertà interiore.  Ci può essere incanto, nonostante l'incatenamento!

E' ciò che accade quando si esercita la capacità interiore di accettare il dolore e la morte.  Una libertà interiore si può esercitare di fronte ad un destino ineluttabile di dolore o di morte.

Il poeta Dehmel lo dice in questo versetto :  

                                                          C'è una sorgente  chiamata dolore.

                                                           Da essa scorre l'autentica felicità.


Fin tanto che si lavora, si crea, si fanno esperienze, si trae soddisfazione dal prodotto del lavoro, della creazione, dell'esperienza.  Il difficile viene quando l'essere umano è chiamato non più ad essere homo faber ,  homo sapiens, ma homo patiens. Quando l'essere umano è chiamato ad esercitare la libertà interiore di fronte ad un destino ineluttabile,  allora deve decidere quale atteggiamento interiore assumere di fronte a ciò che non può essere esteriormente cambiato.

L'atteggiamento che assume l'homo patiens di fronte a ciò che non può essere modificato esteriormente,  ha carattere di testimonianza di fronte a se stesso e a coloro che sono intorno. 

La testimonianza è un atteggiamento inutile o meno produttivo rispetto al lavoro, al successo, alla creazione ?  O non è forse la risposta al vuoto esistenziale, alla mancanza di relazione autentica, alla  fuga di fronte al destino che non può essere modificato o ad una morte desiderata ma che non viene?  Dire sì a questo dolore diviene la sorgente dell'incanto per l'homo patiens : questa è la nuova tappa dell'evoluzione dell'uomo, chiamato a superare l'homo faber e l'homo sapiens.

                                               

                                                 don Carmelo Guarini

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