Capire il proprio tempo è essenziale perchè si possano dare soluzioni adeguate tra politica e mistica.
1200 : in quel secolo segnato dalla nuova classe sociale dei commercianti, il carisma della povertà risponde alla crescente avidità per la ricchezza.
Francesco d'Assisi e Chiara d'Assisi rispondono, con la scelta della povertà, ad un male sociale e culturale (la ricchezza come bene sommo). Si può dire che Francesco apra alla povertà un orizzonte politico: la vita a contatto con la natura, poter mangiare erbe e frutti che la natura offre, la libertà di muoversi, il soffrire fame e freddo; l'esperienza umana approfondisce l'interiorità e spinge alla pratica del Vangelo sine glossa. La povertà vissuta da Chiara d'Assisi è più mistica che politica, per riconoscimento dello stesso Francesco: la sopravvivenza è legata alla provvidenza, essendo le clarisse chiuse in clausura.
1500 : in quel secolo la fede è sotto assedio. Lutero e Giovanni della Croce rispondono in maniera diversa (non opposta, ma complementare) alla sfida.
Lutero, col tema della coscienza, sottolinea l'etica come risposta alla crisi di fede. Sull'etica insisterà Kant : il tu devi, l'imperativo categorico.
Giovanni della Croce inaugura un'estetica: hermosura (la bellezza) è l'attrazione poetica e mistica di una relazione d'amore; la fede è "notte che precede l'alba, notte più luminosa dell'alba". L'accento è posto più sul sentire che sul ragionare. Più sul fare esperienza di Dio invece che ragionare su Dio. Teresa d'Avila è più politica: le tante fondazioni i monasteri della riforma lo attestano.
2000 : il secolo si apre con l'attesa dell'evento che realizzi il nuovo. Il passato sembra che non abbia mantenuto le sue promesse.
Attesa dell'evento più che attesa della ragione . Per trovare se stessi, occorre credere nell'altro. La comunicazione volge lo sguardo verso l'interiore: un evento più sfugge alla vista, più s'approssima al vero. Un evento più acquista celebrità, meno avrà gloria. La celebrità è l'effimero del tempo che passa. Chi ha cercato la celebrità, dopo la morte non avrà l'immortalità della gloria, continuerà a ricevere l'effimero della celebrità. La gloria è l'eterno: la durata come dono si scontra col calcolo che invevitabilmente implode. L'evoluzione non è ancora riuscita a far prevalere la cooperazione sulla competizione (il più forte che vince).
Epoca di un odio crescente, il nostro tempo. Da dove nasce e dove tende? La morte rimossa sembra esercitare un'attrazione : l'umanità sedotta dall'autodistruzione, per mancanza di senso. Per vivere non serve odiare : odio e morte sono catastrofe. Per vivere occorre amare: vita e amore intrattengono un legame indissolubile. L'evoluzione è in grado di farci compiere la scelta giusta? E' in grado di far cooperare la vita e l'amore? Può sconfiggere infine quell'intesa tra odio e morte, minaccia perenne per l'umanità?
L'epoca dell'odio sfida la vita. L'umanità saprà rispondere a questa sfida, affermando un'epoca dell'amore ?
don Carmelo Guarini
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