sabato 27 aprile 2024

SILENTIUM

 Un poeta russo, nella raccolta SILENTIUM, così parla :

Taci, nasconditi e cela

I sentimenti e i sogni tuoi !

Lascia che nel profondo dell'anima 

Sorgano e tramontino   (...)

Come può farsi conoscere il cuore ?

Un altro, come può comprenderti ?

Capirà quello di cui vivi ? 

Il pensiero espresso è menzogna   (...)

Sappi vivere solo in te stesso :

C'è un mondo intero nella tua anima

 Di segreti pensieri  ...

Il paradosso del pensiero russo sembra questo: un popolo verbizzato (fecondato dal Logos) ama l'ideale più del reale, la guerra più della pace, il silenzio più della parola. Il paradosso dovrebbe svelare il senso dell'imprevedibile, in quanto la sua logica non è quella del principio di non-contraddizione; eppure,  per il popolo russo,  il reale appare come il destino ineluttabile della tragedia greca, ossia vorrebbe la liberazione della libertà ma non sa liberarsi dal dominio.

Il cristianesimo dei primi secoli, per evitare l'irrazionalismo, il sentimentalismo, ha fatto tesoro del pensiero greco, un vero miracolo dell'homo sapiens, un'acquisizione dell'umano dalla quale non si torna indietro. LA PAROLA nasce dal SILENZIO. Ma il SILENZIO resterebbe muto e infecondo se non diventasse PAROLA. La sfida al cristianesimo ortodosso russo è far divenire il silenzio degli eremiti PAROLA nella sobornost.

La coscienza mel N.T. non ha il senso greco della consapevolezza soltanto; il verbo anacrinein indica il  giudicare come giudizio della sapienza (non tanto della scienza). L'evento dev'essere ricevuto come un fenomeno che si dona, una relazione tra donatore e donatario!

Ma il poeta russo intendeva evidenziare la potenza impotente del mistero, le ragioni misteriose del cuore, l'insondabile che si muove tra la solitudine e la comunione, tra il silenzio e la parola!

                          don Carmelo Guarini

martedì 9 aprile 2024

La vocazione

 Nella dinamica della chiamata c'è uno sguardo d'amore che dice: Seguimi.


                                     La vocazione che resiste

                                      in un tempo di resa  -

                                      s'abbandona al dono-fiducia

                                      di Colui che ha chiamato!


                                      L'amante dice all'amato :

                                      Vieni e seguimi!


Il momento storico presente si caratterizza per la fine dell'autorità. E' subentrato il regno dell'influenza; ma questo regno è fluido : un influencer muore e ne nasce un altro, in breve tempo si consuma un'influenza che non ha durata. Probabilmente siamo entrati in un'era metafisica. All'apparenza sembrerebbe il contrario, cioè il pravalere del materialismo. Ma è proprio questo che un'epoca metafisica rivela:       lo scontro tra la la fine-il fine del materialismo e dello spiritualismo. 

Una nuova spiritualità è ciò che reclama questo tempo. Libertà, rispetto per la persona e per la sua dignità, creatività e non ripetizione abitudinaria, relazioni autentiche e non formali o burocratiche, iniziative che promuovano l'incontro vero e che aprano un futuro condiviso.

Non si parla più di vocazione in un tempo in cui ognuno sembra il creatore di se stesso e del proprio progetto di vita. Invece, occorre proprio riscoprire l'essere chiamati, ossia l'essere amati. La differenza tra una chiamata da parte umana e un'altra da parte divina è descritta chiaramente nel Primo libro di Samuele cap. 3 :  il giovane Samuele non è chiamato dal sacerdote Eli ma da Dio; la scoperta avviene dopo la terza chiamata. Il che significa che occorre affinare lo spirito per cogliere la vocazione!

                                         don Carmelo Guarini

lunedì 1 aprile 2024

Pasqua di risurrezione

 La risurrezione è pura finzione se non  passa attraverso la morte. Nella vita dello spirito,  il passaggio dalla morte alla vita vera avviene attraverso la crocifissione di tutte quelle abitudini mondane che si sono infiltrate nell'esistenza dei cristiani. 

La visita "alli sibborchi",  giovedì sera,  ha visto una svolta significativa nella chiesa dell'Immacolata a Mesagne : entrata e uscita disciplinata e ordinata, preghiera breve e silenziosa. Una svolta per la qualità della partecipazione e della preghiera. 

Negli anni passati, ma anche quest'anno, in tante chiese la visita "alli sibborchi" è stata contrassegnata dalla distrazione, dalla passeggiata sacra, dalla mancanza di morte e resurrezione.

Allo stesso modo, la processione del venerdì santo è spesso  fatto mondano: spettacolo ed esibizione;  per portare le statue prevale il migliore offerente; quando poi i portatori di staute si fermano ai bar per riempirsi di alcool, allora la misura è  colma.

Anche la Messa di Pasqua rischia di non essere, e  molte volte non lo è stata, un'esperienza di resurrezione e vita nuova secondo il Vangelo. Quando non si fa ogni cosa per amore, quando i rapporti restano burocratici e non divengono sinceri, la resurrezione della persona e della comunità non avviene. Rimane rito vuoto, senza il cambiamento della resurrezione. 

Giovedì santo, nella chiesa dell'Immacolata, un gruppo di donne la preparato il repositorio: hanno fatto un lavoro di squadra, e alla fine il risultato lo si è visto non solo nella bellezza  esteriore, ma anche e soprattutto nella partecipazione silenziosa, ordinata e disciplinata nella preghiera. In fondo l'esteriore rispecchia l'interiore; e l'interiore, a sua volta, quanto più profondamente vive il silenzio, tanto più fa nascere la parola vera, breve, incisiva, che coglie il segno. 

La resurrezione di Gesù Cristo rappresenta l'elemento di rottura, l'imprevedibile dell'evoluzione naturale e deterministica della natura, della vita e dell'umanità. Lo spirito manifesta la sua forza e la sia energia proprio nella dichiarazione che le guerre, la povertà e la fame (mentre tanti ricchi gozzovigliano) sono troppo determinate dal passato, dall'abitudine, dal mondo di ieri. La resurrezione dell'umanità è in una fraternità più grande, in una più trasparente essenzialità.  La resurrezione inizia da un sacrificio e da una morte di uno e di pochi, poi può diventare resurrezione di un popolo.  Così è successo a Casal di Principe: don Peppe Diana, poteva starsene tranquillo altrove, invece di tornare al suo paese nativo, che sapeva inquinato dalla criminalità (i boss dei clan che vivevano nei sottorranei come topi di fogna).  Il sacrificio della sua vita, la sua morte è servita per far risorgere il paese. La resurrezione non si ferma!

                                             don Carmelo Guarini

mercoledì 27 marzo 2024

L'abbandono del venerdì santo

 L'evento dominante che Gesù Signore ha voluto lasciare del giovedì santo è "l'amore reciproco": "Non vi chiamo servi, ma amici."

L'evento dominante del venerdì santo è l'abbandono in croce.  La pace vera con Dio e con tutti gli esseri umani è portare la croce, la propria e quella di altri che non ce la fanno a sopportarla.

In due strofe padre David Maria Turoldo accostava la figura del profeta Geremia a Gesù Signore, egli stesso Dio, abbandonato da Dio e dagli esseri umani.

                                   "Tu, Geremia, il profeta più solo,

                                     sei dell'autentica Chiesa la voce :

                                      annuncio come nessuno di Cristo,

                                      di quanti oggi puoi esser figura?"

Ma la testimonianza di Gesù Signore non è folklore, non è spettacolo, non è esibizionismo.  La sua testimonianza è coinvolgimento nel patire e compatire. Soltanto da questa comunione può nascere la comunità.

                                    "Lottare soli, per sempre, da soli;

                                       lottare ancora, e ieri e domani :

                                       questo peccato che tutti avvelena,

                                        e il male immenso che irrompe e dilaga."

Il peccato che dilaga è la guerra : per avidità, per dominare e opprimere.   La grazia sarebbe il rispetto della libertà di ogni essere umano e di ogni popolo : lasciare ad ognuno lo slancio creativo, quello che crea armonia, fraternità, aiuto reciproco. Dare un senso al soffrire, edificando l'Homo patiens nel post-moderno: proprio questo avvicina l'esperienza del giovedì santo  e del venerdì santo. L'abbandono e l'amore reciproco : il dono testamentario di Gesù Signore, vero Dio e vero uomo. 

                                                       don Carmelo Guarini


lunedì 25 marzo 2024

L'amore reciproco

 Il comandamento nuovo è l'amore reciproco.  Molti battezzati non lo sanno (ignoranza non scusabile), ma è ciò che Gesù ha lasciato come testamento ai discepoli : non si può sperimentare la comunione e  la comunità  se non si vive l'amore reciproco.

David Maria Turoldo  diceva in poesia come si giunge all'amore reciproco, partendo dalla Parola che si fa servizio al prossimo.

                             LA PAROLA CHE LIBERA

                                                               Omaggio a Papa Giovanni

"Non v'è assemblea che tu benedica

ove qualcuno escluda qualcuno,

e se non apre le braccia sul mondo

come le braccia di Cristo dal monte".

"Piuttosto come Francesco chiediamo

che "sine glossa" sia legge ai fedeli:

perchè i poveri attendono ancora

che sia la Chiesa a credere, almeno."

Meno retorica nelle parole, meno astrattismo intellettualistico, meno confusione nei ragionamenti, meno folklore nelle cerimonie.  Più sostanza in ciò che si dice di credere, più fiducia nella parola di Gesù Cristo piuttosto che nel dio-denaro, più qualità nell'istruzione cristiana. Basta con la confusione: conservatori e progressisti sono categorie politiche. Gesù Signore ha parlato di amore reciproco.  Non si giustifica la propria mediocrità nascondendosi dietro un politichese becero. Il Concilio ha ricordato il primato della Parola a tutti i fedeli, anche ai vescovi.  La collegialità episcopale non è un fatto giuridico, è aderire al comando del Signore Gesù!

                                             don Carmelo Guarini