mercoledì 21 dicembre 2011

letto per voi un testo di Simone Weil

la "lettera a un religioso" scritta da Simone Weil durante il suo ultimo soggiorno negli Stati Uniti è indirizzata al domenicano francese padre Couturier. Pone al centro il tema
delicatissimo della catechesi. Inizia così: "Quando leggo il catechismo del Concilio di Trento, mi sembra di non aver nulla in comune con la religione che vi è esposta. Quando leggo il Nuovo Testamento, i mistici, la liturgia, sento con una specie di certezza che questa fede è la mia". Ci sarebbe da chiedersi perchè un testo mistico o una celebrazione liturgica riesca a trasmettere il senso del mistero, e come mai riescono ad operare una sorta di mistagogia, cioè di accompagnamento spirituale, mentre un testo di catechismo che intende essere troppo chiaro e dire cose evidenti suscita una reazione di ripulsa o di rigetto. Il motivo mi pare semplice: occorre lasciare a Dio di poter dire sempre l'ultima parola, sia alla persona sia alla comunità. il don

domenica 18 dicembre 2011

dialogando idealmente con O. Clement

Tutte le feste si somigliano: Natale, Carnevale, Pasqua e Capodanno. Quando manca la preparazione specifica, si perde il proprium di ogni festa. Natale è attesa di Colui che viene. A Pasqua ci si prepara, facendo morire l'uomo vecchio per poter risorgere. A Carnevale ci si prende gioco del proprio io e del proprio gruppo, per aprirsi ad una comunità più grande. A Capodanno ci si apre alla speranza, più che con i botti, con progetti più condivisi, meno omologati alla corrente comune. Passare dal devozionalismo al vissuto spirituale è quanto mai urgente, per fare della relazione autentica con Dio e la persona umana il perno della crescita comunitaria. Rompere gli schemi è più facile che ricostruire relazioni; ma se non si compie la prima operazione, non si può passare alla seconda! Rilanciare le feste non si può senza una preparazione davvero nuova. il don

venerdì 16 dicembre 2011

letto per voi: Senza misura

la raccolta di alcuni interventi del vescovo Tonino Bello porta il titolo "senza misura".
cosa intende proporre? non certo il senza misura dello sballo; neppure la provocazione
risentita. ciò che propone è di rompere gli steccati e gli schemi,per trovare la relazione autentica. il senza misura potrebbe essere tradotto con charitas sino modo, il che comporterebbe il rischio di dare a fondo perduto, senza contropartita. il rischio di fidarsi di una parola-amore. il coraggio di rispondere ancora positivamente ad un attacco massiccio di annientamento. la relazione autentica nasce soltanto quando la differenza è rispettata, mentre la non-relazione ossia il non-incontro gioca sempre sul
fraintendimento e sull'ipocrisia. chi vuole vincerla è ancora attaccato al potere o al
gioco-potere, un potere camuffato da gioco. le parole autentiche sono come le azioni autentiche: sono accolte da chi è senza falsità, respinte da chi è malato d'ipocrisia. il don

venerdì 9 dicembre 2011

letto per voi: Pietre di scarto

letto per voi, il piccolo-grande libro del vescovo Tonino Bello: Pietre di scarto! Brevi lettere d'amore: a coloro che non contano niente, a coloro che si sentono falliti, ai giovani disoccupati, a chi non ha il coraggio di cambiare. La parola chiave è coraggio. Osare per cambiare il niente in tutto, il fallimento in crescita, la disoccupazione in ricerca di lavoro, le tante schiavitù magari comode e confortevoli in un'avventura di libertà. La pietra di scarto può divenire prima pietra di una nuova costruzione. Osare insieme e più ancora osare per l'insieme. Diceva il filosofo Guitton: "Gli eventi ci rassomigliano: come degli specchi essi ci rimandano la nostra immagine. A ciascuno capita non tanto ciò che egli merita, quanto ciò che gli rassomiglia". Per mettere una prima pietra ad una nuova costruzione, occorre rompere fatalismo e individualismo. Chi patisce per un'immagine di se sfigurata, specchiandosi nel Crocifisso, può risorgere. il don

lunedì 5 dicembre 2011

letto per voi: Notte...

letto per voi, il libro di G.M. Zanghì, Notte della cultura europea. Ne traggo fuori un'idea che mi pare possa creare sinergia di eventi: il cristianesimo in Europa è in una fase di purificazione. la storia del suo pensiero e della sua prassi è chiamata ad un confronto col Vangelo e perciò ad una riconversione radicale. Essenziale diviene il dialogo, che presuppone la tolleranza ma che va oltre, tra il credente e l'ateo, oltre che
il cammino di fraternità tra le diverse fedi religiose. Come diceva il filosofo Guitton, l'ateo ha o potrebbe avere un'idea più pura di Dio, perchè purificata dai tanti idoli, a volte non consci, che il credente conserva in se stesso o nella sua comunità chiusa. Uscire dalla massa per fare comunità: questo progetto ambizioso del singolo ha bisogno di disintossicarsi da un individualismo che permea la vita quotidiana e impedisce di respirare la relazione autentica. E' troppo chiedere a Dio di farci incontrare qualche persona trasparente, della quale si possa dire ciò che Gesù disse di Natanaele: ecco un israelita in cui non c'è falsità!? Il mutuo riconoscimento nella trasparenza! il don

giovedì 1 dicembre 2011

letto per voi : le feste cristiane

letto per voi, il libro di Olivier Clement sulle feste cristiane. il tempo della natura è ciclico; il tempo della Grazia è lineare! La liturgia rimanda al vissuto spirituale: la chiesa ha istituito l'avvento per prepararsi al Natale; e la quaresima per prepararsi alla Pasqua; ed il periodo pasquale per giungere alla Pentecoste. la celebrazione liturgica è accolta come momento di Grazia nella misura in cui la preparazione che l'ha preceduta  ha sostituito all'individualismo la vita della comunità. l'avvento prepara all'incontro con Cristo nella storia: l'ascolto della Parola apre alla realizzazione di rapporti nuovi.  la quaresima è un'esperienza di trasformazione: il patire apre al compatire, il digiuno alla condivisione. la Pentecoste, festa poco sentita, ma così centrale nella nascita e nella crescita della chiesa, sarà festa di rinascita della comunità, se vissuta nella luce dei 50  giorni del periodo pasquale. Lo splendore della liturgia chiede alla vita di farsi luce.     il don

lunedì 28 novembre 2011

letto per voi: Poteri e strategie

letto per voi, il libro di Michel Foucault sulla manipolazione del corpo, per poter dominare la ragione e i sentimenti. La prigione ed il manicomio sono due forme di
dominio totalitario: emarginano fisicamente i plebei, per dominare il loro pensiero e la loro azione. lo studio delle pratiche di dominio è importante per sviluppare un progetto o una strategia di liberazione. lo studio del potere è una questione del soggetto, ma se quest'ultimo diviene libero, la comunità stessa cresce. una mia considerazione:
questo legame tra il soggetto e la comunità, Gesù Cristo l'aveva svelato ed evidenziato
già venti secoli fa. la chiesa ha continuato quel progetto di liberazione, attraverso uomini e donne spirituali che hanno riscattato schiavi, poveri, oppressi, emarginati.
Foucault mette in guardia contro l'aspetto anestetizzante che impedirebbe  l'attuazione del processo di liberazione. non è la discontinuità l'aspetto critico: Gesù stesso aveva parlato della necessità di una conversione continua. Quale discontinuità migliore di questa per garantire la continuità della comunità? il dialogo tra ateo e credente può essere sempre fruttuoso. il don

sabato 26 novembre 2011

non possiamo tacere

letto per voi: il libro del vescovo Bregantini, "Non possiamo tacere" racconta esperienze. i cinque livelli narrativi: spiritualità, etica, cultura, politica, economia.
Parola di Dio annunziata e vissuta: su questa base si possono costruire relazioni autentiche, sincere, non ingessate. si respira nel racconto l'aria pura della Calabria, della Sicilia, della Puglia, ma anche del Trentino. un'aria pura, che è frutto del gioco
pulito. il meglio di gente nostra! in questo benedetto Meridione, s'è conservata la cultura della magna grecia, penetrata nel popolo, e la spiritualità di tanti santi di terra nostra! Il Fato e l'Ananche ancora non sono stati sconfitti: il destino incombe spesso
fatale! Ma la speranza non è stata ancora distrutta; e neppure la fede. Se crescerà l'amore, potremo sperare vittoria! don Tonino Bello ci ha lasciato un esempio d'amore e di lotta. grazie vescovo Bregantini, perchè lei continua la sua opera! il don

Fuori! letto per voi

letto per voi: il libro di Matteo Renzi, il sindaco di Firenze, successore di La Pira e di
Bargellini, racconta una politica fatta di incontri con le persone (la conquista anche dell'avversario sui beni che riguardano tutti) e di realizzazioni concrete. l'esperienza scout ed il servizio al bene comune. la scelta di fare politica: per un ideale non di parte;
un movimento di idee unito al concreto per rinnovare i partiti. Una sola considerazione da parte mia: la rottamazione non piace a nessuno, nè ai vecchi, nè tantomeno ai giovani. Meglio puntare su un patto tra generazioni: che gli anziani siano accompagnatori verso il futuro, ma che lascino ai più giovani un pò di spazio per mettersi in gioco. Forse essi sapranno fare un miglior gioco di squadra! Il racconto di esperienze, unendo pubblico e privato: è questo l'aspetto migliore del libro di Renzi.
il don

sabato 19 novembre 2011

relazioni profonde

i beni relazionali sono materiali e spirituali, messi insieme divengono culturali. Se riusciamo a creare fiducia e sinergia, in concreto, tra virtuale e reale, potremmo ricevere dai giovani quello che noi adulti non riusciamo a donare o a trasmettere.
fare pubblicità della parte più autentica di ciascuno: questo è ciò che ancora la pubblicità globale non riesce a fare. la scoperta di ciò che è locale (gastronomia,...) va nella giusta direzione. Si comincia a sviluppare uno spirito critico: difendersi da una propaganda che conduce in vicoli ciechi. Poi, si può fare subito un altro passo avanti:  fare del bene un'arma per sconfiggere la noia. dall'individuo, padrone di sè e di tutto il resto, camminiamo verso la comunità, nella quale ognuno dona se stesso e riceve l'altro. una propaganda umile e rispettosa fa molto di più di uno spot arrogante! il don

sabato 12 novembre 2011

educazione filosofica

un testo di filosofia che il tempo non ha ancora usurato è l'Apologia di Socrate, scritta da Platone. Socrate si difende dall'accusa di empietà e di corruzione della gioventù. e mentre si difende, attacca: gli dei empi in cui la città crede in realtà una sua creazione  per giustificare il potere e la corsa alla ricchezza. i sofisti difendono mercanti e capi corrotti; la gioventù la corrompono Aristofane con la sua porneia (la diffusione di una filosofia edonista) e i sofisti che si fanno pagare, anche se insegnano non la ricerca della verità (aletheia)  e della giustizia ( dikia), ma il misero interesse. Poche volte una difesa fu così poco volta a farsi assolvere, ma Socrate non voleva salvare la propria vita; voleva salvare piuttosto la città dalla decadenza. e ottenne ciò che cercava: la filosofia allora la vinse! il don

sabato 5 novembre 2011

la sinistra italiana potrebbe perdere un'altra occasione!

Renzi contestato a piazza s.Giovanni non sarebbe un fatto grave, se poi si riuscisse a mostrare che il PD ha realmente capacità e voglia di cambiamento, che quella minoranza radicale o semi-stalinista è sulla strada di una maturazione democratica, che la sinistra ha un progetto alto e concreto di sviluppo per l'Italia (cosa di cui molti dubitano, persino all'interno della sinistra, per il fatto grave che ha perduto il senso del servizio al popolo, per arroccarsi sempre più su posizioni di potere). in affetti abbiamo potuto ascoltare tante pur giuste critiche all'inerzia e alla sconsideratezza politica della destra al potere, ma di progetti alternativi neanche l'ombra! la sinistra potrebbe perdere un'altra occasione di governare, se non mostra con i fatti una reale sollecitudine per il popolo italiano. il don

giovedì 3 novembre 2011

cultura in concreto

La Germania, cattolica e protestante, ha conservato le cattedre di teologia nelle università statali; ne beneficiano ancora economisti,ingegneri,imprenditori e operai. I governanti italiani copiarono dai cugini francesi ed espulsero le cattedre di teologia dalle università statali: non solo ne ha patito la coscienza della nazione, è cresciuta anche l'ignoranza dei cittadini sulle questioni correlate di storia e fede. La Germania federale ebbe il coraggio di prendere sulle spalle la decrepita economia della ex DDR: è stato un grande investimento anche economico. Il meridione d'Italia è rimasto per lungo tempo legato all'idea assistenzialista e del posto fisso: colpa dell'ignoranza e della tendenza a fuggire il rischio di innovazione e sviluppo. anche la religione, nel meridione, ha guardato più al passato che all'avvenire. nel secolo scorso, un ministro protestante tedesco offrì al cattolico Romano Guardini una cattedra a Berlino, tutta da inventarsi: ricerca e dialogo lavorano contro il pregiudizio e la paura del futuro. il don

sabato 29 ottobre 2011

meglio dell'indifferenza...

odio e amore sono meglio dell'indifferenza: il cuore vive ancora, se è capace di odiare e di amare. l'indifferenza è come un anestetico o un narcotico: fugge ogni incontro e ogni impegno, per paura di mettere in gioco la propria vita.
potrebbe essere un guadagno e una conquista, l'indifferenza, se considerasse distacco e passività come l'altra faccia dell'impegno attivo. nel cuore, sistole e diastole sono due movimenti di una stessa funzione. in psicologia, dare e ricevere impediscono l'atteggiamento autistico. nella vita dello spirito, comunicare esperienze vissute vince odio e indifferenza, e attiva l'amore. la tecnologia ed il positivismo ci hanno resi un pò malati d'azione e più ancora d'apparire. ogni incontro decisivo e ogni evento incisivo nascono da una forte motivazione interiore. il don

comunicare esperienze

l'esperienza umana e spirituale è un argomento difficile e quasi impossibile da contestare. l'esperienza, in quanto vissuto, è ormai fissata come evento non più modificabile. in tal senso, l'abisso del peccato è un inferno, ed il sublime della grazia è un paradiso. chi permane nell'abisso del peccato, continua a fare esperienza dell'inferno. e chi trova il coraggio di rispondere alla grazia, riesce a sperimentare la sublimità del paradiso. la catechesi cristiana viene abbandonata dagli educatori, nel momento in cui non riescono a comunicare esperienze di vita cristiana. genitori che non sanno insegnare a pregare e delegano questo impegno a catechisti con poca esperienza di vera preghiera, fanno un grave danno ai loro figli, ossia fanno loro mancare un nutrimento. la preghiera si alimenta alla parola di Dio. chi ignora il vangelo, ignora Cristo, e non sa più pregare e vivere da cristiano. parole chiare e vere servono ancora a noi, idolatri della tecnologia! il don

sabato 22 ottobre 2011

la provocazione

il conformismo impedirebbe ogni crescita, se la provocazione non cercasse di tirar fuori dal condizionamento colui che è succube della pressione culturale.
si può e si deve lasciare libertà di seguire le mode e i conformismi a colui che non desidera altro. ma a colui che è alla ricerca della libertà e di un ideale più grande, occorre dirgli che non potrà raggiungere quell'obiettivo, se non ne abbandona altri più piccoli e miseri.
mettersi insieme per salire più in alto, rompendo gli schemi di un agire ripetitivo ormai incapace di progettare avvenire.
il conformismo soffoca e isterilisce: le tante cose tolgono il respiro; e la ripetizione di stereotipi partorisce il nulla. la provocazione per uscirne! il don

la sfida culturale

la sfida tecnologica sarebbe già perduta, se non puntasse a creare un nuovo umanesimo. la persona umana e la comunità scopo imprenscindibile di ogni nuova azione e iniziativa. custodia e cura del creato, ambiente per conservare e accrescere la vita. la memoria storica, ossia l'autorità della tradizione, per non fare del presente un carosello, e del futuro un'utopia. la sfida culturale è radice e fondamento della sfida tecnologica: la relazione tra persona e persona regola ogni dimensione della vita, dal lavoro alla famiglia, dalla manifestazione sociale al rito religioso. la relazione è sempre in crescita: ridistribuisce la ricchezza, quando essa si fosse concentrata nelle mani di pochi a scapito dei molti; ridisegna i diritti politici e sociali, quando essi fossero diventati pura apparenza per molti e realtà per pochi; ricomincia a dire la verità con coraggio e senza paura di perdere alcunchè. la tecnologia deve allearsi con la cultura, se tiene a creare un nuovo  umanesimo. il don

mercoledì 19 ottobre 2011

silenzio e incontro

si crede solitamente che un incontro nasca dalle tante parole. è vero invece il fondamentale: la parola nasce dal silenzio. certo, senza l'amore, il silenzio non potrebbe generare la parola. la relazione tra padre e figlio è emblematica di questa generazione: il padre dice al figlio: io ti amo generandoti, perchè tu possa amarmi a tua volta. tuttavia la parola che genera non è: amami; ma piuttosto: io ti amo, perciò ti genero. il padre dice al figlio la parola amore in silenzio, cioè con un atto che dice tutto, e tuttavia lascia al figlio il potere di parlare. l'unica parola che il figlio può dire, fondamento di tutte le altre parole, è "gratitudine", cioè "ti ringrazio della generazione e dell'amore che è dentro la generazione". senza questa parola fondamentale, "grazie", tutte le altre parole del figlio sarebbero vuote, sarebbero nulla. ciò che fa vivere le altre parole, è la parola che il figlio mette in tutte le altre: io ti amo perchè tu mi hai amato per primo. è il mutuo riconoscimento! il don

martedì 13 settembre 2011

dalla teoria alla pratica

come far diventare l'etica importante quanto l'economia? l'economia da l'opportunità di comprare e di realizzare così dei progetti. tutti, anche i bambini e gli anziani, sono interessati a come aumentare le entrate economiche, per avere poi opportunità di spendere. coloro che sono diventati miliardari grazie al businnes, trovano alla fine utile  fare beneficenza, un pò per l'immagine sociale da migliorare (per non sembrare avari) e un pò perchè quella beneficenza gioca ancora la carta del marketing. di fronte a tutto questo, che possibilità ha l'etica di affermare il suo obiettivo, che non bisogna dimenticarlo, è di guardare al bene dell'altro come al proprio bene? l'etica può affermare i suoi obiettivi, se si allea con la cultura. c'è in effetti grande ignoranza nel nostro mondo, poca volontà di approfondimento, quindi si afferma la tendenza all'improvvisazione, sia nelle relazioni interpersonali sia nelle scelte di largo respiro.  l'etica è una scienza pratica, come la spiritualità d'altronde: la prima ha la fonte ispirativa nell'esperienza della natura, la seconda nell'esperienza della grazia. l'etica e la spiritualità sperano sempre che l'io possa incontrare un tu saggio! il don

venerdì 9 settembre 2011

la responsabilità della testimonianza

qualche vescovo e qualche prete, non dico di più, in Italia, preferisce la raccomandazione allo studio duro e al lavoro serio. si manca, in questo modo, di dare una valida testimonianza al vangelo di Gesù Cristo. chi è animato da una ricerca sincera della verità e da un desiderio dell'amore disinteressato, rimane scandalizzato e deluso, per non riuscire più a vedere la differenza tra la chiesa e il mondo. l'omologazione dei cristiani al mondo, nei comportamenti e nelle parole, toglie al messaggio cristiano ogni forza profetica ed ogni energia d'urto. diceva papa Montini che se i maestri (a parole) non sono testimoni, le loro parole non giovano a nulla. per far sul serio, cioè per non improvvisare, occorre progettare e verificare il lavoro compiuto. vale il detto latino: verba docent, exempla trahunt. il don

lunedì 5 settembre 2011

il dovere dell'ammonimento

un proverbio popolare recita: campa ciucciu che l'erva cresci. il papa Gregorio Magno esercitava la correzione, perchè vedeva in essa una possibilità di crescita non solo personale ma anche comunitaria. per tornare al proverbio popolare: esso esprime la saggezza del Vangelo. Gesù aveva insegnato che un terreno per far crescere la pianta, ha bisogno di essere liberato dalle erbacce, dalla gramigna; allora la pianta può crescere senza rimanere soffocata dalle erbacce. educatori che non esercitano l'ammonimento, sono degli irresponsabili. occorre indignarsi di fronte all'ingiustizia, alla menzogna, alla violenza e all'oppressione, alla comodità e all'indifferenza, all'ipocrisia e allo spettacolo dell'apparenza e del tornaconto individuale. occorre denunziare il latrocinio, la corsa al benessere e al consumo. l'essere umano non è merce di scambio, non può essere oggetto di consumo: è destinato piuttosto a divenire persona capace di relazione.

mercoledì 31 agosto 2011

la testimonianza

il vissuto spirituale (marturia) denunzia la religiosità ipocrita, l'esteriorità esibita per il piacere della propria vanità. la vanagloria è la radice di tutti i vizi: cosi' insegnavano i Padri; come l'umiltà è la radice di tutte le virtù. Satana, l'avversario del bene, ha un solo vizio, quello che è la radice di tutti gli altri: la superbia o l'orgoglio, ossia l'adorazione di se stesso; non si occupa d'altro se non della sua auto-adorazione. niente gli fa più male che sentirsi disprezzato e umiliato. per umiliare Dio, Satana coltiva la religiosità degli ipocriti, l'esteriorità che lascia tutto com'è. Dio umilia satana attraverso gli umili, i peccatori che si riconoscono tali ma non temono chi uccide il corpo. mai    satana finirà di esaltare il peccato, e per meglio esaltarlo convincerà il peccatore di non aver peccato. gli scherzi di satana son peggio degli scherzi da prete. il don

venerdì 26 agosto 2011

un brano di Rondine Allegra

sei tornato dove ti ha preceduto colui col quale hai continuato a dialogare anche dopo la sua  morte. rileggo un tuo scritto "vicino" da "don Daniele" . tra l'altro: "nelle omelie facevi spesso riferimento al peso dello zaino che dobbiamo portarci sulle spalle,alla tenda da smontare ogni mattina per rimontarla ogni giorno in un posto nuovo, alla fatica del camminare e dell'orientarsi per raggiungere le mete,...al percorrere strade non battute: con gli occhi lucidi comprendavamo la proposta evangelica. ... La sera che hai lasciato di percorrere queste vie terrene, io non ero vicino, percorrevo altre strade con i miei scout; sono arrivato appena in tempo per vedere ricoprire di umile terra la tua fossa. nel mio andare mi manca quella mano sulla spalla".   si può sentire cosi', solo quando si è vissuto un rapporto profondo: il legame spirituale, che è fatto d'amore, neppure la morte lo rompe.  il don

giovedì 25 agosto 2011

la nostra amicizia non morirà

Rondine Allegra, la nostra amicizia non finirà; continuerà ad essere antidoto all'abitudine che addormenta e all'indifferenza che anestetizza la presenza del male con la scusa dell'affare  e del divertimento. continuerà ad essere ricerca di un modo nuovo di vivere e non s'attarda a rimanere schiava di  abitudini passate e presenti, comode alcove per pessimisti e gaudenti e magari anche per torturatori ossessionati dal potere. l'amicizia diviene legame più forte per la condivisione di una causa che intende liberare ed educare. libera ogni giorno, cosi' educherai con la testimonianza della vita: questo ci ha insegnato l'esperienza di anni. siamo stati alla scuola di una passione comune e abbiamo imparato la preziosità della lezione reciproca. cosa potremmo trasmettere di più grande se non il fascino di quel : io imparo dai tuoi richiami e tu dai miei? ogni giorno da una morte, nasce una vita. il don

Rondine Allegra e lo spirito scaut

Rondine Allegra è ancora tra noi a lavoro, con lo spirito scaut, cioè con spirito di servizio. il cancro ha soltanto ucciso il suo corpo, che è in attesa della resurrezione, come il corpo di tutti. il suo spirito è più presente che mai! caparbio, ci invita a camminare, a non fermarci, ad osare ancora l'avventura dell'educazione , a non arrenderci di fronte alle difficoltà sempre nuove che  un mondo egoista e indifferente ci pone innanzi. l'incontro ed il comprendersi un pò di più , la meta di ogni dialogo e di ogni esperienza. i muri sbarrano il cammino. se incontriamo un burrone, non serve costruire un muro.  costruire un ponte serve per andare  oltre. il bello del viaggio è la scoperta del nuovo e la voglia di superarsi. la cerimonia può anche ridursi alla ripetizione stereotipata  di un atto che non cambia nulla all'interno e nelle relazioni. il don

lunedì 22 agosto 2011

gratitudine

dire grazie alla vita, allo studio, alla fede e all'incontro. dire grazie a chi mi ha insegnato a voler bene. e dire grazie alla Grazia!
dire grazie all'amare e al soffrire, al vivere e al morire: proprio cosi' si supera ogni situazione di pessimismo, di emarginazione, di umiliazione e di risentimento, dicendo grazie a tutto ciò che ci viene donato senza averlo cercato!
senza la Grazia non c'è gratitudine: nell'epoca dei diritti e delle rivendicazioni, si esige ogni cosa e non si è più capaci di dire grazie!
la gratitudine non ha niente d'ipocrita, non è gesto o parola  esteriore, è moto dell'anima e del cuore ; se poi anche l'intelletto comprende il perchè del grazie , il cerchio si chiude e l'orizzonte si apre sulla relazione eterna, quella che non ha bisogno dire all'amato : amami! l'amato l'ha sempre saputo e non cerca parole. il don

sabato 20 agosto 2011

il servizio

non è un atto di resa di fronte al potere, il servizio. è piuttosto una sfida a chi riesce a far di più e in profondità. è una lotta, ma non per un obiettivo narcisista ed egoista. al contrario, il servizio intende sconfiggere l'individualismo e lo starsene comodi in se stessi. se sai servire , allora sai donare, e non guardi più a ciò che puoi guadagnare , perchè il dono disinteressato ti ripaga proprio nel momento in cui decidi con quell'azione di servire. ma perchè potere e ricchezza godono di maggiore successo e seguito tra una massa di gente? dovremmo poter rispondere prima ad un'altra domanda: perchè così poche persone educano al servizio? proprio perchè le parole, in questo caso non bastano e occorre la testimonianza di vita. al contrario, chi propaganda ricchezza e potere , gettando fumo negli occhi, ottiene ascolto e successo. e tempesta! il don

sabato 13 agosto 2011

chi non vuole crescere

chi non vuole crescere, ferma anche la crescita di altri. è nei tempi di decadenza spirituale che trionfano scetticismo ed edonismo: non si crede e non si vive per ideali alti, e ci si appiattisce sui divertimenti dell'attimo che fugge. per crescere e far crescere, occorre avere una grande causa o un grande ideale: il racconto di una trasformazione interiore può modificare le condizioni esterne. il racconto che trasforma è altra cosa rispetto al chiacchiericcio: solo il secondo è una perdita di tempo. chi crede alla crescita e la promuove, cerca l'incontro profondo: non ha paura di riconoscere i propri errori ed i propri limiti, poichè sa che la trasparenza difende se stessa e mai lo metterà in una situazione di svantaggio. il don

la crescita

chi sono i primi responsabili della crescita? coloro dai quali la vita dev'essere donata e aiutata a crescere. il che significa, in primo luogo, che occorre insegnare a conquistare e a far crescere la virtù. l'educatore che induce al peccato diviene, come Satana, l'avversario della crescita nella Grazia. l'educatore che aiuta a superare la tentazione diviene, come Dio, difesa e sostegno.  la vita dello spirito esige nutrimento per la crescita: la Parola per l'incontro, l'energia della Preghiera  per non perdere fiducia e slancio, lo Studio meditato per non lasciarsi condizionare dalle mode o dalle manie del tempo. aiutarsi nella crescita, per non tornare indietro, per non fermarsi. questo è il segreto e la verità di una relazione spirituale autentica. mai l'usa e getta! mai mettere in difficoltà o indurre l'altro in tentazione: sarebbe opera di Satana, non di Dio! il don

mercoledì 10 agosto 2011

buono - bello - vero

gli universali sono in filosofia quello che i fondamentali sono in economia. ma di quale considerazione godono oggi il buono, il bello ed il vero? il buono è considerato sciocco e perciò da buttare nel cestino,come qualcosa che è inutile. il vero è considerato troppo fastidioso: se con la furbizia si può soddisfare un desiderio, perchè perdere tempo in una controversia tra il mio ed il tuo desiderio? il bello infine è messo in ridicolo, proprio da coloro che della bellezza hanno una visione narcisista. sono saltati dunque gli universali? i fondamentali, in economia, saltano quando si spende più di quello che si produce. il buono, il vero, il bello vengono ora perlopiù consumati; la loro produzione è diventata difficile da quando non ci occupiamo più seriamente dello spirito. per far riguadagnare punti al vero sul falso, al bello sul brutto (se la moda detta legge, ...), è proprio il caso di cominciare col buono, con umiltà e con coraggio. il don

martedì 9 agosto 2011

poesia di fine estate

vicina è la stagione più bella: l'autunno. non per i frutti che si possono raccogliere, neppure perchè lo spirito sembra vincerla sulla materia. l'autunno è la stagione della sintesi: morte e vita sono tutt'uno, come il corpo e l'anima. lo spirituale non disprezza più il corpo, e il materialista non disprezza più l'anima. l'autunno è la stagione dell'incontro, prima che venga l'inverno e seppelisca ogni slancio d'energia sotto una coltre di gelo. prima che vengano, occorre incontrare, la morte e l'amore, perchè non ci trovino impreparati una volta che sono venuti. nell'estate, i colori sono troppo accesi, e nell'inverno  troppo spenti. l'autunno accende tutti i colori, quelli ardenti e quelli del riposo. meglio ancora della primavera, che promette una vita che subito muore,     l'autunno rimanda al mistero della morte e della vita: rifare nuova la vita. il don

sabato 6 agosto 2011

felicità e denaro

la felicità non dipende dal businnes. i pessimisti e i gaudenti lo sanno molto bene: quando puntano tutto sul denaro, ne escono sconfitti. gli ardenti, al contrario, cioè coloro che puntano su ideali alti della vita, utilizzano il denaro per la felicità propria e altrui. gli ardenti sperimentano più che felicità, gioia e pienezza di vita. ci sono tanti non ricchi che esprimono gratitudine all'autore della vita per aver ricevuto in dono la vita. ci sono tanti ardenti che esprimono gratitudine a coloro dai quali sono stati amati.
ci sono tanti che s'appassionano alla lotta per i diritti civili, politici e sociali, e sperimentano felicità anche se non sono ricchi. ci sono tanti che rivendicano tolleranza non solo per la propria ma anche per le altre fedi religiose. ci sono tanti che vivono per il dialogo, per quell'amicizia disinteressata che dona la propria testimonianza senza far proselitismo. questi sono gli ardenti: essi trovano il denaro quando ce n'è bisogno!il don

giovedì 4 agosto 2011

reciprocità, aldilà del rischio

si costruisce in maniera solida, nell'economia e nella politica, nella scienza e nella religione, solo quando c'è mutuo riconoscimento tra le persone.  la riconoscenza nasce dal riconoscere e dall'essere riconosciuto. una simile relazione, che chiede un ridare  fiducia di continuo, è ripagata dall'eliminazione graduale del rischio iniziale. non è un investire a vuoto; non è neppure un businnes. è un investimento su un bene immateriale che mostra subito solidità: più di un libero mercato che conosce solo il tornaconto individuale, più di un fare politico non più capace di trasparenza e di verità,
più di una scienza che offre la sua ricerca al più ricco offerente, più di una religione che dimentica il vissuto del suo fondatore. la reciprocità brucia ogni rischio: colui che riconosce può sempre contare di essere riconosciuto. il don

mercoledì 3 agosto 2011

ricerca e gioco pulito

la falsità dilagante non è riuscita a sopprimere la ricerca di relazioni autentiche. il che significa che ci rimane ancora la speranza di progettare una vita nella quale ognuno possa donare non ciò che gli viene imposto ma ciò che il desiderio gli ispira. la ricerca più eccellente è di certo quella in cui non si ragiona più in termini mercantili o di businnes. la ricerca di un bene deve poter soddisfare tutti, almeno come possibilità.se io ricerco qualcosa che soddisfi il mio io, il mio clan, il mio gruppo, sarò portato prima o poi a fare il gioco sporco. pur di ottenere un mio tornaconto, sarò condotto da me stesso a metter l'altro in difficoltà, a umiliarlo, a togliergli non solo qualcosa di materiale, ma ciò che è peggio la sua dignità e la sua virtù. questa è proprio la ricerca di colui che vuole rendere l'altro schiavo. la ricerca pura chiede sempre il gioco pulito. il don

lunedì 1 agosto 2011

lealtà e gioco pulito

educatori e genitori perdono bambini e giovani quando fanno gioco sporco. il gioco piace a tutti, purchè sia pulito. ognuno desidera ricevere rispetto e fiducia. a nessuno piace essere ingannato o vilipeso. l'amico perde l'amico, il padre il figlio, quando nella relazione viene a mancare lealtà e trasparenza. all'adulto è richiesto coraggio e umiltà , perchè torni bambino; più che tornare indietro, egli dovrà imparare in modo nuovo la semplicità e la fermezza. riesce a tenere in mano gli opposti solo colui che ha pesato il bene e il suo contrario. siamo in un tempo in cui tutto o quasi tutto è drogato, dopato, inquinato, perduto. come fare per riscoprire lealtà e gioco pulito?  il don

sabato 30 luglio 2011

il coraggio e l'umiltà

in un'epoca come la nostra, in cui prevale il culto dell'io, occorre coraggio per mettere il proprio impegno a servizio di ogni persona. occorre anche umiltà, perchè possa venire alla luce l'incontro con l'altro. se per affermare il proprio io, si è costretti a schiacciare l'altro o ad ignorarlo; per facilitare l'incontro, occorre l'umiltà della ricerca ed il coraggio dell'incontro.
il bello dell'epoca in cui viviamo: non sono tanto i discorsi l'aspetto decisivo, quanto il mai tramontato buon esempio. tutti riescono a credere nel voler bene, quando lo si dimostra a fatti e non solo a parole. ma il voler bene, come d'altronde anche il coraggio,
è sempre un rischio: il ritorno non è mai assicurato. è un gioco che ha una posta molto alta: la vince chi sa andare oltre la fortuna e l'utile opportunistico. il don

venerdì 29 luglio 2011

il racconto e l'argomentazione

il racconto sincero e imparziale non ha paura di farsi accompagnare dall'argomentazione. solo il racconto malevolo, quello che vuol distruggere l'altro,rifiuta il confronto vis a vis. quando si racconta, occorre che ci siano delle buone ragioni a sostegno. l'invidia, la gelosia, l'avidità, l'eccessivo amore di sè, per vincerla, devono far leva sulla crudeltà, sulla prova di forza. ma ci vuole più forza nel soccorrere chi soffre che nel far soffrire, nell'essere generosi piuttosto che avidi, nel vedere il positivo anche quando negli altri appaiono tanti difetti. una società, o meglio persone che non sanno trovare argomenti e ragioni, sono morte, come morti sono i loro racconti. per vivere, occorre donare. il dono si racconta da sè: non ha bisogno di spinte; l'argomentazione inconfutabile del dono è il suo ritrarsi dopo aver donato. il don

mercoledì 27 luglio 2011

concorso : quadro olio su tela

Soggetto : già presentato nel link del 22 luglio. dimensione del quadro: 2 mt. per 1,40.
La biblioteca acquisterà il dipinto che una commissione avrà giudicato il migliore.
il don

venerdì 22 luglio 2011

concorso per dipinto: olio su tela

SOGGETTO : Giovanni della Croce con veduta di Toledo, dove il frate fu rinchiuso in carcere per meno di un anno.
Contatti preliminari con la biblioteca ecclesiale di Mesagne.
il don

giovedì 21 luglio 2011

il fascino del racconto

il fascino del racconto è diverso dalla sua efficacia. c'è un racconto che apre alla speranza, e un racconto che conduce al suicidio. è efficace soltanto il racconto che sviluppa la vita, non ciò che la distrugge. il racconto che apre alla speranza, testimonia un'esperienza d'incontro : dice la verità e il bene, e lotta contro ogni forma di menzogna  e di oppressione. non ripiega mai sullo spirito di setta o di clan. dice a tutti:la bellezza piace ad ogni persona, altrettanto la bontà. ma, come la bellezza può venire distrutta dalla sciatteria, cosi' la bonta dall'invidia e dalla gelosia. dal racconto si può capire ciò che ognuno ha nel cuore e nella mente, e anche lo scopo che intende perseguire. il racconto del vero affascina più della fiaba: questa i bambini l'apprezzano perchè presenta un mondo ideale, il racconto vero affascina anche l'adulto perchè testimonia di un'esperienza vissuta. il don

lunedì 18 luglio 2011

il racconto, oltre la controversia

fin tanto che ci si fa guerra, sin tanto che si da uno spettacolo di lotta, ci si è assicurati un pubblico. circenses attira il pubblico, almeno quanto il pane. eppure la vittoria ha una durata solo quando anche i vinti vincono; fintanto che essi rimangono schiacciati, bisogna sempre aspettarsi la loro rivincita. c'è un racconto vero e caro, che narra l'aldilà della controversia, della lotta tra partiti, della guerra che conosce sempre dei morti dall'una e dall'altra parte. la lotta tra rigoristi e lassisti, per esempio, non è riuscita a far crescere l'amore tra le fazioni. il racconto vero e caro narra di un incontro tra persona e persona, tra un Sano e un Infermo: chi dona è contento di donare la sanità, e chi riceve è contento di venire guarito. il racconto narra di una trasformazione interiore che non attende l'applauso e neppure il plauso. raccontare e nascondersi, non per vigliaccheria, ma per riconquistare pudore: solo questo sa fare chi narra esperienze. il don

lunedì 11 luglio 2011

la felicità : mai senza l'altro

la felicità non è mai chiusura nel proprio io, nel gruppo o nel clan. la felicità ha bisogno di respirare. facendo respirare l'altro, riceve ossigeno. così ci si libera dall'inquinamento, da quell'avidità che produce crudeltà, da quella vanità dell'io che ammorba l'aria, e suscita invidia e gelosia. la felicità non s'accontenta dell'apparenza:
vuole di più, perciò scava nel profondo per trovare una sorgente d'acqua. i francesi  felicità la dicono con un'altra parola: bontà. il dono non mente, perchè è qualcosa di diverso dal regalo. di regali il nostro mondo è pieno: ti faccio un regalo, per ricevere da te un altro regalo. mondo di mercanti! il dono dice all'altro: ti voglio bene. ma non vuole in cambio un regalo; dice soltanto: anche tu devi volere il mio bene. non si può essere felici da soli. ciò che si è, va condiviso, prima ancora di condividere ciò che si ha. il don

fiducia al pubblicano

il pubblicano è colui che ha fatto degli errori, perciò è deriso,scartato,evitato. il giusto,come il fariseo, è ammirato,lodato,seguito. il pubblicano non èinvidiato, come lo è il giusto. il giusto e il fariseo hanno spesso in comune un percorso di successo. ma per il giusto può venire il momento in cui viene a trovarsi nella condizione del pubblicano: allora può comprendere che la compassione è più della giustizia. infatti, mentre il giusto può vantarsi della sua giustizia e del suo successo, il pubblicano non ha niente di cui vantarsi se non dei propri errori e del proprio insuccesso. il mondo si vanta di avere dei farisei e dei giusti, perchè non sa vivere di compassione. il vangelo consiglia ai seguaci di Gesù di vantarsi solo delle proprie debolezze: l'amore che riesce ad amare aldilà del proprio soffrire è un amore folle, l'amore di un pazzo che per amore si lascia uccidere, ma attirando dietro a se i derisi e gli scartati.questo potrà essere il
successo del pubblicano, di ogni escluso. il don

domenica 10 luglio 2011

relazioni fondamentali

le relazioni familiari sono scuola per le relazioni sociali. la relazione con la madre è una relazione viscerale; la relazione col padre è una relazione dello spirito. sia nell'una che nell'altra relazione, necessita, per chi vuole crescere, l'andirivieni tra l'attaccamento e il distacco. non basta metterci la passione, per vincere, è necessario il distacco.
invece di pretendere, occorre il distacco dal possesso, la conquista del dono. se una società diviene un covo di ladri, di assassini, di prepotenti, di crudeli aguzzini, di avidi malandrini, è perchè gli individui non sono stati educati anzitutto nella famiglia all'impegno verso l'altro, alla generosità del dono più che all'avidità del possesso.la scuola alla legalità, al rispetto delle persone e delle leggi inizia nella famiglia, prosegue nella scuola e nella chiesa. non siamo messi bene: c'è bisogno di risveglio. il don

venerdì 8 luglio 2011

la grandezza della Madre, umiltà e servizio

con i luterani e gli evangelici possiamo riconoscere la grandezza della madre del Deus-homo nel suo farsi discepola, attenta ascoltatrice della Parola, pronta a soccorrere ogni bisogno DELLO SPIRITO PRIMA DI OGNI ALTRA COSA.
QUESTA è ANCHE LA GRANDEZZA DI OGNI DONNA.
IL DON.

la figura del padre, torna

la donna,negli ultimi decenni, ha dominato la scena familiare, sociale,persino ecclesiale. la riprova è la diffusione di una cultura dell'apparenza, delle emozioni e della cosmesi. il padre è stato messo sotto accusa,ha dovuto subire un duro processo: non apprezzate le sue virtù, la lealtà, il coraggio e il duro lavoro compiuto spesso con dedizione e senza esibizione scenica. una cultura che sovra-esalti la donna e la Madonna, a scapito del Padre e del Figlio, non serve neppure alla chiesa.
è questa l'ora, è questo il momento favorevole per i padri: ritrovarsi, organizzarsi e associarsi, per servire meglio famiglia, società e chiesa, con lealtà,coraggio e impegno.
ora il padre torna, non più padrone intransigente e dominatore. il padre torna ora per meglio servire con lealtà,coraggio e impegno concreto. da lui ci aspettiamo grandi e
mirabili novità. il don.

giovedì 7 luglio 2011

messaggio di prova

felicità e infelicità - quiete e inquietudine - interiore ed esteriore - sinonimo e antonimo - chiaro e oscuro - distinto e confuso - individuale e collettivo - globale e locale - autentico e falso.
non è male iniziare un dialogo partendo da una serie di parole opposte. tuttavia è necessario  prendere posizione, scegliere tra il sinonimo e l'antonimo.
bianco e nero.