sabato 21 settembre 2019

" Je suis seul "

 " Je suis seul " :   questa dichiarazione di   Blaise Pascal nelle     Lettres Provinciales 17, 867  rende manifesta la scelta del suo percorso di vita cristiana.  Intende tenere insieme l'interiorità agostiniana e la moderna scienza esatta della natura.  E mentre  Descartes si sporge dal lato del pensiero, lasciando aperto però il dualismo tra res cogitans e res extensa;    Pascal con la figura visionaria della "canna pensante", intende lasciare aperto al mistero la presenza di Dio che si nasconde.
" Io sono solo"  : non si schiera coi giansenisti   (perché praticano un agostinismo riduttivo);  non si schiera neppure coi gesuiti (per via del loro semi-molinismo).  D'altronde  il fare fronda significa affermare la libertà verso l'Assoluto, che l'adesione ad un partito non potrebbe in alcun modo garantire!  Anticipando di  150 anni la rivoluzione francese, Pascal sottolinea la radicalità della libertà e della fraternità quando non sono sganciate dall'amore di Dio.
L'amore è sempre nuovo e prende l'esistenza tutta intera:  la scelta tra amor sui e amor Dei dev'essere radicale. 
E' ciò che traspare nella Preghiera per il retto uso delle malattie : " Fa che io consideri questa malattia come una specie di morte, distaccato dal mondo, spogliato di ogni cosa a cui sono attaccato, solo davanti alla tua presenza per implorare dalla tua misericordia la conversione dl mio cuore".
Teresa di Lisieux, due secoli dopo, avrebbe condiviso la scelta di quella solitudine con Dio che genera la comunione e la comunità.
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venerdì 20 settembre 2019

PURO AMORE

Le arti del fare e del dire hanno stregato l'Io dell'uomo contemporaneo, questo adolescente, come l'ha ben fotografato la psicoanalista Julia Kristeva.
Invece di mostrare la crescita spirituale della persona e della comunità, il saper fare ed il saper dire divengono il segno chiaro della soddisfazione narcisista. E colui che vuol
ricavare piacere solo per se, sicuramente mostra poca cura per l'altro!
Anche nella religione cristiana esiste il pericolo di considerare il fare e il dire più
importanti del testimoniare  e del vivere il Vangelo di Gesù.
S Giovanni della Croce lo dice a chiare lettere nel  Cantico Spirituale , B , XXIX , 2 :
"E' più prezioso al cospetto del Signore e dell'anima e di maggior profitto per la chiesa un briciolo di puro amore che tutte le altre opere insieme, quantunque sembri che l'anima non faccia niente".
L'amor puro combatte contro l'amor proprio. Questa esperienza spirituale che il dottore mistico viveva in un eremo della Spagna, Caterina Fieschi Adorno (santa Caterina da Genova) la viveva a migliaia di chilometri da san Juan de la Cruz: ma sia l'una che l'altro, prima di insegnare, vivevano l'amor puro!
Un briciolo di puro amore è più prezioso e di maggior profitto per la chiesa  che
 tante opere e celebrazioni.
In ogni persona si trova il briciolo di puro amore: chi la pazienza, chi la mitezza, chi la generosità, chi la franchezza, chi la giustizia, chi la misericordia, chi le lacrime, chi il sorriso, chi la fortezza e chi la debolezza.  Ma che sarebbe il forte senza il debole?
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sabato 7 settembre 2019

Racconti e domande

"Il cristianesimo è la manutenzione dello squilibrio".  Questa affermazione di papa Francesco riprende la parola di Gesù: "Non sono venuto a portare la quiete, ma l'inquietudine".      Gesù porta un grande squilibrio all'interno della religione, nella politica, nei rapporti umani, nella cultura.
Porre domande a se stessi e al prossimo, per non riposare comodamente sulle sicurezze, su una vita comoda e borghese.  Porsi domande e porre domande vuol dire non accontentarsi del mondo, di come va il mondo, cercare sempre l'oltre, guardare al presente con la ricerca di un di più : più libertà interiore, più spirito, più vita, più metodo ...
Raccontare storie: non accontentarsi dei pettegolezzi (anzi fuggirli, perché distruggono le relazioni prima ancora di averle iniziate sul serio); dire storie vere, accadute e vissute.  Raccontare storie è donare la vita, generare alla vita intellettuale e spirituale.     Raccontare come si unifica anima e corpo, perché sono una cosa sola:
cosa si può fare perché anima a corpo stiano bene, sia in salute sia in malattia.
Racconti e domande : le domande vere (quelle che nascono dalla vita e dal cuore)
aprono ai racconti; e i racconti pongono sempre nuove domande. 
L'ossessione dell'equilibrio crea il gruppo chiuso.   Per creare la comunità aperta al dialogo e alla comunicazione occorre fare continua manutenzione dello squilibrio!
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lunedì 2 settembre 2019

Peccato!

Li chiamiamo errori.   Non diciamo più peccati ( amarthìa è l'empietà), perché non riconosciamo più la pietà come l'atteggiamento fondamentale nella relazione con Dio e l'altro essere umano. 
Colpa del narcisismo che ha sviato la coscienza in modo tale che non sia più trasparente!
Le umiliazioni per le nostre cadute, il riconoscimento dei peccati, le lacrime per averli
commessi sono il segno della ripresa. Un primo segno è questo: invece di essere esigenti, diveniamo più tolleranti e pazienti.  Un secondo segno: ridiamo speranza
perché l'abbiamo ricevuta di nuovo in dono dentro di noi. Un terzo segno : viviamo questa giornata come fosse l'ultima, ponendoci di fronte alla morte come di fronte ad una sorella e non ad un nemico.       (mneme  thanatou, dicevano i Padri, rafforza il senso del vivere).
Il fatto di perdonare coloro che ci hanno offeso o procurato un male grosso, può renderci superbi. L'altro sente questa superbia, spesso nascosta, a volte manifesta;
perciò non ci dà la soddisfazione del suo riconoscimento. 
Soltanto quando riconosciamo dentro di noi il peccato e ne chiediamo perdono, 
ritroviamo luce e forza, facendo fare alla relazione un salto di qualità.
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