lunedì 25 giugno 2012

letto per voi: una pastorale evangelica

La raccolta di testi di Dietrich Bonhoeffer a cura di E. Genre riguarda la formazione dei futuri  pastori; non solo i pastori luterani, ma anche i preti cattolici possono trovarvi la ricchezza di una testimonianza e la chiarezza teologica. Nominato direttore, Bonhoeffer crea non soltanto "una scuola di pensiero, ma di vita cristiana" (p.14 dell'introduzione). La Parola e lo Spirito sono i primi protagonisti costruttori della comunità. La cura d'anime è più di una psicoterapia: lì dove questa viene a patti col mondo, accettando compromessi e tirandosi indietro di fronte alla scelta decisiva, la cura d'anime infonde il coraggio di andare controcorrente per liberare da quei condizionamenti che schiavizzano. Sotto la Parola la comunità nasce, e con la guida dello Spirito cresce. "La via che conduce al fratello passa attraverso la preghiera e l'ascolto della Parola di Dio"(p.52). Bonhoeffer aveva davanti il compito impegnativo di formare giovani pastori che avrebbero dovuto predicare la Parola nella realtà socio-politica segnata dal nazismo: la predicazione sarebbe rimasta irrilevante, se il pastore non avesse preso le difese degli ebrei e non avesse denunciato tutte quelle mancanze contro l'umanità che nel Vangelo non hanno equivoci. Legare la Parola non ad una "scrittura morta" ma allo Spirito che vivifica e dona la vita significa per Bonhoeffer riscoprire la giusta relazione tra il Vangelo e la Legge: "La Legge dev'essere compresa nell'evangelo e l'evangelo dev'essere compreso nella Legge"(p.64). Il perdono nasce se si è pronti a fare penitenza insieme al peccatore. Nell'obbedienza a Dio sta la liberazione, non in una rivoluzione umana e nella forza umana del potere. La grande attualità di questo testo sta tutta in questo: gli esercizi spirituali non possono essere sospettati di pietismo, in quanto proprio essi acuiscono il senso del peccato e il valore dell'obbedienza a Dio che libera dal peccato. Tutti i guai, personali, sociali e politici vengono dal lasciarsi dominare dal peccato; l'adesione al Vangelo spezza il dominio della volontà umana che vorrebbe continuare a difendere la propria passione. In definitiva: il confronto serio con Vangelo spinge sempre a dare la vita. E' per questo che Bonhoeffer può essere considerato testimone e martire non solo della chiesa luterana ma anche della chiesa cattolica, e la sua teologia pratica non viene distrutta dall'avanzare inesorabile del tempo.  il don

giovedì 14 giugno 2012

letto per voi: Anima

Il libro "Anima" di James Hillman è una continuazione della ricerca jungiana sugli archetipi, motore della vita dell'anima. Il mito religioso è ripreso come fonte delle fantasie e delle immagini che possono ridare  la salute all'anima, quando l'avrebbe perduta non tanto per le circostanze esterne,quanto per non aver ben compreso o per smarrito l'archetipo dominante e quello secondario ( la prima e seconda personalità). Hilllman opera una certa re-visione della psicologia, prendendo le distanze da quelle correnti positiviste e scientiste che avevano fatto dell'anima un esperimento di laboratorio o di chirurgia. Questa visione è più aperta alla spiritualità, anche se non lo dice, anzi giudica inutile una spiritualità che non sia essa stessa psiche o anima. Quì Hillman si dichiara gnostico, come già Jung, perchè nega la possibile distinzione tra anima e spirito. Eppure, proprio questa distinzione non solo può riaprire il dialogo tra psicologia e spiritualità, ma potrebbe mostrare con più chiarezza quelle che sono malattie proprie della psiche e quelle che sono malattie dello spirito, indicando con più precisione ed efficacia la terapia per il campo specifico. Per esempio: si potrebbe curare una nevrosi o una depressione a livello psicologico, rafforzando la stima di sè (e sarrebbe la cura psicologica), ma se poi si alimentasse il narcisismo si farebbe un danno spirituale, che prima o poi finirebbe col far regredire i risultati raggiunti a livello psichico. Una spiritualità cristiana che ignorasse oggi la psicologia, rimarrebbe indietro di due secoli almeno; una psicologia che rifiutasse il dialogo con la spiritualità cristiana, sarebbe condannata o alla pratica scientista (psicanalisi e comportamentismo) oppure a ritornare alla religione politeista. Hillman non ha conosciuto sia l'esperienza spirituale trinitaria sia la dottrina trinitaria cattolica, come è venuta in rilievo nell'ultimo secolo, altrimenti  non avrebbe potuto parlare di monoteismo che collassa la vita dell'anima in quanto le sottrae le immagini o figure relazionali che rappresentano la salute per l'anima. Il discorso sull'anima continua. il don

sabato 2 giugno 2012

la rete: il giusto vale più dello scandalo

nel chiacchiericcio sugli scandali c'è: curiosità, voglia di abbattere il diverso, spirito di vanagloria, curruttela che alimenta invidie e gelosie; c'è poca voglia d'impegno per il giusto. nella testimonianza del bene, sia del proprio sia dell' altrui, il narcisismo è vinto dal fatto che nessuno applaude, non ne avrebbe il coraggio. se la famiglia non educa più, se la scuola non istruisce e non forma alla "res publica", se la chiesa non comunica il vangelo più che se stessa, allora siamo di nuovo messi male. proprio ora abbiamo di nuovo urgente bisogno che l'amor puro prevalga sull'amor proprio, che la comunicazione crei più rete che catene, che l'atto di giustizia trovi più risonanza dello scandalo. ogni incontro autentico diviene attuale, non resta virtuale. se cerchi lealmente, trovi sempre ciò che è più giusto! il don