lunedì 22 dicembre 2014

Natale

Natale, ma non a modo mio.

I cristiani provenienti dal giudaismo e dal paganesimo festeggiavano senza pregiudizi
la nascita del Signore : gli ex gentili non nutrivano pregiudizi nei confronti degli ebrei,
e gli ex ebrei erano sinceramente decisi a vivere il "comandamento nuovo" per meritare
la presenza di Gesù tra tutti.

Natale è lasciare da parte sicurezze  e paure, per amare concretamente come ha fatto Gesù,
vivendo povertà e umiltà.

Natale è accorciare le distanze non solo con l'amico, ma anche col nemico; non solo con
il simpatico, ma anche con l'antipatico; non solo col devoto, ma anche con l'ateo libertino. 

Che Natale potrà essere il tuo, se  persegui soltanto i tuoi obiettivi, e lasci fuori dalle gioie 
della vita gli svantaggiati, gli scartati, i disillusi, i poveri egli umili?

 Buon Natale ! E Gesù possa nascere non solo in me e in te, ma tra noi!

il don

martedì 9 dicembre 2014

Agenda Incontri

Ancora una presentazione del libro "Ricerca storica e ricerca spirituale..."
nella Pinacoteca-Biblioteca Comunale di San Michele Salentino,
GIOVEDI'  15 gennaio alle ore 18.
Copie del libro saranno donate gratuitamente a coloro che desiderano 
approfondire gli argomenti.
Si promuove e si rafforza, con la collaborazione tra due istituzioni (la Pinacoteca 
di San Michele e la Biblioteca Ecclesiale di Mesagne), la cultura del dare e
 la cultura dell'incontro.
il don

lunedì 24 novembre 2014

Libro in uscita


E' uscito dalla tipografia il nuovo libro, che sarà presentato nei prossimi mesi, in luoghi laici ed
ecclesiastici di paesi che vorranno ospitare l'evento culturale.
Prosegue l'esperienza, iniziata con la presentazione del libro "Ricerca storica e ricerca spirituale...".
Posso anticipare che il nuovo libro "Storia - Psicanalisi - Mistica" è più intrigante (ma in senso buono) di un romanzo e ha la pretesa di sviluppare un dialogo a tutto campo sul testo e sull'evento.
il don

sabato 8 novembre 2014

Diario incontro a Grottaglie

Nella biblioteca dei Padri Gesuiti, a Grottaglie, la presentazione del libro "Ricerca storica e ricerca spirituale..." è stata una vera occasione d'incontro. Un bel gruppo di uomini e donne, tutti adulti, ha partecipato con attenzione e con vivacità alle tematiche offerte.
L'incontro, due ore buone, è stato arricchito da un confronto che ha mostrato la ricchezza del pensiero plurale, piuttosto che l'omologazione del "pensiero unico".
Ho dato il libro in omaggio, ma l'idea bella è stata, da parte dei partecipanti, di dare un contributo economico per il rifacimento della cupola alla chiesa di s. Francesco de Geronimo, con piastrelle di ceramica. Il grande valore della chiesa cattolica (universale) è quello di sperimentare la fraternità cristiana dappertutto, non solo a Roma, ma anche a Tokio, a Oxford, a Parigi e a New York.
Dagli incontri autentici e profondi nasce sempre un'iniziativa, e ancor più un percorso comune, condiviso a distanza. Chissà che non sia giunta l'ora di un incontro anche con giovani universitari!
Mettiamo la cosa nel cuore di Dio e prepariamoci "all'ascolto umile e al parlare con parresia".
Lo Spirito apre  strade impensate e ci sorprende con la sua sconfinata immaginazione.
I "beni relazionali" sono sempre il valore più grande : dalla relazione autentica nasce una catechesi, che non è indottrinamento, ma fare proprio il valore e la bellezza (Kalòn).
il don

martedì 21 ottobre 2014

"fare scuola"

"fare scuola" di Vangelo è uscire da sè, per lasciare che il Maestro faccia scuola.

La prima cosa che il Maestro insegna è fare esperienza di comunità: accogliendo e ospitando
ogni prossimo (è lui che si vede, mentre Dio non si vede) si comincia a creare la famiglia di
Dio.
La seconda cosa che il Maestro insegna è la crescita di ogni persona nella comunità: con
l'ascolto del Vangelo e con la sua pratica, ci si mette a disposizione della comunità e si scopre
il servizio verso i fratelli.
La terza cosa che il Maestro insegna è non aver soggezione a parlare
come parla il Vangelo: "il vostro parlare sia sì sì, no no. Il di più viene dal maligno!".
La quarta cosa: Gesù Maestro cambia la vita, non lascia le cose come sono nella chiesa, nella famiglia e nel paese.
La quinta cosa: vedere l'invisibile (che si nasconde nel visibile), fermandosi a pregare;
credere sul serio, trovando il tempo per meditare e per istruirsi con un buon libro; fare, insieme ad 
altri nella comunità, uscendo dall'individualismo e dal narcisismo.

Vedere non è tutto. Neppure fare è tutto. Volere il bene dell'altro, come il proprio : questo è tutto!
il don

venerdì 17 ottobre 2014

Irrilevanza della catechesi parrocchiale

La rilevanza indica il saper-fare. Il fare rilevante mostra la sua efficacia: il cambiamento da invisibile si rende visibile.
Il "documento base" della Conferenza Episcopale Italiana, intitolato "Il rinnovamento della catechesi", risale agli anni Settanta del secolo scorso, e rimane tuttora valido. E' mancata la receptio e
la messa in atto. Non si è data importanza alla formazione dei catechisti e dei genitori dei ragazzi; ci si è limitati alla recezione dei sacramenti, non comprendendo che senza la consapevolezza ed la decisione di vivere il Vangelo, il sacramento diviene praticamente nullo (ci si è rifugiati dietro quel
ex opere operato, che pretenderebbe di supplire l'ex opere operantis).
Anche degli insegnanti di religione non ci si è preoccupati, della loro formazione permanente: anche lì l'esser cristiano appare opaco e irrilevante.
C'è ancora un formalismo cultuale che asseconda una certa mentalità mondana, e che s'accontenta dell'aspetto esteriore, e riduce la liturgia a culto dell'apparenza.
Il passaggio da una catechesi nozionistica ad un'altra esistenziale-kerigmatica non può avvenire se non prendendo sul serio la conversione a Gesù Cristo e al suo Vangelo : uscire da una mentalità individualista per fare l'esperienza del "vivere insieme" la Parola. 
Il "documento base" della catechesi lo dice in termini molto chiari, al n. 200 : "L'esperienza catechistica moderna conferma ancora una volta che prima sono i catechisti e poi i catechismi, anzi,
prima ancòra sono le comunità ecclesiali. Infatti come non è concepibile una comunità cristiana senza una buona catechesi, così non è pensabile una buona catechesi senza la partecipazione dell'intera comunità".
Invece di fare avanti e indietro tra sacramento della Cresima e della prima comunione, e tra anticipazione e posticipazione riguardo all'età, ci si dovrebbe occupare seriamente della formazione 
dei formatori : dei catechisti, dei genitori, e prima ancora dei parroci. Infatti sembra proprio che siano ancora i parroci a non aver compreso l'urgenza di passare da una catechesi nozionistica ad un'altra di testimonianza, la quale non direbbe mai "basta la fede", ma sarà, invece, sempre "vita di preghiera, studio e pratica del Vangelo". 
Se ragazzi e ragazze, dopo la comunione e la cresima, lasciano  la vita con Gesù e la chiesa, vuol dire che la catechesi ha fallito il suo scopo. Paolo scriveva ai Corinti che egli era contento di non aver battezzato nessuno di loro, ma di aver solo predicato il Vangelo: è la pratica della Parola che egli chiedeva, non tanto le chiacchiere.
Tornare al documento base, che ha più di 40 anni, significa prendere sul serio, finalmente, la testimonianza (marturia) ed il servizio (diaconia) della Parola, per essere buoni cristiani.
il don

giovedì 16 ottobre 2014

Diario presentazione libro

Giovedì sera alle ore 19, presso la biblioteca di San Pietro Vernotico, la presentazione del libro "Ricerca storica e ricerca spirituale...".
Occorre prendere atto che l'impegno culturale è di poche persone. La maggior parte della gente
utilizza il tempo libero per divertirsi : in tanti paesi quasi ogni giorno, estate e inverno, ci sono
serate di musica all'aperto e al coperto; si mangia e si beve, nonostante quello che si dice della crisi.
La speranza che non tutto è ancora perduto viene da una minoranza di persone attente al bene 
comune, che fa del volontariato uno strumento di servizio per ricreare la comunità. Ma occorre esser 
consapevoli che un volontariato efficace ha bisogno di formazione e competenze.
Occorre anche entrare in una logica del dono e dello scambio gratuito dei doni, per aprire l'alternativa
alla "via americana" dei prodotti e dei bisogni. 
Attivare la via dei desideri e dell'incontro è mettersi in rete nelle relazioni: le biblioteche, perlopiù deserte, considerate come "musei" del tempo che fu, possono ancora essere un valido soggetto culturale, a condizione che sappiano cogliere la domanda di umanesimo, che è resa ancora più urgente dalla pressione tecnologica. Occorre vincere la tendenza attuale alla velocizzazione del lavoro e dei prodotti, che non s'interroga su come creare relazioni di qualità.
Una maggiore attenzione all'ascolto; un  tornare a pensare; un riscoprire il valore della conversazione non ridotta al chiacchiericcio e al pettegolezzo; trovare il tempo per leggere e confrontarsi : queste sono alcune delle cose urgenti da fare!
il don


sabato 13 settembre 2014

Agenda Incontri

Continua la presentazione del libro "Ricerca storica e ricerca spirituale...", in altri paesi della Puglia.

In programma:     il 16 ottobre, ore 19,   nella biblioteca comunale di S. Pietro Vernotico.
                           
                             l'8 novembre, ore 18,30, nella biblioteca dei padri Gesuiti di Grottaglie.


La FONDAZIONE RINGRAZIA IN ANTICIPO PER LA GENTILE OSPITALITA'.  Copie del libro saranno offerte in omaggio. La promozione culturale e relazionale è una richiesta che il Vangelo fa a tutti i cristiani. In questa linea si muove l'operato della fondazione "biblioteca ecclesiale di Mesagne" : "gratuitamente avete ricevuto; gratuitamente date". Cultura del dare e cultura dell'incontro : il nostro impegno concreto, per non rimanere nell'astratto e nel teorico.
       il don

sabato 23 agosto 2014

crisi o inizio ?

Riconquistare sobrietà al posto dello spreco, condivisione invece dell'accumulo di beni, relazioni più umane al posto di una competizione dissennata, un gioco più pulito invece del gioco sporco. Qualcosa di buono la crisi l'ha fatto, non c'è che dire : ha messo in crisi l'idea di un progresso illimitato! 
Ora si può ricominciare : non più ognuno per contro proprio, tutto teso nella conquista di un proprio sogno o di un proprio obiettivo; ma insieme, un nuovo inizio, provando a ricominciare dalla reciprocità.
La natura e la storia devono avere al loro interno un sistema di regolazione : quando si sfora una certa soglia, interviene un evento di riequilibrio. Un uragano, un incendio, un terremoto non sono soltanto distruzione, danno modo alla natura di far nascere ancora la vita. Una guerra, un'epidemia, uno sterminio non portano soltanto morte, danno modo alla storia di ricominciare. La natura e la storia ci invitano a superare la nostra pigrizia, e di non vivere più comodamente di abitudini, ma d'inventarci un nuovo lavoro, una nuova fatica, UN NUOVO AMORE facendolo nascere proprio dalla radice del dolore.
Ogni crisi invita ad un discernimento più attento, meno distratto, più pronto alla sorpresa e all'avventura, più aperto al rischio invece di rimanere prigioniero del  calcolo.
Benedetta crisi : c'invita a far leva non solo sullo sforzo delle nostre forze;  ci fa riscoprire desiderio e slancio, superando la "via americana dei bisogni" e le relazioni di massa improntate al conformismo.
Il dono della crisi è ora questo : scoprire il legame tra cultura del nuovo, cultura del dono, cultura dell'incontro.   
C'è una crisi, ma per creare un nuovo inizio!  il don

sabato 16 agosto 2014

camminare insieme

Il testo di Martin Buber "Il cammino dell'uomo" porta l'impronta del soggetto, del cammino dell'io. Eppure, verso la fine del testo, apre al cammino del noi, partendo dal conflitto. "Non si può cercare la pace in altro luogo che in se stessi finchè quì non la si è trovata. (...) Si tratta di superare il conflitto fra tre principi nell'essere e nella vita dell'uomo : il principio del pensiero, il principio della parola, il principio dell'azione. Ogni conflitto tra me e i miei simili  deriva dal fatto che non dico quello che penso e  non faccio quello che dico. In questo modo la situazione tra me e gli altri s'ingarbuglia e si avvelena sempre di nuovo e sempre di più. (...)  Con la nostra contraddizione e la nostra menzogna alimentiamo e aggraviamo le situazioni conflittuali e accordiamo loro potere su di noi al punto che ci riducono in schiavitù. Per uscirne c'è una sola strada : capire la svolta - tutto dipende da me - , e volere la svolta - voglio rimettermi in sesto" (pp. 45-47).
L'egocentrismo può essere superato se si parte da una spiritualità ed una cultura del noi : la prima deve garantire il "sentirsi in famiglia", la seconda deve permettere l'incarnazione nella società. Saper valorizzare le pietre di scarto, facendone qualcosa di necessario, riesce soltanto a coloro che non sono concentrati su se stessi, ma piuttosto fuori di sè, sull'altro. Il conflitto del potere, il conflitto della ricchezza, il conflitto del piacere : queste tre forme di conflitto nascono quando l'io intende accontentare se stesso piuttosto che promuovere l'altro. Si fa di se stesso un marmo prezioso (un marmo di Carrara, esportabile in tutto il mondo) e dell'altro solo una pietra di scarto. Se voglio bene all'altro come a me stesso, rovescio la situazione : finisce il conflitto e inizia la collaborazione; si boccia l'avidità (il volere sempre di più) e s'impara il dono; si scopre la preziosità del dolore (è la radice che fa crescere la pianta). Lo scambio di vita non è più una lezione da impartire all'altro, ma soltanto un dono da offrire con disinteresse.  il don

giovedì 14 agosto 2014

ricominciare

Il testo di Paul Ricoeur, "Ricordare, dimenticare, perdonare", è uno scritto tra i più impegnativi e decisivi per la relazione che imbastisce tra storia e vita (come esistenza), tra psicoanalisi ed etica, tra colpa e perdono. 
Il fardello della colpa pesa più sulla vittima che sul persecutore. La vittima non perdona a se stessa di essersi lasciata ingannare; mentre il persecutore continua a credere che il più forte debba imporsi sul più debole. Se teniamo presente ciò che diceva Agostino nelle Confessioni , XI, 20.26 : "Il presente del passato è la memoria; il presente del presente è la visione; il presente del futuro è l'attesa", dobbiamo costatare che l'attesa del futuro può rimanere bloccata o preclusa dal fardello della memoria che fa pesare il danno ricevuto. Nietzsche aveva parlato del danno che la storia arreca alla vita, proprio per l'eccessiva commemorazione che la storia esibisce della colpa passata : la stessa vittima potrebbe rimanere vittima della propria esaltazione nella ri-memorazione del danno ricevuto. D'altronde, non si potrebbe esaltare l'oblio come l'atto che ridona la salute. L'aspetto salutare del ricordo sta nel considerare le tracce conservate dalla memoria. Ma un'operazione decisiva s'impone nei confronti della colpa : la vittima è la sola abilitata al perdono, come fa notare Ricoeur. Se la vittima rifiutasse il perdono ( e potrebbe farlo), non danneggerebbe solo il persecutore che l'ha privata di un bene, ma confinerebbe se stessa nella prigione del passato (Sartre lo diceva con una espressione che è veramente terribile : "ci si ripete incessantemente; non si ricomincia mai").
Il futuro può essere aperto solo dal perdono, cioè da una perdita per ciò che è stato tolto. Il perdono non è facile, è difficile : proprio perchè si tratta di buttarsi in una perdita e di rinunciare a vincere. Ma, nella vita dello spirito accade quel che succede nella natura quando un terremoto o un alluvione devasta e ricompone : quel che viene tolto è restituito sotto forma di un altro dono.   il don
 

lunedì 4 agosto 2014

il gusto di vivere

C'è una pressione culturale che impedisce di gustare in pienezza la vita : un clima festaiolo, di divertimento continuato (già Pascal metteva in guardia contro il gioco perverso che umilia la vita)  induce a vivere distratti e in superficie. Non ci si accorge del male che si procura all'altra persona, e all'autopunizione che s'infligge a se stessi. Non si coglie in profondità l'atto del fare e del dire : per esempio si scambia un atto di generosità con un'estorsione, un atto di perdono con un atto di debolezza, una vita spesa a studiare e a leggere con uno scopo recondito di successo o di carriera. Gli empiristi escono sconfitti da una lettura dei fatti in superficie. Chi vuol conoscere l'atto umano, deve penetrare all'interno. Raccoglimento ( en soi) e trascendenza (sur soi), diceva Emmanuel Mounier in "Il personalismo", sono le caratteristiche imprescindibili della persona. Lo sviluppo di essa, dice J.L. Marion (in Dato che. Saggio per una fenomenologia della donazione ), suppone la scoperta del fenomeno, e quindi della vita, come dono. Il cominciamento della vita è riceverla come dono; il compimento è infine donarla, non trattenerla per sé. Lo sviluppo tra inizio e  fine è ancora farne dono.    Ma una vita non può essere una serie di atti eroici, per far venir fuori il proprio io. Non può essere neppure lo svolgimento cinico di chi si lascia vivere come viene. 
Il divertimento che s'accompagna al solo gusto di mangiare, bere, ridere finisce col deprimere: mentre cura i bisogni del corpo in maniera esasperata, trascura lo spirito e spesso anche la psiche. E non ci si accorge che narcisismo, edonismo e consumismo conducono  se stessi e le persone intorno all'estraneità; la persona diventa straniera a se stessa, e non solo all'altra.
Paradossalmente, lo straniero in patria trova la patria dappertutto, ossia in ogni terra straniera. Ricevere ogni circostanza, anche quella non cercata, come un dono significa aprirsi all'avventura, alla sorpresa, all'incontro autentico.      il don

domenica 27 luglio 2014

reciprocità

E' la fine per il protagonista e l'antagonista : la reciprocità! Nella fatica di mantenere il proprio ruolo e la propria identità (si fa per dire), il protagonista e l'antagonista difendono in realtà un territorio di dominio, oltre che un dominio sul territorio. Il potere e il denaro, non a caso, appaiono due tentazioni forti, sopportate e superate da Cristo nel deserto. Quanti delitti, quante menzogne, quante persone buttate nel purgatorio o addirittura nell'inferno, solo per un pò di denaro o di potere!
Nella reciprocità non c'è modo di mentire : ognuno dona con disinteresse, e riceve un salario da disinteresse. Non è forse il centuplo promesso da Cristo a colui che dà tutto e da tutto si distacca? 
"Mio Dio, come si predica con un microfono in mano : radio, TV, cinema...; oggi poi si  predica anche col blog, col cinguettio, e col telefono...!". Siamo diventati tutti predicatori! E dire che eravamo tutti stanchi e annoiati delle prediche, e non volevamo più sentirne. Ma forse eravamo solo invidiosi di prendere il posto del predicatore, e di utilizzare anche noi il microfono per i nostri loschi interessi...
Com'è difficile la reciprocità! Non è il caso di minimizzare la difficoltà del percorso : è difficile non fare errori; è difficile non ripeterli; è difficile ricominciare, per ritrovarsi spesso al punto di partenza; è difficile non prendersela con altri; ancor più difficile non perdonare a se stessi!
Di perdono si tratta, ed è la cosa più difficile : è una perdita il perdono (materiale e più ancora spirituale). Chi perdona agisce in pura perdita : il motivo per cui si perdona poco, è perchè non si vuole perdere!
Scusate, non vorrei deprimervi ulteriormente. Vorrei soltanto dire che soltanto quando si guarda in faccia la realtà, si diventa liberi. La verità, pur facendo "male", rende liberi ! E forse potrebbe spingere a cercare e vivere la reciprocità in pura perdita!  il don


lunedì 14 luglio 2014

il brevetto della trasparenza

Chi ha il brevetto della trasparenza non può essere beffato. Se ha deciso di essere generoso, in qualunque momento potrebbe sospendere la generosità! Se ha deciso di continuare a perdonare "settanta volte sette", nessun inganno o ingratitudine potrà distoglierlo dal Vangelo! Se ha deciso di investire tutto sull'incontro, non penserà mai di poter    risolvere una situazione col denaro o alcunchè di materiale.          Se è convinto che il vittimismo non fa compiere nessun passo avanti, nondimeno ricorderà che "la vittima è la sola abilitata a dare il perdono".
Il brevetto della trasparenza è approvato dalla propria coscienza, non dal consenso della massa.
Il conflitto che spesso si crea tra l'agire della massa e l'agire contro-corrente di una persona può portare a cedere soltanto colui che non è convinto della scelta compiuta; diversamente, colui che è convinto del percorso intrapreso, mai cederà, dovesse anche  trovarsi solo ed essere osteggiato da tutta una folla. 
Il brevetto della trasparenza non si lascia condizionare nè dalla velocità nè dalla lentezza.
Il suo DNA è l'incontro : il suo desiderio non può essere mutato, come non si può mutare il DNA. Il cambiamento vale se produce una crescita o uno sviluppo. Una voce lontana, ma che sento molto vicina, dice : "se ami, sei. se non ami, non sei. l'amore non è dare i propri soldi, e neppure dare il corpo alle fiamme...l'amore è spegnere la fiamma di sapere, e persino di eroismo, per esser soltanto amore". Questa voce amica, lontana e vicina, è convincente. L'amore è sempre lo stesso, quasi monotono, ma è trasparente!
Il brevetto della trasparenza sa resistere lungamente nel tunnel, piegarsi momentaneamente all'oppressore, ma rimane sempre in attesa della liberazione.
La comunità dei perfetti (la purezza catara) non esiste : è un'illusione e un'utopia irrealizzabile. Esiste la comunità di persone coi loro limiti, i loro errori, le loro colpe, ma ognuno deve saper perdonare e dimenticare, perchè la comunità non diventi un recipiente vuoto ossia senza comunione. 
Chi vive in trasparenza, non per merito suo ma per un disegno di vita, sa sempre cogliere l'autenticità dell'incontro.   il don

sabato 5 luglio 2014

l'incontro anzitutto

L'incontro con un testo non è meno impegnativo di un incontro diretto tra persona e persona. H.G. Gadamer ha parlato di "fusione di orizzonti" tra l'autore ed il lettore, proprio per la migliore comprensione del testo. 
Ogni incontro deve superare il limite del tempo, la distanza delle diverse prospettive, la colpa dell'accusa e del disprezzo. A questo proposito Koselleck ha parlato dello stretto legame tra "spazio d'esperienza e orizzonte d'attesa" : "il presente del passato", per dirla con Agostino, deve aprirsi al "presente del futuro" ossia all'attesa (vedi Confessioni, Libro XI, 20.26 ). Il presente del passato, che è la memoria, sente gravare su di sè la colpa : questo gravame lo sente principalmente la vittima, ma lo sente anche il persecutore.  E la vittima può diventare persecutore se si lascia guidare dal Super-Io, che, come ha detto Freud,  è appunto il persecutore dell'Io.    Come liberasi da questo fardello?         Con il perdono, dice P. Ricoeur in Ricordare, dimenticare, perdonare : il perdono è difficile, non è facile. Esso chiede alla vittima una perdita (cioè la rinuncia, a ciò che le è stato tolto, in termini di rancore e di risentimento); al persecutore chiede di perdere la sua posizione di potere nel dettar legge ancora alla vittima.  Non si tratta allora tanto di dimenticare : Nietzsche aveva messo ben in evidenza non solo l'utilità ma anche il danno dell'oblio per la vita : dimenticare le tracce dell'errore e della colpa potrebbe significare smarrire del tutto il cammino.  Con Freud diremmo che il lutto della perdita chiede di essere elaborato e curato. Ma è proprio questa elaborazione che spinge la perdita verso il perdono. Ed è guarigione! Il confronto non basta. Si perviene all'incontro solo quando si perde il proprio narcisismo, quando ci si mette nei panni dell'altro, quando si rinunzia ad averla vinta ad ogni costo. Il perdono, tra l'altro, porta alla riscoperta autentica del dono!
il don

lunedì 30 giugno 2014

etica ed economia

Il cortile degli studenti che si è tenuto al Maxxi di  Roma il 12 maggio 2014 sul tema "etica ed economia"  è un ottimo esempio di ricerca e di confronto aperto tra professori e studenti. Non dobbiamo tacere il fatto che la depressione (non solo quella economica, ma anche quella antropologica e spirituale) è alimentata da cattivi comportamenti e da cattivi convincimenti (corruzione a tutti i livelli; questione morale tuttora gravissima... : è il denaro, la fame di denaro a determinare ancora scelte che dovrebbero invece puntare sui beni relazionali) presenti nella scuola e nella famiglia, ma quel che è più grave nelle parrocchie. Non si offrono percorsi alternativi al degrado etico, perchè manca anzitutto la capacità di affrontare l'educazione elevando il livello professionale ed etico dei formatori. Troppe ipocrisie e troppe menzogne ci circondano; forse anche poca voglia di approfondire, partecipare, scommettere sul futuro. Formare i formatori, senza fermarsi al moralismo, e nelle parrocchie anche  al devozionalismo! Non accontentarsi di una partecipazione di facciata e di pura presenza fisica!  Saper discernere tra scelte individualiste (quelle che accontentano l'individuo) e scelte relazionali (quelle che tengono conto del bene comune). Per nostra fortuna, tanti sindaci e tanti politici, tanti scienziati e tanti imprenditori, oltre che tanti operai (che nel frattempo però si sono allontanati dal marxismo e dal comunismo) continuano a dichiararsi non-credenti. Sì, per nostra fortuna, perchè ci costringono, con le buone o con le cattive, a non starcene tranquilli "noi praticanti più che credenti". L'individualismo continua a mietere insuccessi, e sono ancora pochissimi quelli che puntano sui beni relazionali, con fiducia e coraggio.
L'invito ai giovani e anche agli adulti è di andare a vedersi la registrazione dell'evento sul sito del Cortile dei gentili : la depressione, quella economica e quella spirituale si comincia a superarla quando rinasce dentro la speranza, quando ci si mette a lavorare insieme, quando un attento ascolto reciproco apre strade nuove!
 il don

venerdì 30 maggio 2014

Diario della presentazione

La presentazione del libro, al teatro comunale di Torre s. Susanna : un pubblico attento e interessato ad un argomento che per tanti aspetti era materia per specialisti. Presenti il sindaco e l'assessore alla cultura dello stesso comune. Aperta, con questa presentazione, la rassegna Expolibri, in un paese di provincia, che avverte la necessità di aprirsi alla cultura, per poter progettare meglio il proprio futuro, uscendo dal privatismo e dall'individualismo, che corrodono il tessuto sociale e comunitario. Si tratta infatti di ricostruire proprio la vita di comunità nelle varie sfere. Un grazie al comune di Torre per questa opportunità di dialogo e d'incontro!    il don

martedì 13 maggio 2014

il lavoro dall'amore reciproco

Il lavoro non è soltanto un diritto da reclamare; neppure è qualcosa da ottenere con una raccomandazione. Infine, non è qualcosa da comprare pagando la tangente (papa Francesco la chiama "dea tangente").
Il lavoro lo si può inventare (o creare) per l'amore reciproco con almeno una o, meglio ancora, con più persone. Non lo avresti mai detto o pensato, eppure il Vangelo vissuto fa di questi miracoli. E' successo a me! Potrebbe accadere a tanti! D'altronde Gesù già insegnava ai dodici ad essere lungimiranti, quando diceva di non aspettarsi l'adesione in patria e di prepararsi a percorrere altri villaggi e altre città per portare la buona notizia. Ciò che conta è sentire di essere portatori di un dono; la missione poi si afferma da sè, anzi altri la porta avanti per il semplice fatto che è ancora la reciprocità l'affare più grande : se io do gratuitamente, trovo altre persone che fanno lo stesso.
Allora, mettiamoci in viaggio, senza la pretesa di insegnare cose nostre, ma soltanto col desiderio di risvegliare la "buona notizia", e di fare insieme cultura, dialogando e inventando lavoro, che è dignità e vivere insieme più che far denaro e benessere. 
La passione di conoscere, studiare, imparare apre il mondo del desiderio (non s'avverte quasi più il fardello del dovere) e della comunicazione (non si studia per se stessi, ma per avere più consapevolezza nell'interagire con altri). In colui che è scoccata la scintilla dello studio, scoccherà anche la scintilla del lavoro!           Fare qualcosa per passione è più che un dovere! 
il don

sabato 10 maggio 2014

Presentazione libro, ancora...

Il giorno 30 maggio alle ore 19, presso il teatro comunale di Torre Santa Susanna, l'autore del libro "Ricerca storica e Ricerca spirituale ..." dialogherà sul tema.
L'omaggio del libro ai partecipanti sarà il segno del ricordo di un momento culturale vissuto insieme!
il don


venerdì 2 maggio 2014

Incontri di primavera

Il 29 maggio alle ore 18,30  in un Agriturismo di Martina Franca, nella valle d'Itria , una nuova presentazione del libro "Ricerca storica e ricerca spirituale..."
Ancora un ambiente laico per dialogare su storia e vita spirituale. Il testo sarà offerto in dono dall'autore : cultura cristiana e vangelo non possono essere oggetto di commercio. il don

lunedì 14 aprile 2014

intervista presentazione libro

Il 10 aprile , prima della presentazione del libro nella biblioteca comunale di Oria, Radio Idea ha inviato una giornalista per un'intervista su quello che sarebbe stato il tema più rilevante della serata.

Ho detto che invece di contrapporre Vangelo e Chiesa, come fecero modernisti e integristi agli inizi del Novecento, la chiesa tutta (ed ogni cristiano) dovrebbe saper dire al Vangelo (non come ad un libro, ma come alla persona di Gesù) : "Tu ssì a vita mia". La fede è esperienza di vita ed esercizio spirituale!




Buona Pasqua. Ai prossimi incontri culturali, in altri paesi. il don









giovedì 10 aprile 2014

Incontri di primavera

Dopo che l'incontro d'autunno, a Mesagne, era andato disertato, l'incontro di primavera, nella biblioteca comunale di Oria, è stato partecipato. Una partecipazione qualificata, anche se non numerosa. Alla presentazione del libro "Ricerca storica e ricerca spirituale...", hanno partecipato l'assessore alla cultura del comune di Oria, il direttore della commissione diocesana alle comunicazioni sociali, e alcuni membri dell'università popolare della terza età, di Oria. Non è mancato il dialogo sul tema nevralgico della relazione tra Vangelo e Chiesa.  La spiritualità attende di inculturarsi, per incidere in profondità sui comportamenti oltre che sul modo di pensare.  il don

martedì 1 aprile 2014

Presentazione libro

Per gentile ospitalità dell'assessore alla cultura di Oria e del bibliotecario, in data 10 aprile, alle ore 19, nella sede della biblioteca comunale di Oria, l'autore del libro "Ricerca storica e ricerca spirituale..." dialogherà sul tema.
La chiesa di ogni tempo storico ritrova nel Vangelo luce, forza e coraggio, se si lascia guidare dalla fede in Gesù e fa esperienza spirituale  di "amor puro" piuttosto che di "amor proprio".
La comunicazione e il dialogo, uniti all'approfondimento storico e spirituale, sono buoni strumenti per superare momenti di depressione non solo esistenziale e culturale, per andare oltre i conflitti,  per appassionarsi ai "beni relazionali" mediante il mutuo riconoscimento.
Un sentito grazie all'assessore alla cultura e alla biblioteca comunale di Oria. Dopo l'incontro, si farà su questo blog un resoconto della serata. il don