martedì 30 aprile 2013

servizio

Il capitolo 13 del Vangelo di Giovanni pone nella "lavanda dei piedi" la figura del servizio , ed il potere passa in secondo ordine. Il servizio viene legato da Gesù al tema dell'ora, cioè al "dare la vita". E' interessante notare : Gesù lava i piedi al discepolo che amava, al discepolo che lo tradirà ed a quello che lo rinnegherà, e a tutti gli altri che lo abbandoneranno. Dunque non lega il servizio ai meriti di coloro che intende servire; non si fa forte di una posizione di comando o di potere per ricattare il traditore o il rinnegatore o il disertore, riconducendoli alle ragioni della retta coscienza; espone il servizio alla vulnerabilità del "dare gratuitamente", del "dare con abbondanza o senza misura", al "dare la vita", lasciando alla generosità del cuore di ognuno la libertà e il desiderio di ricambiare per nessun'altra ragione se non quella di rispondere con l'amore all'amore, alla fiducia con la fiducia, e persino alla gratitudine con l'ingratitudine.
Il "comandamento nuovo", che viene proposto come immediata conseguenza o subitaneo effetto del servizio, diviene il regime della "comunità nuova", nella quale non dovranno più esistere gelosie, invidie, lotte per il potere, scalate alla ricchezza,  accaparramenti di ogni sorta.
 Il servizio non è l'atto dello schiavo se non nell'apparenza, nell'espressione esteriore; nell'interiorità è un atto d'amore e di libertà. E' "la verità che rende liberi", anzitutto di fronte a se stessi, dal momento che l'io costituisce, per ogni essere umano, la prima tirannia o dittatura della quale liberarsi. Subito dopo, il servizio rende liberi nei confronti del mondo e di ogni persona umana : per il mio atto di servizio non chiedo altro se non che l'altro, che cerco di servire, possa sperimentare la pienezza della vita.  il don

lunedì 22 aprile 2013

anarchia

Il pericolo anarchico s'allarga quando l'opportunismo s'accompagna ad un impoverimento degli ideali, quando una certa stanchezza e forse anche una qualche delusione penetrano nell'intimo delle persone minando la fiducia e il dar credito all'altro. In una società di diritto, l'affermarsi delle opinioni anarchiche può significare il progressivo sfaldamento della coesione sociale; al contrario, per il rafforzamento della società di diritto, occorre lavorare e produrre nuove leggi che  garantiscano più giustizia e limitino la conflittualità.
Le chiese in Europa hanno potuto sperimentare nei secoli passati che le guerre di religione e le controversie eccessive sono servite soltanto alla vanagloria di singoli e gruppi, ma non hanno fatto crescere le persone e le comunità nella pratica del Vangelo. Nella comunità di fede, la comunione può crescere soltanto quando ognuno combatte l'anarchia interiore, l'affermazione di sè o del proprio gruppo, quando si dona non per raggiungere un qualche obiettivo individuale ma soltanto per fare rete tra le persone.
L'anarchia è la malattia di una società in decadenza : la storia è testimone dell'implosione di tante civiltà che, per aver perso lo slancio per la costruzione della famiglia, della comunità, della patria, sono finite nel nulla.
Presunzione e opportunismo sono una miscela esplosiva in grado di distruggere anche quelle comunità che avevano iniziato con grande slancio e passione, e alla fine hanno ceduto al trionfo dell'anarchia, e non del bene comune.  il don

sabato 20 aprile 2013

la preghiera

La preghiera non è  parlare a se stessi; implica un dialogo : che uno parli e l'altro ascolti! Inoltre è più un desiderio che un domandare, nel senso che il desiderio sorpassa la domanda. A volte si fa l'esperienza di desiderare ciò che si è incapaci di confessare o domandare con chiarezza. C'è nel desiderio un mistero, che nella preghiera si manifesta come comunicazione misteriosa tra due volontà, la volontà divina e la volontà umana. Ciò che oppone l'una all'altra è l'abitudine al peccato o alla trasgressione da parte umana. Se ci fosse la consuetudine all'amore, si verificherebbe sempre una coincidenza tra la volontà umana e la volontà di Dio.
Il desiderio di autonomia è un falso desiderio : nasce come desiderio dell' adolescente, e se non si sviluppa da adulto in desiderio di dono, finisce col regredire di continuo allo stadio adolescenziale. Il desiderio di relazione è l'autentico desiderio dell'adulto : vivere l'altro, non vivere dell'altro. La crescita nella relazione è la consuetudine al donare, mai al pretendere o all'affermarsi. 
La preghiera ottiene il miracolo, quando ha posto in Dio tutto il desiderio e tutta la fiducia; quando non fa calcolo di un interesse umano qualsiasi, quando non misura le forze e le cose, quando si lascia sorprendere soltanto dalla gioia e dal desiderio dell'altro. Di solito, la preghiera ottiene più di quello che ha chiesto : Dio non è mai avaro, anzi dona sempre con larghezza. 
Se riesco a fare lo stesso con i miei simili umani, posso sperimentare il crollo dei muri, dei pregiudizi, dei risentimenti, delle opinioni consolidate; sorprendo i concorrenti, disarmo i nemici, incrocio gli amici ma ad un livello più alto. Il dono previene il desiderio dell'altro, purchè l'altro non rimanga sempre al livello del materialista o dell'opportunista, il che non toglierebbe a me  la gioia di donare ancora, ma a lui toglierebbe la soddisfazione di ricevere.   il don

venerdì 12 aprile 2013

libertà di

Libertà di donare, di viaggiare, di insegnare... Libertà per ... : dalla motivazione viene lo slancio dell'azione, l'accettazione dello sforzo e della fatica, la passione di spendersi per un ideale più grande del proprio io. Se si mette la relazione autentica al primo posto, cioè il dare con gioia, senza interesse e senza misura, allora la libertà s'invola nel dono, ricomincia un viaggio  più che umano, e nel mentre si comunicano esperienze di vita, emerge l'insegnamento nuovo,  reciproco dono di sapienza. 
La libertà non restringe gli spazi; allarga anzi lo spazio-tempo della storia e la vita della comunità; rompe ogni muro ed ogni confine, attivando la comunicazione non solo delle idee ma dei progetti condivisi, dei sentimenti e degli affetti. La rivoluzione perenne del Vangelo allarga l'aiuto reciproco oltre il clan familiare, oltre l'orizzonte della propria patria; sfida il potere per farsi servizio.
La crescita della libertà avviene quando si riesce a  coniugare attaccamento e distacco: il primo assicura lo slancio dell'azione, il secondo prende le distanze dall'ossessiva affermazione dell'io. Occorre saper orientare il desiderio ad un ideale che sia sempre più grande del proprio cuore della propria intelligenza : solo dalla "sapienza" si può attingere la verità, come si può attingere amore soltanto dalla sorgente dell'Amore. 
Libertà d'amare è dire con i fatti : mi sta a cuore il destino di ogni uomo e d'ogni donna. 
Libertà d'insegnare è divenire capaci di imparare sempre dall'Altro.    il don  

mercoledì 10 aprile 2013

la rete

Prima del progetto, c'è la rete. Costruire relazioni autentiche : questa è la rete. Il progetto nasce di conseguenza. La diversità tra la catena e la rete è questa : la catena si spezza; la rete, se si rompe un filo, si può sempre riannodarla. Il progetto non può esser fatto a tavolino; occorre che sia il frutto delle relazioni autentiche. Perciò i messaggi inviati devono essere trasparenti e chiari : con questa metodologia si creano convergenze tra soggetti diversi e anche tra diversi paradigmi teoretici. Il discorso sul metodo diviene il vissuto spirituale.
La rete lavora per la pace . Ha la forza di dire : mai più la guerra! Non prepara la guerra, anzi cerca di eliminare le possibili precondizioni della guerra. La rete crea le condizioni della pace : perciò i soggetti devono esser pronti a superare ogni forma di egotismo, di narcisismo, di interesse personale. La rete ha bisogno della cultura, e della biblioteca che fa crescere la cultura. L'improvvisazione è il pericolo più grande dell'era tecnologica : presumere di sapere, soltanto perchè si possiede la tecnologia, è la grande illusione del tempo presente, è il folklore spettacolare della piazza.  La biblioteca forma alla cultura; l'assidua consultazione della biblioteca consente l'approfondimento dei problemi e delle situazioni; in altri termini prepara l'interazione con le altre persone. 
Per ricreare la comunità, una volta che si è preso coscienza della sua scomparsa, occorre rifare la persona umana, e la coscienza- conoscenza che è la dignità più alta della persona. Rimettere insieme la persona frammentata! Intelligenza, amore e sequela. Sì, la sequela! Perchè questa è la domanda fondamentale, ineludibile: Tu chi segui? A chi hai dato la tua fiducia? Chi è in grado di formare una coscienza sana? Di chi ti puoi fidare, dal momento che il  gioco dev'essere pulito e leale? Di relazioni autentiche, di lealtà abbiamo bisogno. Il Vangelo è e rimane per me la parola impareggiabile, invincibile, la parola che ti ripete : sei stato ignorato, poi canzonato e deriso, perseguitato, poi hai vinto.    il don

lunedì 8 aprile 2013

il distacco

La modernità, e più ancora la post-modernità, ama l'azione più che la passione. Nell'azione si trova una gratificazione più immediata e più spettacolare. Nella passione, i risultati non sono così immediati e gratificanti. L'attaccamento è il motore dell'azione, in quanto affermazione dell'io : è ciò che consente il dominio sulle cose, sulle persone e a volte anche il controllo di se stessi. Ma il limite dell'attaccamento è un certo narcisismo che blocca la relazione, la inibisce, a volte la fa regredire. Il desiderio che istintivamente s'impossessa della cosa e della persona, mentre afferma il proprio io, perde il proprio sé, che è la condizione di possibilità per la relazione con l'altro. Nella giusta relazione con la cosa e la persona, l'io si ritrae per far posto al sè  : mentre spezza la catena che lo tiene prigioniero del possesso e del potere, dà vita alla rete di comunicazione che aggiunge altri fili se qualcuno si spezza. Il distacco cristiano è qualcosa di più del semplice perdere : la vita la vince sulla morte, quando il dare la vita, perdendola, fa risorgere i morti da tutti i sepolcri. 

La comunità si crea col distacco, col silenzio, con la perdita; ma più ancora con la parola, col dare la vita, con la comunicazione di Vangelo vissuto. Quando racconto esperienze di Vangelo vissuto, non esibisco me stesso, metto in circolazione l'Anima: nel cristianesimo è lo Spirito Santo la fonte di ogni legame, come nella relazione tra l'Amante (il Padre) e l'Amato (il Figlio) lo Spirito Santo è l'Amore. E' lui che crea la rete d'amore, dosando attaccamento e distacco, perchè il percorso dell'io non imploda nell'abisso del male e non s'involi nell'iperuranio. L'inculturazione è sempre opera di Vangelo vissuto, e di stretta adesione al Figlio e allo Spirito : la lotta o l'incomprensione tra culture è sempre opera del Maligno e abbandono dell'Amato e dell'Amore. La comunità rinasce quando metto da parte il giudizio, quando accetto la croce senza morfina, quando dono la luce e la gioia.  "T'illumino d'immenso!".    il don

venerdì 5 aprile 2013

discernimento

Dopo aver parlato propositivamente del positivo in tanti post, mi sia consentito di fare in questo post "correzione fraterna" agli italiani. Avevamo tutti imparato alle scuole elementari che la Costituzione italiana contempla tre organi interdipendenti, ma autonomi : il parlamento che legifera, il governo che mette in atto le leggi, la magistratura che giudica se la legge viene osservata o trasgredita. Di questi tempi, noi italiani sembriamo distratti o smemorati, preferiamo il "farfuglio" (come si dice in vernacolo) alla chiarezza delle idee e alla loro attuazione pratica. Si sentono proposte che solo i marziani potrebbero condividere : un parlamento senza governo; e chi potrebbe garantire l'attuazione di quelle leggi votate dal parlamento? Altra anomalia : troppe toghe passano alla politica, e altrettante toghe si politicizzano e addirittura fanno scelte di parte; forse perchè i governi hanno prevaricato, o i legislatori hanno legiferato male? Il diritto romano recitava : "potestas in populo, auctoritas in senatu"; il che significa che il senato legifera, ma per la potestà che gli viene dal popolo; e se legiferasse contro gli interessi del popolo, eserciterebbe la sua autorità contro il popolo. E' ora di mettere in pratica ciò che la Costituzione italiana dice : e se i politici si sono smarriti e non sanno più come fare perchè tante cose sono loro sfuggite di mano, allora sarebbe ora che tornassero a scuola di politica, rammentando che sono lì non per un proprio interesse e neppure per un interesse di parte, ma per servire tutto il popolo. Si, proprio a scuola, per riprendere la formazione permanente, della quale molti adulti, anche padri e madri di famiglia, mostrano  di aver bisogno : tutti distratti in questi ultimi decenni per aver comunicato ai figli con il cattivo esempio e con le parole che ciò che conta è "divertimento e far denaro". Ed il resto, cioè formare la persona integrale, chi lo insegna? Non facciamo come le istituzioni universitarie che già nell'Ottocento, affascinati dalla teoria di Locke, sponsorizzarono l'utilitarismo professionale, cioè che l'università insegni solo il mestiere. E la persona dove apprenderà a formarsi integralmente? Quando le teorie non sono sottoposte al vaglio critico, provocano un sacco di guai, e magari neanche ce ne accorgiamo! Ci tocca ancora ripetere l'incipit di Cicerone nella prima Catilinaria : "Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra...?" per scongiurare dittatura e opinioni anarchiche? L'una e le altre si sostengono a vicenda : la crisi e la mancanza di fiducia nel diritto e nella giustizia espandono le opinioni anarchiche e preparano la dittatura. E' ora di fare discernimento in sé stessi, con umiltà.  il don

giovedì 4 aprile 2013

la famiglia

"Siate una famiglia! Assicurate tra voi la presenza continua del Risorto". Così diceva una grande donna   cristiana del Novecento. L'esperienza della famiglia aperta all'amore per il Vangelo impedisce la chiusura nel clan ristretto. Vivere il Vangelo conduce a fare propria l'aspirazione e la preghiera di Gesù "Che tutti siano uno". Vivere il Vangelo è vivere per l'altro, dimenticando se stessi; anzi vivere l'altro, come fosse una parte di me. Cadono i giudizi, le condanne, perchè si dimentica quel male che, se ricordato all'altro, impedisce la sua crescita. Gesù ha detto che è venuto su questa terra a portare il fuoco più che l'acqua. Il fuoco è il simbolo proprio dell'amore, tanto che quando manca il fuoco diciamo : fa freddo. Quando prevale il gelo dell'egoismo, dell'avidità, della vanagloria, della sensualità, del potere sull'altro, dell'odio o dell'invidia, il fuoco rischia di spegnersi del tutto; occorre allora riattizzarlo con l'amore. Quando invece di lamentarsi, si ricomincia a vivere per la comunità e per la crescita di ogni persona, si ricomincia a fare storia, anzi più precisamente, si dà a Dio la possibilità di fare nuovamente storia. E Dio sa fare la storia molto meglio di noi. 
Ma non vuole fare la storia da solo : domanda la nostra cooperazione. Ci rende capaci di divenire protagonisti della storia : così valorizza ogni persona  nei suoi talenti e nelle sue aspirazioni più autentiche. 
Anche la famiglia umana può rinascere, se vive il Vangelo. E' il Vangelo che ricrea le relazioni : le rende più autentiche e più libere; nessuno più pretende di avere, ognuno impara a donare; nessuno più condanna, ognuno cerca di comprendere gli errori dell'altro; nessuno più induce al male, ma ognuno fa del bene all'altra persona. Viene in rilievo nuovamente la ricchezza della differenza di genere tra uomo e donna; lo scambio tra le generazioni di adulti e giovani diviene più intenso; ricomincia a crescere la comunità umana e si fa di nuovo storia. 
Dove si vive il Vangelo, si vive per l'altro, e nessuno vive più soltanto per se stesso. La famiglia diviene di nuovo "seminarium rei publicae"; e la chiesa opera del Risorto e di Maria, la "Madre della Chiesa". Pasqua è ora primavera per tutti.   il don