giovedì 30 agosto 2018

MON AMOUR !

Questa lettera è indirizzata a tutti coloro che hanno scoperto nell'amore un di più rispetto al denaro, al successo, al divertimento.  Per far emergere meglio la bellezza dell'amore, e dell'anima, ricorro a due testi, tra i più interessanti di Erich Fromm. Il primo è "Essere o avere"; il secondo è "L'arte di amare".
Proprio da quest'ultimo libro di Fromm prendo alcune perle di saggezza. L'amore è un'attività legata alla capacità di dare: "Dare è la più alta espressione di potenza della persona". E ancora: "Non quello che ha molto, è ricco, ma colui che dà molto".
Nel libro "L'arte di amare", Fromm denunzia l'asservimento della cultura occidentale (americana ed europea) al potere economico e politico. Da ciò deriva, tra l'altro, il conformismo dei modelli comportamentali di massa.
Un'altra frase con la quale si può fare un esame di coscienza: "La felicità odierna dell'uomo consiste nel divertirsi".  Il divertimento ha tolto ogni convinzione profonda e ogni sentimento rafforzato (Blaise Pascal).
Anima con un nome ed un volto: Mon amour!  Un dono da mettere in pratica.
Fromm offre un'indicazione: imparare di nuovo la concentrazione. L'esperienza vale di più delle competenze (quest'ultime da non disprezzare!).
"Oggi si fanno molte cose alla volta: si legge, si ascolta la radio, si chiacchiera, si fuma, si mangia, si beve. La concentrazione è imparare a star soli con se stessi concentrandosi su una cosa sola; cioè si fa una cosa alla volta, tutti concentrati su quell'attività".


                Anima, mon amour, insegnami e insegnaci l'arte di amare!     il don







lunedì 27 agosto 2018

MEDITAZIONE

La meditazione quotidiana è il modo per cogliere lo stretto legame tra l'azione ed il pensiero nella propria esistenza.
"L'evento arriva come un dono" (Ricoeur), come una sorpresa. Qualcosa accade indipendentemente da me; un altro mi permette di scoprire qualcosa!
Ciò che l'evento mi mostra è una conversione che devo compiere. La conversione
precede la decisione del cambiamento, dice ancora Paul Ricoeur.
Il filosofo francese, commentando Matteo 16,26, si chiede: "Che razza di gioco è dunque questo, in cui si perde quello che si guadagna, e si guadagna ciò che si perde?" (La logica di Gesù, p. 57).  La meditazione sul tesoro al quale si lega il cuore, svela la differenza tra il calcolo (potere e ricchezza) e il dono (la vita come dono).
Se si riduce la fede al culto (all'oggetto di culto), si perde il carattere performativo della fede, che è la relazione autentica (con Dio e con ogni prossimo).
Scrive Ricoeur: "Il cristianesimo non è in prima istanza un fattore di civilizzazione; è la rivelazione del fatto che io sono peccatore e mi offre la vita nuova tramite la partecipazione al primo vivente". (La logica di Gesù, p. 125).
Questo è l'evento dal quale procedono conversione e decisione: scoprire il proprio peccato, e allo stesso tempo    l'amore di un Altro che mi libera dal mio peccato.
L'amore (il dono) e il perdono (se un Altro mi perdona, posso perdonare a me stesso e al nemico) sono l'evento sorprendente che trasforma. E' il sentire di essere amato da un Altro che mi trasforma!        La meditazione quotidiana aiuta a non perdere questo orizzonte.
Non si può risorgere ad una vita nuova, se non si muore alla vita di peccatore. Il dono è sempre una sovrabbondanza d'amore, non è calcolo. Ciò che mi fa permanere nel dono è la relazione d'amore e d'amicizia!    Appena esco fuori da questa logica e ricomincio a rivendicare ragioni, e a pretendere qualcosa per me, ridivento peccatore, non m'intendo più col prossimo e col presunto nemico,    perdo la pace con me stesso.
il don

sabato 25 agosto 2018

PERSONA

                "Persona e personalità" è un breve scritto di Romano Guardini, anno 1935.
Nel "concetto di personalità entrano in gioco i momenti della libertà spirituale,
della coscienza e dell'interiorità". (tr. it. a cura di M. Nicoletti, p. 28). La singolarità e l'irrepetibilità dell'individuo biologico non bastano per spiegare la complessità della persona.  "La persona possiede la caratteristica essenziale della inaccessibilità, intangibilità" (p. 42), scrive Guardini. Il che significa che "non può essere usata come mezzo, non può essere subordinata ad uno scopo" 8p. $6).  In altri termini, "si autoappartiene".
                 La riflessione sulla persona viene approfondita dal cristianesimo, in filosofia e in teologia, a partire dal III e IV secolo. La persona non è "prosopon" (volto o maschera); è upostasis (ossia relazione di un volto irrepetibile e unico rispetto ad un altro volto anch'esso unico e irrepetibile). Nel termine prosopon il volto potrebbe essere confuso con la maschera: difatti questo termine è utilizzato soprattutto nel teatro greco.
                 L'individuo, come è stato concepito dall'illuminismo, è entrato in crisi: il concetto di coscienza (Gewissen) perde, a partire dai Lumi, il senso della relazione. La "singolarità qualitativa" (Einzigkeit) è da intendersi nel senso dell' ecceitas di Duns Scoto. Non nell'astratto, ma nel concreto.
                 "la crisi (odierna) consiste nella questione di come, in generale, la persona reale possa collocarsi nell'ordine reale" (p. 68).
                  "Desidero conoscere Dio e l'anima" : "Deum et animam scire cupio." , scrive Agostino nei Soliloquia, I, 2.7   Senza questa conoscenza non si dà la persona: è dalla persona del Padre, dalla persona del Figlio, dalla persona dello Spirito Santo, che apprendiamo la persona umana.
            il don

martedì 14 agosto 2018

STILE di VITA

La caduta dello stile di vita non finisce di contagiarci, anzi sembra che  al momento  conduca la nostra esistenza   in picchiata!   Sembra deciso a farci sprofondare!
Le feste cristiane, sparse nell'arco di tutto l'anno, sono state messe lì per fare da contrappeso  allo stile mondano,  festaiolo e delirante, avido  di divertimento.
La caduta di stile la si riscontra nei discorsi banali, nel modo scanzonato
e superficiale con cui si affrontano le questioni e i problemi quotidiani.
L'epoca dei grandi sogni sembra finita.    Oggi si sogna in piccolo: un po' di benessere, un po' di sicurezze e di comodità. Non si sogna più in grande: gli ideali
appaiono fantasmi del passato,   che non vale più la pena di inseguire.
Dalle donne e dai giovanissimi ci attendiamo il cambio di stile: Una vita più
segnata dalla meditazione,    dalla conversazione capace di restituire alle
relazioni profondità e legami di comunità.
Certo, per elevare lo stile di vita, occorre puntare sempre sulla qualità e sull'
autenticità, non accontentandosi dell'apparenza e della facciata. La cultura,
quando è vera e portatrice di bellezza, trasforma lo stile di vita, i comportamenti
e il modo di parlare.  Ci fa più seri che severi!
il don

sabato 11 agosto 2018

APERTURA!

Il cambiamento d'epoca apre ad un nuovo umanesimo: aperto!
E' finita l'epoca dei gruppi chiusi: un gruppo contro l'altro.
I giovanissimi sono più aperti degli adulti nell'incontro tra un gruppo e l'altro,
se incontrano qualcuno che sa indicare loro il guadagno della cooperazione rispetto
alla competizione. Questa crea dei tifosi; la cooperazione, invece, crea la comunità
di oggi e di domani!
L'incredibile cambiamento che crea l'apertura: rompe gli schemi, i pregiudizi, le
convenzioni radicate che suscitano la cancrena nel corpo sociale, rompe l'odio e lo stolking e il bullismo che ad esso s'accompagnano.
L'apertura lotta contro la pressione culturale del tempo: il tempo del divertirsi, esibirsi, irrigidirsi  per mostrarsi vincitori.
L'unica chiusura che vale è quella al proprio egoismo, ma si riesce a realizzarla soltanto con l'apertura all'altro. Il di più dell'apertura sulla chiusura sta proprio nell'amore: chi si abbassa, sarà innalzato;  colui che serve, troverà accoglienza;
colui che perdona, ritroverà la vita come dono;  colui che prega, viene infine esaudito.
Apriti : alla Verità, alla Vita, all'Amore, al Vangelo, al futuro di Dio nel mondo!
il don

giovedì 2 agosto 2018

VEDERE !

Vedere l'oggi e il domani : Il memorabile di un evento storico serve all'oggi e al domani. Senza memoria storica, una comunità si sfalda, non rinasce.
Una pagina del beato Giovanni Battista Montini mette insieme il vedere, il donare, il conoscere.
"Vedere! Vedere: cioè conoscere, subito, direttamente, facilmente. Conoscere tutto, conoscere Dio: questa è la vita, la vita vera, eterna.
Non voglio presumere dei doni di Dio, non voglio sfidare l'insostenibile luce dei misteri divini; non voglio esaurire nella mia angusta capacità di comprendere l'inesausta polla dell'ineffabile trascendenza dell'Essere primo.
Non pretendo nemmeno anticipare coll'assorto e spalancato occhio del mistico qualche esperienza della futura intuizione beatificante. Dio mi sfuggirebbe, se io osassi misurarlo.
Ma Egli mi ha cercato perché io lo conoscessi.   Egli mi punirebbe se io restassi cieco. Posso e devo guardare. Forse che la visione d'uno che non crede e che non possiede il lume della grazia è uguale a quella d'uno che crede e possiede lo Spirito  di Verità?".  ( Paolo VI,  Scritti spirituali,  ed. Studium,  pp.  29-30)
Una comunità, soprattutto quella che è "corpo mistico di Cristo", deve vedersi attraverso lo Spirito Santo, vedersi per come lo Spirito di Dio la vede.
Vedere il  passato e il presente di peccato e di grazia; e il futuro che Dio vuole ancora donare! Si conosce meglio se si vede con l'occhio di Dio piuttosto che con quello umano. Si conosce e si vede  quando si crede ancora al dono.  Non si può comprare il dono, perché esso  non fa parte della corruzione culturale del "cretinismo economico". Non si tratta di chiudere gli occhi. Al contrario si tratta di divenire "essere umano dall'occhio penetrante". 
il don