sabato 22 giugno 2019

PARTECIPAZIONE 3

La partecipazione non la si ottiene con l'organizzazione esterna,
fosse anche la più perfetta.  Chiede piuttosto un percorso interiore
e relazionale!
La Madonna è presenza femminile misericordiosa e pietosa!
Due poesie di Mario Luzi.  La prima:
"volgi gli occhi della Vergine sul cuore
dei fanciulli soli,
stendi le sue vesti celesti
sulle loro nudità.
La seconda poesia:
"Le tue mani afflitte si appigliano alla proda,
l'inerpichi, t'addentri nel paese,
segui la strada grigia dei defunti.
Il tuo nome non so, forse è l'Acconsolata
o l'Apparita o un altro tra gli innumeri
di cui a lungo mi fu velato il senso,
non il presagio se li udivo tributati
a qualche tabernacolo o a una curva
di quelle vie che sentono l'esilio.
Che i cuori della città diventino simili
al cuore della Madre!
       il don

venerdì 21 giugno 2019

Partecipazione 2

Ci può essere partecipazione senza che all'interno arda un fuoco, brilli una luce,
si scateni una forte energia d'amore?
Pascal, dopo la conversione, portava addosso, vicino al cuore, un testo da lui stesso composto, e intitolato FUOCO:
"Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe, non dei filosofi e dei dotti.
Certezza, Certezza, Sentimento, Gioia, Pace. Dio di Gesù cristo. Dio mio e Dio vostro. Il tuo Dio sarà il mio Dio. Oblio del mondo e di tutto fuorché di Dio. Egli non si trova se non per le vie indicate nel Vangelo".
Lasciarsi dietro ogni resentément (risentimento), per vivere il resséntissèment  (sentimento rafforzato).
Vivere e agire col cuore, con l'intelligenza, con la concretezza del dono e del perdono: questa può dirsi  PARTECIPAZIONE!
                il don

PARTECIPAZIONE!

Quale partecipazione desideriamo? Siamo capaci di valorizzare ogni persona?
Quali risultati intendiamo ottenere con la partecipazione?  Soltanto un nostro tornaconto?
Il seguente brano di un Sermone di san Bonaventura dice i termini di una partecipazione tesa a superare la tribolazione e a donare consolazione.
" La visita dello Spirito Santo è vera, perfetta, proporzionata.
E' vera, perché Egli usa la consolazione laddove è da applicare, cioè all'anima, non alla carne, come fa invece il mondo, che consola la carne e affligge l'anima, simile in ciò ad un cattivo ristoratore, che cura il cavallo e trascura il cavaliere.
E' perfetta, perché consola in ogni tribolazione, non come fa il mondo, che nel dare una consolazione procura due tribolazioni, come uno che rammenda un vecchio cappotto chiudendo un buco e aprendone due".
Siamo tutti dei rammendati e dei rammendatori, ma il rammendo è un'arte delicata:
ci vuole molta attenzione e molto amore per non produrre uno strappo peggiore!
Fuor di metafora: se vuoi una partecipazione convinta e appassionata, devi proteggere la vulnerabilità dell'altro come la tua. Non puoi chiedere all'altro "umiltà e mitezza"  nel mentre esibisci superbia e arroganza!
                 il don

lunedì 17 giugno 2019

Coscienza di sè. 2

Coscienza di appartenere al mistero!
"sono i due io, insicuri e inautentici, che si stringono così stretti".
La meditazione, nella solitudine, permette di raggiungere l'io profondo, quello che sa scorgere con lucidità le illusioni di certe scelte.
Trascrivo questo brano dal diario di Thomas Merton: vi si trova l'esperienza 
mistica che dall'accettazione di sé giunge alla comprensione dell'altro:
"Che cosa può insegnare agli altri l'uomo solitario e illogico?
Semplicemente che essere soli e illogici non sono cose da temere.
Eppure queste sono proprio le cose che tutti temono: tutti passano il loro tempo a convincersi che sono sensati, che non sono ridicoli, che sono graditi, desiderati, apprezzati e che non dovranno mai considerarsi come realmente solitari.
In altre parole ci si tuffa nella corrente rassicurante delle illusioni, create da tutti
i nostri simili. Una grande opera di massa, una liturgia in cui ciascuno concorda
pubblicamente nel dire che, in quei termini, tutto è reale e sensato. Quei termini non sono però soddisfacenti: ciascuno resta privatamente illogico e solo, tuttavia nessuno osa prenderne atto.  Eppure il requisito assolutamente essenziale per 
iniziare a vivere liberamente è proprio questa PRESA D'ATTO."   T. Merton,
Scrivere è pensare, vivere, pregare,  p. 366



Coscienza di sè.

L'avventura di voler appartenere solo a se stessi, prima della generazione
sessantottina e poi delle generazioni seguenti di giovani e giovanissimi,
è sfociata nel non appartenere più a nessuno, né a Dio né alla tradizione né a nessun Altro.  Solo a se stessi e al caso!
Sciolti i legami, per appartenere solo a se stessi, si  corre il grosso rischio di
passare attraverso ogni esperienza possibile e di ritrovarsi alla fine più vuoti e disorientati rispetto al punto di partenza.  Come argonauti, il rischio di viaggiare senza la meta di un porto, si finisce preda delle  Sirene, delle Arpie,  ecc.   ...
La coscienza di sé inizia quando riesco a dire: ti riconosco e appartengo a Te, Padre.
Quando inizio a pregare, a mostrare gratitudine per ciò che mi è stato donato, e non
pretendo più di fare a modo mio, mi riaffido allo Spirito e alla tradizione che mi garantisce il disegno d'amore.  Allora la Verità illumina la mia vita e le mie scelte.
La Verità va seguita, non piegata al proprio tornaconto!
Nella Verità  si scopre  l'amore, quello che mi libera da me stesso.
Nella preghiera scopro i limiti e le mancanze che devo correggere: stare solo quando sono tentato di cercare continuamente la compagnia e l'approvazione di altri. Quasi che la coscienza di me stesso debba dipendere dall'immagine che gli altri colgono del mio IO.   Grande illusione dell'epoca tecnologica e mediatica: rinunciare ad una vita interiore sempre più vera e amante, per avere un po' di soddisfazione immediata!
       il don

sabato 15 giugno 2019

APPROFONDIMENTO!

Senza approfondimento non si arriva né a comprendere la questione,
né a rivolverla.
Approfondire significa semplificare, non complicare ulteriormente.
Ricorro ad un dottore della Chiesa, per spiegare meglio di che si tratta.
Teresa di Lisieux, dottore dell'amore, sentite un po' cosa diceva sul gioco:
"IO GIOCO ALLA BANCA DELL'AMORE.  
Ci sono delle anime che guadagnano la loro esistenza su così piccola scala,
e ve ne sono che chiedono di essere via via pagati.   Ma io gioco alla banca dell'amore,  ... e gioco di grosso.  Se perdo, dovrò bene accorgermene.
Non mi occupo di colpi in borsa, è Gesù che li fa per me; non so se sono ricca o povera; lo vedrò più tardi".
La borghesia avrebbe potuto trovare lì una persona realizzata e che proveniva
proprio da quella classe sociale. Ma i borghesi, anche quelli che si dicevano
cristiani devoti, erano distratti dal denaro e poco attenti ad approfondire la
dinamica del Vangelo e a prendere sul serio le richieste di Gesù Cristo.
             il don