sabato 27 aprile 2024

SILENTIUM

 Un poeta russo, nella raccolta SILENTIUM, così parla :

Taci, nasconditi e cela

I sentimenti e i sogni tuoi !

Lascia che nel profondo dell'anima 

Sorgano e tramontino   (...)

Come può farsi conoscere il cuore ?

Un altro, come può comprenderti ?

Capirà quello di cui vivi ? 

Il pensiero espresso è menzogna   (...)

Sappi vivere solo in te stesso :

C'è un mondo intero nella tua anima

 Di segreti pensieri  ...

Il paradosso del pensiero russo sembra questo: un popolo verbizzato (fecondato dal Logos) ama l'ideale più del reale, la guerra più della pace, il silenzio più della parola. Il paradosso dovrebbe svelare il senso dell'imprevedibile, in quanto la sua logica non è quella del principio di non-contraddizione; eppure,  per il popolo russo,  il reale appare come il destino ineluttabile della tragedia greca, ossia vorrebbe la liberazione della libertà ma non sa liberarsi dal dominio.

Il cristianesimo dei primi secoli, per evitare l'irrazionalismo, il sentimentalismo, ha fatto tesoro del pensiero greco, un vero miracolo dell'homo sapiens, un'acquisizione dell'umano dalla quale non si torna indietro. LA PAROLA nasce dal SILENZIO. Ma il SILENZIO resterebbe muto e infecondo se non diventasse PAROLA. La sfida al cristianesimo ortodosso russo è far divenire il silenzio degli eremiti PAROLA nella sobornost.

La coscienza mel N.T. non ha il senso greco della consapevolezza soltanto; il verbo anacrinein indica il  giudicare come giudizio della sapienza (non tanto della scienza). L'evento dev'essere ricevuto come un fenomeno che si dona, una relazione tra donatore e donatario!

Ma il poeta russo intendeva evidenziare la potenza impotente del mistero, le ragioni misteriose del cuore, l'insondabile che si muove tra la solitudine e la comunione, tra il silenzio e la parola!

                          don Carmelo Guarini

martedì 9 aprile 2024

La vocazione

 Nella dinamica della chiamata c'è uno sguardo d'amore che dice: Seguimi.


                                     La vocazione che resiste

                                      in un tempo di resa  -

                                      s'abbandona al dono-fiducia

                                      di Colui che ha chiamato!


                                      L'amante dice all'amato :

                                      Vieni e seguimi!


Il momento storico presente si caratterizza per la fine dell'autorità. E' subentrato il regno dell'influenza; ma questo regno è fluido : un influencer muore e ne nasce un altro, in breve tempo si consuma un'influenza che non ha durata. Probabilmente siamo entrati in un'era metafisica. All'apparenza sembrerebbe il contrario, cioè il pravalere del materialismo. Ma è proprio questo che un'epoca metafisica rivela:       lo scontro tra la la fine-il fine del materialismo e dello spiritualismo. 

Una nuova spiritualità è ciò che reclama questo tempo. Libertà, rispetto per la persona e per la sua dignità, creatività e non ripetizione abitudinaria, relazioni autentiche e non formali o burocratiche, iniziative che promuovano l'incontro vero e che aprano un futuro condiviso.

Non si parla più di vocazione in un tempo in cui ognuno sembra il creatore di se stesso e del proprio progetto di vita. Invece, occorre proprio riscoprire l'essere chiamati, ossia l'essere amati. La differenza tra una chiamata da parte umana e un'altra da parte divina è descritta chiaramente nel Primo libro di Samuele cap. 3 :  il giovane Samuele non è chiamato dal sacerdote Eli ma da Dio; la scoperta avviene dopo la terza chiamata. Il che significa che occorre affinare lo spirito per cogliere la vocazione!

                                         don Carmelo Guarini

lunedì 1 aprile 2024

Pasqua di risurrezione

 La risurrezione è pura finzione se non  passa attraverso la morte. Nella vita dello spirito,  il passaggio dalla morte alla vita vera avviene attraverso la crocifissione di tutte quelle abitudini mondane che si sono infiltrate nell'esistenza dei cristiani. 

La visita "alli sibborchi",  giovedì sera,  ha visto una svolta significativa nella chiesa dell'Immacolata a Mesagne : entrata e uscita disciplinata e ordinata, preghiera breve e silenziosa. Una svolta per la qualità della partecipazione e della preghiera. 

Negli anni passati, ma anche quest'anno, in tante chiese la visita "alli sibborchi" è stata contrassegnata dalla distrazione, dalla passeggiata sacra, dalla mancanza di morte e resurrezione.

Allo stesso modo, la processione del venerdì santo è spesso  fatto mondano: spettacolo ed esibizione;  per portare le statue prevale il migliore offerente; quando poi i portatori di staute si fermano ai bar per riempirsi di alcool, allora la misura è  colma.

Anche la Messa di Pasqua rischia di non essere, e  molte volte non lo è stata, un'esperienza di resurrezione e vita nuova secondo il Vangelo. Quando non si fa ogni cosa per amore, quando i rapporti restano burocratici e non divengono sinceri, la resurrezione della persona e della comunità non avviene. Rimane rito vuoto, senza il cambiamento della resurrezione. 

Giovedì santo, nella chiesa dell'Immacolata, un gruppo di donne la preparato il repositorio: hanno fatto un lavoro di squadra, e alla fine il risultato lo si è visto non solo nella bellezza  esteriore, ma anche e soprattutto nella partecipazione silenziosa, ordinata e disciplinata nella preghiera. In fondo l'esteriore rispecchia l'interiore; e l'interiore, a sua volta, quanto più profondamente vive il silenzio, tanto più fa nascere la parola vera, breve, incisiva, che coglie il segno. 

La resurrezione di Gesù Cristo rappresenta l'elemento di rottura, l'imprevedibile dell'evoluzione naturale e deterministica della natura, della vita e dell'umanità. Lo spirito manifesta la sua forza e la sia energia proprio nella dichiarazione che le guerre, la povertà e la fame (mentre tanti ricchi gozzovigliano) sono troppo determinate dal passato, dall'abitudine, dal mondo di ieri. La resurrezione dell'umanità è in una fraternità più grande, in una più trasparente essenzialità.  La resurrezione inizia da un sacrificio e da una morte di uno e di pochi, poi può diventare resurrezione di un popolo.  Così è successo a Casal di Principe: don Peppe Diana, poteva starsene tranquillo altrove, invece di tornare al suo paese nativo, che sapeva inquinato dalla criminalità (i boss dei clan che vivevano nei sottorranei come topi di fogna).  Il sacrificio della sua vita, la sua morte è servita per far risorgere il paese. La resurrezione non si ferma!

                                             don Carmelo Guarini

mercoledì 27 marzo 2024

L'abbandono del venerdì santo

 L'evento dominante che Gesù Signore ha voluto lasciare del giovedì santo è "l'amore reciproco": "Non vi chiamo servi, ma amici."

L'evento dominante del venerdì santo è l'abbandono in croce.  La pace vera con Dio e con tutti gli esseri umani è portare la croce, la propria e quella di altri che non ce la fanno a sopportarla.

In due strofe padre David Maria Turoldo accostava la figura del profeta Geremia a Gesù Signore, egli stesso Dio, abbandonato da Dio e dagli esseri umani.

                                   "Tu, Geremia, il profeta più solo,

                                     sei dell'autentica Chiesa la voce :

                                      annuncio come nessuno di Cristo,

                                      di quanti oggi puoi esser figura?"

Ma la testimonianza di Gesù Signore non è folklore, non è spettacolo, non è esibizionismo.  La sua testimonianza è coinvolgimento nel patire e compatire. Soltanto da questa comunione può nascere la comunità.

                                    "Lottare soli, per sempre, da soli;

                                       lottare ancora, e ieri e domani :

                                       questo peccato che tutti avvelena,

                                        e il male immenso che irrompe e dilaga."

Il peccato che dilaga è la guerra : per avidità, per dominare e opprimere.   La grazia sarebbe il rispetto della libertà di ogni essere umano e di ogni popolo : lasciare ad ognuno lo slancio creativo, quello che crea armonia, fraternità, aiuto reciproco. Dare un senso al soffrire, edificando l'Homo patiens nel post-moderno: proprio questo avvicina l'esperienza del giovedì santo  e del venerdì santo. L'abbandono e l'amore reciproco : il dono testamentario di Gesù Signore, vero Dio e vero uomo. 

                                                       don Carmelo Guarini


lunedì 25 marzo 2024

L'amore reciproco

 Il comandamento nuovo è l'amore reciproco.  Molti battezzati non lo sanno (ignoranza non scusabile), ma è ciò che Gesù ha lasciato come testamento ai discepoli : non si può sperimentare la comunione e  la comunità  se non si vive l'amore reciproco.

David Maria Turoldo  diceva in poesia come si giunge all'amore reciproco, partendo dalla Parola che si fa servizio al prossimo.

                             LA PAROLA CHE LIBERA

                                                               Omaggio a Papa Giovanni

"Non v'è assemblea che tu benedica

ove qualcuno escluda qualcuno,

e se non apre le braccia sul mondo

come le braccia di Cristo dal monte".

"Piuttosto come Francesco chiediamo

che "sine glossa" sia legge ai fedeli:

perchè i poveri attendono ancora

che sia la Chiesa a credere, almeno."

Meno retorica nelle parole, meno astrattismo intellettualistico, meno confusione nei ragionamenti, meno folklore nelle cerimonie.  Più sostanza in ciò che si dice di credere, più fiducia nella parola di Gesù Cristo piuttosto che nel dio-denaro, più qualità nell'istruzione cristiana. Basta con la confusione: conservatori e progressisti sono categorie politiche. Gesù Signore ha parlato di amore reciproco.  Non si giustifica la propria mediocrità nascondendosi dietro un politichese becero. Il Concilio ha ricordato il primato della Parola a tutti i fedeli, anche ai vescovi.  La collegialità episcopale non è un fatto giuridico, è aderire al comando del Signore Gesù!

                                             don Carmelo Guarini



sabato 23 marzo 2024

Fraternità e paternità

 Parlare di fraternità senza il riconoscimento della paternità può rivelarsi un gioco di prestigio, una ludopatia.  

Il racconto biblico rivela che il comportamento nasce da una decisione del cuore.

  Il delitto di Caino nei confronti di Abele è emblematico: ciò che precede il delitto è la ribellione al comando di Dio. Se Caino avesse rispettato il comandamento "Amerai il Signore Dio tuo" (che è il primo e il  più grande comandamento), avrebbe praticato anche l'altro, ossia "non uccidere".  In Caino la gelosia che provoca il delitto viene dopo la decisione di Caino di non ascoltare la voce di Dio e di fare affidamento su una voce distorta della propria coscienza.

E' ancora la paternità a salvare la fraternità.  Quando Dio comanda "nessuno tocchi Caino", ossia proibisce la vendetta ed avoca a sè il diritto di giudicare, offre a Caino la possibilità di riparare il male compiuto, ossia  l'assassinio del fratello. Adesso Caino può riparare il male compiuto riconoscendo che il comportamento di Abele è stato più corretto del suo.  Caino dovrà ammettere di fronte a tutti che si è lasciato guidare dalla gelosia e dall'avidità. Dio gli offre l'opportunità di un cambiamento reale, ma occorre che Caino paghi un prezzo per gli sbagli commessi.

Fraternità e paternità sono due realtà strettamente intrecciate.

Occorre saper vedere e capire quello che accade:  i delitti e la violenza aumentano non a caso; se manca l'obbedienza al comando divino, allora aumentano le guerre, i delitti.  Il sangue sparso del fratello grida sino a Dio al punto da  farsi udire dagli altri fratelli.   Quel sangue sparso dice che non ci si riconosce più fratelli. Anzi, appare con chiarezza che il fratello è divenuto il nemico. Se Dio non intervenisse per dire il suo amore verso tutti i suoi figli, i fratelli rimarrebbero nemici e non potrebbero più riconoscersi come fratelli.

Un'etica universale non ha fondamento. La morale si fonda sul comandamento divino.

L'imperativo categorico di Kant si è dimostrato illusorio: nessuno è disposto a rinunciare alla propria idea. Vi rinuncia soltanto colui che obbedisce non ad un'idea ma ad una realtà più grande, l'amore di Dio nel quale si trova strettamente unito l'amore di ogni persona umana. La fede è molto più della ragione, non è qualcosa di meno!

                                              don Carmelo Guarini

lunedì 18 marzo 2024

Il rischio

 Chi ha il potere, o meglio, colui che pensa  il potere al di sopra di tutto, non serve. Vuol dire che serve il potere, ma non serve nè se stesso, nè gli altri, nè Dio!

Colui che rischia, si mette in cammino e non rimane fermo sulle sicurezze. Mettersi in un cammino di comunione ( WEGGEMEINSCHAFT), diceva il vescovo teologo Klaus Hemmerle, significa puntare sull'incommensurabile della persona e della relazione.

Questa poesia di Thomas Merton parla di fame (quaresima) ,  guerra  e prigionia  ....................

                              Quaresima in un anno di guerra

Uno di voi è maggiore, fatto di corda e pelle di gatto,


Non pensa mai che i suoi occhi possano prender vita

per infilare la cruna della fame in un bicchiere d'acqua.


Uno di voi è il Pupazzo di cartone

e non lancerà la sua voce di sentinella,

a spirale, su per gli oscuri meandri del vento

ove si perde l'urlo del prigioniero.

.....................................................................................

Così, nella sera dei loro innocenti delitti,

il Pupazzo e il Maggiore, spiando le stelle in attesa di un segno,

vedono l'orizzonte da nord a sud spartirsi come una corda.


L'artista è una sentinella : grida al popolo addormentato che l'alba è vicina; grida al popolo di non farsi gregario del dittatore sanguinario; grida al popolo che non può esserci comunità vera e relazione autentica se non c'è libertà!  L'artista rischia la vita per un amore più grande di una vita banale!

La fame, la prigionia, la guerra dicono che il distacco da ciò che non è essenziale ridona la vita, la vita in un cammino di comunione.

                                            don Carmelo Guarini


giovedì 14 marzo 2024

La fiducia nell'evento relazionale

La fiducia apre alla relazione.

 La relazione supera sia l'isolamento sia l'identificazione. Filosofia e teologia non s'identificano nè possono rimanere isolate l'una dall'altra. Lo stesso discorso vale per politica e mistica. La fiducia è un'apertura del confine, luogo di transito     e            non muro che impedisce comunicazione e  interazione.

Perchè il filosofo non può chiudersi alla teologia? Perchè il teologo non può non interessarsi di filosofia? Perchè il politico non può totalizzare la sua posizione e opprimere la mistica? Perchè il mistico, pur considerandosi irrilevante, non può disinteressarsi della politica?

La fiducia richiama all'autenticità, non alla funzionalità. Identificarsi nel ruolo significa perdere la relazione umana autentica.

La vita umana, per poter  interrogare e rispondere, non può ignorare la fiducia. Quale carattere assume la fiducia di fronte alla domanda o alla chiamata? L'autenticità  (Eigentlichkeit) della fiducia non si può farla coincidere con l'utilizzabilità (Zuhandenheit) che se ne può ricavare. Il confine deve poter garantire al confinante la diversità, nel modo che la presunzione  dell'identico non divenga potenza che distrugge il diverso.

La fiducia s'accompagna a tre virtù : la pazienza, la cura, il coraggio.

Lo sviluppo di un'idea o di un'azione cammina insieme al soggetto che la promuove. La fiducia non può fare a meno di tre virtù che le impediscono di scadere nello scetticismo, nel relativismo, nell'universalismo. Queste tre virtù sono: la pazienza, la cura, il coraggio.  La pazienza fa entrare il soggetto della fiducia in un tempo che è attesa, e non costringe lo sguardo alla velocità per ottenere subito un risultato. La cura, che si nutre della riconoscenza, non tralascia di continuare a donare, pur con modalità sempre diverse. Il coraggio diventa risposta alla chiamata di rischiare  il nuovo, abbandonando la situazione di sicurezza.

La fiducia promuove la libertà e la creatività.

Superare la dipendenza ( Die Angewiesenheit)  per  andare oltre la dicotomia.   Il neokantismo avrebbe potuto scoprire che la dicotomia creata da Kant tra autonomia ed eteronomia si sarebbe potuto evitarla se il mondo della scienza non lo si fosse posto come padrone del mondo della vita. La libertà e la creatività dell'amore obbediscono non alla legge del "tu devi", ma all'attrattiva dell'io "liberato dall'amore". Il neohegelismo avrebbe potuto comprendere perchè Hegel aveva scelto la politica a danno della mistica, se avesse guardato con più attenzione alla relazione servo- padrone. Il reciproco riconoscimento tra padrone e servo non avverrà mai per via politica, ma sempre per via spirituale. La politica potrà raccogliere il risultato della paziente azione della mistica.  I teologi  dogmatici cattolici , nel tempo della crisi modernista, avrebbero potuto evitare la polarizzazione dello scontro: invece di  contrapporre  l'ascetica alla mistica e di continuare l'opera dell'Inquistore, avrebbero potuto lasciare alla mistica  uno spazio vitale ed un tempo dello spirito. 

La fiducia umana risponde alla chiamata dello Spirito Santo, che toglie la noia e la paura di osare.

                                                         don Carmelo Guarini

 

mercoledì 13 marzo 2024

Il calcolo e il dono

 La filosofia non può sottrarsi all'interrogazione. Non può soltanto interrogare (Denken), deve anche lasciarsi interrogare. Non basta il discorso (Logos) se non c'è l'ascolto. 

Una prima domanda che la filosofia deve ascoltare riguarda il cogito. L'Io penso sta dentro una relazione : DAS EREIGNIS (l'evento) non è un fenomeno solitario dell'Io, è piuttosto un domandare (Denken) e un rispondere (Antworten).

La filosofia ricomincia sempre dalla decisione vitale ( Beschlies im Leben ) : il punto di ripartenza è il calcolo o il dono ?   Ripartire implica  scegliere.   Ma la verifica sulla scelta giusta dice se la trasformazione è rimasta un desiderio o ha prodotto una realizzazione.

Il calcolo ( Rechnung ).   Il paradigma del calcolo può essere ipotizzato, teorizzato e verificato. E' necessario vedere se ha mantenuto la promessa del guadagno rispetto all'aposteriori storico (nei confronti della storia) e rispetto all'aposteriori esistenziale della persona (l'unificazione di interiore ed esteriore). Se calcolare ( Rechnen) è soltanto contare, allora bisognerebbe spiegare non solo a Smith ma anche a Marx perchè il punto di partenza dell'economia nel calcolo di un interesse di parte, non  sia riuscito a risolvere il conflitto tra  chi sfrutta e chi è sfruttato.

Il dono ( Gibt ). Il paradigma del dono  nutre un interesse per il calcolo, ma inizia a mettere in chiaro il motivo utilitaristico del calcolo, quel motivo che non consente di risolvere il conflitto d'interesse tra oppressore e oppresso. Il dono intende condurre il calcolo al massimo della misura ossia all'incommensurabile. Il  calcolo trova la sua pienezza proprio nell'incommensurabile! 

Se la filosofia sceglie il paradigma del dono, deve potere indicare come superare non solo il conflitto d'interesse, ma anche la difficoltà della diversità, cioè deve assicurare la libertà del donatore e del donatario nel dispiegarsi dell'evento ( Das Ereignis ).             A questo fine non serve tanto una teorizzazione dell'uguaglianza, quanto una teoria-pratica della reciprocità.

A questo punto si può ipotizzare l'interrelazione reciproca ( Liegt  im Zwischen ) tra filosofia e teologia, come aveva proposto il vescovo teologo Klaus Hemmerle alla fine del secolo scorso. Cosa implica questa relazione? Un'uscita da una presunzione di autonomia che s'identifica con l'autosufficienza. D'accordo: la filosofia rimane una scienza autonoma, lo stesso anche la teologia. Ma autonomia non significa far saltare la relazione e il dialogo. Piuttosto è richiesto un dono reciproco ( LibesGabe ), senza dimenticare che il guadagno paradossale del calcolo sta proprio nel suo pervenire all'incommesurabile,        e che la perdita paradossale del dono sta proprio nel guadagno dell'incommensurabile!

La filosofia non può rimanere un  vedere e guardare ( idein ), deve spingersi sino al contemplare ( theorein ) .  Il paradigma del dono consente alla filosofia di inglobare l'Altro, mentre il paradigma del calcolo  finisce con l'escluderlo. Lo scarto ( il resto del calcolo ) dice che si è verificato un conflitto, e che il vincitore ha messo fuori gioco il vinto. Nel paradigma del dono ognuno vince, passando però attraverso la perdita del calcolo.     L'interesse finale, ossia l'incommensurabile, è il punto in cui s'incontrano il calcolo e il dono.

                                                       don Carmelo Guarini


martedì 12 marzo 2024

L'incontro

 E' possibile l'incontro tra lo spirito del tempo (ZeitGeist) ed il tempo dello spirito (Zeit der Geist)?

 Lo spirito del tempo è mortifero, distruttivo, entropico. Il tempo dello spirito è apertura alla speranza, ad una vita nuova o risorta.

Lo spirito del tempo è quello di sempre: uno spirito di morte, che desidera la guerra e la distruzione, idolatra il dominio  e il denaro, e si lascia corrompere dalla menzogna.

Lo spirito ed il tempo, l'istante d'eternità lo lascio dire al poeta Mario Luzi, nella lirica Primizie del deserto:

                                            Quì è il dominio che dobbiamo saccheggiare,

                                             l'abbondanza da mietere, nè il tempo 

                                             sollecita e la brama non è più.

                                               ..........................................

                                             Requie dai morti per i vivi, requie

                                              di vivi e morti in una fiamma. Attizzala :

                                             La morte è quì, la morte si propaga,

                                             tende tra i monti il suo vibrio di ragna,

                                             presto l'occhio non serve più, rimane 

                                             la conoscenza per ardore o il buio.

La pietà o la compassione è il tempo sempre nuovo dello spirito che non si rassegna alla distruzione e alla morte. Lo spirito accende un'evoluzione neghentropica: sotto forma d' irrilevanza, pone di nuovo la domanda : la bellezza, la giustizia, la pietà sono inutili per lo sviluppo dell'umano? Cosa rimarrebbe se esse scomparissero? Nel Nuovo Testamento c'è una parola che dice ardimento: phronema!

                                             don Carmelo Guarini



giovedì 7 marzo 2024

Cos'è l'evento?

 "L'evento si comprende rivivendolo.", diceva il teologo Carlo Molari.

Ma vogliamo saperne di più: come nasce un evento?

E' un fenomeno che si dona: è un incontro tra donatore e donatario. Suscita un interesse o un desiderio, che è il motore della ricerca. L'evento è un nuovo inizio che apre  un percorso.

Il cristianesimo nasce come evento, che porta  una rivoluzione, ma che si aggancia ad una tradizione. Con Malraux si potrebbe anche essere daccordo nell'affermare che  : "La rivoluzione svolge oggi il ruolo che ebbe la vita eterna nel Medioevo.", ma senza dimenticare ciò che afferma l'evoluzione, ossia che non si ricomincia mai da zero, che c'è sempre un passato che aggancia il presente, e ancora ci sarà un futuro che prende le mosse dal presente.

L'interesse o il desiderio come motore della ricerca spinge verso un Ideale che sia allo stesso tempo la Verità e l'Amore. Il cristianesimo appare come un fenomeno rivoluzionario  imprevisto, ma che  era stato preparato da una tradizione storica e profetica.  E non va dimenticato che un calcolo irrazionale o assurdo ha ostacolato questo ideale rivoluzionario,      riconducendo ripetutamente la storia verso il conflitto, la guerra, il disordine.

Karl Marx ha avuto torto, alla prova dei fatti, a ritenere la rivoluzione come un fatto economico e politico che trasforma la storia. L'evoluzione umana non mostra forse uno sviluppo della natura verso la cultura, un avanzare delle relazioni verso lo spirito? Certo, il relativismo si mostra deluso verso la verità e l'amore, ed il nichilismo proclama lo scetticismo assoluto. Ma occorre chiedersi: perchè questa sfiducia verso l'intelligenza umana?    Il fattore umano non tiene il passo col progresso scientifico e tecnologico? L'intelligenza umana è un pensiero che fa avanzare lo spirito e fa emergere dalla crisi una creatività d'azione. 

Occorre interrogare di nuovo la libertà individuale e la comunità, senza accettare i dogmi espressi da Sartre, ossia: 1) l'uomo non ha alcuna natura; 2) è soltanto libertà assoluta e contingente; 3) questa libertà senza significato è un inferno per l'essere umano (infatti afferma: "l'inferno sono gli altri"). Se Sartre avesse interrogato J. Duns Scoto, avrebbe saputo discernere tra la libertà assoluta di Dio che coincide con la relazione agapico-trinitaria,        e la libertà umana che è contingente ma allo stesso tempo non può ignorare la relazione.

L'evento è un fenomeno-dono tra donatore e donatario: è incontro, relazione. La crisi attuale della libertà, del significato, del calcolo è una crisi della relazione, un mancato incontro.

                                         don Carmelo Guarini



sabato 2 marzo 2024

Il viaggio e lo spettacolo

 Homo viator et  spectator!

Cos'è un'umanità che viaggia senza camminare? E cosa può sviluppare un'umanità che predilige uno spettacolo che trionfa sullo spirito?

Attenzione alla storia. La disciplina delle legioni romane non era più la disciplina del diritto romano, creato dal senato che legiferava. Le legioni viaggiavano per tenere un impero schiavo di un dominio, e impedivano ai popoli di camminare.  Oggi il tiranno si rimpicciolisce in burattino virtuale dello spettacolo globalizzato. Tutto è fermo, anzi si ritorna alla clava: trionfa la violenza. Vediamo  vampiri assetati di sangue!

Qual'è il confine tra il reale e l'immaginario? Lo spettacolo che trionfa sullo spirito vanifica libertà e creatività interiore, mentre esalta l'apparire. Affrontare l'altro nella sua diversità non è più un desiderio, ci si dà alla fuga. Si fugge dall'amore, considerato sacra follia. Thanatos sembra esercitare più attrazione, o suggestione, di Eros. C'è un desiderio di morte che pervade il contemporaneo, perchè non si comprende più,  e neppure si vuole raggiungere il significato della vita. 

Cos'è quest'uomo del viaggio e dello spettacolo? E' andato perduto il tatto e il contatto della relazione. Il viaggio non è più il camminare: mentre si viaggia, si sta fermi.      Esperienza cadaverica:  nulla si muove. Il viaggio somiglia ad una fuga: si fugge l'amore!

Essere umano : spettatore, non è più  attore  e protagonista.  Lo spettacolo ha ucciso la forza dell'immaginazione e della creativà. La società dello spettacolo si dibatte tra la noia ed il vuoto: oppressa da pazzia e desiderio di morte.  Confusione estrema, dopo che si è rotto il confine tra il reale e l'immaginario. Manca il viaggio interiore: gustare ogni cosa dal di dentro, reinventare la vita con la fede-fiducia nell'altro. L'attore non recita più, soltanto sghignazza.

Ricominciare a viaggiare: ricevere e donare. Il dono amichevole è uno scambio di doni , aiutarsi l'uno con l'altro. Il viaggio interiore:   si ricomincia dalla coscienza, molto più grande dell'intelligenza artificiale. Perchè l'essere umano è più di una macchina. La sfida, nell'epoca dello spettacolo,  sarà mostrare, con grande realismo, che i mezzi poveri sono quelli che creano un cambiamento autentico, anzitutto nelle relazioni. Perchè la comunità sia sempre più autentica, gli Io dovranno combattere lo spettacolo dellipocrisia e della menzogna. In un'epoca nella quale trionfano potere, denaro e immagine esteriore, c'è bisogno di eroi e di santi,  che sacrificando la loro vita, ci ricordino valori perduti: la verità, la libertà, il dono della vita!

                                                   don Carmelo Guarini




venerdì 1 marzo 2024

Contro la guerra

Sarebbe già qualcosa schierarsi contro la guerra.   Una cosa in più, lavorare per la pace!

Indignarsi per la distruzione che crea la guerra. 

Thomas Merton esprimeva l'orrore in una poesia intitolata La città bombardata:

                                 Ora nessuno si fermi

                                  nel bosco lunare

                                  luogo di sangue.

                                  Nessuno indugi quì,

                                   neanche in sogno, 

                                  nella foresta lunare di questo fondo marino. 

E in un'altra poesia esprimeva, tra angoscia e speranza, tra la visione distruttiva e il desiderio di ricostruzione, proprio nel titolo,  l'ossimoro   POESIA: 1939

                                   Le candide silenti stelle

                                   guidano il loro cerchio rotante,

                                   si sporgono dall'alta aria

                                   per ascoltare del mondo dei cigni il canto.

                                   

                                  Ma il lungo coltello è confitto,

                                    O amata,  muta terra

                                    la gola si stringe, la voce s'affievolisce,

                                    il sangue non si rinnova,


                                   Mentre la notte ci divora i giorni,

                                    la morte ci spegne gli occhi,

                                    le città inaridiscono e ardono come fiammelle,

                                    ma nessuna voce profetizza.


La rassegnazione di fronte alla guerra e alla morte dice la resa di Eros a Thanatos: rassegnati e impotenti a desiderare la resurrezione ed una vita nuova, che non sia più schiava di piacere, potere e denaro! Perchè tanto disprezzo e dimenticanza dello spirito?

                                        don Carmelo Guarini



martedì 27 febbraio 2024

Cos'è la rivoluzione?

 Il cristianesimo ha iniziato una rivoluzione che non ha ancora portato a termine. La rivoluzione continua!

Ma da dove è iniziata la rivoluzione cristiana?

Da un triplice rovescimento. Dal mito alla storia. Dall'etnia alla comunità. Dall'individuo, che si confondeva nella massa, alla persona che appare come relazione.  Il mito degli dei finisce quando Dio entra nella storia e diviene uomo. Il Dio lontano di Israele diviene il Dio vicino di Gesù Cristo, salvatore universale. Il primato dell'etnia finisce, e con essa anche la guerra tra etnie (o almeno doveva finire) quando Gesù Cristo proclama una salvezza aperta a tutta l'umanità. La comunità prende il posto dell'etnia. Infine Gesù Cristo rivela il significato di persona. Nè l'individuo nè la massa riuscivano a far emergere l'essenziale della vita umana. Il cristianesimo rivela che la persona è relazione: tra l'Io e l'Altro esiste un legame inscindibile. 

Quella cristiana porta soltanto una rivoluzione ideale (di idee) o anche una trasformazione di vita?

La comunità si crea vivendo la comunione di beni materiali e spirituali. La novità cristiana della storia è la demitizzazione e l'abbandono della guerra, l'apertura ad un'epoca di pace. La persona come relazione tra l'Io e l'Altro dice l'insignificanza della relazione narcisista. La persona sviluppa la relazione.

Quello che il cristianesimo non ha ancora realizzato è il cristianesimo. Non ha chiuso del tutto con la guerra. Ha appoggiato, almeno in parte, ricchi e potenti (nobiltà - borghesia - capitalismo). Ha accentuato l'individualismo a scapito della comunità.  La rivoluzione cristiana può ricominciare?

 Occorre riprenderla per sviluppare le potenzialità contenute nella proposta del Vangelo. "La spada, il cannone, il missile sono un fallimento";  favoriscono l'oppressore e il vincitore, mentre umiliano il vinto. Il privato che prende il sopravvento, distrugge il pubblico e la comunità. 

Come può continuare la rivoluzione cristiana?   In primo luogo, vivendo e programmando il paradigma del dono al posto di quello del calcolo. In secondo luogo, promuovendo una spiritualità della relazione autentica; smascherando le relazioni illusorie, si forma la persona. In terzo luogo, la comunità non deve sopprimere o soffocare lo spirito delle etnie; deve saperle valorizzare, ma aprendole ad uno spirito che le valorizzi tutte.    Arricchimento culturale delle etnie: questo opera la comunità. 

                                      don Carmelo Guarini


domenica 25 febbraio 2024

Investire nello spirito

 "Non abbiamo alcun diritto di trascurare lo spirituale, ma neppure abbiamo il diritto di sopravvalutarlo. Vedere nello spirituale l'unica sorgente delle malattie mentali sarebbe cadere nell'errore del noologismo." , così ha scritto Victor Krankl in La sofferenza di una vita senza senso, p. 90.  Ci sono nevrosi somatogene, psicogene, noogene.

Parlando di Nevrosi d'epoca e psicoterapia, non si può trascurare lo spirito, ma non si possono neppure ignorare le altre due dimensioni dell'umano, ossia il corpo e la psiche. Semmai occorre unificare le tre dimesnioni perchè ci sia uno sviluppo sempre più armonico della personalità. 

Il rimosso, al tempo di Freud, era la sessualità. Oggi la sessualità è inflazionata, non più rimossa o nascosta. Al tempo di Adler, la volontà di potenza individuale era frustrata ( c'era il senso d'inferiorità); oggi non manca l'autostima, al contrario c'è troppo narcisismo. Al tempo di Skinner (Harvard) c'era chi sentiva il bisogno di un determinismo comportamentista (la sottostante filosofia tecnologica intendeva favorire l'ascesa della tecnica) .     Carl Rogers vi si  opponeva, contrapponendovi i gruppi d'incontro,  per  far emergere il potere personale e ridurre il potere manipolatorio del comportamentismo. 

Il rimosso di quest'epoca (che inizia 70 anni orsono, ma non è ancora finita) è la frustrazione esistenziale. Così si è espresso Victor Krankl. La nevrosi da guarire è il vuoto esistenziale. Occorre trovare il significato della vita: questa è proprio la scoperta della dimensione spirituale, che intende integrare nella personalità la dimensione corporea e quella psichica.

L'evoluzione dell'umanità verso quale realizzazione procede? Senza distruggere le precedenti conquiste dell'homo sapiens e dell'homo faber, ora l'evoluzione sembra sollecitare una nuova conquista, quella dell'homo patiens. Di che cosa si tratta? Il vuoto esistenziale di quest'epoca non è dovuto soltanto al disprezzo dello spirito, ma anche al mancato desiderio-bisogno di unificare corpo - psiche - spirito. Imparare a soffrire significa :  vedere nel sacrifico della volontà di piacere, della volontà di potenza  e  dell'ebrezza della velocità tecnologica non una perdita ma un guadagno. 

Dove si trova il guadagno? Nell'unificare l'interiore (la motivazione della vita) e l'azione esteriore. Nel riconsiderare l'autorealizzazione qualcosa di meno del dedicare la vita ad un compito, cioè a spendersi per una causa e più ancora per una relazione autentica con ogni persona umana. Questa guarigione opera lo spirito : al posto della noia, della violenza, della soddisfazione narcisista trovare il modo per uscire da se stessi. Così si supera il conformismo (fare quello che fanno tutti; e dire quello che tutti dicono) ed il totalitarismo (desiderare quello che tutti desiderano, anche quando quel desiderio è violenza, oppressione, annientamento dell'altro).  Le relazioni autentiche nascono soltanto quando ci sono tanti Io autentici che s'incontrano.

                                           don Carmelo Guarini

venerdì 23 febbraio 2024

Dalla decadenza all'investimento

 A rimanere nella decadenza non si guadagna nulla.  A parlare di decadenza non si risolve nulla, anzi si rischia di far crescere la depressione nichilista in coloro che ascoltano. La funzione dei profeti di sventura è far crescere il sospetto, anzi di più, il risentimento verso la storia e lo spirito.

Il fatto è che non riusciamo ancora a fare espereinza della triplice dimensione umana: corpo, psiche e spirito. Soprattutto non risuciamo a vedere unificate queste tre dimensioni. Perchè non risuciamo a identificare una nevrosi somatogena, una nevrosi psicogena ed una nevrosi noogena. 

Il fisico americano Evan Walker, nel 1970 ha sostenuto questa tesi: "La coscienza può essere associata a tutti i fenomeni quantistici. Dal momento che ogni evento è, in ultima istanza, il prodotto di uno o più eventi quantistici, l'universo è abitato da un numento pressocchè illimitato di entità coscienti, discrete, in genere pensanti, che hanno la responsabilità del funzionamento dell'universo."

Domanda: la sanità del corpo è indipendente dalla sanità della psiche e dalla sanità dello spirito? Una malattia somatogena non coinvolge anche la psiche e lo spirito? E una malattia noogena non fa sentire i suoi effetti anche sul corpo e sulla psiche? In che modo le altre due dimensioni possono soccorrere per esempio una malattia somatogena, o un'altra psicogena, o un'altra ancora noogena? Non è l'osservatore a decidere quale evento deve materializzarsi? Se di salute o di malattia!

Perchè nella lunga catena dei fenomeni che formano la storia di una persona, un evento si materializza, mentre una molteplicità di eventi virtuali scompare?

Verrebbe da dire che la materializzazione di un evento è dovuta all'investimento. In altri termini: in che cosa s'investe? Nel soma, nella psiche, nello spirito? O in tutte e tre le dimensioni?  Potremmo chiederci, allora : la coscienza è Erfarung o Erlebnis?  Facendo un pò di Wirkungsgeschichte, si può comprendere la posizione di Sartre, che considerava la libertà come differenza piuttosto che come uguaglianza. Perciò dice:"gli altri sono l'inferno." . Si può comprendere anche la posizione di Marcuse, che considerava Eros come libertà del corporeo rispetto al pensiero. Infine  ci si dovrebbe chiedere: la libertà dello spirito è davvero un'immaginario fantasioso,  creato dal sogno? Con  J. Lacan si potrebbe vedere un ribaltamento della situazione  a partire dallo sguardo dell'osservatore: il sorriso sulla vita non è forse un investimento che supera il fallimento e la decadenza? Proprio ciò che dice il parlato : "ça reve, ça rath, ça rit" ("sogna, fallisce, ride")

                                 don Carmelo Guarini


domenica 18 febbraio 2024

La notte e l'alba

 La depressione nichilista deriva dalla decadenza programmata riguardo allo spirito e alla storia. Ciò che Nietzsche ha scritto nell'Anticristo, ossia :"La libertà - il sovrano distacco - /  che pone la sofferenza /   al di sopra di ogni risentimento."  è da interpretare.  Quì Nietzsche sembra affermare una  mistica opposta alla propria: infatti, il risentimento che annulla la sofferenza e la rende vana, le impedisce l'investimento nella resurrezione o almeno nella rinascita, paralizza lo spirito invece di aprirlo alla relazione autentica.

"La croce è l'unica teologa" , dicevano i padri della chiesa. E non a caso! Chi fa della sofferenza un investimento, infatti, supera il risentimento, dona alla storia e all'esistenza il segreto per lo sviluppo autentico dell'io. 

Non si tratta di immaginarsi l'alba durante la notte, ma di attenderla con distacco, lasciando che le stelle parlino nel silenzio e dicano all'anima ansiosa e angosciata : "veglia, che la situazione intricata  si risolverà da sè e ne sarai più che meravigliata!"Superando il risentimento per ciò che è stato tolto, si diventa inventori della propria vita. E' l'esclusione dello Spirito e del bisogno spirituale  che preclude la risoluzione della frustrazione esistenziale!  Dedicarsi al compito : è  dal silenzio  che nasce la parola, portando  luce e vita.

Una poesia del  monaco Benedetto Calati.   " Una grande notte incombe sulla Chiesa

                                                                             Il Concilio, uno scialo di speranze.

                                                                             Sempre più rara ovunque la Parola;

                                                                             mentre di inutili parole  -

                                                                             a ondate

                                                                             rimbomba il mondo.

                                                                            Non un profeta che alzi il vessillo."

Il silenzio e la parola stanno tra loro come la notte e l'alba. E' l'attesa che prepara l'accoglienza al nuovo! Più s'investe nel Crocefisso, più scompare la depressione nichilista dell'Anticristo. Perchè Nietzsche è rimasto così risentito riguardo all'occidente verbizzato? La Parola non è stata del tutto Vita?

                                                 don Carmelo Guarini

martedì 13 febbraio 2024

Il fuoco e la ruota

La scoperta del fuoco precede la scoperta della ruota, nella storia dell'umanità. Non a caso!  L'homo sapiens  viene prima dell'homo faber. Il bisogno di luce e d'amore precede il bisogno di velocità  e  di mettere in moto la tecnica.  

Il fuoco, la prima scoperta che l'umanità ha compiuto, orienta già al fine, allo sviluppo dello spirito. E' come il canto dell'allodola, che precede la rondice e la primavera!

Che relazione hanno col tempo il fuoco e la ruota? Il fuoco, scoperta dell'homo sapiens, appare come un fenomeno al di là del calcolo e della misura del tempo: s'identifica piuttosto con l'istante! La ruota, scoperta dell'homo faber, svela il desiderio della durata attraverso la velocità: vorrebbe accorciare il tempo, tenta di avvicinarsi al limite, alla velocità della luce.

La scoperta del fuoco e della ruota : c'è una relazione anche con l'ordine e il disordine. Se non ci fosse un senso che indichi l'ordine, il destino dell'universo e della vita sarebbe entropico. Il disordine avrebbe la parola finale, ma questo sarebbe anche il fine di tutto. A che scopo allora cercare di mettere ordine quando tutto sarebbe destinato a scomparire nel disordine?

Lo spirito è garanzia di un ordine neghentropico: un ordine sempre più grande lo si scopre nell'infinitamente piccolo (i quark) e nell'infinitamente grande (l'espansione dell'universo, non la sua entropia).  Lo spirito è anche garanzia dello sviluppo dell'umanità: fa vedere tutti i limiti del progetto uomo-macchina.

Il superamento dell'opposizione tra homo sapiens (che sviluppa lo spirito e l'amore) e homo faber (che sviluppa tecnica e velocità) lo si trova nell'armonizzare lo sviluppo della persona con la comunità. Nella lettera a Erich Fromm del 18 marzo 1955, Thomas Merton scriveva: "Credo che siamo posti di fronte alle conseguenze di vari secoli di riflessione sempre più astratta, di una crescente illusorietà della nostra conoscenza dei valori."  E ancora in un'altra lettera del dicembre 1961 continuava:  "Se solo i cristiani avessero stimato la libertà dei figli di Dio che era stata loro donata! Essi preferirono invece la sicurezza e il Grande Inquistore."

La libertà sotto la guida dello Spirito Santo genera la creatività, toglie la vita stagnante che si aggrappa  alle sicurezze, svuota dall'interno il mito dell'uomo-macchina. Lo spirito è un fuoco che può sottomettere il fuoco atomico tenuto in piedi dal desiderio di odio e di guerra. Lo spirito può indurre la tecnica e la velocità ad avanzare verso il neghentropico, non ad avvicinarsi all'entropico.

                                       don Carmelo Guarini

lunedì 12 febbraio 2024

Evoluzione della morale

 Una psicoterapia per l'uomo di oggi. "Cos'è la fede? ", si chiede Erich Fromm nell'ultimo capitolo del suo libro "L'arte di amare": nella "pratica dell'amore" non è importante la tecnica, quanto la meditazione (per acquisire una fede razionale ed un coraggio che impediscano la "fuga dalla libertà").  Una domanda da rivolgere al prof. Galimberti: "perchè la fuga  dalla libertà?". Forse perchè essa è un fardello troppo pesante da gestire? E se da fattore determinante della proaresis si trasformasse in cinismo, come hanno fatto gli antichi greci (dopo averla scoperta, hanno lasciato che degenerasse in cinismo), non si rischierebbe  la resa al potere della tecnica?

Di evoluzione della morale parla Victor Frankl, prospettando una valida psicoterapia per l'umanità contemporanea: "Prima o poi non moralizzeremo più, ma dovremo ontologizzare la morale: quello che è buono o quello che è cattivo non sarà più definito come ciò che si deve fare o ciò che non si deve fare. Quello che è buono sarà definito come ciò che promuove e favorisce il compimento del significato affidato e richiesto ad un essere; e quello che è cattivo sarà definito come ciò che blocca e impedisce il compimento di significato di un essere." (La sofferenza di una vita senza senso, p. 27)  La morale kantiana del "tu devi" è superata. L'imperativo categorico poteva essere accettato nell'età vittoriana, quando la borghesia vi trovava anche un'utilità pratica, quella dell'ascesa della propria classe.   Ora è la coscienza ad essere  interpellata: "La coscienza può essere definita come la capacità intuitiva di scoprire il significato unico e singolare nascosto in ogni situazione." (p. 29). Lasciarsi sorprendere dall'Insight, direbbe la psicologia di Rogers, centratta sulla persona!  Che la riflessione sul significato aiuti a superare non solo il vuoto esistenziale, ma anche la tecnica della quale si può rimanere schiavi, Frankl lo dice in termini chiari parlando della sessualità, che andrebbe riscoperta come relazione, non usata come tecnica. Scrive : "Attualmente ci troviamo di fronte ad un'inflazione sessuale la quale -come avviene per ogni inflazione, anche in campo monetario- è associata ad una svalutazione : la sessualità viene svalutata perchè è stata disumanizzata." (p. 23)  La sessualità costituisce un veicolo di una relazione personale!

Quale il ruolo dell'educazione e della cultura, oggi? Affinare la coscienza, non limitarsi a trasmettere nozioni e conoscenze!  Ancora Frankl : "Solo una coscienza sveglia e affinata rende l'uomo capace di prendere posizione contro, im modo da non cadere nel conformismo e non piegarsi al totalitarismo." (p. 30). La coscienza non può rinunziare alla libertà di decisione: se lo facesse, metterebbe la persona in una situazione di servilismo, cioè di costrizione (inconsapevole) nell'  imitare ciò che tutti fanno e nel  volere ciò che un potere occulto impone! La libertà è un fatto dello spirito, non solo della ragione:  i greci antichi non potevano ancora capirlo, perchè il cristianesimo non lo aveva ancora annunziato. Il verbo utilizzato nel Nuovo Testamento per definire l'atto di coscienza sarà anakrinein (giudicare), non semplicemente essere consapevoli. Atto di giudizio, dunque, quello della coscienza, e non semplicemente di consapevolezza. Con Frankl aggiungeremo: coscienza è compimento di significato della persona; questo consente una relazione più autentica tra le persone.

                                       don Carmelo Guarini

sabato 10 febbraio 2024

Lo scoglio e la bassa marea

 "Non è lo scoglio a provocare la bassa marea; piuttosto è la bassa marea a lasciar apparire lo scoglio."   La violenza, l'aggressività, la guerra  all'esterno, il vuoto esistenziale all'interno: tutto questo è soltanto lo scoglio che emerge.  La bassa marea è la nevrosi epocale, che non è stata diagnosticata correttamente: la diffusione di droga, alcool, corruzione e mafie, ecc. sono tentativi messi in atto per dire che la colpa è dello scoglio, non della bassa marea che ha fatto emergere il marciume sociale, politico, economico.

Una psicoterapeuta ha raccontato questo episodio riguardante tre gruppi di giovani in campeggio: le gare sportive, invece di unire, alimentavano la reciproca  aggressività. "Una sola volta tra i giovani la carica di aggressività fu spazzata via. Ciò avvenne quando tutti insieme dovettero spingere il carro che trasportava i viveri e che si era arenato in un terreno paludoso. La sfiancante ,  eppure così significativa dedizione ad un compito, aveva letteralmente fatto dimenticare ai giovani  la loro aggressività."

Se la nevrosi della nostra epoca è il vuoto interiore, cosa troviamo all'esterno? Un investimento sbagliato: uso di droghe, un tuffo spasmodico nell'attivismo e nel lavoro, il divertimento per allontanare la noia e la nevrosi del tempo libero, ... Risultato: un aumento di aggressività nelle relazioni, un legame puramente folkloristico con le tradizioni dopo aver abbandonato l'essenziale. Certo, il regno dell'autorità è finito; ora è il regno dell'influenza.   Il presente è oltremodo pericoloso: si può  finire con il cervello sotto l'influenza di chi sa fare meglio il pagliaccio o di chi vende una merce fortemente inquinata; ciò può rivelarsi davvero catastrofico!

Scriveva Victor Frankl nel 1977: "Ogni epoca ha la sua nevrosi ed ogni epoca necessita di una psicoterapia.   In realtà noi oggi non siamo più confrontati, come ai tempi di Freud, con una frustrazione sessuale, quanto piuttosto con una frustrazione esistenziale. Ed il paziente tipico dei nostri giorni non soffre tanto di un complesso d'inferiorità, come all'epoca di Adler, ma di un abissale sentimento d'insignificanza, intimamente connesso ad un senso di vuoto interiore. Ecco perchè parlo di vuoto esistenziale." A conferma di ciò, oggi notiamo un'inflazione della sessualità ed un accentuato narcisismo (piuttosto che mancanza di autostima).

Il processo di disumanizzazione è cresciuto, nei primi decenni di questo secolo e del nuovo millennio.  Quello che la psicologia umanistica, 50 anni fa, aveva iniziato (non solo Victor Frankl, ma anche Carl Rogers con in gruppi d'incontro negli Stati Uniti) risulta molto attuale ancora oggi. Trovare se stessi e il proprio mondo interiore da una parte; dall'altra coltivare le relazioni al di là della momentanea soddisfazione narcisista. Ecco il lavoro più importante che ci attende!

                                       don Carmelo Guarini

mercoledì 7 febbraio 2024

Oltre la crisi” - secondo appuntamento relazione cura di don Carmelo Gu...

Il discernimento

 La chiusura dell'Istituto di scienze religiose nella diocesi di Brindisi-Ostuni è stata  una chiara mancanza di discernimento: mancanza di riflessione sulla relazione chiesa-mondo nell'ambito del prevedibile, e mancanza di ascolto dello Spirito Santo nell'ambito dell'imprevedibile.       Un'impostazione ecclesiocentrica ed una liturgia staccata dal vissuto evangelico aveva dimenticato la "chiesa mistero di comunione", vita di relazione trinitaria e kenotica (il mistero pasquale intero). La recezione del Concilio Vaticano II è centrata sulla relazione chiesa - mondo; perciò la necessità di una chiesa in uscita, una chiesa che anzitutto ascolta e poi coinvolge.

In Lc. 5,26 leggiamo : "oti eidomen paradoxa semeron", versetto che il testo  latino della  sisto-clementina di fine Cinquecento così ha tradotto "quia vidimus mirabilia hodie". Molto interessante l'accostamento tra il termine "paradosso" e il termine "meraviglia".       La traduzione italiana   evidenzia la ricchezza del testo greco e di quello latino: "oggi abbiamo visto meraviglie paradossali", dove il paradosso suscita la meraviglia, e la meraviglia sottolinea la bellezza trasformativa del paradosso.

Perchè l'Istituto di scienze religiose della diocesi di Brindisi-Ostuni ha chiuso? Cosa è mancato?  Perchè non si è saputo attirare l'attenzione del mondo giovanile e  adulto sul necessario rinnovamento della vita cristiana comunitaria e personale? Anzitutto: il coinvolgimento dei christifideles implica una declericalizzazione della chiesa. In secondo luogo: fare esperienza di Vangelo e di vita comunitaria significa abbandonare l'indottrinamento e assumere lo scambio di esperienze spirituali come il modo per far crescere le relazioni. 

La riflessione sulla relazione chiesa-mondo nell'ambito del prevedibile potrebbe  dotare il progetto dell'Istituto di scienze religiose di uno scambio fecondo tra teologia, scienza (cosmologia), antropologia (psicologia) e spiritualità. L'interesse verso la spiritualità è cresciuto negli ultimi decenni, ma la chiesa ha continuato a perdere consenso e impegno di tante persone. Bisognerebbe interrogarsi sull'abbandono, sulla delusione di tanti, sulla confusione mentale, sull'amarezza ...

L'ascolto dello Spirito Santo nell'ambito dell'imprevedibile significa che la ripresa di slancio e di entusiasmo per la vita del vangelo può avvenire unificando bellezza (estetica) e pratica (etica), non imponendo una morale repressiva.

Il discernimento comunitario richiede l'ascolto di ogni persona, la ricerca e l'approfondimento.  Lo studio è necessario; l'improvvisazione contribuisce alla catastrofe educativa. Necessario anche il parla chiaro, senza ipocrisia! Ha scritto Victor Frankl, parlando più di 50 anni fa di eziologia del vuoto : "L'uomo di oggi non ha più tradizioni che gli indichino ciò che dovrebbe fare. Orbene, non sapendo ciò che deve fare , molto spesso non saprà più neanche ciò che vuole." Il conformismo nasce dal fatto che ognuno desidera ciò che gli altri fanno; il totalitarismo finisce per imporre al singolo ciò che gli altri vogliono. Conoscere l'evoluzione psicologica e sociologica della società e dei singoli è fondamentale per la teologia e la catechesi. Diversamente si rischia di parlare agli uccelli, ma bisognerebbe essere san Francesco perchè quel parlare risulti efficace!

                                  don Carmelo Guarini

Ordine e disordine

Un dialogo impossibile quello tra moderni senza fede e credenti senza modernità?

Il passaggio dal quantitativo al qualitativo  sarebbe la scelta dell'improbabilità maggiore, ossia il neghentropico, mentre il quantitativo conduce inevitabilmente all'entropico.

L'ordine è un sistema aperto,  e consente al disordine di apparire. Ilya Prigogine, premio Nobel per la chimica nel secolo scorso, ha dimostrato che il disordine non è uno stato naturale della materia, ma piuttosto uno stadio che precede l'emergere di un ordine più elevato. Prigogine ha dimostrato la continuità tra materia inerte e materia vivente. Il nuovo approccio al problema dell'ordine va contro il secondo principio della termodinamica secondo il quale con il trascorrere del tempo  i sistemi chiusi passano dall'ordine al disordine. 

Francis Crick, premio Nobel per la biologia nel secolo scorso (per la scoperta del DNA) afferma : "Un uomo qualunque, con tutto il bagaglio di conoscenze oggi a nostra disposizione, potrebbe affermare solo che l'origine della vita sembra allo stato presente appartenere all'ordine dei miracoli tante sono le condizioni che dovrebbero trovarsi riunite per poterla realizzare." (ossia la possibilità che un migliaio di enzimi differenti si raggruppino in modo ordinato sino a formare una cellula vivente è dell'ordine di 10 alla mille contro uno).

La meccanica quantistica ha messo in evidenza lo stretto legame tra materia e spirito.     Ora il cosmo appare come un insieme di relazioni. Due forze energetiche possono far avanzare la materia verso lo spirito.     Una forza è il pensiero nel prevedibile; l'altra forza è la preghiera-sofferenza nell'imprevedibile.  La sofferenza è una preghiera in trasparenza: è la forza energetica dello  spirito che riesce a realizzare un imprevedibile. Non a caso, nella seconda metà del secolo scorso, Victor Frankl vedeva il passaggio all'homo patiens. Una nuova malattia dell'anima era emersa : il vuoto esistenziale, la frustrazione per la mancanza di senso. La psicoterapia freudiana (centrata sulla volontà di piacere) e la psicoterapia adleriana (centratta sulla volontà di potenza) non erano più in grado di guarire le nuove malattie dell'anima. 

Ora serve una psicoterapia che dia significato alla frustrazione esistenziale, alla mancanza di significato. Vivere la sofferenza non come una disgrazia, ma come un'opportunità di crescita, significa  salire più in alto con lo spirito.

                                 Don Carmelo Guarini


sabato 3 febbraio 2024

La decisione vitale e il distacco

 Il distacco rende impossibile la decisione vitale oppure ne mostra la trasparenza?

Il pensiero occidentale ha esibito a tal punto la potenza della ragione da cadere in un intellettualismo che si allontana sempre più dall'esistenza. Proprio nella prima metà del Novecento, Husserl (un filosofo) e Teilhard de Chardin (un teologo mistico) presentavano il "mondo della vita" come prioritario (sia ontologicamente, sia esistenzialmente) rispetto al "mondo della scienza". Ma è nel confronto col buddismo e la spiritualità orientale che il pensiero occidentale può riconoscere l'incompiutezza di un intelletto che non vive sino in fondo la realtà esistenziale.

Si può riguadagnare la teoria (contemplazione) attraverso l'esperienza (unificando interiore ed esteriore).  Diceva il maestro zen al filosofo E Herrigel, che stava imparando il tiro con l'arco : "La vera arte è senza scopo, senza intenzione. Una volontà troppo volitiva le è di ostacolo. " Quale sarebbe allora la giusta attesa? "Staccandosi da se stesso, lasciandosi dietro tanto decisamente se stesso e tutto ciò che è suo, che di lei non rimanga altro che una tensione, senza intenzione." Cos'è il distacco dall'io? E' la non-affermazione dell'io. Il maestro zen spiegava al suo allievo, intento a inparare il tiro con l'arco,  il giusto rapporto, l'atteggiamento spirituale tra l'io personale ed il mondo : " Dei colpi cattivi non deve irritarsi, questo lo sa da un pezzo. Impari anche a non rallegrasi di quelli buoni. Lei deve liberarsi dall'altalena del piacere e del diaspiacere. Deve imparare a starsene al di sopra con distacco e indifferenza ..." ( E. Herrigel lo zen e il tiro con l'arco, p. 82)

Louis Althusser (il filosofo marxista autore del Per Marx) confessava a Jean Guitton di essere un filosofo dogmatico, come Spinoza ed Hegel, dogmatici perciò efficaci.  (J. Guitton, Il mio secolo - la mia vita).   Ma si può fare ricorso alla dogmatica per essere efficaci?  E  si può fare ricorso alla morale, per essere efficaci?  Teresa di Lisieux la pensava diversamente : dopo secoli di controversia tra il giansenismo e il quietismo, tra giansenismo e molinismo, ecco il colpo di genio del dottore dell'amore, ossia trasformare la fatica dell'esercizio virtuoso in un gioco. "Lo sorzo senza sforzo" è l'equivalente dell'abbandono : assomiglia più al gioco che alla fatica, o meglio questa fatica è affrontata come un gioco. (J. Guitton , Il genio di Teresa di Lisieux). Per i giansenisti,  la volontà che lotta si sottopone ad uno sforzo che molto spesso soccombe proprio sotto il peso dell'intenzione e della tensione prolungata. Nell'abbandono, un gioco "sforzo senza sforzo", l'efficacia dell'azione è assicurata non dall'io ma dall'Altro, che dona a colui che pratica il distacco.

L'esperienza mistica rivaluta la teologia mistica e le ridona quella dignità spirituale che l'ascetica scolastica le aveva tolto. Il buddismo e la spiritualità asiatica ricordano al pensiero occidentale che la realtà e l'esistenza non possono essere ignorate da una ragione che ha la presunzione di dire tutta la verità, in verità  nascondendosi dietro  tante menzogne.        IL DECIDERE SU UNA QUESTIONE VITALE DIPENDE DAL PENSIERO E DALLA PREGHIERA : "dal pensiero nel prevedibile, dalla preghiera nell'imprevedibile" (come affremava J Guitton in Il secolo che verrà).

                              don Carmelo Guarini


giovedì 1 febbraio 2024

La decisione vitale e la sequela

 Nachfolge  di Dietrich Bonoeffer pone la realizzazione del cristiano nel duplice movimento della chiamata e della sequela. L'espressione di Gesù Signore "Folge mir" (Seguimi) è il primo movimento, ossia la chiamata, alla quale deve seguire il secondo movimento "Eccomi", ossia la sequela.

Le lezioni di Bonhoeffer sulla "sequela" erano dirette ai futuri pastori della chiesa evangelica: proprio nel momento in cui la chiesa sembrava   finire sotto l'oppressione dello stato nazista, il teologo che segue Gesù Signore indica nella croce e nell'ubbidienza al Vangelo e alle beatitudini, cuore del Vangelo, la fedeltà al battesimo e alla comunione dei santi. L'io non si realizza se non divenendo un altro Cristo. L'io non esiste più come individuo isolato; è persona perchè relazione anzitutto con Cristo. Questo è il senso di persona stabilito dai padri della chiesa: ypostasis (relazione), non prosopon (maschera). Riprendere filologicamnete il linguaggio della tradizione teologica non significa soltanto preservare la verità del dono divino; di più occorre fare, ossia tradurre nel linguaggio moderno, ermeneuticamente ed epistemologicamente, la verità che non cambia. Gesù Signore ha detto di sè : "Io sono la via, la verità, la vita". Una vita che non muore, una verità che non cambia, una via che non finisce  nel tempo della storia.

La sequela è una decisione vitale (Beschliess im Leben) che risponde alla questione vitale (Sitz im Leben) che Gesù Signore pone in ogni chiamata. "Cosa stati cercando? In quale situazione ti sei cacciato? O sono stati altri a metterti  in quella situazione che ora senti come un vicolo cieco?": nella chiamata, Gesù Signore invita a "mettere ordine nella propria vita" !  Prima di fare elezione (eligir è il termine che Ignazio di Loyola utilizza per indicare il discernimento), occorre fare un primo passo, ossia rattristarsi (tristar) per il disordine nella propria vita. Questo tristar della prima settimana di esercizi è diverso dal rattristrarsi (tristar) con Gesù Signore partecipando alla sua passione e croce, della terza settimana degli esercizi. Ma la decisione vitale alla chiamata di Gesù Signore alla sua sequela implica un volere far  vivere  non il proprio io individualistico, ma la relazione stretta con la persona di Cristo. Il che significa che la fine della chiesa di Stato (lì Bonhoeffer richiama la riflessione di Kierkegaard) è la nuova opportunità per scoprire il "corpo di Cristo", la "sanctorum communio" che è il legame invisibile della comunità visibile.

L'Io creatore di se stesso è un'idea catastrofica della Modernità. Se  l'io non è posto di fronte alla sua situazione vitale (il Sitz im Leben), non può mettere in atto la decisione vitale (Beschliess im Leben). Non si tratta di inventare, ma di scoprire! Da soli non si trova la propria via; è lo Spirito Santo che valorizza il talento donando un carisma. Un talento senza carisma lo si riconosce dall'esibizionismo. Il talento che si esprime attraverso il dono carismatico dello Spirito non sente il bisogno di dare spettacolo di sè. Gli basta la sequela, che lo fa sentire persona ("Non più io vivo, ma Cristo vive in me") realizzata!

                                          don Carmelo Guarini


martedì 30 gennaio 2024

Autocensura : impedirsi la comunicazione!

Perchè impedirsi la comunicazione?        L'autocensura manca di fiducia nella comunicazione!

 E' vero che l'astrattismo, il razionalismo, ossia l'idolatria del pensiero umano ha condotto il mondo culturale  occidentale a ripetere quella yubris che il pensiero greco aveva individuato come la trasgressione più grave (oltrepassamento del limite o del confine). Filosofia cristiana e teologia scolastica non sono rimasti esenti da questo errore. Nel secolo scorso il padre Teilhard de Chardin aveva denunciato l'astrattismo e il verbalismo nel pensiero cristiano.

"L'io individuale deve smettere di dichiararsi centro di unificazione e di coscienza. E' proprio Dio, il Dio personale, il più profondo centro di coscienza e di unificazione". Così scriveva Thomas Merton, in una breve presentazione del filosofo Zen Kitaro Nishida, ed evidenziando la rivoluzione del buddismo:  " Nishida afferma chiaramente e definitivamente che la più profonda esigenza del cuore umano o l'esigenza religiosa è la ricerca di un Dio personale." In questo il buddismo Zen sarebbe molto vicino alla mistica cristiana e a San Giovanni della Croce, dottore mistico della Chiesa.

La coscienza, per il buddismo Zen, non è conoscenza ma "pura presenza". Daisez Taitaro Suzuki afferma che "lo Zen non insegna nulla; solo ci mette in condizione di svegliarci e di divenire coscienti". E' molto vicino a ciò che Wittgenstein ha affermato in Occidente: "Non pensare, guarda".  Merton fa notare che San Giovanni della Croce aveva proprio affermato nel 1500 che andava spostato il centro di coscienza dall'io individuale al Dio personale presente nella coscienza. Questa operazione, antinarcisista, ma  non demolitrrice della dignità umana, era un avvertimento ad un'epoca che intendeva fare esperienza dell'essere umano, togliendo a Dio la centralità del todo  e del nada. La fede, per Giovanni della Croce, è fare esperienza di Dio nella noche. " Noche oscura, mas que alborada  -  Oh noche que juntaste Amado  con amada - amada en lo Amado trasformada". La fede è cosa diversa dalla visione: il merito della fede, o meglio la conquista che la fede deve compiere è quella di credere nella parola dell'Amato, un credere senza vedere!

Perchè l'autocensura? Perchè impedirsi la comunicazione? Questo fenomeno, che sembra tutto italiano, in realtà riguarda un pò tutto l'occidente europeo, non è assente in quello americano, è evidente nella denuncia che ne fanno i Kikomori in Giappone (il più occidentalizzato paese asiatico). Fa notare Merton : "lo Zen usa il linguaggio contro il linguaggio per demolire quei preconcetti e distruggere la realtà fittizia nella nostra mente affinchè possiamo vedere direttamente." Ora, l'esperienza spirituale asiatica, compresa quella buddista, non è stata verbizzata, ossia non è stata toccata dal Logos (il discorso sapiente); perciò fa più leva sul silenzio, sul gesto che s'impone con la pura presenza. Invece, il pensiero occidentale deve riconoscere di aver profanato il Logos, di aver tolto di mezzo la relazione personale, per mettere al centro l'Io individuale. Giunto al termine del percorso, il pensiero occidentale sperimenta il "vuoto esistenziale", l'Io individuale frustrato, che non potendo più dire "chi sono?", tace, si autocensura, smette la conversazione e la ricerca.   OCCORRE RICONQUISTARE LA FIDUCIA NELLA CONVERSAZIONE e NELLA RELAZIONE!

                                              Don Carmelo Guarini




LA COMUNICAZIONE FRA ANTICO E MODERNO: il fattore umano per l’incontro f...

sabato 27 gennaio 2024

La miseria - La povertà

 La miseria è una sorte avversa, misteriosa!

La povertà è una scelta di vita, luminosa!

Quando c'è una profonda crisi di identità ( e non serve più neanche il principio di non contraddizione per uscirne), è inutile sia il ritorno all'etnia (come oggi avviene dappertutto sul globo terrestre) sia l'esasperazione dei conflitti (accendendo focolai di guerra ovunque).

Il percorso da compiere sarebbe quello non di teorizzare e di moltiplicare discorsi che non risolvono nulla, ma di coltivare relazioni d'amicizia e di perseguire la verità.

Cos'è la verità se non un incontro significativo? Cos'è l'amicizia se non una presenza che rompe l'isolamento? Verità e amicizia sono strettamente correlate! Occorre rimetterle insieme e tenerle strette, ancor più in un tempo di smarrimento e di confusione, di stanchezza ideale a causa delle continue frustrazioni. Ritrovare la compagnia che ridia senso al vivere personale e comunitario è riguadagnare il percorso verso la verità e verso l'amore autentico!

E' vero che la miseria è una sorte avversa, una sventura. Ma non è un destino immutabile; basta ritrovare la via dell'aiuto reciproco. Così si ritrova la cooperazione!

La povertà è una via luminosa, perchè è scelta liberamente e sviluppa la creatività e la cooperazione. In fondo, la concorrenza, che mette fuori gioco il compagno quasi fosse un nemico, fa leva sul proselitismo; tende a formare il gruppo chiuso, il partito che esclude l'insieme. Lo spirito di povertà genera la cooperazione, perchè ha superato invidia e gelosia verso coloro che hanno di più. La cooperazione fa leva sull'amicizia e sull'incontro. L'Io autentico è capace di relazioni non illusorie!

Torna, nel nostro tempo, la vocazione alla vita eremetica, sia quella radicalmente votata alla solitudine, sia quella relativa con il ritorno al piccolo cantro, all'ecovillaggio, ecc.  Non è fuga dal mondo e neppure disprezzo di esso; più semplicemente è una risposta ad una chiamata di vita più autentica. Nell'elezione si realizza la risposta umana alla vocazione divina.

Gesù Cristo ha fatto fare agli apostoli e  ai discepoli l'esperienza della verità e dell'amicizia. Ha detto: "Non vi chiamo più servi ma amici, perchè tutto ciò che il Padre mi ha donato l'ho fatto conoscere  a voi". Ha svelato il segreto della verità e dell'amicizia. Dunque, la verità non si può raggiungerla se non mettendo la propria vita in gioco nel dono.  Ogni volta che doni, ti ritrovi più vicino alla verità. La raggiungerai alla fine della vita, se non avrai smesso di donare!

                                                  don Carmelo Guarini

giovedì 25 gennaio 2024

Confusione e stanchezza. L'oltre!

 Negli ultimi tempi sono in tanti a parlare di decadenza, smarrimento, confusione, di fine  dell'occidente e del cristianesimo. Le descrizioni della situazione non sono proprio inventate: esiste una crisi profonda, che è divenuta sempre più appariscente.    La cosa grave, però, è che questa analisi sembra accompagnata da rassegnazione, da stanchezza: non si prospetta un oltre; non si propongono idee e azioni che diano vita ad un percorso di ricominciamento.

Thomas Merton in una lettera a Erich Fromm, il 18 marzo 1955, scriveva : "Siamo posti di fronte alle conseguenze di vari secoli di riflessione sempre più astratta, di una crescente illusorietà della nostra conoscenza dei valori. (...)  Abbiamo raggiunto una condizione tale da renderci incapaci di apprezzare il significato di vivere, saper pensare, prendere decisioni, amare. Abbiamo carcato tanto a lungo di trasformarci in macchine, che alla fine ci siamo riusciti. La logica conseguenza è la distruzione di ogni cosa."

Stanchezza e rassegnazione di fronte ad un destino irreversibile: il ritorno alla tragedia greca, già prospettata da Nietzche più di un secolo fa, nella modernità e contemporaneità si mescola al comico, perchè da una parte si è rotta la continuità della tradizione e quindi la colpa non è più attribuibile alla stirpe, dall'altra l'individuo è solo di fronte alla propria solitudine, come già aveva acutamente messo in luce Kierkegaard nell'Ottocento. 

A meno che non ci sia un sussulto della coscienza, che consapevole del divertissement che porta con sè il resentement verso la storia e lo spirito, si decida per il ressentissement (la convinzione profonda) che non s'arrende alla crisi e alla decadenza. Il vuoto esistenziale può essere superato ridando valore alla vita, e riaffermando il mondo della vita come primario  rispetto al mondo della scienza (anche quella tecnologica e finaziaria).  Victor Frankl, lo scienziato ebreo sopravvissuto al lager, diceva lo con chiarezza nel suo libro Homo patiens (pubblicato a Vienna nel 1950) : "Di fronte al pericolo di vita e alla minaccia della morte, nel lager, ciò che contava era di ricercare il significato della morte. Lì , il primato del filosofare, come autoconservazione spirituale (nel lager c'erano molti dibattiti filosofici) riceve la sia legittimazione non dal punto di vista intellettivo, ma da quello esistenziale." (pp. 112-113)

La vita, il vissuto, l'esistenza reclamano la giusta priorità anche nei riguardi di un astrattismo che ha invaso tutti i campi (da quello scientifico, a quello politico, non risparmiando neppure l'ambito religioso). Non a caso, Pio XII, nel 1955,  "raccomandava agli psichiatri cattolici di rileggere i libri sapienziali della Bibbia , in virtù della luce che essi gettano sulla psicologia dell'uomo." (citato nella lettera di Merton a Fromm).

DI LUCE ABBIAMO BISOGNO,  PER ILLUNINARE LE TENEBRE DALLE QUALI SIAMO AVVOLTI!

                                         don Carmelo Guarini

sabato 20 gennaio 2024

Affidarsi all'Evento

Affidarsi all'Imprevedibile! L'Evento cristiano è fin dall'inizio storico di Cristo un evento imprevedibile.  Evento dello Spirito nella storia: infatti lo Spirito Santo continua l'Evento Gesù Cristo. 

"L'Europa è il mondo del tramonto dei valori, del loro sradicamento, ma non solo: essa è Occidente in se stessa, e cioè è il tramonto della stessa energia che quei valori manifestava come un positum della propria volontà. L'Europa non appare, alla fine del suo itinerario, da terra a mare, da mare a cielo, come oltrepassamento dei valori, bensì come loro semplice dissacrazione, , e dunque dissacrazione-demitizzazione della stessa pretesa di oltrepassarli. L'Occidente dei valori coincide con il tramonto della volontà di oltrepassamento." (Massimo Cacciari, Geopolitica dell'Europa, 74)

La Wesenschau di M. Cacciari coglieva in quel saggio (1994) la Wirklichkeit (la realtà effettiva) del pensiero occidentale e della storia europea.       La LebensWelt che Husserl aveva opposto alla WissenschaftWelt  offriva non solo al pensiero  l'opportunità di un ricominciare con onestà un percorso profanato. Volgeva lo sguardo all'esistenza. Proprio quello che Kierkegaard aveva rimproverato a Hegel: "il professore assoluto aveva dimenticato l'esistere. La decisione assoluta, che è condizione irrevocabile della scelta, supera la fittizia dialettica della riconciliazione delle idee". Anche Jaspers si poneva all'interno di questo ricominciare, con la sua Grenzsituation (la situazione limite di fronte alla quale l'individuo deve scegliere e decidere, senza essere guidato dal sapere costrittivo della scienza). Ma anche in Heiddeger della Eigentlichkeit (l'autenticità della decisione) : tra velamento e svelamento, tornare alla storia,  in un'epoca sempre più tecnica, significa decidersi per l'autenticità, negli anni dell'indecisione o dell'inautenticità. Non ultimo Wittgenstein: "Non pensare, guarda." Dove il guarda non significa inerzia, ma : prendi la decisione.

La storia come si pone nei confronti del "mondo della vita" e "dell'accadere della verità"? Non si può fondare l'essere nè a partire dal tempo nè a partire dalla vita. La partenza dal fenomeno della vita e dal fenomeno del tempo è gnoseologica, implica la scelta del metodo induttivo, ma la fondazione del tempo e della vita è ancora da indagare e da trovare. Interessante quello che dice Gadamer su Heiddeger: "L'intimo intreccio di velamento e disvelamento gli appariva pertanto come il senso originario della verità  (...)  la verità si rivela come un accadere (Geschehen)" (Il movimento fenomenologico, 75).  Il passaggio dal concetto all'Evento  non è ancora compiuto, ma vede nel "concetto operativo" di Husserl un passo avanti,  e ancora nell' accadere della verità di Heiddeger un altro passo avanti.      Ora tocca alla teologia mistica e profetica cristiana (cattolicesimo e protestantesimo, cristianesimo occidentale e orientale) mostrare che l'Evento dello Spirito continua l'Evento Cristo, imprevedibile l'uno e l'altro, ma proprio per questo capace di riconnettere l'intelligenza alla vita e alla storia, senza dimenticare il fine più che la fine. Affidarsi all'Evento imprevedibile è andare aldillà della relazione euforica e disforica!

                                        don Carmelo Guarini


Corso e percorso

 L'insegnamento è una via dell'ascolto: colui che insegna tiene un corso.

L'esperienza è una via del gusto : colui che fa esperienza compie un percorso.

La riforma protestante è stata soprattutto un'etica. Infatti fa leva sulla coscienza. Lutero, col tema della coscienza, sottolinea una fede che è soprattutto etica. Su questa insisterà Kant: "tu devi"! E' anche profetica: propone il dovere, proprio nel momento in cui esso sta venendo meno.

La riforma cattolica è soprattutto una mistica, una poetica : è un canto in una situazione bloccata. San Giovanni della Croce inaugura un'estetica : hermosura (bellezza) è qualcosa che attrae. Il linguaggio poetico scatena, mette in movimento; è un invito a gustare, a contemplare! Mette in movimento le risorse interiori. In primo luogo suscita il desiderio di qualcuno che metta in moto un progetto. In secondo luogo, la fede nell'altro consente di trovare se stessi. In terzo lugo, la conversazione spirituale spinge lo sguardo verso l'interiorità. 

 Anselmo d'Aosta diceva: un evento più sfugge alla vista, più s'approssima al vero. Difatti, un evento più acquista celebrità, meno avrà gloria.  La celebrità è l'effimero del tempo che passa. La gloria rimane nascosta nel tempo,  viene dopo la morte: l'eterno ha durata.  La mistica è una scienza sperimentale, dirà Surin nel Grande Siècle della Francia. La mistica cattolica dona rilevanza alla profezia protestante-luterana: non sottovaluta la via dell'ascolto (la fede, nella sua crescita, richiede l'insegnamento);    aggiunge però qualcosa di cui non si può fare a meno, l'esperienza personale. 

Etica ed estetica: via dell'ascolto e via del gusto. Non sono due vie che si escludono a vicenda.  L'una non è alternativa all'altra. Piuttosto una via completa l'altra: ognuna dona ciò che manca all'altra. Etica ed estetica: l'esperienza del gustare non esclude la disciplina; l'ascolto del dovere non esclude di gustare una bellezza sempre più grande. 

Per non arrendersi al tramonto dell'occidente (e del cristianesimo), serve la Verhaltenheit (la resilienza o il resistere pensante), come diceva Massimo Cacciari in Geo-filosofia dell'Europa (1994). Io aggiungerei che serve anche la Verlassenheit ( il lasciar andare il tromonto, guardando all'alba): da oriente sorge sempre un nuovo giorno, un'alba nuova. L'attesa è fatta di ascolto e di esperienza. Parlare solo di tramonto può ingenerare depressione! Ci servono i corsi, per svegliare e nutrire l'intelligenza; ci servono i percorsi per non rimanere nell'astrattezza  e  non sorvolare sulla storia e sull'esperienza.

                                           don Carmelo Guarini

                                 

giovedì 18 gennaio 2024

IL DIALOGO, IL DONO, LA RECIPROCITA'

Geo-teologia : una rivoluzione permanente

 Il cristianesimo non è soprattutto tradizione. Senza dubbio non è restaurazione della Legge antica.     E' soprattutto una rivoluzione, è l'Evento imprevedibile Gesù Cristo,      che racchiude nella sua Persona una ousìa divina e una ousìa umana. Evento imprevedibile è stato per l'impero di Roma, per la cultura filosofica di Atene, per l'attesa messianica di Gerusalemme.

Perchè Roma e Gerualemme hanno processato Gesù Cristo? (Il doppio processo narrato dall'abate Ricciotti nella Vita di Gesù Cristo)! Perchè anche Atene ha scartato Gesù Cristo? Noto è il fallimentare kerigma di Paolo all'Aeropago di Atene! Che cosa rifiutavano Roma, Atene e Gerusalemme? Che cosa non attendevano? Che l'amore (Agàpe) prendesse il posto della Legge! Nella Lettera ai Romani, Paolo di Tarso ha messo ben in evidenza la novità del kerigma cristiano: l'amore sostituisce la legge. L'amore non è Eros o Philìa, ossia amore umano, è Agàpe, è amore divino, trinitario e kenotico .      I due misteri fondamentali della fede, doni liberi, non dogmi imposti, sono la novità che lo Spirito dona all'umanità. 

La scienza fa progredire nella scoperta e anche nella manipolazione della Natura (ha rifiutato l'idea di Creazione, per sposare l'idea di Evoluzione indefinita). La filosofia approfondisce il pensiero tra occidente e oriente (accanto all'Europa e all'America, ci sono l'India e la Cina). In Asia, il Giappone e la Corea del sud si sono occidentalizzati per libera scelta; le Filippine hanno intravisto nel cristianesimo cattolico una liberazione dal colonialismo politico, economico, persino naturalistico. L'Asia  è sì terranea, ma aperta sull'oceano Pacifico.  La verbizzazione dell'Asia passa attraverso il silenzio, il nirvana buddista, la pacificazione non violenta. Il Mahatma Gandhj aveva colto il Verbo più in profondità di Mao, che aveva copiato troppo dal marxismo e comunismo di Carl Marx. 

La teologia oggi deve ripensarsi ecumenica e universale: non basta più ciò che ha ricevuto dalla cultura greca; dall'Africa può ricevere lo spirito di comunità; dall'Asia una spiritualità del distacco più che dell'attaccamento che tende alla conquista. La sfida per la teologia cristiana e cattolica è dire con chiarezza la fine del colonialismo, della volontà di dominio, la fine del sistema di potere oppressivo. La rivoluzione permanente che la teologia cristiana deve portare avanti, seguendo le orme del suo fondatore Gesù Cristo (Paolo di Tarso è un discepolo di Gesù Cristo), è la libertà di vivere l'amore reciproco (la relazione agapica e kenotica) nella creatività dello Spirito Santo, che libera dall'oppressione della Legge e dall'incatenemanto del pensiero che si oppone al vivere della vita.

                                        don Carmelo Guarini