mercoledì 7 settembre 2022

La conversione

 Metanoia ed Epistrophé : cambiamento radicale e inversione ad U.

Non ne siamo più capaci? Siamo divenuti troppo sensibili alle emozioni e ai sentimenti? L'intelletto

non è più capace di giudizio non solo severo ma anche misericordioso? Rammolliti nell'anima e nello

spirito!

 Leggendo Il diario di un curato di campagna di Georges Bernanos, si rimane colpiti dal giudizio, non dal

 rigorismo e dalla severità della coscienza, ma proprio dal finale "Che importa? Tutto è grazia."  Per

 attirare la grazia in un'anima tormentata, il curato non teme di dire la verità: "No, non tacerò, signora. 

I preti troppo spesso sono stati in silenzio, e sarei contento se fosse successo soltanto per pietà. Ma la

 verità è che siamo vigliacchi. " (p. 198). Il linguaggio del curato muta: prima diceva signora, ora dice : 

"Figlia mia, non si mercanteggia con il buon Dio, bisogna arrendersi a Lui, senza condizioni." (p. 207)

I cristiani di oggi, in Europa e in America, non so, immaginano Gesù Cristo un eroe tragico, un fallito

che è stato crocifisso dal potere e barattato da un popolo non pensante e non amante. Non credono

davvero alle sue parole: "Io sono la Via, la Verità, la Vita."

Quando si riesce a dire: credo, in questa Parola è il senso della vita, si può anche morire, non c'è altro

a cui correre dietro, non ci sono più programmi da inventare!

Il distacco da se stessi è un percorso lungo ma decisivo, sia nella spiritualità cristiana, sia nel

 buddismo Zen. Come scrive D. T. Suzukj: " ...la coscienza s'accordi armoniosamente all'inconscio. 

La tecnica va superata. (...)  Lo Zen è "la coscienza quotidiana".  (...)  L'uomo è un essere

 pensante, ma le sue grandi opere vengono compiute quando non calcola e non pensa".  (Intr.

al libro di E. Herrigel, Lo Zen e il tiro con l'arco, Adelphi, pp. 11-13).

Un pensiero calcolante non basta più, e neppure un pensiero meditante; occorre un pensiero donante!


lunedì 5 settembre 2022

Affrontement= Fare fronte

 Umberto Galimberti sostiene che oggi l'umanità non è più in grado di affrontare il potere illimitato del

 mercato e della tecnica, perchè si sarebbe creata una  trasformazione antropologica qualitativa.

Ho trovato in Getsemani di Peguy una nota storica che incrocia una trasformazione antropologica:

il Cristianesimo giunge nella storia quando la disciplina (virtù) romana è degenerata in

 imperialismo (malattia mortale), quando la libertà (virtù) greca è degenerata in cinismo (malattia

 mortale), e quando la tenacia (virtù) ebraica è degerata in longevità (opportunismo, che non crede

 più all'atto eroico di colui che  muore giovane per un ideale. Vedi la madre dei Maccabei che esorta il

 figlio più  giovane ad affrontare la morte piuttosto che piegarsi al tiranno che disprezza Dio e le sue

 leggi).

La virtù non è affermazione narcisista; piuttosto consente l'approfondimento della relazione con le 

altre persone,  nel mentre approfondisce l' interiorità del soggetto.

Con il Cristianesimo si realizza quella che il tedesco dice la INWENDIGKEIT, ossia il rendersi

 presente nell'immanenza.  Gesù Cristo è il rendersi presente di Dio nell'umanità! Non si dovrà

 rimandare l'avvento del regno alla vita dopo la morte, ad un futuro regno dei cieli. Ora si potrà vivere

 la vita di Dio, ossia  il comandamento nuovo ("amatevi gli uni gli altri, come Io ho amato voi"),

 che è l'Agàpe, l'amore  trinitario. In questo lo Spirito Santo non è protagonista simbolico, ma

 proprio la Persona che dice la relazione !