giovedì 29 ottobre 2015

Prenditi tempo

Prenditi tempo per lavorare
Prenditi tempo per ascoltare
Prenditi tempo per donare
Prenditi tempo per pregare
Prenditi tempo per imparare
Prenditi tempo per meditare
Prenditi tempo per riposare
Prenditi tempo per cucinare
Prenditi tempo per comunicare
Prenditi tempo per amare .
Prenditi tempo per soffrire
Prenditi tempo per saper morire.



Non è sprecato  il tempo   dedicato a vivere con perfezione il momento presente!

il don

sabato 24 ottobre 2015

Famiglia

Il Sinodo dei Vescovi ha fatto un giusto discernimento sulla famiglia oggi. E' chiaro che la misericordia guarisce le ferite inferte da Satana e da coloro che sono divenuti suoi accoliti; guarisce meglio che il giudizio, che rompe sempre l'unità interna della persona e l'unità con l'altro.




Nella Chiesa, però, opera un criterio diverso da quello che vige nel mondo, nel quale il modello  democratico s'accontenta di una dialettica tra maggioranza e minoranza. Non così nella Chiesa, la quale vede nel modello dell'unanimità lo Spirito Santo all'opera.
La Chiesa non s'accontenta di una maggioranza che decide; puntare all'unanimità vuol dire lasciarsi guidare dallo Spirito Santo : il Suo giudizio deve prevalere sul giudizio umano, fosse pure di una maggioranza. L'unanimità la si potrebbe scorgere  in quel discernimento che assegna alla misericordia il giudizio ultimo.

La famiglia, come Dio l'ha voluta, la si potrà salvare soltanto se si chiederà ad essa un di  più d'amore,      ossia un uscir fuori,           coltivando relazioni con le altre famiglie, ripristinando tra le famiglie l'aiuto reciproco.    "Grazie - Scusa - Prego"   è un buon criterio quotidiano per ricominciare le relazioni sia all'interno della famiglia, sia al di fuori.   il don

giovedì 22 ottobre 2015

Esercizi

Esercizi d'amore ed esercizi dello spirito.
Due esperienze tratte da due testi diversi.
 La prima esperienza la si trova nel testo autobiografico "Consigli e ricordi" di Teresa di Lisieux" : "Quando inizi un lavoro, occorre sempre farlo con distacco, lasciare che le tue sorelle ti diano dei consigli, che eventualmente lo ritocchino in tua assenza e che ti facciano perdere con ciò diverse ore di lavoro intenso, perché il loro gusto non è uguale al tuo. E ancora, se il tuo lavoro così ritoccato perdesse il suo valore, è necessario che tu ne gioisca, perché non si deve lavorare tanto con l'idea di realizzare un lavoro perfetto, ma per fare la volontà di Dio".
La seconda esperienza è tratta dal testo autobiografico "Racconto di un pellegrino" di Ignazio di Loyola (il racconto è in terza persona) : "Tornato la prima volta dalle Fiandre, cominciò a dedicarsi, più del solito, a conversazioni spirituali e, quasi contemporaneamente, dava gli Esercizi a tre, cioè a Peralta, al baccelliere Castro che stava alla Sorbona, e a un basco di nome Amador, che si ospitava a Santa Barbara. (n. 77). Il baccelliere Castro, in seguito, tornò in Spagna, e predicò a Burgos per un certo periodo, poi si fece certosino a Valenza" (n. 78).
In ambedue le esperienze si sottolinea l'importanza del distacco dal proprio io:   fare il proprio lavoro per volontà di Dio, ma con tutto l'impegno e la passione. Nella prima esperienza non si dice che il lavoro non dev'essere ben fatto, ma che bisogna lasciare un certo spazio (quasi un'interferenza) ad altri, perché diano il loro contributo; ciò può rendere quel lavoro più perfetto. Nella seconda esperienza si sottolinea che la ricerca della volontà di Dio non è a proprio tornaconto (portare acqua al proprio mulino), ma alla realizzazione del disegno divino (il baccelliere Castro non entra a far parte dei compagni di Ignazio, ma dei Certosini).
L'esercizio d'amore è  esercizio dello spirito: è nella meditazione quotidiana che si riceve da Dio la luce per rendere ogni lavoro un dono d'amore, e superare quella tentazione narcisista che ricerca l'onore del proprio io ed il possesso sull'altro.  il don

giovedì 15 ottobre 2015

Meditazione

La meditazione quotidiana, nel cristianesimo, ha una lunga storia. Risale ai padri del deserto, e successivamente al monachesimo benedettino e agli ordini religiosi. Si è diffusa anche tra i laici, in epoche diverse.
Nell'ultima parte dell'autobiografia di Teresa di Lisieux, titolata "Consigli e ricordi", ho colto questa sua esperienza, che è di grande aiuto a vivere l'amore reciproco.
E' la sorella di Teresa che racconta : "Tenevo molto a fare il mio ritiro mensile tranquillamente ed era un vero problema scegliere una domenica in cui non ci fosse qualche inconveniente... Suor Teresa del Bambino  Gesù mi disse : "Tu vai dunque a fare il ritiro per avere più tempo libero, per tua soddisfazione? Io ci vado per fedeltà, per dare di più al buon Dio...
Se in quel giorno ho molto da scrivere, per avere il cuore libero, mi sento nella disposizione di spirito di essere disturbata e mi dico : "Quest'ora la dedico al disturbo, lo voglio, ci conto, e se resto tranquilla ringrazierò Dio come di una grazia sulla quale non contavo". Così sono sempre felice".
Ha scritto Jean Guitton, nel libro dedicato al dottore della "piccola via" e "dell'amore", che "Il genio di Teresa di Lisieux" consiste in "uno sforzo senza sforzo", e l'ascesi è presa dentro la grazia mistica,    superando così quel     dualismo "bisbetico"    che i giansenisti avevano tra l'agire umano e l'agire divino.
Hanno avuto ragione tanti giovani d'Europa e d'Occidente ad      andare in India    per imparare la meditazione;     è per questa infatti che si riceve l'unità interiore.            Ma avrebbero e potrebbero ancora trovarla in Europa, se ci fosse un cristiano (prete o laico che sia) ad iniziare gratuitamente a questa pratica. Meditare è ritrovare l'unità della propria vita.     il don

lunedì 12 ottobre 2015

Bisogni e valori

Ha scritto una psicoterapeuta, Paola Magna, in un articolo titolato "Corresponsabilità :
barriere inevitabili ed evitabili"    (rivista Tre Dimensioni , Anno XII, 3-2015)    che occorre distinguere tra bisogni e valori. Si parla di barriere intra-psichiche!

"I bisogni sono forze ego-centriche (non egoistiche) : la collaborazione deve essere gratificante per chi la compie.
I valori sono forze etero-centrate che incitano ad andare al di là della legittima gratificazione personale per tentare ed osare qualcosa che è valido e degno in sé, al di là della logica del ritorno" (p. 298).

Da qui la domanda importante, che riveste il significato di esaminare la coscienza : "Il ruolo che la comunità mi ha dato serve per dare a me un'immagine gratificante o per dare il mio contributo alla crescita comune?".

Altra domanda : la compartecipazione è regolata dal valore da perseguire o dal rispetto di favori reciproci?
False aspettative  e attese reciproche    creano       un clima di scambio commerciale, e questo clima elimina l'obiettivo valoriale che ci si era proposti di perseguire.
Più grande è il valore, più è richiesto di dare a fondo perduto; ma è proprio da una perdita che si riceve un grande guadagno.    il don

sabato 10 ottobre 2015

A proposito di esperienza !

Fare esperienza spirituale, e di Vangelo, e in più comunicarla, è cosa ottima. Occorre però stare attenti a non incorrere nella spettacolarizzazione dell'esperienza!

Nell'autobiografia di Teresa di Lisieux, il "dottore dell'amore", e precisamente in "Consigli e ricordi", si trova questa sua risposta alla sorella che si diceva preoccupata di dover sempre dare l'esempio alle novizie : "Questa è ricerca di se stessi, falso zelo e illusione. Si racconta che un vescovo, desiderando conoscere un santo che godeva ottima reputazione , andò a trovarlo accompagnato dai grandi del suo seguito. Il santo, vedendo arrivare da lontano il prelato con la sua corte, ebbe un moto di vanità; e per questo volendo reagire ed essendosi accorto che dei bambini giocavano all'altalena su un tronco d'albero, ne fece scendere immediatamente uno e si mise al suo posto.   Il vescovo        lo considerò un insensato           e se ne ripartì senza procedere oltre in accertamenti".

L'intenzione vale sempre molto più che l'azione, che potrebbe nascondere un'apparenza menzognera.        Ignazio di Loyola lo dice nella    seconda settimana degli "Esercizi spirituali",    quando si tratta di fare "elezione" ("eligir") :      il terzo grado di umiltà, necessario per fare una buona "scelta", è "preferire di essere stimato stupido e pazzo per Cristo, che per primo è stato ritenuto tale, piuttosto che prudente e saggio in questo mondo".

Comunicare un'esperienza spirituale non è mai mettere in mostra se stessi, ma sempre rinnegare se stessi e dare gloria a Dio soltanto!     il don