domenica 31 gennaio 2016

Furto in biblioteca

Un duplice furto in biblioteca : tre libri antichi( due stampati a Venezia nel 1700); e i numeri della rivista Nuova Umanità (che vanno dal 1980 al 1994). E' un furto per fare soldi o anche un dispetto? Il furto delle riviste sembrerebbe far propendere per questo
secondo aspetto; o forse è solo un depistaggio.
Ad ogni modo, chi ha pensato di poter suscitare in me del risentimento o dell'amarezza, si è sbagliato. Negli anni Ottanta, avevo lasciato nella parrocchia di Sandonaci e di Guagnano dei libri che mi erano cari, perché avevano rappresentato per la mia vita intellettuale ed esistenziale momenti fondamentali di scelta. Ma ho il "privilegio" di riuscire a vivere  il distacco meglio dell'attaccamento : è "uno sforzo senza sforzo", che col tempo è divenuto quasi un atteggiamento naturale.
Naturalmente moltiplicherò la vigilanza per impedire altri furti; ma questi due furti non sono riusciti a togliermi la convinzione che donare è molto meglio che prendere o impadronirsi di qualcosa. Io continuerò a donare, perché ogni persona (ed ogni comunità)  vale molto più delle cose materiali.  il don

giovedì 28 gennaio 2016

Il gioco 3.

Il bello dell'imprevisto e del non-programmato è che si presenta come dono che chiede
di essere riconosciuto. Chi è aperto all'accoglienza, riesce a scoprirvi l'amore dell'altro,
che diviene un dono per me.
In questo post, mi sia consentito di dire qualcosa di personale. Un'esperienza di vita è
sempre "fare un passo avanti", un rimettersi in viaggio, magari dopo una sosta, breve o lunga che sia stata. Dunque : sto facendo esercizi per il recupero della voce, perché il nervo dal quale dipendono le corde vocali, durante un intervento chirurgico è stato toccato. Ieri sono stato molto attento agli esercizi che mi dava la dottoressa: si tratta di vocalizzare (cioè dire le vocali : a e i o u) con toni diversi (acuti, gravi, dolci) in modo
che il nervo e le corde vocali tornino in armonia. Ho pensato: questo esercizio fisico, se lo faccio bene, con perfezione, mi fa nascere dentro il desiderio di fare altrettanto bene gli esercizi dello spirito, ossia vivere per l'Altro e per gli altri. Così questa mattina
mi sono alzato alle quattro, e prima di venire a lavoro e di aprire chiesa e biblioteca, avevo già fatto un'ora di preghiera e due ore di studio. Questa giornata è iniziata proprio bene!  il don

venerdì 22 gennaio 2016

Il gioco 2.

Le misericordie non sono anzitutto le confraternite fiorentine di volontariato (pur riconoscendo che sono le più antiche ad aver soccorso gli ammalati, e che perdurano
tuttora). Le misericordie del Signore sono piuttosto le opere di trasformazione che Dio
compie nella nostra vita.         Le parole di Dio sono, di sicuro, opere e vita.
"Canterò le misericordie del Signore", dice il salmo.
E il libro del Siracide, 18, 16-17 aggiunge  : " Una parola è più pregiata del dono.
                                                                          Ecco, non vale una parola più di un ricco dono?
                                                                          L'uomo caritatevole offre l'una e l'altro".
Nel gioco, e Dio ha giocato creando e ricreando il mondo, non si cerca mai il male dell'altro, anzi ogni dono perfetto ha la leggerezza di un gioco.     Il dono, che è l'espressione perfetta del gioco, non fa pesare la possanza  del potere, né esibisce la potenza della propria immagine.
Se dico : rimetto in gioco la mia vita,     mi lascio guidare dal desiderio di "donare la vita",       abbandono le sicurezze che  paralizzano i sentimenti e l'azione,      dono con disinteresse e rimetto in gioco la vita nel mondo       lavorando per la riconciliazione
   il don

lunedì 18 gennaio 2016

La gioia !

"Non lasciamoci rubare la gioia dell'evangelizzazione! (...)  La gioia del Vangelo è quella che niente e nessuno ci potrà mai togliere".
Queste parole le troviamo nei numeri 83 e 84 dell'esortazione apostolica Evangelii gaudium di papa Francesco. Ci dicono, immediate (in latino), che la gioia è distintivo del cristiano e che la caratteristica della gioia cristiana è "vivere e testimoniare il Vangelo".
Al n. 7 della stessa esortazione apostolica, si mette in guardia di fronte alle possibili frodi riguardo alla gioia : "la società tecnologica ha potuto moltiplicare le occasioni di piacere, ma essa difficilmente riesce a procurare la gioia". Sarebbe a dire : con il Vangelo non si scherza; l'imbroglio non regge (chi paga la tangente, viene coperto; chi non la paga, viene "deriso, ignorato e combattuto". Il Vangelo non  ha bisogno di difensori, perché si difende da sé. Solo colui che lo vive e lo testimonia, diffonde intorno a sé la gioia. Le contraffazioni vengono subito smascherate.
La Chiesa dov'essere  anzitutto testimone e annunziatrice di gioia.
 Ancora nei numeri 83 e 84 dell'esortazione, papa Francesco cita queste parole di G. Bernanos, nel Diario di un curato di campagna : "La Chiesa dispone della gioia, di tutta la parte di gioia riservata a questo triste mondo. Quel che avete fatto contro di essa, l'avete fatto contro la gioia". Colui che deride, ignora o combatte la Chiesa, distrugge in sé stesso la gioia e se la fa rubare da Satana.  il don

lunedì 11 gennaio 2016

Il gioco !

"Una sola cosa è in gioco : ciò che m'interessa".
 Nella prima opera della sua trilogia, intitolata Vorspiel (zur o vor ?) Theologie,      il vescovo-teologo Klaus Hemmerle introduceva il gioco (= preludio ) in un discorso "serio" qual è quello teologico. Ma in maniera molto rilevante e pertinente : di gioco pulito si deve trattare!         Un gioco che sia fatto con parresia (in trasparenza) e con   umiltà, come dirà papa Francesco ai padri sinodali (nel 2015), i quali avrebbero dovuto aiutare e accompagnare le famiglie contemporanee in quel difficile lavoro di discernimento dello spirito, tra le tante voci mediatiche e non, che stordiscono e confondono, impedendo la scelta giusta. Un gioco senza violenza, senza pressioni; un gioco che sia amare!        Giocare : come fa notare Piero Coda, nell'articolo sul nuovo "stile di pensiero" proposto da Klaus Hemmerle, il vissuto lo si trova meglio nel verbo (che dona il senso del movimento) che nel sostantivo; dunque, lo "stile di vita" fa tutt'uno con lo "stile di pensiero". Nella terza opera della trilogia di Hemmerle ,        titolata Leben aus der Heinheit,  vengono in rilievo, come fa notare ancora Piero Coda (nella rivista SOPHIA, anno VII, n. 2 - 2015),              la preposizione aus (da) e   l'avverbio Miteinander (= interrelazione reciproca ).        La preposizione aus indica l'origine e/o la provenienza del giocare e del vivere e del pensare, ossia non da se stessi (fosse anche una comunità), ma dal "terzo", ossia nell'unità "kenotizzata" tra l'ingenerato ed il generato.
Un'esperienza recente per raccontare il "gioco di Dio" : una sera della settimana scorsa avevo spento il computer e stavo chiudendo la chiesa, quando vedo una fiamma nella biblioteca; un corto circuito stava provocando un incendio; ho avuto appena il tempo di spegnerlo. In questa settimana ho rifatto l'impianto elettrico nella biblioteca, ma il Signore Dio aveva avuto la delicatezza di mandarmi  i soldi per questa spesa non prevista prima che glieli chiedessi !            Rimanendo nella volontà di Dio, ho potuto prevenire l'incendio e pagare il nuovo impianto senza fare debiti.      Io "continuo a giocare" !   il don