martedì 27 dicembre 2016

Il gioco

Il gioco lo guido, ma non sono giocato.
Questo dovrebbe poterlo dire ogni persona fisica ed ogni persona giuridica. Se la persona fisica cade vittima del "cretinismo economico", viene giocata, ma non è più in grado di guidare il gioco. Lo stesso vale per la persona giuridica: se il sindacato si lascia comprare dalla mafia cinese o da quella russa, finisce per farsi giocare, ma non guida più il gioco.
Per guidare il gioco, occorrono due cose almeno, o forse tre. Primo: mantenere la libertà nei confronti del denaro (la dignità della persona vale più del denaro, perciò non ci si lascia comprare). Secondo: il "bene relazionale" vale più del denaro ( trasparenza e lealtà valgono più non solo di ciò che si può guadagnare, ma anche di ciò che si può perdere). Terzo : per mantenere il gioco libero e trasparente, occorre dare fiducia e ricevere fiducia; e il guadagno risulterà più grande della perdita.
Nel gioco, costi e ricavi mostrano quanto impegno si è investito nei sentimenti e nei pensieri. Un ricavo chiede sempre un alto costo; altrimenti è un bluff
       il don

sabato 17 dicembre 2016

Il dono della vita

La vita donata è sacrificio della propria vita.
E' "ecclesialmente scorretto" parlare di "perdita" della vita nel tempo di Natale?
Il messaggio di Aldo Moro, al di là di ogni retorica sdolcinata (come si usa fare nel
periodo di Natale), è che l'impegno più grande è donare la vita sino in fondo, ossia saperla perdere perché sia pienamente ricevuta.
L'impegno è quello che sa guardare al presente e al futuro, e non si smarrisce nella retorica di una commemorazione del passato. I fatti insegnano: le Brigate Rosse vennero allo scoperto,  quando uccisero Aldo Moro e il vicepresidente del CSM Vittorio Bachelet a Roma, il sindacalista  Guido Rossa a Taranto e il giornalista Walter Tobagi a Milano.  Apparve allora con chiarezza che il  disegno eversivo delle BR era contro il proletariato e contro il popolo italiano.     Lo Stato, seppure in ritardo, decise di rispondere alla dichiarazione di guerra e vinse il terrorismo! Siamo grati alle forze dell'ordine che mostrarono lealtà alle istituzioni democratiche e del diritto.
Diceva il cardinale Carlo Maria Martini che abbiamo più bisogno di "cristiani pensanti" che di "cristiani devoti", quando questi ultimi non sapessero affrontare con intelligenza e coraggio, con mitezza e umiltà, le violenze della vita e della storia.
          il don

venerdì 2 dicembre 2016

INVITO

                         Giovedì  15  dicembre  nella Chiesa dell'IMMACOLATA   ore  19
             Lettura di brani dal libro  "IL sogno e la visione"  di don Carmelo Guarini
                          DIALOGO con i presenti (che potranno intervenire con libertà).
                  Modera il prof. dott. Alessandro Distante, presidente dell'ISBEM.
                  L'autore  interverrà per chiarire analisi  e prospettive, partendo
dall'idea che un libro non si    presenta,  ma si legge e si discute.

               La Fondazione Biblioteca Ecclesiale dona il libro ai presenti come
                                       regalo di Natale.

                                 

mercoledì 30 novembre 2016

Inizio

Ricominciare è il nuovo inizio, non è la fine!
Se qualcuno mi ha salvato, io stesso posso salvare altri.
Se ho ricevuto una luce, posso donarla a mia volta.
Se qualcuno mi ha dato fiducia, anch'io posso infondere fiducia.
Finisce un mondo vecchio, fatto di stereotipi e di corruzione; nasce un mondo
nuovo che vuol vivere di fraternità e di amicizie autentiche.
Narrazione di futuro, non di declino, ci serve!
Ieri ero entrato in un bar per prendere un caffè. Si è avvicinato un giovane uomo e mi
ha detto: non mi riconosce? Io sono stato suo allievo di religione, trent'anni fa...Io sono quello a cui lei diede uno schiaffo, ero in una classe discola! Rispondo: le ho fatto male? Adesso non lo farei più! Dice: Ma no, sa che mi ha fatto bene quello schiaffo? Dico: ma non ci credo! Davvero? E gli raccontato di quando avendo meno di dieci anni, avendo rubato dei soldi in casa, mia madre mi prese e mi diede tanti colpi con una cinghia di cuoio. Gli ho detto: sono stato grato a mia madre per avermi corretto. Mi ha presentato la moglie e ha voluto ad ogni costo offrirmi un caffè. Chi lo avrebbe mai detto che Dio si ricorda di una buona intenzione, coprendo una cattiva azione,  a trent'anni di distanza?
Finisce un mondo, ma c'è sempre l'inizio di un mondo nuovo.    il don

sabato 26 novembre 2016

Attesa

Qual è l'attesa salutare, ossia quella che dona la salute nella sua pienezza?
Non è quella del nevrotico ossessivo, che rimanda di continuo la scelta, forse  perché
non ha raggiunto ancora la consapevolezza che nel proprio inconscio "l'Io ideale" (che non è l'Ideale dell'Io) è affetto da narcisismo.
L'attesa salutare è quella che sa cogliere il "kairòs", ossia il momento in cui si viene visitati dallo spirito, il quale chiede di rimettere in gioco la propria vita.
La preghiera rimette al giusto posto l'idolatria del lavoro e la meritocrazia pelagiana e giansenista.
La sapienza e l'intelletto fanno cogliere ciò che viene prima (ciò che è primario) da ciò che viene dopo (ciò che è secondario). L'amore viene prima di tutto : amare se stessi e l'altro come Dio ci ama! Il dono viene prima di tutto, non l'avere o il possedere!
Si guadagna soltanto ciò che si sa perdere : quando crollano tutti i propri progetti, quando i propri desideri si rivelano irrealizzabili, rimane nel campo da gioco soltanto l'Altro e gli altri. A loro ci si può dedicare appassionatamente!   Con "indifferenza appassionata", ossia con attaccamento (attachèment) e con distacco (détachèment), direbbe il padre Teilhard de Chardin.
Buona attesa e  buon Natale, anticipatamente!    il don

venerdì 18 novembre 2016

Il limite

Non si deve confondere tra limite e confine.
Il confine è uno spazio che appartiene a tutti i confinanti; al confine si può costruire un muro oppure si può lasciare libertà di transito, ma rimane comunque uno spazio.
Il limite è uno spazio-tempo interiore che dev'essere riconosciuto, perché non mi conduca nell'illusione dell'onnipotenza e poi non  mi butti nella delusione di una depressione-impotenza.
Questo nostro tempo ci ha fatto perdere il senso dei confini e ancor più il senso del limite, per la dimenticanza  e\o la derubricazione della legge e del padre.
Non si può giungere all'oltre della legge e al superamento dell'abbandono del padre, se prima non si è fatta esperienza della legge e dell'onnipotenza del padre.
L'amore, che è l'oltre della legge, consente al figlio di riconquistare il "nome del Padre" se fa esperienza del padre non più come padrone ma come generatore di vita.
Il padre, che genera e rigenera di continuo la vita, sa porre al figlio, nell'esperienza che questi fa del limite, il senso dell'abbandono del padre, per la conquista di una vita autonoma rispetto al padre.
Unità e distinzione tra padre e figlio possono sussistere, se è lo spirito a renderli uniti e distinti.      il don


venerdì 11 novembre 2016

La svolta

La svolta, non la deriva : questo è  sogno di futuro!
La democrazia elettiva non basta più. Inventiamo una democrazia partecipativa!
Ci sono dei buoni segnali che vanno in questa direzione, ma occorre coltivare le
relazioni  (più dialogo interattivo, meno insulti), coltivare il pensiero (con la lettura,
le conversazioni, lo scambio culturale tra mondi diversi), coltivare il dono invece del possesso (accorciando le distanze tra ricchi e poveri, in quanto facenti tutti parte della comunità umana, come dice il card. Barbarin).
La figura di  "riconciliazione" ricrea, teologicamente ed esistenzialmente, l'unità tra cattolici, protestanti e ortodossi: è lo Spirito del Figlio e del Padre a rifare Una la Chiesa.
L'umanesimo voluto, nella modernità, dagli illuministi, supera ora l'emarginazione della fede, della forza energetica che la fede mostra nel superamento dei conflitti e della costruzione dei muri, aprendo la speranza ingegneristica di costruire ponti che sappiano resistere a terremoti e alluvioni.
La scienza e la fede possono tornare ad interagire : attività e passività insieme per vincere la paura del dolore e della morte. La politica torni umilmente ad imparare dalla scienza  e dalla fede!    il don

mercoledì 9 novembre 2016

Tutti sceriffi?

Gli americani vogliono essere tutti sceriffi: ognuno con una pistola in tasca e un fucile in casa.
  Non possono essere un modello per l'Europa, che, dopo aver vissuto tanti secoli oscuri di guerre e lotte tra regni e nazioni, ha compreso da un po' di decenni che la cultura può creare la pace, e che tutte le energie  è meglio spenderle nella ricerca per salvare vite, piuttosto che in armamenti per distruggerle.
Bisogna prendere le distanze dai guerrafondai, che siano americani o cinesi, che siano nordcoreani o islamisti radicali, ...  egualmente qualunquisti sono!
L'industria delle armi continua ad essere troppo fiorente, mentre per la ricerca sulle malattie e sulla fame nel mondo si continua a spendere pochissimo, quasi niente al confronto. Diceva, quasi un secolo fa, il padre Teilhard de Chardin: "Non avranno ragione i nostri nipoti a dire che eravamo dei barbari?"
il don

La deriva populista

Chi ha vinto negli Stati Uniti d'America?
Non ha vinto Harvard, né  Princeton. Ha vinto Halloween, cioè la "festa delle zucche vuote", l'America "qualunquista", pragmatica, senza idee sul futuro.
Attenzione Italia! Attenzione Europa! Attenzione alla deriva populista!
C'è un qualunquismo che avanza: le idee dominanti sono il carrierismo ed il cretinismo economico, e l'ignoranza. 
   Il pensiero, la storia, la vita si vorrebbe appiattirli sul presente : un futuro senza valori, lasciato in balia dell'anarchia.
  Vince l'uomo di successo, quello che ha fatto soldi, il prepotente che ha sgomitato,
quello che col denaro  compra tutto...
Attenzione ebrei, cristiani, islamici,   alla formazione delle coscienze : il futuro dell'umanità sulla terra dipende da quanto la cultura mostrerà di essere più dell'ignoranza, da quanto la diplomazia saprà  farsi valere rispetto all'uso brutale della guerra e delle armi, da quanto i valori e gli ideali sapranno affermarsi sull'opportunismo del momento!     il don

lunedì 7 novembre 2016

L'ipocrisia

L'ipocrisia, la doppia faccia (che è il segno  esteriore della doppia vita), è ciò che Gesù Cristo ha combattuto senza tregua. Ma proprio i dottori della legge (scribi e farisei), e i sacerdoti, erano accusati dal Signore di ipocrisia. Non i lontani, non i Romani (il loro peccato era l'oppressione, il dominio, non l'ipocrisia),     ma proprio i membri del Sinedrio.
Nei Vangeli e nelle lettere di Paolo troviamo le testimonianze delle pratiche ipocrite (non esclusa la collusione col potere politico, quando essa risultava funzionale agli interessi di quello o di quell'altro dottore della legge). Non per niente Paolo ha creato una teologia per demolire l'idolatria degli  "erga nomou" (le opere della legge) e ribadire che la  novità cristiana consiste nella fede (pistis) e nell'amore (agape).
In Italia si chiede più trasparenza per combattere mafia e corruzione (perciò sono state create una Procura nazionale anti-mafia e un'Autorità nazionale anti-corruzione). Ma anche nella Chiesa ci dovrebbe essere più trasparenza (quante coperture sono state poi scoperte!), più sincerità, meno ipocrisia!    il don

sabato 5 novembre 2016

Perdita e guadagno

"Perdi tempo a giocare coi tuoi figli" : papa Francisco conosce bene il valore economico di "costi e ricavi". Non puoi guadagnare se non sei pronto o pronta a perdere qualcosa. Il tempo è amore anzitutto, poi c'è anche il guadagno.
"Se metti amore, troverai amore". Se in testa hai solo il fare soldi, o il lavoro, o il divertimento, non troverai mai relazioni autentiche.
Se i figli li abbandoni a se stessi, se non li ascolti (soprattutto quando sono adolescenti e l'ormone dell'autonomia li prende interamente), se non divieni capace di perdere tempo con loro, ti renderai responsabile del fallimento della loro vita.
C'è negli adulti un certo individualismo, un pensare soprattutto a se stessi, un tenersi lontano dalle situazioni difficili e complicati, che fa pensare. Siamo diventati troppo pragmatici, e abbiamo perso la passione per un ideale, per una causa per cui lottare.
Torniamo a incontrarci, a chiedere e offrire aiuto, non vergogniamoci dei nostri limiti e degli sbagli commessi. Siamo tutti in cammino; e ognuno può migliorare se stesso anche grazie alla fiducia e al coraggio che riceve da un altro e dalla comunità.
Invece di distruggere, costruiamo!  Ieri ho chiamato un pittore per far ridipingere il muro sporcato dalle "zucche vuote". Mi ha commosso, perché non ha voluto che gli pagassi il lavoro; e non era certo Berlusconi! Forse aveva capito che non ero tanto arrabbiato per ciò che i ragazzi avevano fatto alla mia porta e al muro, quanto perché li vedo camminare senza meta e senza ideali per tante ore della sera e della notte.  il don

giovedì 3 novembre 2016

Le zucche vuote

Hallowin: festa delle zucche vuote! Porte e muri imbrattati di uova: un divertimento fine a se stesso, senza uno spiraglio di "vita comunitaria"!
Ricordando due grandi italiani, nel giorno dei defunti, il presidente Cossiga (il picconatore) e Marco Pannella (il provocatore),         mi viene da dire :
la provocazione si assume l'onere di  rompere il muro dell'indifferenza, dell'omertà e del menefreghismo!
Troppo poco abbiamo curato l'accompagnamento dei ragazzi e dei giovanissimi: in famiglia, a scuola, al catechismo. Dalle nostre chiese, dai corsi ai sacramenti, non sono usciti cristiani, ma pupazzi. Siamo rimasti al metodo nozionistico, alle prediche generiche, ai consigli inutili. Avremmo dovuto, noi educatori, imparare il metodo olistico, quello che si occupa dell'incontro tra persone, perciò offre messaggi chiari, dà testimonianza di vita, ma prima di tutto si pone in ascolto delle fragilità e trova insieme il modo per superarle. Una generazione di adulti, cresciuta senza grandi ideali e senza passione per la comunità, ripiegata su interessi individualistici e di parte, ha fallito nel tirar su le nuove generazioni.  E adesso vorremmo anche ricevere i complimenti? Non è meglio che qualcuno ci richiami alle nostre responsabilità?  Le cause?
Carrierismo, cretinismo economico e ignoranza hanno fatto la "santa alleanza"!
 Più provocatori per scuotere gli indifferenti!    il don

sabato 29 ottobre 2016

Il dialogo interattivo

Cos'è il dialogo interattivo?
E' la parola, ricevuta e donata, ascoltata e comunicata, che  diviene azione.
Il colloquio è soltanto uno scambio di informazioni, di idee, di cose della vita quotidiana.
Il dialogo ha un'ambizione più grande: vuole produrre o creare l'effetto di agire insieme; perciò dev'essere interattivo, cioè deve sviluppare la pre-comprensione (eliminando il pregiudizio), deve rinunciare al proselitismo (alla conquista dell'altro) e lasciare all'altro la sua piena libertà, deve donare il meglio della sua esperienza e del suo sapere.
Il padre Teilhard de Chardin, nel piccolo trattato "Sur le Bonheur" (Sulla felicità), anno 1942, invitava a      "incentrarsi" (felicità di crescere),     decentrarsi (felicità d'amare, uscendo fuori di sé),    super-centrarsi (felicità di adorare).
 La generosità ha un effetto dirompente rispetto a ciò che si può ricavare da un brevetto: si fa  la scoperta e la si dona per il bene del popolo; non si perde niente, anzi si riceve come  ricompensa una sorpresa!
Il dialogo interattivo : ognuno costruisce il discorso sulle parole dell'altro (non polemizza, non si contrappone, non confligge). Il conflitto crea divergenze; il dialogo crea l'incontro.      E dall'incontro può svilupparsi l'azione comune!   il don


venerdì 28 ottobre 2016

La scoperta

Ho scoperto nel mio paese un luogo di cultura, non di affari (business).
Qualcuno potrà dire : è come la scoperta dell'America o come l'uovo di Colombo!
C'era già quel luogo, anche prima che lo scoprissi tu!
E' vero, ma sia l'Occidente, sia l'Oriente lo ignoravano!
E dove sarebbe questo luogo di cultura?
Si tratta di un luogo molto vicino al popolo: il Convento dei Cappuccini, nel quale L'ISBEM, ai nostri giorni, fa cultura.     Vicino al popolo, come i Cappuccini e fra Cristoforo, di manzoniana memoria!
Ieri sera ho fatto un'esperienza di dialogo interattivo, nell'auditorium dei Cappuccini, dove l'ISBEM lavora per trovare talenti e farli crescere.
Cos'è il dialogo interattivo?
Hai presente quando si litiga e ognuno tira per sé un interesse, una convenienza qualsiasi?  Ieri sera, lì, c'era altro, c'era il paradigma del dono!
E sai quando il paradigma del dono funziona? Quando si vive la reciprocità!
E' l'inizio di una collaborazione seria: meno male che la cultura si afferma da se stessa,
e non ha bisogno di propaganda!   Grazie al prof. Distante e a tutti coloro che ieri sera mi hanno fatto vivere questa bellissima esperienza.   il don

martedì 18 ottobre 2016

INVITO

                               Giovedì 27 ottobre, dalle ore 19 alle ore 21
                               presso la sede dell'ISBEM,
                      al Convento dei Cappuccini,  in via Reali di Bulgaria, Mesagne,
  Seminario di studio, sul tema "Un nuovo umanesimo generato dalla coscienza collettiva".
Dialogano il prof. Vitantonio Aresta e don Carmelo Guarini, partendo dal libro su Teilhard de Chardin "Esperienza scientifica ed esperienza mistica ...", lasciando
spazio e tempo per le domande.
Il libro sarà offerto in dono dalla fondazione "Biblioteca ecclesiale" di Mesagne.
L'ingresso è libero e aperto a coloro che intendano approfondire l'argomento e fare
un'esperienza di dialogo tra scienza e spiritualità.
Si ringrazia il prof. Alessandro Distante e l'ISBEM per il dono dell'ospitalità e l'attenzione alla crescita culturale nel territorio.

domenica 16 ottobre 2016

Più Vangelo

Più Vangelo ("buona notizia") significa più cultura, più chiarezza, più formazione (se non ti piace quella ricevuta in famiglia, a scuola, al catechismo ,  ... fattene una da auto-didatta), più dono, più giustizia. Più Vangelo significa anche più preghiera (lotta come "agonia" del Getsemani), meno chiacchiere, più studio e più lavoro fatti bene, più verità e meno ipocrisia (la doppia faccia), più trasparenza e meno menzogne, più rispetto della legalità e meno corruzione, meno avidità e più condivisione.
Mi è piaciuto il gesto e la parola che quel   vescovo pensante    ha detto ai ragazzi, andando in una scuola : "spegnete televisione e cellulare, e studiate, perché i poteri forti vi vogliono ignoranti e schiavi"; e io aggiungerei : "vi vogliono zombi, bulli e pupazzi; non vi vogliono cristiani, perché conoscono la forza dei cristiani veri, quelli che non si piegano al potente, al corruttore che ricatta, al mafioso che minaccia e crea un paese di omertosi.  
Più Vangelo e meno ipocrisia : significa appunto più lotta contro l'ignoranza delle leggi, delle regole condivise, del pensiero, per non "fare come fanno tutti", "per non dire quello che tutti dicono". Pensa con la tua testa, ragiona, decidi, concludi, senza lasciarti condizionare dai cattivi consigli, ma dopo aver studiato il problema e trovato la soluzione giusta.  Non ci può essere misericordia senza giustizia.       Gesù ce lo ha insegnato, e il Vangelo ce lo ricorda quando ha mostrato al sinedrio (casta sacerdotale) e agli intellettuali  (i sadducei  cortigiani  dei Romani; i farisei cortigiani di Erode ...) "dottori della legge" divisi in correnti,           la loro ipocrisia (avidità di ricchezze, carrierismo e fame di potere, comodità nell'adeguarsi alle mode e ai modi comuni di agire ...).   Lo Spirito Santo non ispira cortigianeria, ma percorsi contro corrente ... 
     il don

mercoledì 12 ottobre 2016

Umanesimo!

Troppa aggressività. Troppa violenza verbale e fisica. Poco rispetto per le leggi e le regole. Troppa tolleranza conduce verso l'anarchia e il narcisismo esasperato.
La cura della persona e della comunità :    occorre     un impegno più grande nella formazione delle coscienze, nello sviluppo dell'imparare a pensare, nell'insegnare non
col metodo nozionistico ma con quello olistico.
Il "cretinismo economico" ha relegato in un angolo, ha buttato in un cestino il mondo dei valori.      Chi si è arricchito, magari rubando ed estorcendo, è divenuto molto arrogante : pretende di dettare la legge della giungla, dove il più forte uccide e mangia.
Educare, formare, testimoniare : non sono valori del passato; bisogna reinventare il metodo, ma non si può buttar via il rispetto dovuto ad ogni persona, la trasparenza nei comportamenti e nelle parole. E' urgente un nuovo patto tra le agenzie educative: la famiglia, la scuola, la parrocchia. Diceva Michel De Certeau, già 40 anni orsono, che "l'istituzione vira verso l'amministrazione". Una previsione che si è realizzata!
La catechesi parrocchiale dovrebbe dare l'esempio, rendendo più rilevante la formazione: far uscire cristiani dal percorso, non pupazzi. Ricominciando ad assimilare e mettere in pratica il "documento base" del 1970.     il don

Umanesimo!

Troppa violenza. Troppa aggressività. Poco rispetto per le leggi e le regole. Troppa tolleranza conduce verso l'anarchia e il narcisismo esasperato.
Educazione, formazione sono considerate cose di altri tempi; oggi ognuno può fare quello che vuole.        Senza la fatica di imparare a pensare, ognuno può dire tutto quello che gli passa per la testa;       senza la fatica di insegnare, si pretende che ognuno cresca spontaneo. 
Il "cretinismo economico" ha fatto dei miserabili arricchiti,   presuntuosi che buttano nel cestino i valori: non si ha più cura né della persona né della comunità. Il metodo nozionistico (che non dà risultati) dev'essere sostituito dal metodo olistico, ossia la formazione integrale della persona e la valorizzazione della comunità.
E' necessario un nuovo patto  tra le agenzie educative: la famiglia, la scuola, la parrocchia!       Michel De Certeau, più di 40 anni orsono, aveva affermato che  "l'istituzione vira verso l'amministrazione".     Una previsione che si è realizzata, purtroppo;         tutti si sono "adeguati" (come il grano che si adegua alla macina), pochissimi sono quelli che hanno resistito  al cretinismo economico e alla distruzione dei valori.
La catechesi parrocchiale potrebbe tornare rilevante e dare l'esempio, ossia da essa potrebbero uscire cristiani e non pupazzi; ma bisognerebbe tornare a studiare e mettere in pratica il "documento base" del 1970 (CEI).   Parroci e catechisti ne avranno volontà e coraggio?        Un nuovo umanesimo non s'improvvisa!              il don

lunedì 10 ottobre 2016

Elaborare il lutto

Lo scandalo dei preti pedofili, l'imbarazzo della "servitù dei beni ecclesiastici", l'indifferenza dei preti e dei cristiani di fronte all'irrilevanza della catechesi nella
formazione della vita cristiana : tutto ciò interpella non solo la coscienza del Papa ma quella di ogni cristiano.
Ma nessuno abbandona la casa, quando è in fiamme; semmai mette ogni energia per salvare tutto il salvabile.
Il "nestorianesimo" è una tentazione ecclesiale da superare. 
Scrive Alessandro Manenti, in un articolo intitolato "La mala chiesa", sulla rivista   TRE DIMENSIONI (anno XIII, 3\2016, ed. Ancora) : "Dunque, è da rifiutare un certo nestorianesimo che considera la chiesa fatta da due realtà non solo distinte ma separate: da una parte una chiesa che amministra soldi, ha uffici e dipendenti, interloquisce con gli altri stati ... dall'altra una comunità di quelli che credono , che pregano, che hanno fede, che vivono la carità ...".
Elaborare il lutto significa potere continuare a considerare la chiesa la propria casa!
Regno di Dio e incarnazione umana della chiesa non possono essere separate, perché formano un tutt'uno, come nel Gesù storico è presente Dio-Figlio, ossia Dio e Uomo.
La Chiesa: Una Mistica Persona, non due, ma nell'incontro tra la dimensione divina e la dimensione umana.
Il cristiano che vive il Vangelo non abbandona la chiesa perché deluso dagli scandali, dall'indifferenza, ecc.; semmai accresce il proprio impegno per migliorarla.   il don

sabato 8 ottobre 2016

Il carrierismo

Scrive uno psicologo: "La correzione fraterna è improponibile per chi è in fase di ascesa".  Colui che è tutto preso dal fare carriera, non si occupa di nient' altro, né del proprio mondo interiore, né dei bisogni e dei desideri dell'altro. Vive nell'incantamento della propria immagine da migliorare, perché sia ancor più venerata. Finisce per perdere la cosa più preziosa: la vita come dono.
La correzione fraterna la sa apprezzare colui che è in continua ricerca, nello sforzo quotidiano di migliorarsi e di migliorare coloro che sono accanto, nella tensione di raggiungere quel modello che è        "Via, Verità, Vita".
La passione per un Ideale, la visione di un mondo a colori, la scoperta straordinaria della bellezza di un essere umano "dal volto sfigurato": tutto questo il carrierista non lo vede e non lo sente;   e  non s'accorge neppure del male che fa a se stesso e a chi lo avvicina.
 "Per cambiare, ho bisogno di te" : ho bisogno della tua correzione, per conquistare ciò che ni manca. Questo può dirlo soltanto colui che  vive per donare gioia al tu e sa dirgli: "grazie, perché mi fai più umano".  L'Io solo muore di solitudine.   il don

lunedì 3 ottobre 2016

La voce interiore

Troppa critica produce gli stessi effetti della troppa accondiscendenza: moralismo ipocrita!
Un modo di parlare e di agire massificato somiglia molto agli atteggiamenti
ipercritici di un disimpegnato:
 sia l'uno che gli altri evitano quello star soli con se stessi che è all'inizio
di ogni risveglio interiore.
La troppa ragione degli illuministi ha suscitato la richiesta delle ragioni del cuore:
è la voce del cuore che reclama, in questo tempo, la sua parte per la soluzione dei tanti
problemi che affliggono il singolo e la comunità.
Cosa dice la voce interiore ?   Ama, incontra: rompi gli schemi di ogni chiusura, apri al
diverso, lascia il giudizio, non chiedere l'utile per te, và incontro al desiderio dell'altro.
Il metodo nozionistico è finito da tempo; ora non s'insegna nulla se non dopo aver imparato dal cuore, facendo esperienza del mistero nascosto in ognuno.
La testimonianza più grande: la gioia più grande non è nel denaro ("il come è più del
quanto"), non è nella carriera (ti preclude l'incontro sincero e profondo), non è nel potere (ti rende arrogante, lasciandoti ignorante), non è nell'immagine (ti illude che
hai centinaia di ammiratori); la gioia più grande è nel dono che costa la rinuncia a te stesso. Non diventi te stesso se non perdendoti. La pienezza della vita ti viene donata
non se entri a gamba tesa, ma solo se cammini in punti di piedi.     E' la bellezza della danza!         il don

venerdì 30 settembre 2016

Il teatro delle marionette

Marionettentheater, dicono i tedeschi!
Pupazzi, burattini, marionette sono sinonimi.
Il fatto è che quando uno o una, finalmente, arriva alla carica di presidente o direttore, di dirigente o di capitano, acquista il dominio e perde il senso del servizio.  Ma, in  questo caso non si può dire che la perdita sia un guadagno.
"La perdita è un guadagno" soltanto quando  l'esercizio del "saper perdere" è allo stesso tempo esercizio del "saper donare".   Il servizio non è dominio!
La perdita non è più un guadagno, quando non c'è "un essere uomo che cammina solitario" ( attenzione,  Romano Guardini diceva appunto solitario, non "malato di solitudine"), ma c'è un pupazzo o una pupazza che impazza bullismo, comportamento e linguaggio massificati, omologati, non liberi e responsabili.
Servizio è accostarsi all'altro con rispetto, in punti di piedi ( non a gamba tesa), sapendo parlare e fare silenzio, dicendo la parola giusta e compiendo l'azione che costruisce la relazione.  Divino non è troppo umano, ma più che umano!
Troppa arroganza, troppa prepotenza s'accompagnano sempre all'indifferenza  e all'ignoranza. 
Resistere all'arroganza e all'ignoranza è fare cultura, oggi.  Proprio il contrario del teatro delle marionette.     il don

venerdì 23 settembre 2016

Colmare l'abisso!

C'è un abisso spirituale e intellettuale che è più difficile da colmare di quello materiale tra ricchi e poveri. L'incomprensione, la distanza di cultura e di esperienza tra santi e peccatori: un abisso che diviene incomunicabilità.
Eppure l'abisso, sia quello materiale che quello spirituale, può essere superato dallo stesso atto: il dono!
Se sei santo, devi scendere, abbassarti, non salire. Se sei peccatore, devi cercare di uscire dal pantano, riconoscendo i tuoi errori.  In ogni caso, devi donare!
Se ti senti tutto preso dal tuo sogno o da un tuo progetto, devi guardarti attorno e fare qualcosa con disinteresse.
Se consideri il tuo tempo, denaro, devi perderne un po',     dedicandoti non ad un ulteriore guadagno,    ma all'ascolto, alla comprensione, alla comunicazione che non offende (come nel caso del bullismo o dello stalking) ma che cerca cuore e trova ragioni.
Colmare l'incommensurabile che c'è tra il sublime e l'abisso è possibile: Teresa di Lisieux diceva che l'amore più che un sacrificio, è un gioco, ossia "uno sforzo senza sforzo". Voleva dire che l'amore è vero, quando ti fa male, quando ti costa; altrimenti non vale niente!      L'amore dona sempre, non pretende mai: è il segreto per colmare l'abisso!    Tu sei un dono per me, ma accetta il mio abisso! Io sono dono per te, perciò accetto il tuo abisso!  Voglio parlare chiaro anche a me stesso!   il don

Parliamoci chiaro!

Lo Spirito Santo è assolutamente l'esegeta che spiega il vangelo meglio di qualunque dottore in teologia. Francesco d'Assisi, per aver vissuto il Vangelo alla lettera, sine glossa, ha trovato nello Spirito Santo la "voce della Verità". Se Gesù è la Verità (Egli stesso lo ha detto di sé), lo Spirito Santo è colui che l'attualizza, ossia la rende presente qui e ora dove il metodo dell'amore reciproco è praticato. Agostino d'Ippona diceva che il "comandamento nuovo" è il "testamento nuovo", è "il canto nuovo", è la "vita nuova".  Questa non s'affida ad una magia o ad un'esperienza esoterica, chiede una pratica.   Ma qual è la prima cosa che chiede, come il fondamentale che precede ogni altra domanda e  risposta? Il Noi : Tu e Io.  Tu cosa mi chiedi? Aiutami a farmi santo! Io cosa ti chiedo? Altrettanto: aiutami a farmi santo! Tu ed Io chiedono la stessa cosa! E' per la stessa domanda, e per la stessa risposta,     che    diviene possibile l'effetto dell'amore reciproco, ossia l'unità. 
Sbaglia colui che ritiene la teologia il pensiero del passato! Quando la teologia nasce dal vissuto, è una luce per il presente!
Se predicazione e catechesi non provocano cambiamenti, è perché non illuminano.  Nella comunicazione due cose sono necessarie: la chiarezza del messaggio e l'ascolto.
Parliamoci chiaro: nessuno può negare che l'urgenza di oggi   è    la confusione,     il disorientamento, la mancanza di luce.        Di chiacchiere ce ne sono troppe!
  Allora: doniamo luce!      il don

mercoledì 21 settembre 2016

Adulazione!

Adulazione è un'arma che conoscono bene sia quelli che hanno già fatto carriera e sono saliti nella scala del potere e del denaro, sia quelli che stanno ancora salendo.
Nella comunicazione, il messaggio chiaro e trasparente è ciò che si aspetta la persona che non persegue secondi fini.         Nostro Signore Gesù Cristo lo aveva detto con chiarezza:  "il vostro parlare sia sì sì, no no. il di più viene dal maligno".
E' difficile ingannare con l'adulazione colui che è attento alle parole del Vangelo e alla voce ermeneutica dello Spirito Santo.     Se vuoi, provaci, ma non ne ricaverai nulla!
La comunicazione      s'imbastardisce       quando i messaggi diventano contorti, contraddittori, quando l'adulazione appare evidente.
I bei discorsi non incantano più nessuno: una certa capacità critica l'abbiamo tutti, e si vede subito quanto la parola corrisponde ai fatti, o viceversa quando i fatti smentiscono le parole dette.
"Chi fa la verità, viene alla luce" : è ancora il Vangelo  a proclamarlo:  Non abbiamo bisogno di esegeti, sofisticati e raffinati; ci servono predicatori che facciano vedere la Verità del Vangelo nella testimonianza della vita quotidiana (cioè, parole e opere).
Direi : più umani, prima di apparire  più divini!    il don

domenica 18 settembre 2016

La risata 2.

Ancora una risata, ma che  non sia una frittata!
Parliamo questa volta di preti manager, cioè di quelli che si sono improvvisati
imprenditori, facendo debiti e mutui presso le banche. Perché mai?  Per assicurarsi
una stabilitas in quel luogo, oppure perché fare con le pietre è più facile che lavorare
con le persone umane?
Parliamo anche di preti cortigiani, i carrieristi, per intenderci, quelli a cui non importa
molto il destino del popolo, la crescita umana, intellettuale e cristiana delle persone, tutti intenti come sono nel perseguire la loro carriera.
Che diremmo infine dei preti investigatori, tipo don Matteo? Non sono una novità: Chesterton, col suo padre Brown, aveva dato una figura  umoristica ma ben dosata
tra il materiale e lo spirituale. Come diceva Papini, Chesterton ha portato una nota
di allegria nella nostra spiritualità che sa più di giansenismo che di francescanesimo.
Sarebbe un guaio se tanti padre Brown cominciassero a mettere in piazza non solo le magagne della società ma anche quelle che sono dentro la chiesa? Sarebbe un bene forse: meno rane che scoppiano per il troppo gonfiarsi, e   più formiche che lavorano  in squadra.     Speriamo in tempi migliori. Ma ci sarà ancora bisogno dei preti, al di là del culto?        il don

sabato 10 settembre 2016

La risata

La risata è bella,    purchè non sia una frittata!
Ridiamo un po' dei preti!  Ne combinano di belle e di brutte, a colori!
Un prete si è specializzato in diritto canonico. Sai perché? Per avere un ministero col
portafoglio!
Un altro prete si è licenziato in teologia morale.  E perché mai?     Per fare la morale
agli altri!
Un altro prete si è laureato in teologia dogmatica.   E perché proprio quella?   Perché
aveva in mente di diventare vescovo!
Caspita, Carmè, e tu perché si sei addottorato in teologia spirituale?
 Attenzione che adesso il discorso si fa serio, e la risposta non sarà una barzelletta.  
Ma vuoi proprio sapere perché teologia spirituale m'interessa così tanto?  Perché, essendo e riconoscendomi peccatore, non ho perso però la speranza della conversione!
Ecco il perché : non dispero di divenire finalmente cristiano!
Ma tu sei ancora deciso a rimanere un pupazzo?     il don

venerdì 9 settembre 2016

Effetto bumerang!

L'effetto bumerang rende molto bene il senso dell'andata e del ritorno:

ti ritorna ciò che hai donato!        Se doni il negativo, il giudizio, la critica,
il chiacchiericcio; se ignori dapprima, poi se deridi, ecc.   ... ,   è quello
che riceverai di ritorno.          Non è molto difficile da capire;   anzi, tutti lo 
possono sperimentare.      Se ingaggi una guerra, ci saranno morti ammazzati
da una parte e dall'altra.       Se fai il gioco sporco, non ci guadagnerai niente.

Se doni fiducia, questa riceverai, se non dagli uomini, da Dio!     Se doni senza interesse, non ti farai un problema se ti ritorna o meno la gratitudine umana; avrai
comunque lavorato per una causa più grande!  Di una cosa puoi esser certo : donare non è mai invano! La guerra, il gioco sporco, l'ipocrisia portano la distruzione senza
ritorno di bene; lì è l'avventura inutile, come quella dell'invidioso che ha già perso la
battaglia col proprio cuore!     il don

venerdì 2 settembre 2016

Azione cattolica 2.

Chi ha distrutto l'Azione cattolica nella diocesi dei Brindisi?


Sono passati trent'anni da quando, tradendo la scelta religiosa
e identificandosi in un'azione politica, la dirigenza diocesana,
invece di rilanciare evangelizzazione e missione, finì nel pantano
e ci portò dentro gli impegnati parrocchiali.
Non intendo fare nomi né tantomeno rivolgere accuse a questo o a quello.
Potrei farlo: i nomi li conosco, e le accuse potrebbero essere precise.
Ma preferisco fare un'analisi ad un certo livello, senza scadere
nella calunnia e nel pettegolezzo. Però parliamoci chiaro, senza ipocrisie!
Quando, sia i vescovi sia tanti parroci della diocesi hanno sconfessato certe
scelte considerate  più politiche che religiose, non ci si dovrebbe nascondere
dietro il paravento di "associazione che collabora con la gerarchia" per
giustificare azioni  che non sono in linea né coi documenti conciliari, né con
gli insegnamenti dei Papi, e tantomeno con una testimonianza coerente  del
Vangelo.  Quali frutti spirituali di "conversione" ha portato in diocesi l'Azione
cattolica negli ultimi trent'anni? Alcuni, che sono anche insegnanti di religione
(ma i ragazzi e i genitori sanno che di religione cristiana non insegnano niente,
e quell'ora di religione è una perdita di tempo ... ), ritenendosi coperti dal "marchio
doc  A.C.), hanno sfidato parroci e militanti di lungo corso dell'Azione cattolica, per
far passare una linea politica, comunista e per certi tratti marxista, piuttosto che dare
voce e azione a quel documento programmatico di papa Montini, cioè la Populorun progressio. Mentre la chiesa latino-americana faceva propria quell'enciclica e dava un'impronta cristiana alla propria chiesa, liberandosi della colonizzazione degli intellettuali marxisti europei, la dirigenza diocesana dell'Azione cattolica di Brindisi credeva  ancora nel sogno messianico del comunismo e non si aggiornava
neppure su ciò che scriveva Althusser (il teorico marxista più rinomato in occidente)
su Le Monde "Quello che deve cambiare nel P.C.F" (anno 1978).
Vittorio Bachelet nel 1980 testimoniava la "scelta religiosa" non solo con la grande professionalità di docente di diritto e giudice, ma soprattutto col "dare la vita". Ed è tutto!
il don

Arte

Al Castello di Conversano  una mostra, che ho visitato, su Giorgio De Chirico. La visita ad una mostra d'arte  è sempre un'esperienza che rigenera, dentro, il senso del mistero, della poesia, dell'oltre.
Una città che prende a cuore l'arte, Conversano. In una chiesa, dove non si tiene più il culto, veniva  allestita un'altra mostra di pittura.
Insomma, Polignano a mare e Conversano sembra che abbiano investito davvero in cultura!
Qui, nel Salento di mezzo, la cultura non va al di là della discoteca, della serata di
musica leggera in piazza, del torneo di barzellette, del chiacchiericcio e del bullismo!
Ma non sarà il caso di fare anche noi più arte, più pensiero (non cultura di facciata, cioè quell'allestimento ibrido di divertimento e di una bella "mangiata"), più comunicazione autentica?
Lancio la sfida. Vediamo chi la raccoglie!   il don

giovedì 1 settembre 2016

Azione cattolica

Chi ha distrutto l'Azione cattolica nella diocesi di Brindisi?
Negli ultimi trent'anni, la dirigenza diocesana ha condotto
l'Azione cattolica diocesana in un pantano: i vescovi e tanti
parroci della DIOCESI hanno sconfessato le scelte più politiche
 che religiose compiute dalla dirigenza. 
 La "scelta religiosa", che Vittorio Bachelet aveva fatto propria,
testimoniandola con la grande preparazione professionale di
docente di diritto e di giudice, e ancor più col "dare la vita", non
con chiacchiere improvvisate, non è stata presa sul serio qui da noi!
Tanti si pavoneggiano del marchio doc di Azione cattolica, ma, invece
di far conoscere il Vangelo e la Populorum Progressio di papa Montini,
hanno dettato tesi politiche di sinistra, già superate persino da un teorico
riconosciuto come Louis Althusser, che nel 1978 pubblicava su Le Monde
una serie di articoli sul tema "Quel che deve cambiare nel P.C.F.".
Mentre la chiesa latino-americana prendeva le distanze dagli intellettuali
marxisti europei, liberandosi così della colonizzazione culturale del vecchio
continente (vedi l'intervista a Methol Ferré , Il papa e il filosofo), qui da noi si facevano gli occhi dolci  alla politica. Il Vangelo non lo leggevano e non lo
spiegavano neppure a scuola, quegli insegnanti di religione che pure si vantavano
 di appartenere all'Azione cattolica.
Per non scadere nella calunnia e nel chiacchiericcio,  non faccio nomi (però li
conosco). Il discorso voleva essere di altro livello. Ma Nostro Signore ha voluto
lasciarcelo scritto: "Dai frutti si conosce l'albero", perché ci ricordassimo che l'amore
e il rispetto della persona umana viene prima di tutto, ed il povero va aiutato coi propri soldi, non con le chiacchiere di un bel discorso!   il don 

venerdì 19 agosto 2016

Insieme per il bene

Insieme per il bene di ognuno.
Ognuno si avvicini all'insieme, perché l'insieme possa promuovere
il bene di ognuno.
A volte non bastano né l'umiltà né l'obbedienza!
San Bernardo predicò la crociata, per obbedire al papa di allora.
San Francesco d'Assisi si presentò disarmato dinanzi al Sultano.
Gioacchino da Fiore, pur facendo parte, per un certo tempo, della corte
papale, e pur invitato a predicare la crociata, con l'aiuto dello Spirito Santo
riuscì a svignarsela. Sarà stato per questo motivo che la Congregazione dei
Santi ha consentito ad aprire il processo di beatificazione per l'abate di Fiore,
dopo otto secoli dalla sua morte?
Se umiltà e obbedienza non bastano, la guida che lo Spirito Santo offre, basta
per ognuno e per l'insieme.  Oggi, Gioacchino da Fiore  potrebbe dire di aver
obbedito al papa e alla curia romana, e allo stesso tempo di aver evitato di predicare la crociata grazie alla luce dello Spirito Santo.
Chi si ferma alla ricerca dell'identico ha la malattia dell'io; chi s'inoltra nel dialogo
col diverso, sta perseguendo l'insieme, il bene di tutti. Non ci si può accontentare
di molti consensi, fossero pure milioni, si deve tendere all'unanimità : ecco l'insieme.
il don

lunedì 15 agosto 2016

Spionaggio

Nella chiesa si dovrebbe vivere l'amore reciproco, l'aiuto reciproco.
Non si dovrebbe mai suscitare spionaggio, perché vedrebbe  subito nascere,
come risposta, un contro-spionaggio.
Perché mettere ulteriormente in difficoltà un laico, una laica, un prete?
Se anche facessero delle critiche, non si dovrebbe correggerli con carità?
Se anche qualcuno o qualcuna opponesse resistenza, non si dovrebbe
risolvere tutto nella carità e nella verità?
La pratica dell'ammonimento reciproco è stata sempre, nella chiesa, un'opera
di carità e di verità; ma dev'essere compiuta faccia a faccia, dal vivo. Così scomparirebbe quell'idea che ci si è fatta delle sacrestie e della curia diocesana
come luoghi di maldicenze  e di chiacchiere.
Organizzare uno spionaggio, poi, per "punire e sorvegliare" chi ha sbagliato, richiama
il Panopticon di cui ha parlato Michel Foucault, la formazione di quei luoghi come le carceri e gli ospedali psichiatrici,  che sono il segno dell'emarginazione sociale e dell'incapacità  di recuperare le relazioni.
Trasparenza, relazioni autentiche, vangelo vissuto : si sa che tutto questo può disturbare i "carrieristi", e ce ne sono ancora tanti nella chiesa, sia preti sia laici!
Ma, se non vivi il vangelo che cristiano sei? Sei un pupazzo!    il don

sabato 13 agosto 2016

Una catechesi vera

Questa è la sfida presente per la chiesa: formare cristiani secondo il Vangelo, perché dal catechismo parrocchiale non escano più pupazzi, e perché l'insegnamento di religione nelle scuole pubbliche sia anzitutto una testimonianza spirituale e intellettuale.
Ma che dire, senza fare nomi, se un insegnante di religione mette incinta una o due ragazze, poi crea difficoltà ai preti, dietro mandato del vescovo?  Cose successe in passato, ma possiamo sperare che non succedano più?
Questa la chiami testimonianza evangelica? Non ci si dovrebbe, invece, aiutare a Vivere il Vangelo?
Senza trasparenza la chiesa non potrà mai conquistare il mondo!
 Senza il vangelo vissuto, nessun nuovo umanesimo sarà credibile!
               il  don

Il culto della personalità

In una realtà sociale come la nostra, che si gioca tutto sulla visibilità e sull'apparenza,
il cristiano dev'esser attento a non perdere l'essenziale, quell'invisibile agli occhi di cui
parla Saint-Exupery, nel suo romanzo "Il piccolo principe": "L'essenziale è invisibile agli occhi".
Perciò, furbetto, sii "mite e umile di cuore" (come ti chiede il Vangelo), e non fare le opere di misericordia per "essere lodato dagli uomini" e dalle donne, "hai già ricevuto
la tua  ricompensa". 
Non è poi così difficile dar da mangiare agli affamati, ma con i soldi degli altri, non con i propri!
E non è un gran merito mostrarsi impegnato nel lavoro, fosse pure quello di chiesa, ma
come quel sacerdote e quel levita così occupati nel proprio culto da non avere voglia e
cuore di accorgersi di ciò che chiede l'urgenza del momento.
Opere di misericordia, come "istruire gli ignoranti" e "consigliare i dubbiosi" ce le siamo dimenticate o non le abbiamo mai considerate; ma se ci pensiamo bene, sono l'urgenza del nostro tempo, e se le pratichiamo come si deve, ci attiriamo più nemici che amici. E non dovremmo farlo per paura di essere criticati e per amore di comodità?
    il don

martedì 9 agosto 2016

Chi siamo?

Domande!
Siamo cristiani o siamo pupazzi?
Come usciamo dal catechismo parrocchiale?
Cristiani o pupazzi?
E dalle feste patronali come ne usciamo?
Più cristiani o più pupazzi?
Siamo liberi e responsabili, oppure pupazzi del
grande burattinaio che tira i fili?
Sappiamo opporre resistenza al "cretinismo economico"
oppure siamo  omologati nel "consumismo usa e getta"?
Siamo capaci di produrre o soltanto di consumare?
Siamo all'altezza di mantenere una posizione relazionale
oppure creiamo merce di scarto?
Siamo ad una svolta o alla deriva?
Domande, domande, ancora domande...
più che risposte!    il don

sabato 6 agosto 2016

Le passioni

Sono tempi difficili per le passioni ideali. Non si è disposti a correre rischi, ad impegnare tempo ed energie per trasformare  tutto il marcio che c'è intorno. 
Abbiamo scarseggiato sia nella passione per la conoscenza, accontentandoci di un'istruzione approssimativa e parassitaria; sia nella passione per la decisione,
 per cui le scelte sono state di pupazzi e non di persone consapevoli.
La passione per la conoscenza è passione per la verità e lotta alla menzogna, ad ogni espressione di menzogna.
La passione per la scelta libera e consapevole richiede di  uscire dall'intruppamento, dalle mode che uccidono l'interiorità della persona.
La "via americana" dei consumi "usa e getta" ha lasciato in campo solo il godimento
immediato, uccidendo il desiderio e la passione per un ideale.

Purchè non c'illudiamo che questi sono tempi facili: saremmo accecati due volte!
Non si va mai incontro alla delusione, se con caparbietà non si cede al ricatto. Rimettere in gioco la vita è molto meglio che vivere di sicurezze!  il don

sabato 30 luglio 2016

Il libro

Il libro conquista il nemico, non vincendo ma convincendo!
Ed è proprio così che supera  la prova del fuoco, dell'acqua, del tempo
e dei contenuti, che sono sempre nuovi e mai gli stessi, grazie al feeling
tra l'autore ed il lettore. Quando l'autore ha scritto non per se stesso ( per
un motivo narcisistico), ma per i lettori che desiderano capire la storia e
l'umanità del proprio tempo, affida il libro ad una bottiglia di vetro e la lancia
in mare, e può darsi che l'acqua, il tempo, le cose scritte facciano alleanza affinché
il papiro non vada perduto.
All'autore non importa il successo, come al lettore importa trovarvi un valore (che sia
anche bellezza).
Per l'uno e per l'altro, è l'incontro che dischiude la conoscenza. Nel mercato delle
idee, come nella fiera delle religioni, la profondità del messaggio viene colta con
chiarezza dal lettore o dall'ascoltatore quando chi ha parlato ha dato trasparenza alla testimonianza.
Tornare alla storia e all'umanità, e  non essere costretti, per farsi capire, ad usare parole volgari, luoghi comuni, modi di dire e di sentire logori e consunti.
Se la passione è tenuta alla larga, perché troppo coinvolgente in un progetto come in una relazione, si può ripartire da più lontano, dal gioco. Ricominciare da quel : "una sola cosa è in gioco: ciò che m'interessa", e poi giungere finalmente a quel : "la cosa decisiva, nel gioco, è il dono", come diceva Klaus Hemmerle in "Preludio alla teologia". Dio vuol giocare!          E noi torniamo a noi stessi e agli altri, giocando.
Quale lettura più seria?   il don

sabato 23 luglio 2016

Il dono dei libri

Il dono in concreto.
 In questo Post parlerò del dono dell'Altro, che è l'altra faccia del dono di sé. L'uno e l'altro sono un "donare la vita", ma mentre nel dono di sé si mostra soprattutto il dare, nel dono dell'Altro ciò che viene mostrato è soprattutto il ricevere!
E lo farò a partire da un evento concreto (perché di evento di tratta, più che di un fatto): due sacerdoti amici hanno donato una parte consistente della propria biblioteca privata (centinaia di libri) alla Biblioteca Ecclesiale.
Il dono in concreto cosa mostra?
Non tanto un oggetto materiale. Anche! Mostra soprattutto un'amicizia, un aiuto reciproco, un condividere il lavoro di approfondimento intellettuale e spirituale, un esercizio di stile sinodale addirittura.
Il dono in concreto cosa dona?
Un pezzo di storia, un'esistenza costruita insieme. Il che non dice solo la gioia della  vicinanza, ma anche la sofferenza  della distanza. E non parla solo di conquiste e di soddisfazioni comuni, ma anche di fallimenti e sconfitte personali, le quali sono però le vittorie di Dio.
La lettura di un libro non è mai un ritrarsi in solitudine; al contrario, alimenta le sorgenti del dialogo e della vita nella comunità. Certo, c'è libro e libro : quello che ripete come un manuale il già detto, e quello che fa intravvedere il non detto, affinchè la verità e la vita possano essere dette nella novità, non nella ripetizione.
E' arrivato il momento di superare quella moda, che è stata degli ultimi decenni: la presentazione del libro (come in altri tempi fu di moda la conferenza; e in altri tempi ancora il congresso). Un libro si legge, non lo si presenta. Semmai dopo averlo letto, lo si può discutere, per accorciare le distanze nella relazione. Tra i libri donati, ne ho trovati alcuni rari (non dico quali, per evitare che li rubino), che conserveranno la loro attualità in un domani lontano. Buona lettura e buona discussione! E non sarebbe un incontro profondo e interessante?  il don

mercoledì 20 luglio 2016

W l'ignoranza!

L'ignoranza crea molti mali: lo attestano, pur da prospettive diverse, sia la psicologia sia la spiritualità.
Prendiamo il caso dello psicotico: il suo vero problema è trovarsi diviso, nella relazione con l'altro, tra narcisismo e antinarcisismo (bassa stima di sé). Lo psicotico
rimane letteralmente paralizzato, quando, nella relazione, uno dei due atteggiamenti prevale sull'altro; mentre dovrebbero, paradossalmente, rimanere in equilibrio.
Il caso della personalità bordeline rivela una mancanza di valutazione tra l'interno e l'esterno. Bordeline significa mancanza di confine. Il bordeline non conosce il proprio interno, ma sopravvaluta la conoscenza esteriore che ha degli altri. In realtà non è che conosca gli altri; semplicemente è teleguidato dalle voci che sente, dai giudizi altrui. Per cui, non solo sbaglia valutazione sugli altri, ma questa sopravvalutazione esterna lo conduce a scelte sbagliate riguardo al proprio mondo interiore.
Il paranoico, invece, manca di concretezza; a lui servirebbe  una persona che non solo gli presenti l'ideale, ma anche che gli mostri la concretizzazione di esso.
Nella spiritualità, si può tastare l'io profondo, quando si riesce a distinguere tra l'errore ed il peccato. Il santo soffre più per il peccato commesso che non per l'errore. Il peccatore, invece, soffre più per l'errore che non per il peccato. La differenza non è da poco. La psicologia lo spiega: si soffre, anzi a volte si cade in depressione, per un errore, cioè per essersi lasciati ingannare dalle circostanze o dalle persone; quì gioca chiaramente un moto narcisistico, ossia non si accetta di essersi lasciati imbrogliare.
Nel peccato, invece, c'è il riconoscimento di aver davvero sbagliato: c'è dolore per il male compiuto liberamente, ma si riesce a conservare la dignità pur nella vergogna. C'è nel DNA dell'essere umano l'amore alla libertà e alla verità; ma senza l'amore dell'Altro  e all'Altro, non diviene né libero né vero!
L'ignoranza ci rende pupazzi, ma non ci fa né liberi, né veri!  il don

martedì 12 luglio 2016

Festival del libro

Non è per fare propaganda, ma per comunicare un'esperienza positiva, che dico qualcosa sul festival "Il libro possibile", tenutosi dal 6 al 9 luglio a Polignano a mare.
Intanto la cornice : il centro storico che ha ospitato la manifestazione è  ben tenuto ed è  stato restaurato con attenzione ai dettagli.
Per quattro sere, ogni mezz'ora, si sono succeduti coloro che presentavano libri, nelle piazze del centro storico, due più grandi e tre più piccole. Presenze di pubblico e partecipazione : la cultura torna di moda, quando c'è una buona organizzazione; soprattutto colpisce il fatto che si torna ad utilizzare il tempo libero in maniera intelligente, dedicando tempo al "voler capire", ad approfondire, a trovare gli strumenti adatti di pensiero per offrire il proprio contributo alla crescita civile, intellettuale e sentimentale della comunità.
Giunto alla XV edizione,      Il libro possibile ,     con la proposta che fa di lettura, approfondimento e discussione, è un invito ad un miglior utilizzo del tempo libero.
In fondo, la proposta culturale non dev'essere per forza noiosa e bacchettona; può diventare, invece, qualcosa che stuzzica la curiosità, spinge verso fonti energetiche in grado di far crescere la personalità e le relazioni.
Quando ci si ritrova al bivio, bisogna scegliere dove andare : l'orientamento ognuno lo trova da sé, ma non devono mancare le opportunità per decidere e interagire.
il don

lunedì 11 luglio 2016

Ancòra!

Il vincitore si gode il trofeo della vittoria. Lo sconfitto non ha perso il desiderio  della relazione.
Il primo finisce nell'entropia. Il secondo è in attesa del nuovo che non finisce.
Chi punta sul successo materiale, incassa tutto quello che dovrà lasciare. Colui che si gioca la vita sui "beni relazionali", raccoglie il tutto che non si deteriora.
Il destino umano è la verità : ogni uomo e ogni donna lo porta scritto nel cuore e nell'intelletto. Alla coscienza non si può mentire, neppure quando è stato fatto in massa un lavaggio di cervello.
Si può accettare ogni sconfitta,  senza arrendersi ai presunti vincitori!
Aspetta che la verità faccia il suo percorso.      Nel frattempo, mettiti a fare e a dire qualcosa di buono.         E lasciali dire chiacchiere e sciocchezze :  saranno queste e quelle a giudicarli, infine! 
il don

domenica 10 luglio 2016

La sconfitta

La vittoria tutti la amano: lo si vede dall'euforia con la quale la si accoglie.
E finisce col portare all'esaltazione, la vittoria!
La sconfitta la si accoglie malamente, non facendo attenzione al messaggio che porta.
Violenza, aggressività, bullismo e populismo sono cresciuti proprio grazie alla disattenzione nel cogliere le sconfitte. Le quali possono dare una svolta alla vita se ci si prende cura della vita interiore e intellettuale. Il cuore e la mente non sono organi biologici soltanto; sono guida per i sentimenti e le idee.
Siamo ormai abituati a classificare le persone tra perdenti e vincitori. Per carità, nessuna invidia per coloro che accumulano trofei di vittoria, anche perché essa
s'accompagna non di rado alla superficialità, all'omologazione, all'accodarsi dietro un "unico padrone", all'ipocrisia, alla mancanza d'incontro autentico, all'incapacità di donare davvero, al perseguimento di un interesse, al narcisismo, ...
Ma chi sono davvero i vincitori? I carrieristi, gli arrampicatori, gli opportunisti, i mai sazi di soldi e di medaglie, di coppe e di applausi. Provate a conoscerli : sono sempre all'attacco, con tutti i mezzi, e non s'accorgono neppure del male che dicono e che fanno... Vi vogliono sempre dalla loro parte, ma non sono mai dalla vostra se non con l'inganno.
Un perdente ha bisogno di molto tempo per elaborare le sconfitte e per donare luce. Lasciamogli tempo e respiro per ritrovare la vita, dopo tanta morte!

venerdì 8 luglio 2016

Personalità

La lettura di due testi potrebbe aiutare a comprendere  la costruzione della personalità ed il suo relazionarsi nella comunità.
Il primo libro è : "Uno psicologo nei lager", il racconto autobiografico di Viktor Frankl, uno psichiatra e psicoanalista di Vienna, discepolo di Freud e della psicoanalisi, rinchiuso nei lager nazisti, perché ebreo. La scoperta dell'interiorità (l'amore per una persona o una causa) nel lager ha portato Viktor Frankl a ritenere che il "vuoto esistenziale" (malattia  della psiche, ancora oggi) possa essere superato non tanto dal fare (spesso alienante) quanto da un vivere per amore. Scrive: "Non ha senso solo la vita attiva, nella quale l'uomo ha la possibilità di realizzare dei valori in modo creativo...  la vita conserva il suo senso proprio nel modo in cui l'uomo si atteggia di fronte alla limitazione del suo essere." (p. 116) E ancora : "Dal modo in cui un uomo accetta il suo ineluttabile destino ..., dal modo in cui un uomo prende su di sé la sofferenza come la "sua croce", sorgono infinite possibilità di attribuire un significato alla vita, anche nei momenti più difficili" (p.117). Il vuoto esistenziale può essere superato dallo sviluppo di una ricca vita interiore.
Il secondo libro è : "I gruppi d'incontro" dello psicologo americano Carl Rogers. In questo testo si può cogliere la risposta a due mali del nostro tempo : il primo è la "disumanizzazione crescente della nostra cultura, nella quale non conta la persona"; il secondo male è che abbiamo raggiunto un benessere che ci consente o di sprecare il tempo libero a disposizione oppure di prestare attenzione ai bisogni psicologici (emozioni e sentimenti) (p. 17). Nel gruppo può realizzarsi il cambiamento che ogni persona desidera, cioè  migliorare i propri sentimenti per avere migliori relazioni con gli altri. Scrive Rogers : "quando riesco ad accettare (nel gruppo) il fatto di avere molte deficienze e molte colpe, di fare molti errori, di essere ignorante quando dovrei sapere le cose, di avere dei pregiudizi quando dovrei essere di spirito aperto, ... allora imparo molto di più, anche dalle critiche e dall'ostilità, e mi sento più disteso e più vicino a tutti" (p. 114). Vivere la comunità comporta approfondire le relazioni, in modo da non escludere nessuno dal proprio orizzonte di vita.    Il don

sabato 2 luglio 2016

La gloria

Non avevo mai pensato che gloria e spirito potessero essere considerati sinonimi. Eppure, leggendo la XV Omelia di Gregorio di Nissa sul Cantico dei Cantici, si trova, nel finale, l'identificazione tra doxa e pneuma.
Cito:  "Lo Spirito Santo viene chiamato gloria; chi conosce il vangelo non rifiuterà questa interpretazione, basta che ricordi le parole del Signore: "La gloria che tu hai data a me, io l'ho data a loro".  Veramente ha dato ai discepoli questa gloria colui che disse loro: "Ricevete lo Spirito Santo". Il Signore che si rivestì della natura umana ricevette questa gloria che aveva da sempre prima che il mondo fosse e dopo che questa natura venne glorificata mediante la presenza dello Spirito, consegna lo Spirito della gloria ad ogni uomo che gli è familiare, cominciando dai discepoli.".
La gloria di cui parla nostro Signore non è la gloria mondana; anzi, quest'ultima fa la guerra alla vera gloria. Lo Spirito Santo (soltanto) può garantire quale sia la vera gloria! Questo "Dio sconosciuto", inviato dal Padre e dal Figlio, in quanto è il loro legame d'amore (Agape), a noi, non può rimanere inattivo se non quando il nostro attivismo (il fare, il dire, il pensare, il vivere...) impedisce la sua azione. Per Lui, la nostra catechesi dovrebbe diventare mistagogia. Per Lui, il legame tra i presbiteri dovrebbe diventare fraternità e comunione. Per Lui, potremmo divenire capaci di cercare il vangelo e la sua gloria piuttosto che la nostra. Per Lui, non dovremmo mai accontentarci dei riti e delle devozioni, perché lo Spirito ci rimanda sempre alle parole del Padre e del Figlio, e alle loro azioni.
Lo Spirito Santo non è autoreferenziale, perché non cerca la propria gloria, ma quella del Padre e del Figlio, e dei suoi discepoli. Quale potrebbe essere la nostra risposta alla sua proposta di gloria? "Gloria a Te, Spirito Santo!".     il don

venerdì 1 luglio 2016

Algoritmo e|o dono

L'algoritmo è il calcolo.                    Il dono è la risoluzione del gioco.
Il verbo del greco antico "upakouo" si può tradurre con "obbedisco" (e non è male!),
ma può anche significare "rispondo", e più ancora "ascolto sino in fondo". Questo
cosa ha a che fare con il calcolo? Ascoltare sino in fondo richiede più distacco (direbbe Lacan: detachement e|o pérte) che attaccamento, ma proprio perciò vince!
Poi, in correlazione, c'è il dono, che "apre e chiude" il gioco. Il termine greco "oikonomia" (oikia è la casa; nomos è la legge), indica l'aspetto risolutivo del gioco, non tanto nella finanza o nella moneta (l'aspetto monetario e finanziario drogano l'economia, la inquinano, ma non la salvano), quanto nei "beni relazionali", che  rappresentano la "legge della casa e|o dell'abitare".
Il dono "chiude e apre" il gioco, ma non lo droga, non lo inquina. Ciò che il dono chiede all'algoritmo è il ritorno, ossia la reciprocità, la quale soltanto può salvare la relazione libera: infatti, quando non c'è risposta al dono, la relazione tra chi ha donato e chi ha ricevuto il dono lascia in campo la schiavitù; ossia la servitù che ha eliminato la libertà. Per rimanere liberi, occorre donare e ricevere: così si supera il rapporto servo-padrone!
Chi ha donato di più, deve attendere di ricevere, prima di continuare a dare. Chi ha ricevuto più del dovuto, o per caso, ha ridonato male, deve riparare il male fatto. E qui entra in campo un altro fattore fondamentale: la coscienza. Non si educa più la coscienza, perché il "maledetto benessere" ha messo al disopra di tutto il denaro, che può comprare tutto e che è divenuto il "nuovo dio". Educare le coscienze, formare alla relazione autentica non riesce più neppure al catechismo parrocchiale. Infatti, dal catechismo escono cristiani o pupazzi? Un teatrino delle marionette e delle chiacchiere abbiamo fatto del catechismo e della parrocchia!   il don

giovedì 23 giugno 2016

L'isola

L'isola sceglie se stessa e abbandona il continente, non solo il vecchio, ma anche il nuovo. Dunque l'isola è sempre più isolata.
Scenari di geopolitica che si aprono:
La Scozia potrebbe indire un referendum per la propria indipendenza dal regno unito e l'adesione alla UE. In tal caso, si creerebbero due regni nell'isola, non più uno. Il motto della corona inglese : God, the continental question, afferma che in Inghilterra ci sono due dei, uno è Dio, l'altro la Regina. E Oxford rabbrividisce : non è solo la teologia liberale ad essere sbagliata,        c'è anche un errore storico ed un altro errore antropologico.
La UE dovrà prendere atto che i nazionalismi hanno prevalso sulla politica di un'Europa unita, e che la Germania ha fatto più il proprio interesse che quello dell'Unione. Adesso la UE dovrà pensare a difendere l'Unione, non solo monetaria e finanziaria, ma soprattutto antropologica e giuridica. A Strasburgo si decidano a legiferare per far avanzare insieme la teoria e la pratica  di un'Europa unita!
Basta con l'euforia dell'adolescenza e della giovinezza!    La maturità si distingue per la riflessione e le scelte ponderate : è sempre la passione degli ideali interiorizzati a spingere la prassi nella direzione migliore. In America gli ideali appassionano ancora, nonostante l'attenzione sia rivolta costantemente alla prassi: il nuovo continente mostra di avere più giovinezza dell'antico. Ma il vecchio continente non dovrebbe dimenticare  le conquiste e i fallimenti della propria storia millenaria : il diritto, la storia, il pensiero rimangono i suoi punti forza, ossia Bologna (l'alma mater) - Oxford - Parigi.
       il don

lunedì 20 giugno 2016

Onestà!

Onestà è femminile! E' donna : tre sono i sindaci-donna, a Torino, a Roma, a Brindisi.
Vorrei coniugare onestà con trasparenza e prevenzione: anche questi  sostantivi sono femminili. Al sostantivo, però, vorrei sostituire il verbo: onestare, trasparire, prevenire. Non me ne voglia l'Accademia della Crusca, per le licenze poetiche!
Un sincero augurio alle donne-sindaco, con un consiglio disinteressato : circondatevi di uomini onesti, trasparenti e dotti. I Comuni e le Città non stanno messi meglio degli organi nazionali, ma forse hanno più possibilità di verificare con attenzione l'onestà dei gli amministratori locali.
 Il fatto è che l'onestà non riscuote molto consenso; anzi è ritenuta una stupidità dalla maggioranza della popolazione.       In questa palude di ignoranza morale ci hanno condotto l'avidità di denaro e la corruzione, che hanno trovato nelle mafie un alleato per i loro loschi affari. Ma l'onestà è ancora un valore per molte persone, perciò non perdiamo la speranza!
Primo: onestare.        Per onestare occorrerebbe un altro Movimento politico: lo denominerei Movimento Una Terra. Così rottamiamo definitivamente i partiti e iniziamo una nuova storia in Italia! Per la chiesa, onestare sarebbe sinonimo di "riformare", evangelizzare, camminare terra terra.
Secondo: trasparire! Bilanci pubblici trasparenti: controlli, verifiche serie. Su questo dovrebbero convergere politici e magistrati. E quando le leggi sono superate, si deve dire al parlamento: lavorate  e fate nuove leggi.
Terzo: prevenire. Qui si può verificare quanto famiglia, scuola, chiesa hanno lavorato per educare, formare, comunicare, testimoniare, ascoltare, progettare insieme. Prevenire significa assegnare valore alla cultura, alla crescita personale. E' ora di finirla con il declassamento della cultura : tutto è diventato cultura ( l'evento canoro, quello gastronomico, ...). Per carità,  quanto a mangiare ci stanno tutti, quanto al canto potrei farlo anch'io che uso toni metallici         ( ma una sinfonia l'ascolto con passione e la comprendo).     Imparare a leggere, a scrivere, a conversare (che non è chiacchiera)...
Chiedo scusa per il "visionare", ma non mi piace il verbo "accontentare". Preferisco  il verbo "valorizzare"!  il don

sabato 18 giugno 2016

Il sindacato

E' molto meglio il sindacato del gioco d'azzardo: se quest'ultimo distrugge persone e famiglie, guadagnandoci quasi 90 miliardi di euro l'anno, il sindacato invece ha sempre difeso i diritti dei lavoratori e la qualità della vita sul posto di lavoro, e dovrebbe continuare a farlo anche nel nostro tempo sempre più povero di ideali e ricco sempre più di arrivisti e opportunisti.
Il parlamento ed il governo non dovrebbero incoraggiare sindacati e corpi intermedi, piuttosto che lasciar fare agli opportunisti del gioco d'azzardo?  La cultura riscuote poco ascolto e poca considerazione nel bel paese, che s'accontenta delle chiacchiere più che del saper fare e del saper dire la verità. Lo studio ed il lavoro sono sempre più svalutati; quel che conta sembra essere, sempre più,    il potere del denaro e dell'immagine che può esibire colui che spende. Un pragmatismo, vuoto di valori, ha intossicato le nuove generazioni, orfane di educatori e di testimoni di ideali.
Anche alla chiesa servirebbe più sindacato. Una chiesa che ha tradito l'Ideale del Vangelo, quando s'è accontentata  di fare della catechesi un teatrino piuttosto che formare cristiani con la spina dorsale diritta. I cosiddetti "bizzochi  di sacrestia", chiacchieroni e pupazzi, senza  spina dorsale, senza adeguata preparazione culturale.
Lo diceva san Giovanni Paolo II : la fede dev'essere profondamente pensata e pienamente vissuta, perché i cristiani possano evangelizzare.
Quest'Europa,  ormai periferia del mondo, proprio quando esibisce il "maledetto benessere",  ha bisogno di nuova evangelizzazione: i sindacalisti più attenti lo hanno compreso da tempo.   Molti preti e anche vescovi non se ne sono ancora resi conto e\o fanno finta di niente.          Ma la catechesi, quella che nasce dal Vangelo vissuto e testimoniato, ha riformato e rinnovato la chiesa in ogni tempo; potrà farlo anche nel
nostro tempo,   se gerarchia ed istituzione non metteranno a tacere il Vangelo,  limitandosi  a "fare cassa".   il don

venerdì 17 giugno 2016

Il sogno e la non violenza!

Il celebre discorso di Martin Luther King, nel 1963, "Ho un sogno", ha fatto strada. Nel 1964, il pastore nero è insignito del premio Nobel; ma subito ha diviso i 54 mila dollari del premio tra associazioni statunitensi per la non violenza. I cittadini degli Stati Uniti non dovrebbero dimenticarlo, specialmente coloro che vorrebbero tutti gli americani sceriffi, con la pistola in tasca ed il fucile in casa!
Ha scritto la moglie del pastore, Coretta Scott King: "I neri hanno trovato nell'azione diretta non violenta un metodo di militanza che evitava l'uso della violenza ma inscenava un confronto che elettrizzava ed educava l'intera nazione... Senza odio e senza piegarsi, la domanda di libertà emerse con forza e dignità".
Il sogno di Gandhi fu l'indipendenza dell'India, e la non violenza fu il metodo che utilizzò per realizzarlo. Ha scritto Thomas Merton, in un studio dedicato a Gandhi, nel 1964 : "Gandhi comprese che il popolo dell'India si stava risvegliando in lui. (...) Era la coscienza spirituale di un popolo che si risvegliava nello spirito di un individuo".
Prosegue Merton:  "La violenza è essenzialmente muta, e può nascere solo quando vengono meno il pensiero e la comunicazione razionale. (...)  A chi voleva distoglierlo dal sacrificarsi per il popolo, Gandhi replicò: "Col passare degli anni la voce di Dio si è fatta sempre più udibile. Egli non mi ha mai abbandonato, nemmeno nelle ore più buie.   Spesso mi ha salvato da me stesso e non mi ha mai lasciato neanche un'ombra d'indipendenza.  Quanto più profonda è stata la mia resa a Lui, tanto più grande è stata la mia gioia".
Gandhi volle liberare gli indiani non solo dal colonialismo inglese, ma anche da se stessi, ossia da quell'induismo che intendeva conservare l'ingiustizia della struttura della caste (che non devono comunicare tra loro, rimanendo rigidamente distinte). Dice infine Merton : "La più alta forma di libertà spirituale, secondo Gandhi, va cercata nella forza del cuore capace di liberare insieme l'oppresso e l'oppressore".     il don

giovedì 16 giugno 2016

Periferie

Dalle periferie nasce il futuro, creativo. Non per niente,  Renzo Piano va a Parigi, insieme ad un'equipe di giovani architetti, per ristrutturare alcuni spazi nelle periferie.
Ciò che l'urbanistica avverte  necessario per ridare  creatività alla periferia, la nuova
evangelizzazione ridà slancio all'inculturazione del Vangelo proprio a partire dalle periferie.
Così Andrea Riccardi ha raccontato, nel suo libretto su le Periferie :
"Prima di divenire arcivescovo di Milano, Martini era a Roma uno dei commentatori del Vangelo in queste comunità di borgata con Sant'Egidio...
Egli stesso raccontava:
...all'inizio degli anni Settanta camminavo un pomeriggio per le strade di Trastevere,
riflettevo su una certa lacerazione allora esistente, nell'immediato dopo Concilio, tra coloro che puntavano sull'impegno per i poveri, per la trasformazione della società, e coloro che invece puntavano tutto sulla spiritualità, sulla preghiera. E mi dicevo: deve pur esistere una conciliazione pratica, un modo di unire concretamente nella vita il senso del primato di Dio, del primato della Parola e della preghiera, e una urgenza pratica, esigente ed efficiente di amore per i poveri, di vicinanza alla gente, alle persone più abbandonate... Fu allora, continua Martini parlando di Sant'Egidio, che cominciai a cogliere, ad apprezzare questa sintesi vissuta di primato di Dio, della preghiera, dell'ascolto della Parola: prendere sul serio la Parola di Dio e insieme dedicarsi in maniera efficace, concreta, ai poveri..." (pp.100-101).
Una mia esperienza personale, in periferia : "Una sera mi fermo a parlare con un gruppo di giovani e adolescenti. Due di loro mi fanno una domanda : "Cosa ne pensi delle unioni gay?".
Risposta secca: "Che faranno? Se la metteranno nculo tutta la vita?". Senza odio omofobico e senza disprezzo per i gay. Ma uno di quei due ragazzi l'ho visto, qualche settimana dopo, con il gruppo, e ho sperato che trovi una ragazzina carina, perché anche lui è carino. Se i gay diventassero maggioranza, chi farà  figli, e chi li educherà alla completezza, alla dimensione maschile e femminile, in e iang (come dicono i cinesi) ?  Si riparte dalle periferie, ma senza accettare luoghi comuni e conformismo di massa!    il don

mercoledì 15 giugno 2016

Ancora sull'Europa

Ancora sull'Europa, per rispondere a Giuseppe.
Scusa se scrivo sul blog ( e non sul diario), ma questo è per me "strumento di lavoro"!
Forse non sono stato abbastanza chiaro, o forse tu non hai compreso il senso
di un discorso, in verità, troppo sintetico.
Io non ho parlato di eurocentrismo; anzi penso che l'Europa sia ormai (e per una Grazia di Dio) periferia. Non ha neppure il monopolio della finanza (altra Grazia di Dio). E' periferia in tutti i sensi:  e    potrebbe persino lasciarsi soffiare la cultura, che poi è il destino e la vocazione dell'Europa. E' il suo disegno!
Ma voglio dirla tutta, e sino in fondo; e senza lasciarmi suggestionare da quello che Merleau-Ponty chiamava "il pensiero di sorvolo".  Mentre le guerre islamiche dilagano nel mondo (si tratta infatti di guerre tra musulmani, guerre che la prima potenza del mondo non riesce a padroneggiare; anche perché la Federazione Russa ha le sue zone d'influenza su paesi musulmani...). La grande incognita è la Cina : se diverrà la prima potenza mondiale (cioè sotto l'aspetto militare, non solo sotto l'aspetto economico e tecnologico; ma ne è ancora lontana, sotto tutti gli aspetti), potrebbe usare quel mix micidiale che adesso utilizza al suo interno, cioè dittatura politica e capitalismo economico,         avendo preso il peggio dell'economia capitalistica dall'Occidente,
e anche il peggio della politica, continuando ad essere dittatura.   Tutto sommato, è meglio una governance anglosassone e americana, pur con i suoi limiti ed errori, che l'incognita cinese!
 Tanto per dire qualcosa di geopolitica!
Adesso voglio dire qualcosa sulla cultura.       Molti europei sono nella più grande confusione. Il termine greco diacrisis significa discernimento, ossia venir fuori dalla crisi. In Europa si lotta per le unioni gay, e non si crede più nei corpi intermedi (sindacati, associazioni culturali, accademie); si abbandonano i giovani nelle discoteche (cioè nel non-pensare a niente) e non li si appassiona alla ricerca, al lavoro, all'umanesimo...; qualche nazione, in Europa, gioca ancora a fare colonialismo, invece di lavorare all'Unione Europea; a Strasburgo, i deputati europei sono appendice dei loro stati nazionali, ma ancora non hanno fatto nulla per produrre una legislazione europea; la Chiesa, che ha abbandonato i poveri, è stata a sua volta abbandonata dai poveri (ho trovato interessante quel libretto di Andrea Riccardi sulle Periferie, perché mostra che il Vangelo, in ogni tempo, rifà nuova la Chiesa, se questa rimane fedele al Vangelo).
Ma molti vescovi e preti (mi permetto di parlare chiaro, senza pretendere di essere il Papa, però cosciente che lo Spirito Santo può parlare attraverso chiunque) credono ancora che in Europa ci sia la cristianità (quella medievale, per intenderci; ma nella modernità -ossia dal Cinquecento in poi- non c'è più) e non prendono sul serio la nuova evangelizzazione ed il rinnovamento della catechesi. Per guarire una malattia, occorre prima fare una diagnosi accurata. Un sintomo non rivela la malattia : per esempio, la febbre è un sintomo, ma è presente in tante malattie; per sapere qual è la malattia, non basta sapere che c'è la febbre. Dal Cinquecento, ci sono tante chiese, ci sono anche tante verità. Ma se tu leggi bene il Vangelo, vedi che il suo fondatore ha parlato di una  Chiesa Una, e di una Verità (non di tante); ma questo scandalizza tanti europei (perché non pensano, manca loro la passione per la ricerca e la verità). Sai cos'era la Zetesis (la ricerca) per Socrate? Coraggio intellettuale! Dove lo trovi il coraggio intellettuale in un mondo di pupazzi? Lo dico non per disprezzo o per giudizio, ma per amore della verità:      quando si spende pochissimo tempo e pochissimo denaro per crescere culturalmente, cosa ci si può aspettare per il futuro? Ci sono ancora italiani ed europei che manifestano amore per la verità,  quando si avventurano nel mondo, in ambienti ostili, rimettendoci la vita; sono i nostri Cristoforo Colombo, i nostri Magellano, ... io li amo e li ammiro, più di quanto ammiri me stesso.     Poi ci sono cose belle anche in patria: un movimento che riesce a dire: Onestà , dà grande speranza; ma non basta PER SAPER GOVERNARE. 
Vuoi sapere come sogno l'Europa? Una grande amicizia con la Federazione Russa; molta serietà e severità col mondo islamico (facendogli capire che la non-violenza è la grande parola del Vangelo e del cristianesimo, parola purtroppo tradita dalle guerre tra regni cristiani e poi tra confessioni cristiane - cattolici contro protestanti...; mentre nel Corano e nello stesso Maometto rimane l'ambiguità della "guerra santa").
L'Europa è periferia del mondo, ma molti emigranti vengono dall'Africa e dal Medio Oriente a cercare il futuro in Europa... Non ti sembra un segno da discernere?  il don