domenica 27 luglio 2014

reciprocità

E' la fine per il protagonista e l'antagonista : la reciprocità! Nella fatica di mantenere il proprio ruolo e la propria identità (si fa per dire), il protagonista e l'antagonista difendono in realtà un territorio di dominio, oltre che un dominio sul territorio. Il potere e il denaro, non a caso, appaiono due tentazioni forti, sopportate e superate da Cristo nel deserto. Quanti delitti, quante menzogne, quante persone buttate nel purgatorio o addirittura nell'inferno, solo per un pò di denaro o di potere!
Nella reciprocità non c'è modo di mentire : ognuno dona con disinteresse, e riceve un salario da disinteresse. Non è forse il centuplo promesso da Cristo a colui che dà tutto e da tutto si distacca? 
"Mio Dio, come si predica con un microfono in mano : radio, TV, cinema...; oggi poi si  predica anche col blog, col cinguettio, e col telefono...!". Siamo diventati tutti predicatori! E dire che eravamo tutti stanchi e annoiati delle prediche, e non volevamo più sentirne. Ma forse eravamo solo invidiosi di prendere il posto del predicatore, e di utilizzare anche noi il microfono per i nostri loschi interessi...
Com'è difficile la reciprocità! Non è il caso di minimizzare la difficoltà del percorso : è difficile non fare errori; è difficile non ripeterli; è difficile ricominciare, per ritrovarsi spesso al punto di partenza; è difficile non prendersela con altri; ancor più difficile non perdonare a se stessi!
Di perdono si tratta, ed è la cosa più difficile : è una perdita il perdono (materiale e più ancora spirituale). Chi perdona agisce in pura perdita : il motivo per cui si perdona poco, è perchè non si vuole perdere!
Scusate, non vorrei deprimervi ulteriormente. Vorrei soltanto dire che soltanto quando si guarda in faccia la realtà, si diventa liberi. La verità, pur facendo "male", rende liberi ! E forse potrebbe spingere a cercare e vivere la reciprocità in pura perdita!  il don


lunedì 14 luglio 2014

il brevetto della trasparenza

Chi ha il brevetto della trasparenza non può essere beffato. Se ha deciso di essere generoso, in qualunque momento potrebbe sospendere la generosità! Se ha deciso di continuare a perdonare "settanta volte sette", nessun inganno o ingratitudine potrà distoglierlo dal Vangelo! Se ha deciso di investire tutto sull'incontro, non penserà mai di poter    risolvere una situazione col denaro o alcunchè di materiale.          Se è convinto che il vittimismo non fa compiere nessun passo avanti, nondimeno ricorderà che "la vittima è la sola abilitata a dare il perdono".
Il brevetto della trasparenza è approvato dalla propria coscienza, non dal consenso della massa.
Il conflitto che spesso si crea tra l'agire della massa e l'agire contro-corrente di una persona può portare a cedere soltanto colui che non è convinto della scelta compiuta; diversamente, colui che è convinto del percorso intrapreso, mai cederà, dovesse anche  trovarsi solo ed essere osteggiato da tutta una folla. 
Il brevetto della trasparenza non si lascia condizionare nè dalla velocità nè dalla lentezza.
Il suo DNA è l'incontro : il suo desiderio non può essere mutato, come non si può mutare il DNA. Il cambiamento vale se produce una crescita o uno sviluppo. Una voce lontana, ma che sento molto vicina, dice : "se ami, sei. se non ami, non sei. l'amore non è dare i propri soldi, e neppure dare il corpo alle fiamme...l'amore è spegnere la fiamma di sapere, e persino di eroismo, per esser soltanto amore". Questa voce amica, lontana e vicina, è convincente. L'amore è sempre lo stesso, quasi monotono, ma è trasparente!
Il brevetto della trasparenza sa resistere lungamente nel tunnel, piegarsi momentaneamente all'oppressore, ma rimane sempre in attesa della liberazione.
La comunità dei perfetti (la purezza catara) non esiste : è un'illusione e un'utopia irrealizzabile. Esiste la comunità di persone coi loro limiti, i loro errori, le loro colpe, ma ognuno deve saper perdonare e dimenticare, perchè la comunità non diventi un recipiente vuoto ossia senza comunione. 
Chi vive in trasparenza, non per merito suo ma per un disegno di vita, sa sempre cogliere l'autenticità dell'incontro.   il don

sabato 5 luglio 2014

l'incontro anzitutto

L'incontro con un testo non è meno impegnativo di un incontro diretto tra persona e persona. H.G. Gadamer ha parlato di "fusione di orizzonti" tra l'autore ed il lettore, proprio per la migliore comprensione del testo. 
Ogni incontro deve superare il limite del tempo, la distanza delle diverse prospettive, la colpa dell'accusa e del disprezzo. A questo proposito Koselleck ha parlato dello stretto legame tra "spazio d'esperienza e orizzonte d'attesa" : "il presente del passato", per dirla con Agostino, deve aprirsi al "presente del futuro" ossia all'attesa (vedi Confessioni, Libro XI, 20.26 ). Il presente del passato, che è la memoria, sente gravare su di sè la colpa : questo gravame lo sente principalmente la vittima, ma lo sente anche il persecutore.  E la vittima può diventare persecutore se si lascia guidare dal Super-Io, che, come ha detto Freud,  è appunto il persecutore dell'Io.    Come liberasi da questo fardello?         Con il perdono, dice P. Ricoeur in Ricordare, dimenticare, perdonare : il perdono è difficile, non è facile. Esso chiede alla vittima una perdita (cioè la rinuncia, a ciò che le è stato tolto, in termini di rancore e di risentimento); al persecutore chiede di perdere la sua posizione di potere nel dettar legge ancora alla vittima.  Non si tratta allora tanto di dimenticare : Nietzsche aveva messo ben in evidenza non solo l'utilità ma anche il danno dell'oblio per la vita : dimenticare le tracce dell'errore e della colpa potrebbe significare smarrire del tutto il cammino.  Con Freud diremmo che il lutto della perdita chiede di essere elaborato e curato. Ma è proprio questa elaborazione che spinge la perdita verso il perdono. Ed è guarigione! Il confronto non basta. Si perviene all'incontro solo quando si perde il proprio narcisismo, quando ci si mette nei panni dell'altro, quando si rinunzia ad averla vinta ad ogni costo. Il perdono, tra l'altro, porta alla riscoperta autentica del dono!
il don