martedì 27 febbraio 2024

Cos'è la rivoluzione?

 Il cristianesimo ha iniziato una rivoluzione che non ha ancora portato a termine. La rivoluzione continua!

Ma da dove è iniziata la rivoluzione cristiana?

Da un triplice rovescimento. Dal mito alla storia. Dall'etnia alla comunità. Dall'individuo, che si confondeva nella massa, alla persona che appare come relazione.  Il mito degli dei finisce quando Dio entra nella storia e diviene uomo. Il Dio lontano di Israele diviene il Dio vicino di Gesù Cristo, salvatore universale. Il primato dell'etnia finisce, e con essa anche la guerra tra etnie (o almeno doveva finire) quando Gesù Cristo proclama una salvezza aperta a tutta l'umanità. La comunità prende il posto dell'etnia. Infine Gesù Cristo rivela il significato di persona. Nè l'individuo nè la massa riuscivano a far emergere l'essenziale della vita umana. Il cristianesimo rivela che la persona è relazione: tra l'Io e l'Altro esiste un legame inscindibile. 

Quella cristiana porta soltanto una rivoluzione ideale (di idee) o anche una trasformazione di vita?

La comunità si crea vivendo la comunione di beni materiali e spirituali. La novità cristiana della storia è la demitizzazione e l'abbandono della guerra, l'apertura ad un'epoca di pace. La persona come relazione tra l'Io e l'Altro dice l'insignificanza della relazione narcisista. La persona sviluppa la relazione.

Quello che il cristianesimo non ha ancora realizzato è il cristianesimo. Non ha chiuso del tutto con la guerra. Ha appoggiato, almeno in parte, ricchi e potenti (nobiltà - borghesia - capitalismo). Ha accentuato l'individualismo a scapito della comunità.  La rivoluzione cristiana può ricominciare?

 Occorre riprenderla per sviluppare le potenzialità contenute nella proposta del Vangelo. "La spada, il cannone, il missile sono un fallimento";  favoriscono l'oppressore e il vincitore, mentre umiliano il vinto. Il privato che prende il sopravvento, distrugge il pubblico e la comunità. 

Come può continuare la rivoluzione cristiana?   In primo luogo, vivendo e programmando il paradigma del dono al posto di quello del calcolo. In secondo luogo, promuovendo una spiritualità della relazione autentica; smascherando le relazioni illusorie, si forma la persona. In terzo luogo, la comunità non deve sopprimere o soffocare lo spirito delle etnie; deve saperle valorizzare, ma aprendole ad uno spirito che le valorizzi tutte.    Arricchimento culturale delle etnie: questo opera la comunità. 

                                      don Carmelo Guarini


domenica 25 febbraio 2024

Investire nello spirito

 "Non abbiamo alcun diritto di trascurare lo spirituale, ma neppure abbiamo il diritto di sopravvalutarlo. Vedere nello spirituale l'unica sorgente delle malattie mentali sarebbe cadere nell'errore del noologismo." , così ha scritto Victor Krankl in La sofferenza di una vita senza senso, p. 90.  Ci sono nevrosi somatogene, psicogene, noogene.

Parlando di Nevrosi d'epoca e psicoterapia, non si può trascurare lo spirito, ma non si possono neppure ignorare le altre due dimensioni dell'umano, ossia il corpo e la psiche. Semmai occorre unificare le tre dimesnioni perchè ci sia uno sviluppo sempre più armonico della personalità. 

Il rimosso, al tempo di Freud, era la sessualità. Oggi la sessualità è inflazionata, non più rimossa o nascosta. Al tempo di Adler, la volontà di potenza individuale era frustrata ( c'era il senso d'inferiorità); oggi non manca l'autostima, al contrario c'è troppo narcisismo. Al tempo di Skinner (Harvard) c'era chi sentiva il bisogno di un determinismo comportamentista (la sottostante filosofia tecnologica intendeva favorire l'ascesa della tecnica) .     Carl Rogers vi si  opponeva, contrapponendovi i gruppi d'incontro,  per  far emergere il potere personale e ridurre il potere manipolatorio del comportamentismo. 

Il rimosso di quest'epoca (che inizia 70 anni orsono, ma non è ancora finita) è la frustrazione esistenziale. Così si è espresso Victor Krankl. La nevrosi da guarire è il vuoto esistenziale. Occorre trovare il significato della vita: questa è proprio la scoperta della dimensione spirituale, che intende integrare nella personalità la dimensione corporea e quella psichica.

L'evoluzione dell'umanità verso quale realizzazione procede? Senza distruggere le precedenti conquiste dell'homo sapiens e dell'homo faber, ora l'evoluzione sembra sollecitare una nuova conquista, quella dell'homo patiens. Di che cosa si tratta? Il vuoto esistenziale di quest'epoca non è dovuto soltanto al disprezzo dello spirito, ma anche al mancato desiderio-bisogno di unificare corpo - psiche - spirito. Imparare a soffrire significa :  vedere nel sacrifico della volontà di piacere, della volontà di potenza  e  dell'ebrezza della velocità tecnologica non una perdita ma un guadagno. 

Dove si trova il guadagno? Nell'unificare l'interiore (la motivazione della vita) e l'azione esteriore. Nel riconsiderare l'autorealizzazione qualcosa di meno del dedicare la vita ad un compito, cioè a spendersi per una causa e più ancora per una relazione autentica con ogni persona umana. Questa guarigione opera lo spirito : al posto della noia, della violenza, della soddisfazione narcisista trovare il modo per uscire da se stessi. Così si supera il conformismo (fare quello che fanno tutti; e dire quello che tutti dicono) ed il totalitarismo (desiderare quello che tutti desiderano, anche quando quel desiderio è violenza, oppressione, annientamento dell'altro).  Le relazioni autentiche nascono soltanto quando ci sono tanti Io autentici che s'incontrano.

                                           don Carmelo Guarini

venerdì 23 febbraio 2024

Dalla decadenza all'investimento

 A rimanere nella decadenza non si guadagna nulla.  A parlare di decadenza non si risolve nulla, anzi si rischia di far crescere la depressione nichilista in coloro che ascoltano. La funzione dei profeti di sventura è far crescere il sospetto, anzi di più, il risentimento verso la storia e lo spirito.

Il fatto è che non riusciamo ancora a fare espereinza della triplice dimensione umana: corpo, psiche e spirito. Soprattutto non risuciamo a vedere unificate queste tre dimensioni. Perchè non risuciamo a identificare una nevrosi somatogena, una nevrosi psicogena ed una nevrosi noogena. 

Il fisico americano Evan Walker, nel 1970 ha sostenuto questa tesi: "La coscienza può essere associata a tutti i fenomeni quantistici. Dal momento che ogni evento è, in ultima istanza, il prodotto di uno o più eventi quantistici, l'universo è abitato da un numento pressocchè illimitato di entità coscienti, discrete, in genere pensanti, che hanno la responsabilità del funzionamento dell'universo."

Domanda: la sanità del corpo è indipendente dalla sanità della psiche e dalla sanità dello spirito? Una malattia somatogena non coinvolge anche la psiche e lo spirito? E una malattia noogena non fa sentire i suoi effetti anche sul corpo e sulla psiche? In che modo le altre due dimensioni possono soccorrere per esempio una malattia somatogena, o un'altra psicogena, o un'altra ancora noogena? Non è l'osservatore a decidere quale evento deve materializzarsi? Se di salute o di malattia!

Perchè nella lunga catena dei fenomeni che formano la storia di una persona, un evento si materializza, mentre una molteplicità di eventi virtuali scompare?

Verrebbe da dire che la materializzazione di un evento è dovuta all'investimento. In altri termini: in che cosa s'investe? Nel soma, nella psiche, nello spirito? O in tutte e tre le dimensioni?  Potremmo chiederci, allora : la coscienza è Erfarung o Erlebnis?  Facendo un pò di Wirkungsgeschichte, si può comprendere la posizione di Sartre, che considerava la libertà come differenza piuttosto che come uguaglianza. Perciò dice:"gli altri sono l'inferno." . Si può comprendere anche la posizione di Marcuse, che considerava Eros come libertà del corporeo rispetto al pensiero. Infine  ci si dovrebbe chiedere: la libertà dello spirito è davvero un'immaginario fantasioso,  creato dal sogno? Con  J. Lacan si potrebbe vedere un ribaltamento della situazione  a partire dallo sguardo dell'osservatore: il sorriso sulla vita non è forse un investimento che supera il fallimento e la decadenza? Proprio ciò che dice il parlato : "ça reve, ça rath, ça rit" ("sogna, fallisce, ride")

                                 don Carmelo Guarini


domenica 18 febbraio 2024

La notte e l'alba

 La depressione nichilista deriva dalla decadenza programmata riguardo allo spirito e alla storia. Ciò che Nietzsche ha scritto nell'Anticristo, ossia :"La libertà - il sovrano distacco - /  che pone la sofferenza /   al di sopra di ogni risentimento."  è da interpretare.  Quì Nietzsche sembra affermare una  mistica opposta alla propria: infatti, il risentimento che annulla la sofferenza e la rende vana, le impedisce l'investimento nella resurrezione o almeno nella rinascita, paralizza lo spirito invece di aprirlo alla relazione autentica.

"La croce è l'unica teologa" , dicevano i padri della chiesa. E non a caso! Chi fa della sofferenza un investimento, infatti, supera il risentimento, dona alla storia e all'esistenza il segreto per lo sviluppo autentico dell'io. 

Non si tratta di immaginarsi l'alba durante la notte, ma di attenderla con distacco, lasciando che le stelle parlino nel silenzio e dicano all'anima ansiosa e angosciata : "veglia, che la situazione intricata  si risolverà da sè e ne sarai più che meravigliata!"Superando il risentimento per ciò che è stato tolto, si diventa inventori della propria vita. E' l'esclusione dello Spirito e del bisogno spirituale  che preclude la risoluzione della frustrazione esistenziale!  Dedicarsi al compito : è  dal silenzio  che nasce la parola, portando  luce e vita.

Una poesia del  monaco Benedetto Calati.   " Una grande notte incombe sulla Chiesa

                                                                             Il Concilio, uno scialo di speranze.

                                                                             Sempre più rara ovunque la Parola;

                                                                             mentre di inutili parole  -

                                                                             a ondate

                                                                             rimbomba il mondo.

                                                                            Non un profeta che alzi il vessillo."

Il silenzio e la parola stanno tra loro come la notte e l'alba. E' l'attesa che prepara l'accoglienza al nuovo! Più s'investe nel Crocefisso, più scompare la depressione nichilista dell'Anticristo. Perchè Nietzsche è rimasto così risentito riguardo all'occidente verbizzato? La Parola non è stata del tutto Vita?

                                                 don Carmelo Guarini

martedì 13 febbraio 2024

Il fuoco e la ruota

La scoperta del fuoco precede la scoperta della ruota, nella storia dell'umanità. Non a caso!  L'homo sapiens  viene prima dell'homo faber. Il bisogno di luce e d'amore precede il bisogno di velocità  e  di mettere in moto la tecnica.  

Il fuoco, la prima scoperta che l'umanità ha compiuto, orienta già al fine, allo sviluppo dello spirito. E' come il canto dell'allodola, che precede la rondice e la primavera!

Che relazione hanno col tempo il fuoco e la ruota? Il fuoco, scoperta dell'homo sapiens, appare come un fenomeno al di là del calcolo e della misura del tempo: s'identifica piuttosto con l'istante! La ruota, scoperta dell'homo faber, svela il desiderio della durata attraverso la velocità: vorrebbe accorciare il tempo, tenta di avvicinarsi al limite, alla velocità della luce.

La scoperta del fuoco e della ruota : c'è una relazione anche con l'ordine e il disordine. Se non ci fosse un senso che indichi l'ordine, il destino dell'universo e della vita sarebbe entropico. Il disordine avrebbe la parola finale, ma questo sarebbe anche il fine di tutto. A che scopo allora cercare di mettere ordine quando tutto sarebbe destinato a scomparire nel disordine?

Lo spirito è garanzia di un ordine neghentropico: un ordine sempre più grande lo si scopre nell'infinitamente piccolo (i quark) e nell'infinitamente grande (l'espansione dell'universo, non la sua entropia).  Lo spirito è anche garanzia dello sviluppo dell'umanità: fa vedere tutti i limiti del progetto uomo-macchina.

Il superamento dell'opposizione tra homo sapiens (che sviluppa lo spirito e l'amore) e homo faber (che sviluppa tecnica e velocità) lo si trova nell'armonizzare lo sviluppo della persona con la comunità. Nella lettera a Erich Fromm del 18 marzo 1955, Thomas Merton scriveva: "Credo che siamo posti di fronte alle conseguenze di vari secoli di riflessione sempre più astratta, di una crescente illusorietà della nostra conoscenza dei valori."  E ancora in un'altra lettera del dicembre 1961 continuava:  "Se solo i cristiani avessero stimato la libertà dei figli di Dio che era stata loro donata! Essi preferirono invece la sicurezza e il Grande Inquistore."

La libertà sotto la guida dello Spirito Santo genera la creatività, toglie la vita stagnante che si aggrappa  alle sicurezze, svuota dall'interno il mito dell'uomo-macchina. Lo spirito è un fuoco che può sottomettere il fuoco atomico tenuto in piedi dal desiderio di odio e di guerra. Lo spirito può indurre la tecnica e la velocità ad avanzare verso il neghentropico, non ad avvicinarsi all'entropico.

                                       don Carmelo Guarini

lunedì 12 febbraio 2024

Evoluzione della morale

 Una psicoterapia per l'uomo di oggi. "Cos'è la fede? ", si chiede Erich Fromm nell'ultimo capitolo del suo libro "L'arte di amare": nella "pratica dell'amore" non è importante la tecnica, quanto la meditazione (per acquisire una fede razionale ed un coraggio che impediscano la "fuga dalla libertà").  Una domanda da rivolgere al prof. Galimberti: "perchè la fuga  dalla libertà?". Forse perchè essa è un fardello troppo pesante da gestire? E se da fattore determinante della proaresis si trasformasse in cinismo, come hanno fatto gli antichi greci (dopo averla scoperta, hanno lasciato che degenerasse in cinismo), non si rischierebbe  la resa al potere della tecnica?

Di evoluzione della morale parla Victor Frankl, prospettando una valida psicoterapia per l'umanità contemporanea: "Prima o poi non moralizzeremo più, ma dovremo ontologizzare la morale: quello che è buono o quello che è cattivo non sarà più definito come ciò che si deve fare o ciò che non si deve fare. Quello che è buono sarà definito come ciò che promuove e favorisce il compimento del significato affidato e richiesto ad un essere; e quello che è cattivo sarà definito come ciò che blocca e impedisce il compimento di significato di un essere." (La sofferenza di una vita senza senso, p. 27)  La morale kantiana del "tu devi" è superata. L'imperativo categorico poteva essere accettato nell'età vittoriana, quando la borghesia vi trovava anche un'utilità pratica, quella dell'ascesa della propria classe.   Ora è la coscienza ad essere  interpellata: "La coscienza può essere definita come la capacità intuitiva di scoprire il significato unico e singolare nascosto in ogni situazione." (p. 29). Lasciarsi sorprendere dall'Insight, direbbe la psicologia di Rogers, centratta sulla persona!  Che la riflessione sul significato aiuti a superare non solo il vuoto esistenziale, ma anche la tecnica della quale si può rimanere schiavi, Frankl lo dice in termini chiari parlando della sessualità, che andrebbe riscoperta come relazione, non usata come tecnica. Scrive : "Attualmente ci troviamo di fronte ad un'inflazione sessuale la quale -come avviene per ogni inflazione, anche in campo monetario- è associata ad una svalutazione : la sessualità viene svalutata perchè è stata disumanizzata." (p. 23)  La sessualità costituisce un veicolo di una relazione personale!

Quale il ruolo dell'educazione e della cultura, oggi? Affinare la coscienza, non limitarsi a trasmettere nozioni e conoscenze!  Ancora Frankl : "Solo una coscienza sveglia e affinata rende l'uomo capace di prendere posizione contro, im modo da non cadere nel conformismo e non piegarsi al totalitarismo." (p. 30). La coscienza non può rinunziare alla libertà di decisione: se lo facesse, metterebbe la persona in una situazione di servilismo, cioè di costrizione (inconsapevole) nell'  imitare ciò che tutti fanno e nel  volere ciò che un potere occulto impone! La libertà è un fatto dello spirito, non solo della ragione:  i greci antichi non potevano ancora capirlo, perchè il cristianesimo non lo aveva ancora annunziato. Il verbo utilizzato nel Nuovo Testamento per definire l'atto di coscienza sarà anakrinein (giudicare), non semplicemente essere consapevoli. Atto di giudizio, dunque, quello della coscienza, e non semplicemente di consapevolezza. Con Frankl aggiungeremo: coscienza è compimento di significato della persona; questo consente una relazione più autentica tra le persone.

                                       don Carmelo Guarini

sabato 10 febbraio 2024

Lo scoglio e la bassa marea

 "Non è lo scoglio a provocare la bassa marea; piuttosto è la bassa marea a lasciar apparire lo scoglio."   La violenza, l'aggressività, la guerra  all'esterno, il vuoto esistenziale all'interno: tutto questo è soltanto lo scoglio che emerge.  La bassa marea è la nevrosi epocale, che non è stata diagnosticata correttamente: la diffusione di droga, alcool, corruzione e mafie, ecc. sono tentativi messi in atto per dire che la colpa è dello scoglio, non della bassa marea che ha fatto emergere il marciume sociale, politico, economico.

Una psicoterapeuta ha raccontato questo episodio riguardante tre gruppi di giovani in campeggio: le gare sportive, invece di unire, alimentavano la reciproca  aggressività. "Una sola volta tra i giovani la carica di aggressività fu spazzata via. Ciò avvenne quando tutti insieme dovettero spingere il carro che trasportava i viveri e che si era arenato in un terreno paludoso. La sfiancante ,  eppure così significativa dedizione ad un compito, aveva letteralmente fatto dimenticare ai giovani  la loro aggressività."

Se la nevrosi della nostra epoca è il vuoto interiore, cosa troviamo all'esterno? Un investimento sbagliato: uso di droghe, un tuffo spasmodico nell'attivismo e nel lavoro, il divertimento per allontanare la noia e la nevrosi del tempo libero, ... Risultato: un aumento di aggressività nelle relazioni, un legame puramente folkloristico con le tradizioni dopo aver abbandonato l'essenziale. Certo, il regno dell'autorità è finito; ora è il regno dell'influenza.   Il presente è oltremodo pericoloso: si può  finire con il cervello sotto l'influenza di chi sa fare meglio il pagliaccio o di chi vende una merce fortemente inquinata; ciò può rivelarsi davvero catastrofico!

Scriveva Victor Frankl nel 1977: "Ogni epoca ha la sua nevrosi ed ogni epoca necessita di una psicoterapia.   In realtà noi oggi non siamo più confrontati, come ai tempi di Freud, con una frustrazione sessuale, quanto piuttosto con una frustrazione esistenziale. Ed il paziente tipico dei nostri giorni non soffre tanto di un complesso d'inferiorità, come all'epoca di Adler, ma di un abissale sentimento d'insignificanza, intimamente connesso ad un senso di vuoto interiore. Ecco perchè parlo di vuoto esistenziale." A conferma di ciò, oggi notiamo un'inflazione della sessualità ed un accentuato narcisismo (piuttosto che mancanza di autostima).

Il processo di disumanizzazione è cresciuto, nei primi decenni di questo secolo e del nuovo millennio.  Quello che la psicologia umanistica, 50 anni fa, aveva iniziato (non solo Victor Frankl, ma anche Carl Rogers con in gruppi d'incontro negli Stati Uniti) risulta molto attuale ancora oggi. Trovare se stessi e il proprio mondo interiore da una parte; dall'altra coltivare le relazioni al di là della momentanea soddisfazione narcisista. Ecco il lavoro più importante che ci attende!

                                       don Carmelo Guarini

mercoledì 7 febbraio 2024

Oltre la crisi” - secondo appuntamento relazione cura di don Carmelo Gu...

Il discernimento

 La chiusura dell'Istituto di scienze religiose nella diocesi di Brindisi-Ostuni è stata  una chiara mancanza di discernimento: mancanza di riflessione sulla relazione chiesa-mondo nell'ambito del prevedibile, e mancanza di ascolto dello Spirito Santo nell'ambito dell'imprevedibile.       Un'impostazione ecclesiocentrica ed una liturgia staccata dal vissuto evangelico aveva dimenticato la "chiesa mistero di comunione", vita di relazione trinitaria e kenotica (il mistero pasquale intero). La recezione del Concilio Vaticano II è centrata sulla relazione chiesa - mondo; perciò la necessità di una chiesa in uscita, una chiesa che anzitutto ascolta e poi coinvolge.

In Lc. 5,26 leggiamo : "oti eidomen paradoxa semeron", versetto che il testo  latino della  sisto-clementina di fine Cinquecento così ha tradotto "quia vidimus mirabilia hodie". Molto interessante l'accostamento tra il termine "paradosso" e il termine "meraviglia".       La traduzione italiana   evidenzia la ricchezza del testo greco e di quello latino: "oggi abbiamo visto meraviglie paradossali", dove il paradosso suscita la meraviglia, e la meraviglia sottolinea la bellezza trasformativa del paradosso.

Perchè l'Istituto di scienze religiose della diocesi di Brindisi-Ostuni ha chiuso? Cosa è mancato?  Perchè non si è saputo attirare l'attenzione del mondo giovanile e  adulto sul necessario rinnovamento della vita cristiana comunitaria e personale? Anzitutto: il coinvolgimento dei christifideles implica una declericalizzazione della chiesa. In secondo luogo: fare esperienza di Vangelo e di vita comunitaria significa abbandonare l'indottrinamento e assumere lo scambio di esperienze spirituali come il modo per far crescere le relazioni. 

La riflessione sulla relazione chiesa-mondo nell'ambito del prevedibile potrebbe  dotare il progetto dell'Istituto di scienze religiose di uno scambio fecondo tra teologia, scienza (cosmologia), antropologia (psicologia) e spiritualità. L'interesse verso la spiritualità è cresciuto negli ultimi decenni, ma la chiesa ha continuato a perdere consenso e impegno di tante persone. Bisognerebbe interrogarsi sull'abbandono, sulla delusione di tanti, sulla confusione mentale, sull'amarezza ...

L'ascolto dello Spirito Santo nell'ambito dell'imprevedibile significa che la ripresa di slancio e di entusiasmo per la vita del vangelo può avvenire unificando bellezza (estetica) e pratica (etica), non imponendo una morale repressiva.

Il discernimento comunitario richiede l'ascolto di ogni persona, la ricerca e l'approfondimento.  Lo studio è necessario; l'improvvisazione contribuisce alla catastrofe educativa. Necessario anche il parla chiaro, senza ipocrisia! Ha scritto Victor Frankl, parlando più di 50 anni fa di eziologia del vuoto : "L'uomo di oggi non ha più tradizioni che gli indichino ciò che dovrebbe fare. Orbene, non sapendo ciò che deve fare , molto spesso non saprà più neanche ciò che vuole." Il conformismo nasce dal fatto che ognuno desidera ciò che gli altri fanno; il totalitarismo finisce per imporre al singolo ciò che gli altri vogliono. Conoscere l'evoluzione psicologica e sociologica della società e dei singoli è fondamentale per la teologia e la catechesi. Diversamente si rischia di parlare agli uccelli, ma bisognerebbe essere san Francesco perchè quel parlare risulti efficace!

                                  don Carmelo Guarini

Ordine e disordine

Un dialogo impossibile quello tra moderni senza fede e credenti senza modernità?

Il passaggio dal quantitativo al qualitativo  sarebbe la scelta dell'improbabilità maggiore, ossia il neghentropico, mentre il quantitativo conduce inevitabilmente all'entropico.

L'ordine è un sistema aperto,  e consente al disordine di apparire. Ilya Prigogine, premio Nobel per la chimica nel secolo scorso, ha dimostrato che il disordine non è uno stato naturale della materia, ma piuttosto uno stadio che precede l'emergere di un ordine più elevato. Prigogine ha dimostrato la continuità tra materia inerte e materia vivente. Il nuovo approccio al problema dell'ordine va contro il secondo principio della termodinamica secondo il quale con il trascorrere del tempo  i sistemi chiusi passano dall'ordine al disordine. 

Francis Crick, premio Nobel per la biologia nel secolo scorso (per la scoperta del DNA) afferma : "Un uomo qualunque, con tutto il bagaglio di conoscenze oggi a nostra disposizione, potrebbe affermare solo che l'origine della vita sembra allo stato presente appartenere all'ordine dei miracoli tante sono le condizioni che dovrebbero trovarsi riunite per poterla realizzare." (ossia la possibilità che un migliaio di enzimi differenti si raggruppino in modo ordinato sino a formare una cellula vivente è dell'ordine di 10 alla mille contro uno).

La meccanica quantistica ha messo in evidenza lo stretto legame tra materia e spirito.     Ora il cosmo appare come un insieme di relazioni. Due forze energetiche possono far avanzare la materia verso lo spirito.     Una forza è il pensiero nel prevedibile; l'altra forza è la preghiera-sofferenza nell'imprevedibile.  La sofferenza è una preghiera in trasparenza: è la forza energetica dello  spirito che riesce a realizzare un imprevedibile. Non a caso, nella seconda metà del secolo scorso, Victor Frankl vedeva il passaggio all'homo patiens. Una nuova malattia dell'anima era emersa : il vuoto esistenziale, la frustrazione per la mancanza di senso. La psicoterapia freudiana (centrata sulla volontà di piacere) e la psicoterapia adleriana (centratta sulla volontà di potenza) non erano più in grado di guarire le nuove malattie dell'anima. 

Ora serve una psicoterapia che dia significato alla frustrazione esistenziale, alla mancanza di significato. Vivere la sofferenza non come una disgrazia, ma come un'opportunità di crescita, significa  salire più in alto con lo spirito.

                                 Don Carmelo Guarini


sabato 3 febbraio 2024

La decisione vitale e il distacco

 Il distacco rende impossibile la decisione vitale oppure ne mostra la trasparenza?

Il pensiero occidentale ha esibito a tal punto la potenza della ragione da cadere in un intellettualismo che si allontana sempre più dall'esistenza. Proprio nella prima metà del Novecento, Husserl (un filosofo) e Teilhard de Chardin (un teologo mistico) presentavano il "mondo della vita" come prioritario (sia ontologicamente, sia esistenzialmente) rispetto al "mondo della scienza". Ma è nel confronto col buddismo e la spiritualità orientale che il pensiero occidentale può riconoscere l'incompiutezza di un intelletto che non vive sino in fondo la realtà esistenziale.

Si può riguadagnare la teoria (contemplazione) attraverso l'esperienza (unificando interiore ed esteriore).  Diceva il maestro zen al filosofo E Herrigel, che stava imparando il tiro con l'arco : "La vera arte è senza scopo, senza intenzione. Una volontà troppo volitiva le è di ostacolo. " Quale sarebbe allora la giusta attesa? "Staccandosi da se stesso, lasciandosi dietro tanto decisamente se stesso e tutto ciò che è suo, che di lei non rimanga altro che una tensione, senza intenzione." Cos'è il distacco dall'io? E' la non-affermazione dell'io. Il maestro zen spiegava al suo allievo, intento a inparare il tiro con l'arco,  il giusto rapporto, l'atteggiamento spirituale tra l'io personale ed il mondo : " Dei colpi cattivi non deve irritarsi, questo lo sa da un pezzo. Impari anche a non rallegrasi di quelli buoni. Lei deve liberarsi dall'altalena del piacere e del diaspiacere. Deve imparare a starsene al di sopra con distacco e indifferenza ..." ( E. Herrigel lo zen e il tiro con l'arco, p. 82)

Louis Althusser (il filosofo marxista autore del Per Marx) confessava a Jean Guitton di essere un filosofo dogmatico, come Spinoza ed Hegel, dogmatici perciò efficaci.  (J. Guitton, Il mio secolo - la mia vita).   Ma si può fare ricorso alla dogmatica per essere efficaci?  E  si può fare ricorso alla morale, per essere efficaci?  Teresa di Lisieux la pensava diversamente : dopo secoli di controversia tra il giansenismo e il quietismo, tra giansenismo e molinismo, ecco il colpo di genio del dottore dell'amore, ossia trasformare la fatica dell'esercizio virtuoso in un gioco. "Lo sorzo senza sforzo" è l'equivalente dell'abbandono : assomiglia più al gioco che alla fatica, o meglio questa fatica è affrontata come un gioco. (J. Guitton , Il genio di Teresa di Lisieux). Per i giansenisti,  la volontà che lotta si sottopone ad uno sforzo che molto spesso soccombe proprio sotto il peso dell'intenzione e della tensione prolungata. Nell'abbandono, un gioco "sforzo senza sforzo", l'efficacia dell'azione è assicurata non dall'io ma dall'Altro, che dona a colui che pratica il distacco.

L'esperienza mistica rivaluta la teologia mistica e le ridona quella dignità spirituale che l'ascetica scolastica le aveva tolto. Il buddismo e la spiritualità asiatica ricordano al pensiero occidentale che la realtà e l'esistenza non possono essere ignorate da una ragione che ha la presunzione di dire tutta la verità, in verità  nascondendosi dietro  tante menzogne.        IL DECIDERE SU UNA QUESTIONE VITALE DIPENDE DAL PENSIERO E DALLA PREGHIERA : "dal pensiero nel prevedibile, dalla preghiera nell'imprevedibile" (come affremava J Guitton in Il secolo che verrà).

                              don Carmelo Guarini


giovedì 1 febbraio 2024

La decisione vitale e la sequela

 Nachfolge  di Dietrich Bonoeffer pone la realizzazione del cristiano nel duplice movimento della chiamata e della sequela. L'espressione di Gesù Signore "Folge mir" (Seguimi) è il primo movimento, ossia la chiamata, alla quale deve seguire il secondo movimento "Eccomi", ossia la sequela.

Le lezioni di Bonhoeffer sulla "sequela" erano dirette ai futuri pastori della chiesa evangelica: proprio nel momento in cui la chiesa sembrava   finire sotto l'oppressione dello stato nazista, il teologo che segue Gesù Signore indica nella croce e nell'ubbidienza al Vangelo e alle beatitudini, cuore del Vangelo, la fedeltà al battesimo e alla comunione dei santi. L'io non si realizza se non divenendo un altro Cristo. L'io non esiste più come individuo isolato; è persona perchè relazione anzitutto con Cristo. Questo è il senso di persona stabilito dai padri della chiesa: ypostasis (relazione), non prosopon (maschera). Riprendere filologicamnete il linguaggio della tradizione teologica non significa soltanto preservare la verità del dono divino; di più occorre fare, ossia tradurre nel linguaggio moderno, ermeneuticamente ed epistemologicamente, la verità che non cambia. Gesù Signore ha detto di sè : "Io sono la via, la verità, la vita". Una vita che non muore, una verità che non cambia, una via che non finisce  nel tempo della storia.

La sequela è una decisione vitale (Beschliess im Leben) che risponde alla questione vitale (Sitz im Leben) che Gesù Signore pone in ogni chiamata. "Cosa stati cercando? In quale situazione ti sei cacciato? O sono stati altri a metterti  in quella situazione che ora senti come un vicolo cieco?": nella chiamata, Gesù Signore invita a "mettere ordine nella propria vita" !  Prima di fare elezione (eligir è il termine che Ignazio di Loyola utilizza per indicare il discernimento), occorre fare un primo passo, ossia rattristarsi (tristar) per il disordine nella propria vita. Questo tristar della prima settimana di esercizi è diverso dal rattristrarsi (tristar) con Gesù Signore partecipando alla sua passione e croce, della terza settimana degli esercizi. Ma la decisione vitale alla chiamata di Gesù Signore alla sua sequela implica un volere far  vivere  non il proprio io individualistico, ma la relazione stretta con la persona di Cristo. Il che significa che la fine della chiesa di Stato (lì Bonhoeffer richiama la riflessione di Kierkegaard) è la nuova opportunità per scoprire il "corpo di Cristo", la "sanctorum communio" che è il legame invisibile della comunità visibile.

L'Io creatore di se stesso è un'idea catastrofica della Modernità. Se  l'io non è posto di fronte alla sua situazione vitale (il Sitz im Leben), non può mettere in atto la decisione vitale (Beschliess im Leben). Non si tratta di inventare, ma di scoprire! Da soli non si trova la propria via; è lo Spirito Santo che valorizza il talento donando un carisma. Un talento senza carisma lo si riconosce dall'esibizionismo. Il talento che si esprime attraverso il dono carismatico dello Spirito non sente il bisogno di dare spettacolo di sè. Gli basta la sequela, che lo fa sentire persona ("Non più io vivo, ma Cristo vive in me") realizzata!

                                          don Carmelo Guarini