martedì 27 febbraio 2024

Cos'è la rivoluzione?

 Il cristianesimo ha iniziato una rivoluzione che non ha ancora portato a termine. La rivoluzione continua!

Ma da dove è iniziata la rivoluzione cristiana?

Da un triplice rovescimento. Dal mito alla storia. Dall'etnia alla comunità. Dall'individuo, che si confondeva nella massa, alla persona che appare come relazione.  Il mito degli dei finisce quando Dio entra nella storia e diviene uomo. Il Dio lontano di Israele diviene il Dio vicino di Gesù Cristo, salvatore universale. Il primato dell'etnia finisce, e con essa anche la guerra tra etnie (o almeno doveva finire) quando Gesù Cristo proclama una salvezza aperta a tutta l'umanità. La comunità prende il posto dell'etnia. Infine Gesù Cristo rivela il significato di persona. Nè l'individuo nè la massa riuscivano a far emergere l'essenziale della vita umana. Il cristianesimo rivela che la persona è relazione: tra l'Io e l'Altro esiste un legame inscindibile. 

Quella cristiana porta soltanto una rivoluzione ideale (di idee) o anche una trasformazione di vita?

La comunità si crea vivendo la comunione di beni materiali e spirituali. La novità cristiana della storia è la demitizzazione e l'abbandono della guerra, l'apertura ad un'epoca di pace. La persona come relazione tra l'Io e l'Altro dice l'insignificanza della relazione narcisista. La persona sviluppa la relazione.

Quello che il cristianesimo non ha ancora realizzato è il cristianesimo. Non ha chiuso del tutto con la guerra. Ha appoggiato, almeno in parte, ricchi e potenti (nobiltà - borghesia - capitalismo). Ha accentuato l'individualismo a scapito della comunità.  La rivoluzione cristiana può ricominciare?

 Occorre riprenderla per sviluppare le potenzialità contenute nella proposta del Vangelo. "La spada, il cannone, il missile sono un fallimento";  favoriscono l'oppressore e il vincitore, mentre umiliano il vinto. Il privato che prende il sopravvento, distrugge il pubblico e la comunità. 

Come può continuare la rivoluzione cristiana?   In primo luogo, vivendo e programmando il paradigma del dono al posto di quello del calcolo. In secondo luogo, promuovendo una spiritualità della relazione autentica; smascherando le relazioni illusorie, si forma la persona. In terzo luogo, la comunità non deve sopprimere o soffocare lo spirito delle etnie; deve saperle valorizzare, ma aprendole ad uno spirito che le valorizzi tutte.    Arricchimento culturale delle etnie: questo opera la comunità. 

                                      don Carmelo Guarini


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