venerdì 23 febbraio 2024

Dalla decadenza all'investimento

 A rimanere nella decadenza non si guadagna nulla.  A parlare di decadenza non si risolve nulla, anzi si rischia di far crescere la depressione nichilista in coloro che ascoltano. La funzione dei profeti di sventura è far crescere il sospetto, anzi di più, il risentimento verso la storia e lo spirito.

Il fatto è che non riusciamo ancora a fare espereinza della triplice dimensione umana: corpo, psiche e spirito. Soprattutto non risuciamo a vedere unificate queste tre dimensioni. Perchè non risuciamo a identificare una nevrosi somatogena, una nevrosi psicogena ed una nevrosi noogena. 

Il fisico americano Evan Walker, nel 1970 ha sostenuto questa tesi: "La coscienza può essere associata a tutti i fenomeni quantistici. Dal momento che ogni evento è, in ultima istanza, il prodotto di uno o più eventi quantistici, l'universo è abitato da un numento pressocchè illimitato di entità coscienti, discrete, in genere pensanti, che hanno la responsabilità del funzionamento dell'universo."

Domanda: la sanità del corpo è indipendente dalla sanità della psiche e dalla sanità dello spirito? Una malattia somatogena non coinvolge anche la psiche e lo spirito? E una malattia noogena non fa sentire i suoi effetti anche sul corpo e sulla psiche? In che modo le altre due dimensioni possono soccorrere per esempio una malattia somatogena, o un'altra psicogena, o un'altra ancora noogena? Non è l'osservatore a decidere quale evento deve materializzarsi? Se di salute o di malattia!

Perchè nella lunga catena dei fenomeni che formano la storia di una persona, un evento si materializza, mentre una molteplicità di eventi virtuali scompare?

Verrebbe da dire che la materializzazione di un evento è dovuta all'investimento. In altri termini: in che cosa s'investe? Nel soma, nella psiche, nello spirito? O in tutte e tre le dimensioni?  Potremmo chiederci, allora : la coscienza è Erfarung o Erlebnis?  Facendo un pò di Wirkungsgeschichte, si può comprendere la posizione di Sartre, che considerava la libertà come differenza piuttosto che come uguaglianza. Perciò dice:"gli altri sono l'inferno." . Si può comprendere anche la posizione di Marcuse, che considerava Eros come libertà del corporeo rispetto al pensiero. Infine  ci si dovrebbe chiedere: la libertà dello spirito è davvero un'immaginario fantasioso,  creato dal sogno? Con  J. Lacan si potrebbe vedere un ribaltamento della situazione  a partire dallo sguardo dell'osservatore: il sorriso sulla vita non è forse un investimento che supera il fallimento e la decadenza? Proprio ciò che dice il parlato : "ça reve, ça rath, ça rit" ("sogna, fallisce, ride")

                                 don Carmelo Guarini


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