venerdì 22 aprile 2016

Comunità

Ricominciare dalla comunità, dopo una sbornia e un'abbuffata d'individualismo e di
narcisismo. Occorre rimettere insieme la comunità e la personalità!
Diceva Romano Guardini : "la Chiesa è per il singolo individuo il vivente presupposto del suo personale perfezionamento. E' la via alla personalità" (in Il senso della Chiesa,
p. 47).
Barth e Bonhoeffer, pur provenendo il primo dalla chiesa riformata, ed il secondo dalla chiesa luterana, si ritrovavano in una chiesa "confessante", che proprio nel momento in cui ridava a Dio il primato sulla storia e sull'esistenza, riscopriva nella fraternità cristiana una realtà pneumatica (azione dello Spirito),   non soltanto psichica;                 e nella figura della riconciliazione trovava il nuovo modo d'essere nel mondo e tra i nemici.
Neppure la psicologia sarebbe da disprezzare; anzi essa sembra condurci sempre più verso la relazione e l'incontro. Un testo che và in questa direzione è l'intervista di Russel a Karl Rogers : Un rivoluzionario silenzioso , pubblicato dalla editrice La Meridiana di Molfetta (BA). Con i "gruppi d'incontro", Rogers ha voluto sviluppare una pratica della relazione tesa a far incontrare le persone, prima ancora che sui contenuti e sugli obiettivi, sull'empatia, ossia sull'accettazione piena dell'altro (con i suoi limiti e le sue potenzialità).
Il Vangelo ci ha insegnato che "il Maestro è uno solo", e noi tutti discepoli, pronti alla correzione fraterna e all'aiuto reciproco per poterci migliorare nelle scelte e nei comportamenti.
                            Più comunità è la via per far crescere la personalità.    il don

Ricominciare

Ricominciare dalla trasparenza e dal perseguire in concreto il bene dell'altro.
Lotta alla corruzione e alla cultura dello scarto costituiscono una medesima lotta.
Nessuno può essere escluso dal gioco della vita : ma il gioco dev'essere pulito e
trasparente.
La chiesa dovrebbe essere la prima a ricominciare e a testimoniare il Vangelo : allora il mondo vedrebbe e saprebbe che alla chiesa non interessa "fare cassa". Se la chiesa ha tanti immobili (case e campi), dovrebbe farli fruttare, creando lavoro, non lasciandoli
inutilizzati, come accadeva nel medioevo con la "mano morta".
Nella comunità parrocchiale, il parroco potrebbe dare insieme a tutti gli altri, così l'offerta di ognuno rimarrebbe segreta; ma tutti nella comunità sarebbero "uomini dell'anno".
Infine non ci dovrebbero essere preti che dove vanno lasciano debiti, e altri  invece che lasciano attivo.
L'amore è al di sopra della legge, come abbiamo imparato da Gesù e dalla tradizione teologica  paolina e giovannea. Ma l'amore va anche organizzato, controllato nella comunione e dalla comunità.
Ricominciare, dunque, non alla maniera anarchica, ma nella forma dello stile sinodale.    il don

giovedì 14 aprile 2016

Corruzione 2.

La risposta culturale e popolare al dilagare della corruzione è fondamentale. Per questo mi permetto di suggerire un po' di bibliografia, tanto per cominciare ad approfondire l'argomento. La prevenzione è molto meglio della repressione: non si può delegare all'autorità giudiziaria e a quella legislativa la risoluzione dei problemi relativi al dilagante fenomeno della corruzione.
Un po' di bibliografia per l'approfondimento!
Per cominciare : il libro di Raffaele Cantone "Il male italiano". Soprattutto quello che dice sulla "trasparenza" nei rapporti tra imprese e politici!
Un altro testo: il numero 3 (anno 2016) della rivista di geopolitica "Limes" : l'articolo di Aresu, quello di Sales, et cetera...
La conoscenza del fenomeno corruzione e la formazione di una coscienza civile che sappia resistere alla tentazione di quella che papa Francesco ha denominato la "dea tangente", sono i due strumenti culturali per rendere il popolo di nuovo protagonista della propria storia.  La corruzione "spuzza" (ancora papa Francesco denunzia!)   il don

venerdì 8 aprile 2016

In uscita

L'apertura è sempre in uscita. La chiusura è arroccamento!
Avevamo previsto che l'Istituto di scienze religiose di Brindisi potesse chiudere,
ma non in primo luogo (come molti avrebbero supposto) perché gli iscritti sono diminuiti. La chiusura è dovuta anzitutto ad una mancanza di strategia culturale.
Cosa vuol dire? Che è mancata l'interazione con le istituzioni culturali più vive della città e della provincia. Quando si perde il contatto col popolo (che non significa, intendiamoci bene, assecondarlo nei suoi capricci e nelle manie di moda), si rimane tagliati fuori non solo dall'ethos, ma anche dal logos e dal mythos. Non c'è crescita,
quando prevale la chiusura, quando gli ideali vengono svenduti per fare cassa, quando
il gioco perde la cosa decisiva, ossia il dono. E il Vangelo è il dono più grande : non è un libro, è una Persona!
Si chiude perché ci si è arroccati sulle sicurezze del potere e del denaro: non si è stati capaci di rischiare, di andare incontro al fraintendimento ( che è la prova decisiva della
gratuità e dell'investimento del dono). Quando si scommette sugli ideali, e non c'è ideale più grande del Vangelo, occorre mettere in conto di dialogare con tutti e di finire "odiati da tutti". Un mito non si crea se non dopo che si è morti; il teatrino si risolve sempre in una carognata!  Questa è Vita in uscita.  il don

lunedì 4 aprile 2016

Trasparenza

Purchè non sia teatrino!
Purchè non creiamo eroi, per metterci a posto la coscienza di rimanere mediocri e corrotti!
Purchè non diveniamo omertosi e paurosi di denunciare la corruzione!
Purchè non pensiamo soltanto ai nostri interessi individuali o di gruppo!
Purchè non deleghiamo il problema della corruzione ad un'autorità esterna, abdicando alla nostra coscienza (che rifiuta il metodo della raccomandazione, dell'utilitarismo,
del far carriera per avere più potere, ...), che è la prima a vincere sulla corruzione all'interno di ogni persona!
Purchè, Purchè, Purchè ....
E trasparenza sia !
il don

sabato 2 aprile 2016

La coscienza

Il fondatore del cristianesimo non ha voluto sopprimere la legge: i dieci comandamenti
rimangono validi; l'amore è qualcosa di più: "dare la vita", ma senza toglierla ad un altro. I mafiosi ed i corrotti che leggono la Bibbia dovrebbero saperlo: non uccidere e non rubare rimangono due comandamenti da osservare; se non vengono osservati, non si può mettere a posto la coscienza donando migliaia di euro ad una processione del venerdì santo, chiedendo poi ai portatori delle statue di fare l'inchino davanti alla casa del boss. Coloro che fanno catechesi e devono mostrare il valore della vita cristiana, non devono dimenticare che la campana a martello suona per un defunto, ma per Cristo Risorto sventaglia a gloria.
La deficienza del moralismo è che ha mancato e manca di testimonianza. Non basta neppure la morale a questo  cambiamento d'epoca ; se non c'è passione per un grande ideale (ponendo al "fondo", ossia facendo sprofondare avidità di ricchezza e di potere, desiderio di vita comoda e facile), rimangono la mafia e la corruzione e la violenza, anzi queste tre fanno alleanza e riescono a salvare l'apparenza di una vita secondo la legge. Coloro che "hanno dato la vita" rimangono la testimonianza vivente della coscienza buona e giusta: guardando alla loro vita e alla loro morte si può comprendere intuitivamente come si può vincere mafia, corruzione e violenza. Più che il coraggio, ci manca l'ideale; e più che il pane, ci manca la coscienza.  il don

venerdì 1 aprile 2016

La violenza

C'è la violenza fisica, la violenza psicologica, e c'è la violenza spirituale; questa è la più pericolosa, perché la più difficile da smascherare. Il demonio fa conto soprattutto su quest'ultima! Ma il Vangelo vissuto smaschera il demonio!
Quando ho appreso la notizia che in Pachistan, a Lahore, sono stati uccisi donne e bambini cristiani, mi sono ricordato che circa  venti o quindici anni fa, avevamo adottato dei bambini proprio in Pachistan. Per tre anni mandammo dei soldi per queste adozioni: li inviammo come comunità, e nessuno seppe i nomi dei donatori; doveva rimanere segreto il dono di ognuno, perché soltanto Gesù può svelare il dono segreto della vedova.
Ora poteva nascere una domanda: il nostro aiuto è stato vano, dal momento che hanno ucciso donne e bambini, e insieme hanno ucciso il nostro sogno di fraternità, dato che i bambini adottati erano non solo cristiani anche musulmani? E' stato vano inviare quel denaro per creare fraternità?
Questa domanda mi ha sfiorato, ma non ha penetrato né la mia mente né il mio cuore.
Ho sentito invece una certezza: abbiamo cercato di creare fraternità con cristiani e musulmani, anche a distanza. In più, ho sentito una gioia segreta: abbiamo aiutato dei cristiani che sono diventati martiri. Abbiamo fatto poca cosa (offrendo un po' di cibo e di istruzione a dei bambini); ma il loro martirio, il loro "dare la vita" per Gesù Cristo è molto più grande del nostro piccolo gesto.   Anzi, i tanti martiri cristiani di oggi risvegliano la nostra fede ed il nostro amore. Il loro "dare la vita" per il Vangelo ci dice che non vince la violenza. Il Vangelo di Gesù la vince sulla violenza!    il don