mercoledì 17 gennaio 2018

La squadra

Il messaggio , questa volta, lo prendo non da un politico,
 non da un attore  o da un cantante, neppure da un intellettuale o da un amministratore delegato,
ma da un calciatore, il grande Pelé,  il quale dice: "E' la squadra che fa la forza" !
Per colui che l'avesse dimenticato, e anche per lo smarrito nel gran kan  del narcisismo
individualistico e dell'Io che deve affermarsi ad ogni costo, vale meditare :
            " E' la squadra che fa la forza"!
      Alle  istituzioni e alle nazioni che perseguono grandeur e trionfalismo
    direi di approfondire :  " E' la squadra che fa la forza"!
  Alle religioni non cristiane, alle confessioni cristiane e alla chiesa cattolica
   direi di meditare ancora sul tutto e sul nulla ( el todo y el nada di San  Juan 
  de la Crux )  :  " E' la squadra che fa la forza "!
    Per amore della squadra, prega, studia e ama, di giorno e di notte: non ti lascerai
sconvolgere o distrarre dall'attivismo, dal fare gratificante.
    Per amore del popolo e di ogni persona umana, che vale molto più di un progetto
pastorale o politico o culturale: prega, lavora e ama!      E non dimenticare la testimonianza che sta dietro al messaggio del grande Pelé :
                       "E' la squadra che fa la forza"!
        il don

martedì 9 gennaio 2018

CULTURA

Cultura è crescita della persona e della comunità;
non è anzitutto fare soldi e promuovere affari.
Semmai è creare  lavoro : questo sì!
In che cosa si può vedere la differenza tra un orientamento
e l'altro?
Dice lo storico dell'arte Montanari, ma tanti altri storici
sarebbero d'accordo con lui, che la conoscenza delle opere
d'arte richiede un approfondimento storico e intellettuale,
non può essere  confuso o mischiato con una promozione gastronomica o con
un marketing  di moda dell'abbigliamento.
Non dobbiamo dimenticare che gli affari (fare soldi) sono parte
integrante e omologante della filosofia tecnologica del nostro tempo.
Va ripetuto con chiarezza che fare cultura è promuovere la crescita
della persona e della comunità.
Perché nei nostri paesi, malati di provincialismo, tante o quasi tutte le
associazioni culturali chiudono (sono più quelle che chiudono di quelle che aprono)
e sopravvivono soltanto le "associazioni delle polpette e delle pettole"?
Per carità, polpette e pettole piacciono quasi a tutti (eccetto ai vegetariani),
ma non si può ridurre la cultura all'arte culinaria!
C'è tanta strada a tappe da fare: elementare, media, universitaria ... !
il don