giovedì 31 maggio 2018

Il pregiudizio

Non si può dar vita al nuovo, né al dialogo né all'interazione, se si guarda il passato
con gli occhi del conflitto e della polemica. Questo vale sia per i credenti conformisti e
superstiziosi, sia per i laici illuministi vecchio stampo i quali confondono anticlericalismo (che può essere giustificato per tanti comportamenti della casta sacerdotale) e tradizione (senza la quale il futuro rimane sospeso in aria).
Il dialogo non è un semplice conversare, esponendo il proprio punto di vista; è piuttosto un formarsi reciprocamente, con l'apertura ad imparare dall'altro, abbandonando posizioni dimostratesi preconcette.
Quando si rimane su un terreno di scontro si dice, pur non dicendolo, di non volere il cambiamento, di non esser disposti a rimettere in gioco la propria esistenza e le proprie idee, di non voler esporsi all'avventura di un nuovo insieme.
I greci assegnavano al verbo idein un significato complesso (attenzione a non semplificare troppo: quest'epoca rischia il semplicismo, per mancanza di approfondimento della complessità): da una parte vedere, dall'altra ideare o progettare.
Giustamente una visione non può concepirsi senza progetto: anzi la rilevanza di una visione la si trova nella lungimiranza del progetto e nella sua capacità di attuazione.
L'avversario del progetto non può essere né emarginato né ignorato: occorre che sia in qualche modo incluso, coinvolto nel progetto-visione.     Permanere nel conflitto e nell'indifferenza,  significa far  vincere il pregiudizio!   
il don

martedì 29 maggio 2018

L'ASCOLTO

Moderiamo il linguaggio e le parole!  No al bullismo e allo stolking da parte degli adulti! Perché i ragazzi ci ascoltano e apprendono male!
Stiamo assistendo ad uno spettacolo deplorevole imbastito da coloro che vorrebbero
divenire classe dirigente in Italia!
Ma vi rendete conto che mancate di rispetto, di padronanza di sé, di ponderazione nel pensare  e  nel parlare?
 Vi rendete conto che state mettendo in atto nel paese un "teatrino delle marionette"?

Non interrogate a fine giornata la vostra coscienza per verificare se avete acceso odio
piuttosto che amore verso i cittadini e la patria?
Torniamo a fare educazione civica e formazione della coscienze : in famiglia, a scuola, nelle parrocchie, per la strada, in parlamento, nei luoghi di lavoro e di studio!
Il troppo è troppo: questo ritorno di barbarie, questa presunzione di dire la propria idea senza averne le competenze, senza aver approfondito gli argomenti di cui si scrive sui social, è  segno di inciviltà!       Dov'è finita la scienza, dove  la cultura, dove la dignità, dove lo stile di vita? Dov'è finito il cristianesimo e la vita cristiana?
Sono gli adulti i primi responsabili della crescita di bullismo, si stolkeraggio, di maleducazione, di imbarbarimento nelle relazioni. Il cretinismo economico, la presunzione di saputelli, il rimanere sempre in superficie e all'apparenza ...: ecco l'emergenza! Non ce ne siamo accorti? E non facciamo nulla per porvi rimedio?
Tornare ad ascoltare la voce interiore, la voce del diverso da me, la voce della comunità che grida di essere rifatta : questa è l'urgenza più grande!   il don

lunedì 28 maggio 2018

LA VISIONE

Ci sono troppi presunti visionari nella chiesa cattolica: dicono di vedere Gesù o la Madonna o alcuni santi; e intanto fanno affari e denari, usando lo "spirito" come avrebbe voluto fare  "Simone il Mago" ( vedi  Atti degli Apostoli ), che fu scoraggiato da Pietro apostolo, che gli disse "Va all'inferno tu  e il tuo denaro".
Quale visione ci dona  lo Spirito Santo?  Richiama la Parola di Gesù: "gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date".  Il dono più grande è lo Spirito stesso, che, al dire di Agostino d'Ippona, è "il dono" dell'Amante (il Padre)  all'Amato (il Figlio), e dell'Amato all'Amante.  Amore di andata e amore di ritorno : reciprocità dell'amore!
Che cosa fa lo Spirito Santo?   Insegna a donare, testimoniando l'amore tra il Padre e il Figlio.
Si moltiplicano i visionari nella chiesa cattolica:  e   gli ignoranti e i creduloni vanno loro dietro, buttando via il loro denaro, quando potrebbero aiutare i poveri a loro più vicini, e magari anche quelli lontani.
L'amore per il denaro e il potere,  e  per l'immagine narcisista, spegne la passione ideale dell'amore per l'Altro, allontana dalle virtù, suscita confusione e menzogna.
La visione ideale è quella che troviamo nel Vangelo: concretezza dell'amore per Dio e fraternità con le persone umane.

Ama creativamente e avrai la visione del futuro
                                                                                          il don

domenica 27 maggio 2018

IL VANGELO

A colui che vive la fede-fiducia non solo è noto, ma ne fa anche esperienza,  che
il Vangelo s'identifica con la Persona di Gesù Cristo. Quelle parole e quelle opere
del Vangelo rivelano la Persona del Dio fatto Uomo,       per la divinizzazione dell'umanità.
Vivere il Vangelo significa entrare nella vita stessa della Trinità, del Dio Uno in
tre Persone.    E' questa esperienza che manca ai cristiani!
   Se tanti di loro sono  superstiziosi, creduloni, devoti verso gli "oggetti di culto" piuttosto che verso le   relazioni divine e umane, è perché non hanno coltivato
l'intelligenza per conoscere le verità divine, e hanno trascurato la vita spirituale,
preferendo seguire la via facile della magia e della spettacolarizzazione.
L'evangelizzazione della vita e la formazione catechetica ( la catechesi è testimonianza dell' esperienza di Vangelo), sotto la guida dello Spirito Santo, è quello che ancora manca  nelle parrocchie,  preoccupate di distribuire sacramenti piuttosto che      fare scuola di comunità e di preghiera.
La parresia (franchezza e trasparenza),  che il santo Padre Francesco continuamente richiama ai cristiani cattolici, compresi preti e vescovi    è la sola  alternativa all'ipocrisia e al chiacchiericco,  vero terrorismo per la vita di comunità.
  Le relazioni umane e cristiane autentiche hanno i loro fondamentali nel donare se stessi   e nel servizio: il modello è quello trinitario (come vivono il Padre e il Figlio, nel dono dello Spirito, la loro relazione) e kenotico (ogni persona combatte il proprio narcisismo perché l'altra persona venga alla luce).                         il don

martedì 22 maggio 2018

Viva il cristianesimo!

Viva IL CRISTIANESIMO che non si perde d'animo e continua ad inseguire
il sogno di vedere realizzato tutto il Vangelo, nonostante,  nei  venti secoli  della
sua storia,  abbia conseguito   alcune vittorie e tante sconfitte!
Se i cristiani non si perdono d'animo, è perché hanno ricevuto il dono dello Spirito Santo;  e non soltanto perché   considerano il paradigma del dono superiore al paradigma del calcolo.  Infatti, lo Spirito Santo crea relazioni nuove.           Se il cristianesimo     si occupasse soltanto di giustizia distributiva, farebbe come  un qualunque benefattore (il quale fa cosa buona quando dona, ma non sa come attivare la reciprocità nella relazione). Agostino d'Ippona diceva: il Padre è l'Amante, il Figlio è l'Amato, lo Spirito Santo è il dono.   Della reciprocità del donare abbiamo bisogno per non implodere sia nella solitudine sia nella dispersione della massa,           sia nel narcisismo (esaltazione dell'Io)  sia nell'esaltazione del Tu (il culto della personalità).
Cosa fa lo Spirito Santo tra Padre e Figlio?  Fa in modo che nessun atto d'amore, nessuna azione, nessun pensiero, nessun progetto vada perduto.
Così il cristiano si gioca tutto tra perdita e guadagno: quanto più "perde" (ossia, quanto più dona)  più guadagna; quanto più dona, più riceve il centuplo. Francesco d'Assisi non amava molto l'esegesi biblica e l'ermeneutica; diceva che tutta la bellezza e la verità del Vangelo stanno nel riceverlo e viverlo "sine glossa".   Per questo venne stimato anche dal Sultano!
        il don

domenica 20 maggio 2018

Viva l'ateismo!

Ieri sera, passeggiando vicino alla villa comunale, mi sono fermato con un
gruppo di ragazzi che non avevo mai visto. Qualche battuta, poi uno dice:
"qui, tra noi c'è un ateo. Lei cosa ne pensa?". Ho risposto: "chi è l'ateo? E' colui
che ha di Dio un'idea più pura!".  Allora dicono: "Lei ci ha sconfitti tutti".
Continuo: "Non volevo!"  E li ho salutati.
Mi sono pentito di non aver proseguito la conversazione: ho avuto poca attenzione,
poco coraggio?
Ho meditato, tra me e me, sull'accaduto e sulla conversazione: quell'ateo poteva farci scoprire la nostra creduloneria, le nostre superstizioni, i nostri pregiudizi. Un'occasione mancata di approfondimento: ma la colpa è stata mia, non dei ragazzi!
Oggi ho ripreso a meditare sull'ateismo. E mi è venuto dentro un sentimento, poi un pensiero. Il cuore (nella Bibbia la parola cuore è ripetuta più di 800 volte) viene prima della ragione (il libro del Qoelet, ma anche gli altri libri sapienziali la esaltano, ma non quanto il cuore, perché  fa cogliere realisticamente i limiti della vita).
L'ateismo a che serve? Riporta l'attenzione sul soggetto più che sull'oggetto.
I superstiziosi, i devoti s'attaccano all'oggetto più che al soggetto: persino il santino che si porta nel portafoglio può essere considerato un porta fortuna, un amuleto, un oggetto magico.
Gli atei (quelli che amano e che pensano) considerano il soggetto persona più importante degli oggetti.
Da quando incontro tanti ragazzi e ragazze,  in maniera informale, sto imparando tante cose!
Più che insegnare, imparo!
Grazie ragazzi, siete fantastici!
 Ma sarei ingrato, se non dicessi il grazie più grande allo Spirito di Dio, che mi sta insegnando, dal vivo e dalla vita, a voler bene a tutti, senza pregiudizi e senza escludere nessuno!
il don




giovedì 17 maggio 2018

NONNI E NIPOTI !

Un'alleanza strategica potrebbe rivelarsi, infine, quella tra nonni e nipoti.
Padri e madri sono troppo impegnati a fare soldi e a far carriera, per dare
attenzione, tempo, energie alla persona del figlio o della figlia.
Ma, come diceva  Saint-Exupery in "Il piccolo principe" : "E' il tempo che ho perso
per la mia rosa che rende la mia rosa così importante".  Ma non è solo importante per me la mia rosa; la rosa si sente importante per il tempo e l'amore che le ho dedicato. L'amore concreto fa crescere la stima di sé, la fiducia nella riuscita della vita o dei sogni della vita delle nuove generazioni.
A te genitore voglio dire: il tempo e l'ascolto che dedichi a tuo figlio o a tua figlia vale molto di più della paghetta che gli dai, della moto, della macchina a due posti o del cellulare che gli regali.
Genitore: non dimenticare che sei padre o  madre del tuo figlio e della tua figlia!    Non basta che abbia donato loro  la vita biologica e fisica, devi donare la vita spirituale, ossia devi aiutare a scoprire il progetto di vita, a superare gli ostacoli messi in campo dalla cultura dominante, devi insegnare gli esercizi atti a combattere le "nuove malattie dell'anima" (tossicodipendenza - consumismo che reifica le relazioni - vandalismo e aggressività estreme -  ...).
Il lavoro dei nonni e delle nonne diviene sempre più prezioso, non solo per l'aiuto economico che spesso riescono a dare, ma soprattutto perché, sapientemente, aiutano a scoprire il valore della relazione e della comunità. Nonni e nonne, nascostamente e senza esibizionismo, combattono narcisismo e consumismo, aprendo alle generazioni dei nipoti il futuro che meritano.
il don

venerdì 11 maggio 2018

L'AFFARE !

L'affare più grande della sua vita è stato per Zaccheo l'incontro con Gesù.
Quel giorno memorabile, in cui il cambiamento ha prevalso. Non solo per
la persona di Zaccheo, ma per la città di Gerico. Le relazioni sociali sono
state ribaltate: il paradigma del dono ha posto in atto  il primo evento per
vincere il paradigma del calcolo!
Zaccheo, l'uomo più ricco e più corrotto di Gerico.  Ci sapeva fare col denaro:
riusciva a moltiplicarlo, comprando case e immobili, praticando l'usura ( con
interessi che strozzavano i debitori ...), diventando collaborazionista dei dominatori
(la Roma imperiale) come esattore d'imposte, ...   Temuto, ma non amato!
Invidiato da coloro che amavano il denaro e non riuscivano a farne tanto quanto
ne faceva Lui;  ma non amato!  Anzi, era disprezzato e chiacchierato: nei discorsi
in piazza veniva citato non col suo nome proprio, ma con nomignoli (lo strozzino,
l'usuraio, il ladrone, lo straniero,  l'infedele, ...).  L'uomo ricco non era felice: aveva venduto la sua anima al dio denaro; e questo dio lo ripagava col disprezzo verso se stesso.
Già da un po' di tempo, Zaccheo  aveva iniziato a fare i conti con se stesso, con il suo progetto di vita. Anch'Egli  aveva una coscienza!  Quel giorno veniva a Gerico un Rabbi. Ne aveva sentito parlare. Era curioso di  vederlo, quel giorno. Ma era piccolo di statura, Zaccheo. Salì, allora,  su un sicomoro, un albero gigante. E quando Gesù vi passò sotto, sentì il saluto del Rabbi e, grande sorpresa, il profeta volle entrare in casa del pubblicano.
Anticonformista, questo Rabbi, ha pensato l'esattore d'imposte, gregario sino ad allora  dell'odiato dominatore, l'impero Romano. Zaccheo non si lascia sfuggire l'occasione: tratterrà l'ospite in casa, preparerà un banchetto in suo onore      (la servitù non gli mancava, per organizzare un  pranzo in poco tempo). Ma il colpo di scena più grande  è il suo, non quello di Gesù:
"Rabbì, do metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto (con gli interessi maturati)".  Un gesto libero, senza costrizione!
Un grande uomo d'affari sa valutare la ricchezza: se essa non produce felicità e amore, e gioia di vivere, ma soltanto disprezzo e solitudine, a che serve? Tanto vale cambiare!Quel giorno non cambia soltanto Zaccheo; cambiano le relazioni nella città di Gerico!
Il cambiamento non si ferma mai alla persona-individua; si estende sempre alla comunità. Diceva Anna Arendt: "La rovina della politica deriva dal fatto che il corpo politico si sviluppa a partire dalla famiglia".  E Julia Kristeva commenta così l'attuale scetticismo verso la politica, in Il bisogno di credere  (ed. Donzelli):
"O la depoliticizzazione galoppante affretterà il ritorno del religioso e ridurrà all'impotenza lo spazio politico per un tempo lungo e imprevedibile.
O la programmazione in corso della superfluità della vita umana e la strumentalizzazione della pulsione di morte da parte degli integrismi provocherà un soprassalto vitale dell'inter-esse e una re-iniziazione della soggettività innovante".
La crisi della fede-fiducia può essere superata; così pure la depressione spirituale (malattia dell'anima): Il cristianesimo aveva sempre distinto il potere spirituale dal potere temporale, almeno in teoria o in teologia. Si tratta ora di mettere in pratica quel principio, e l'Europa ritroverà la bellezza dei suoi amori nelle virtù evangeliche, come Zaccheo ritrovò la gioia di vivere, quel giorno, quando si sentì amato, non giudicato, da quel Rabbi "fuori legge", o meglio "sopra la legge".  
In questi tempi di grande trasformismo (da una parte la ricerca di consenso, dall'altra si sale sul carro del vincitore con disinvoltura), ritrovare fiducia e fede nel passato e nel futuro,  è opera di sapienza e di discernimento!   don Carmelo Guarini