giovedì 31 maggio 2018

Il pregiudizio

Non si può dar vita al nuovo, né al dialogo né all'interazione, se si guarda il passato
con gli occhi del conflitto e della polemica. Questo vale sia per i credenti conformisti e
superstiziosi, sia per i laici illuministi vecchio stampo i quali confondono anticlericalismo (che può essere giustificato per tanti comportamenti della casta sacerdotale) e tradizione (senza la quale il futuro rimane sospeso in aria).
Il dialogo non è un semplice conversare, esponendo il proprio punto di vista; è piuttosto un formarsi reciprocamente, con l'apertura ad imparare dall'altro, abbandonando posizioni dimostratesi preconcette.
Quando si rimane su un terreno di scontro si dice, pur non dicendolo, di non volere il cambiamento, di non esser disposti a rimettere in gioco la propria esistenza e le proprie idee, di non voler esporsi all'avventura di un nuovo insieme.
I greci assegnavano al verbo idein un significato complesso (attenzione a non semplificare troppo: quest'epoca rischia il semplicismo, per mancanza di approfondimento della complessità): da una parte vedere, dall'altra ideare o progettare.
Giustamente una visione non può concepirsi senza progetto: anzi la rilevanza di una visione la si trova nella lungimiranza del progetto e nella sua capacità di attuazione.
L'avversario del progetto non può essere né emarginato né ignorato: occorre che sia in qualche modo incluso, coinvolto nel progetto-visione.     Permanere nel conflitto e nell'indifferenza,  significa far  vincere il pregiudizio!   
il don

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