domenica 29 marzo 2015

Resurrezione

La Lega Araba vorrebbe e potrebbe fermare il fondamentalismo islamico, la "guerra santa". Si tratta, 
infatti, prima di tutto di un fatto interno all'Islam. Se riuscisse a vincere la violenza al suo interno, potrebbe divenire impero, dal momento che la divisione conduce alla sconfitta.
In secondo luogo, c'è un dialogo che dev'essere ancora sviluppato tra Cristianesimo e Islam. Nel Vangelo non si trova mai il ricorso alla violenza e alla guerra, anche se la chiesa ed i cristiani nel corso dei secoli vi hanno fatto ricorso ma venendo meno alla forza del vangelo. L'aspetto più 
problematico, per l'Occidente, è il venir meno della fede e della passione per il Vangelo!
Se la passione della "notte oscura" sarà vissuta con tutto l'amore, senza ricorso alla violenza, si pre=
parerà la Resurrezione : il futuro della storia umana sarà di chi lotta per un mondo più giusto, più
compassionevole, non di chi uccide e si uccide. C'è una morte dell'istinto e della violenza che deve
essere vinta: la vera guerra si combatte all'interno della coscienza e dell'intelligenza. L'assassinio è
sempre un ritorno alla barbarie. Ma chi vive il Vangelo sa che  "non c'è amore più grande di colui che dona la vita per l'amico e per il nemico (rendendolo amico)". Chi saprà farlo, avrà la vittoria.
Occorre dire un grande grazie a tutti quei cristiani uccisi ancora oggi per l'amore a Cristo e al Vangelo: la loro grande testimonianza ci ridona il coraggio di credere ancora che "dare la vita" vale molto più che toglierla. La Pasqua di Resurrezione di Gesù è per noi oggi soprattutto il dono di "vivere dentro".   il don

giovedì 19 marzo 2015

Je suis la Tunisie

Sempre dalla parte delle vittime, mai dalla parte dei persecutori. Con la speranza che i persecutori
prendano coscienza che la vita è un valore inviolabile, come la dignità di ogni persona e di ogni popolo; ma se non lo facessero, dovrebbero essere fermati.
Quel che rimane oscuro è, tuttavia, l'indecisione delle grandi potenze di fronte al terrorismo. La Roma imperiale avrebbe già espresso il verdetto, con tempestività : " ISIS delenda est".
Per salvare la primavera araba, diviene urgente aiutare Egitto e Tunisia, ossia i popoli lì dove il sogno non è stato ancora deluso. Non si dovrebbe ripetere l'errore compiuto in Siria, dove il terrorismo fu
incoraggiato proprio dalle grandi potenze, destabilizzando una nazione che non aveva in mente di fomentare il terrore.
La diplomazia internazionale continua a sfornare parole a non finire, ma sembra lontana dal comprendere quel che realmente sta accadendo, e anche le decisioni da prendere per fermare in tempo una guerra che a macchia d'olio si stende sulla cartina geografica mondiale.
Esiste un Islam ideologico, guerrafondaio, che si richiama al Corano, a Maometto, alla "guerra santa", e che cerca di far apparire quell'altro Islam, pacifico, dialogico, come traditore della vera fede.
Quell'Islam violento, assassino, dev'essere fermato in tempo, con decisione, con un attacco mirato, per la difesa della vita non solo dei cristiani ma anche dei musulmani pacifici. E' legittima difesa, perchè è bene sapere che "chi di spada uccide, di spada muore" a sua volta.
il
il don

venerdì 13 marzo 2015

Dono , non "fare soldi"

Le azioni hanno spesso bisogno di chiarimento : per esempio, non si può confondere il dono con il cedimento alla richiesta di tangente. E' il sogno americano che ha fatto del "fare soldi" un sogno di
massa. Col dono, invece, l'umanità ha creato arte, scienza, economia, spiritualità. A partire dal dono
si riapre in ogni epoca una storia nuova, un'arte nuova, un'economia nuova, una spiritualità nuova.
Non si butta via il vecchio, lo si tramanda e lo si valorizza, tirandolo fuori dal museo per mostrarne 
il valore nella piazza e nelle case. Il nuovo prende meglio risalto e mostra la sua efficacia, se sullo
sfondo si staglia il vecchio. Se il nuovo non disprezza il vecchio, se ne assume tutto il valore, allora
potrà con più forza aprire il futuro!
Nel Rinascimento italiano c'erano tanti mecenati che investivano in architettura, in pittura, in cultura:
facevano lavorare architetti e pittori, compositori e letterati; non guardavano soltanto al proprio benessere, ma investivano nel "più essere" della comunità.
Michel Foucault, in "Il sogno", un'introduzione al libro di Biswanger "Sogno ed esistenza", dice che
tra le dimensioni dell'immaginazione, ossia quella epica, quella lirica, quella tragica, è proprio quest'ultima la più radicale (o assoluta), in quanto pone l'esistenza in una relazione verticale tra ascesa e discesa, consentendo il passaggio dall'antropologia all'ontologia (vedi ultimo paragrafo del
libretto di Foucault). Si potrebbe dire che il dono attua il sogno della fraternità, mentre il voler "fare soldi" è soltanto il sogno di un ladro!
il don