venerdì 13 marzo 2015

Dono , non "fare soldi"

Le azioni hanno spesso bisogno di chiarimento : per esempio, non si può confondere il dono con il cedimento alla richiesta di tangente. E' il sogno americano che ha fatto del "fare soldi" un sogno di
massa. Col dono, invece, l'umanità ha creato arte, scienza, economia, spiritualità. A partire dal dono
si riapre in ogni epoca una storia nuova, un'arte nuova, un'economia nuova, una spiritualità nuova.
Non si butta via il vecchio, lo si tramanda e lo si valorizza, tirandolo fuori dal museo per mostrarne 
il valore nella piazza e nelle case. Il nuovo prende meglio risalto e mostra la sua efficacia, se sullo
sfondo si staglia il vecchio. Se il nuovo non disprezza il vecchio, se ne assume tutto il valore, allora
potrà con più forza aprire il futuro!
Nel Rinascimento italiano c'erano tanti mecenati che investivano in architettura, in pittura, in cultura:
facevano lavorare architetti e pittori, compositori e letterati; non guardavano soltanto al proprio benessere, ma investivano nel "più essere" della comunità.
Michel Foucault, in "Il sogno", un'introduzione al libro di Biswanger "Sogno ed esistenza", dice che
tra le dimensioni dell'immaginazione, ossia quella epica, quella lirica, quella tragica, è proprio quest'ultima la più radicale (o assoluta), in quanto pone l'esistenza in una relazione verticale tra ascesa e discesa, consentendo il passaggio dall'antropologia all'ontologia (vedi ultimo paragrafo del
libretto di Foucault). Si potrebbe dire che il dono attua il sogno della fraternità, mentre il voler "fare soldi" è soltanto il sogno di un ladro!
il don

1 commento:

  1. La discesa di cui parla Foucault è la colpa, la yubris, l'abisso.E' soprattutto con essa che deve fare i conti l'ascesa.

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