mercoledì 21 dicembre 2011

letto per voi un testo di Simone Weil

la "lettera a un religioso" scritta da Simone Weil durante il suo ultimo soggiorno negli Stati Uniti è indirizzata al domenicano francese padre Couturier. Pone al centro il tema
delicatissimo della catechesi. Inizia così: "Quando leggo il catechismo del Concilio di Trento, mi sembra di non aver nulla in comune con la religione che vi è esposta. Quando leggo il Nuovo Testamento, i mistici, la liturgia, sento con una specie di certezza che questa fede è la mia". Ci sarebbe da chiedersi perchè un testo mistico o una celebrazione liturgica riesca a trasmettere il senso del mistero, e come mai riescono ad operare una sorta di mistagogia, cioè di accompagnamento spirituale, mentre un testo di catechismo che intende essere troppo chiaro e dire cose evidenti suscita una reazione di ripulsa o di rigetto. Il motivo mi pare semplice: occorre lasciare a Dio di poter dire sempre l'ultima parola, sia alla persona sia alla comunità. il don

domenica 18 dicembre 2011

dialogando idealmente con O. Clement

Tutte le feste si somigliano: Natale, Carnevale, Pasqua e Capodanno. Quando manca la preparazione specifica, si perde il proprium di ogni festa. Natale è attesa di Colui che viene. A Pasqua ci si prepara, facendo morire l'uomo vecchio per poter risorgere. A Carnevale ci si prende gioco del proprio io e del proprio gruppo, per aprirsi ad una comunità più grande. A Capodanno ci si apre alla speranza, più che con i botti, con progetti più condivisi, meno omologati alla corrente comune. Passare dal devozionalismo al vissuto spirituale è quanto mai urgente, per fare della relazione autentica con Dio e la persona umana il perno della crescita comunitaria. Rompere gli schemi è più facile che ricostruire relazioni; ma se non si compie la prima operazione, non si può passare alla seconda! Rilanciare le feste non si può senza una preparazione davvero nuova. il don

venerdì 16 dicembre 2011

letto per voi: Senza misura

la raccolta di alcuni interventi del vescovo Tonino Bello porta il titolo "senza misura".
cosa intende proporre? non certo il senza misura dello sballo; neppure la provocazione
risentita. ciò che propone è di rompere gli steccati e gli schemi,per trovare la relazione autentica. il senza misura potrebbe essere tradotto con charitas sino modo, il che comporterebbe il rischio di dare a fondo perduto, senza contropartita. il rischio di fidarsi di una parola-amore. il coraggio di rispondere ancora positivamente ad un attacco massiccio di annientamento. la relazione autentica nasce soltanto quando la differenza è rispettata, mentre la non-relazione ossia il non-incontro gioca sempre sul
fraintendimento e sull'ipocrisia. chi vuole vincerla è ancora attaccato al potere o al
gioco-potere, un potere camuffato da gioco. le parole autentiche sono come le azioni autentiche: sono accolte da chi è senza falsità, respinte da chi è malato d'ipocrisia. il don

venerdì 9 dicembre 2011

letto per voi: Pietre di scarto

letto per voi, il piccolo-grande libro del vescovo Tonino Bello: Pietre di scarto! Brevi lettere d'amore: a coloro che non contano niente, a coloro che si sentono falliti, ai giovani disoccupati, a chi non ha il coraggio di cambiare. La parola chiave è coraggio. Osare per cambiare il niente in tutto, il fallimento in crescita, la disoccupazione in ricerca di lavoro, le tante schiavitù magari comode e confortevoli in un'avventura di libertà. La pietra di scarto può divenire prima pietra di una nuova costruzione. Osare insieme e più ancora osare per l'insieme. Diceva il filosofo Guitton: "Gli eventi ci rassomigliano: come degli specchi essi ci rimandano la nostra immagine. A ciascuno capita non tanto ciò che egli merita, quanto ciò che gli rassomiglia". Per mettere una prima pietra ad una nuova costruzione, occorre rompere fatalismo e individualismo. Chi patisce per un'immagine di se sfigurata, specchiandosi nel Crocifisso, può risorgere. il don

lunedì 5 dicembre 2011

letto per voi: Notte...

letto per voi, il libro di G.M. Zanghì, Notte della cultura europea. Ne traggo fuori un'idea che mi pare possa creare sinergia di eventi: il cristianesimo in Europa è in una fase di purificazione. la storia del suo pensiero e della sua prassi è chiamata ad un confronto col Vangelo e perciò ad una riconversione radicale. Essenziale diviene il dialogo, che presuppone la tolleranza ma che va oltre, tra il credente e l'ateo, oltre che
il cammino di fraternità tra le diverse fedi religiose. Come diceva il filosofo Guitton, l'ateo ha o potrebbe avere un'idea più pura di Dio, perchè purificata dai tanti idoli, a volte non consci, che il credente conserva in se stesso o nella sua comunità chiusa. Uscire dalla massa per fare comunità: questo progetto ambizioso del singolo ha bisogno di disintossicarsi da un individualismo che permea la vita quotidiana e impedisce di respirare la relazione autentica. E' troppo chiedere a Dio di farci incontrare qualche persona trasparente, della quale si possa dire ciò che Gesù disse di Natanaele: ecco un israelita in cui non c'è falsità!? Il mutuo riconoscimento nella trasparenza! il don

giovedì 1 dicembre 2011

letto per voi : le feste cristiane

letto per voi, il libro di Olivier Clement sulle feste cristiane. il tempo della natura è ciclico; il tempo della Grazia è lineare! La liturgia rimanda al vissuto spirituale: la chiesa ha istituito l'avvento per prepararsi al Natale; e la quaresima per prepararsi alla Pasqua; ed il periodo pasquale per giungere alla Pentecoste. la celebrazione liturgica è accolta come momento di Grazia nella misura in cui la preparazione che l'ha preceduta  ha sostituito all'individualismo la vita della comunità. l'avvento prepara all'incontro con Cristo nella storia: l'ascolto della Parola apre alla realizzazione di rapporti nuovi.  la quaresima è un'esperienza di trasformazione: il patire apre al compatire, il digiuno alla condivisione. la Pentecoste, festa poco sentita, ma così centrale nella nascita e nella crescita della chiesa, sarà festa di rinascita della comunità, se vissuta nella luce dei 50  giorni del periodo pasquale. Lo splendore della liturgia chiede alla vita di farsi luce.     il don