L'evento dominante che Gesù Signore ha voluto lasciare del giovedì santo è "l'amore reciproco": "Non vi chiamo servi, ma amici."
L'evento dominante del venerdì santo è l'abbandono in croce. La pace vera con Dio e con tutti gli esseri umani è portare la croce, la propria e quella di altri che non ce la fanno a sopportarla.
In due strofe padre David Maria Turoldo accostava la figura del profeta Geremia a Gesù Signore, egli stesso Dio, abbandonato da Dio e dagli esseri umani.
"Tu, Geremia, il profeta più solo,
sei dell'autentica Chiesa la voce :
annuncio come nessuno di Cristo,
di quanti oggi puoi esser figura?"
Ma la testimonianza di Gesù Signore non è folklore, non è spettacolo, non è esibizionismo. La sua testimonianza è coinvolgimento nel patire e compatire. Soltanto da questa comunione può nascere la comunità.
"Lottare soli, per sempre, da soli;
lottare ancora, e ieri e domani :
questo peccato che tutti avvelena,
e il male immenso che irrompe e dilaga."
Il peccato che dilaga è la guerra : per avidità, per dominare e opprimere. La grazia sarebbe il rispetto della libertà di ogni essere umano e di ogni popolo : lasciare ad ognuno lo slancio creativo, quello che crea armonia, fraternità, aiuto reciproco. Dare un senso al soffrire, edificando l'Homo patiens nel post-moderno: proprio questo avvicina l'esperienza del giovedì santo e del venerdì santo. L'abbandono e l'amore reciproco : il dono testamentario di Gesù Signore, vero Dio e vero uomo.
don Carmelo Guarini