sabato 23 marzo 2024

Fraternità e paternità

 Parlare di fraternità senza il riconoscimento della paternità può rivelarsi un gioco di prestigio, una ludopatia.  

Il racconto biblico rivela che il comportamento nasce da una decisione del cuore.

  Il delitto di Caino nei confronti di Abele è emblematico: ciò che precede il delitto è la ribellione al comando di Dio. Se Caino avesse rispettato il comandamento "Amerai il Signore Dio tuo" (che è il primo e il  più grande comandamento), avrebbe praticato anche l'altro, ossia "non uccidere".  In Caino la gelosia che provoca il delitto viene dopo la decisione di Caino di non ascoltare la voce di Dio e di fare affidamento su una voce distorta della propria coscienza.

E' ancora la paternità a salvare la fraternità.  Quando Dio comanda "nessuno tocchi Caino", ossia proibisce la vendetta ed avoca a sè il diritto di giudicare, offre a Caino la possibilità di riparare il male compiuto, ossia  l'assassinio del fratello. Adesso Caino può riparare il male compiuto riconoscendo che il comportamento di Abele è stato più corretto del suo.  Caino dovrà ammettere di fronte a tutti che si è lasciato guidare dalla gelosia e dall'avidità. Dio gli offre l'opportunità di un cambiamento reale, ma occorre che Caino paghi un prezzo per gli sbagli commessi.

Fraternità e paternità sono due realtà strettamente intrecciate.

Occorre saper vedere e capire quello che accade:  i delitti e la violenza aumentano non a caso; se manca l'obbedienza al comando divino, allora aumentano le guerre, i delitti.  Il sangue sparso del fratello grida sino a Dio al punto da  farsi udire dagli altri fratelli.   Quel sangue sparso dice che non ci si riconosce più fratelli. Anzi, appare con chiarezza che il fratello è divenuto il nemico. Se Dio non intervenisse per dire il suo amore verso tutti i suoi figli, i fratelli rimarrebbero nemici e non potrebbero più riconoscersi come fratelli.

Un'etica universale non ha fondamento. La morale si fonda sul comandamento divino.

L'imperativo categorico di Kant si è dimostrato illusorio: nessuno è disposto a rinunciare alla propria idea. Vi rinuncia soltanto colui che obbedisce non ad un'idea ma ad una realtà più grande, l'amore di Dio nel quale si trova strettamente unito l'amore di ogni persona umana. La fede è molto più della ragione, non è qualcosa di meno!

                                              don Carmelo Guarini

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