venerdì 1 luglio 2016

Algoritmo e|o dono

L'algoritmo è il calcolo.                    Il dono è la risoluzione del gioco.
Il verbo del greco antico "upakouo" si può tradurre con "obbedisco" (e non è male!),
ma può anche significare "rispondo", e più ancora "ascolto sino in fondo". Questo
cosa ha a che fare con il calcolo? Ascoltare sino in fondo richiede più distacco (direbbe Lacan: detachement e|o pérte) che attaccamento, ma proprio perciò vince!
Poi, in correlazione, c'è il dono, che "apre e chiude" il gioco. Il termine greco "oikonomia" (oikia è la casa; nomos è la legge), indica l'aspetto risolutivo del gioco, non tanto nella finanza o nella moneta (l'aspetto monetario e finanziario drogano l'economia, la inquinano, ma non la salvano), quanto nei "beni relazionali", che  rappresentano la "legge della casa e|o dell'abitare".
Il dono "chiude e apre" il gioco, ma non lo droga, non lo inquina. Ciò che il dono chiede all'algoritmo è il ritorno, ossia la reciprocità, la quale soltanto può salvare la relazione libera: infatti, quando non c'è risposta al dono, la relazione tra chi ha donato e chi ha ricevuto il dono lascia in campo la schiavitù; ossia la servitù che ha eliminato la libertà. Per rimanere liberi, occorre donare e ricevere: così si supera il rapporto servo-padrone!
Chi ha donato di più, deve attendere di ricevere, prima di continuare a dare. Chi ha ricevuto più del dovuto, o per caso, ha ridonato male, deve riparare il male fatto. E qui entra in campo un altro fattore fondamentale: la coscienza. Non si educa più la coscienza, perché il "maledetto benessere" ha messo al disopra di tutto il denaro, che può comprare tutto e che è divenuto il "nuovo dio". Educare le coscienze, formare alla relazione autentica non riesce più neppure al catechismo parrocchiale. Infatti, dal catechismo escono cristiani o pupazzi? Un teatrino delle marionette e delle chiacchiere abbiamo fatto del catechismo e della parrocchia!   il don

3 commenti:

  1. Nella mia esperienza chi mi ha dato non vuole ricevere. Siccome non puo dare piu pensa di non poter ricevere da me anzi paga per dare ancora. In soldi. Paga perche il mio dono non sia goduto. Atroce. Questa si che e' morte.

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