venerdì 8 luglio 2016

Personalità

La lettura di due testi potrebbe aiutare a comprendere  la costruzione della personalità ed il suo relazionarsi nella comunità.
Il primo libro è : "Uno psicologo nei lager", il racconto autobiografico di Viktor Frankl, uno psichiatra e psicoanalista di Vienna, discepolo di Freud e della psicoanalisi, rinchiuso nei lager nazisti, perché ebreo. La scoperta dell'interiorità (l'amore per una persona o una causa) nel lager ha portato Viktor Frankl a ritenere che il "vuoto esistenziale" (malattia  della psiche, ancora oggi) possa essere superato non tanto dal fare (spesso alienante) quanto da un vivere per amore. Scrive: "Non ha senso solo la vita attiva, nella quale l'uomo ha la possibilità di realizzare dei valori in modo creativo...  la vita conserva il suo senso proprio nel modo in cui l'uomo si atteggia di fronte alla limitazione del suo essere." (p. 116) E ancora : "Dal modo in cui un uomo accetta il suo ineluttabile destino ..., dal modo in cui un uomo prende su di sé la sofferenza come la "sua croce", sorgono infinite possibilità di attribuire un significato alla vita, anche nei momenti più difficili" (p.117). Il vuoto esistenziale può essere superato dallo sviluppo di una ricca vita interiore.
Il secondo libro è : "I gruppi d'incontro" dello psicologo americano Carl Rogers. In questo testo si può cogliere la risposta a due mali del nostro tempo : il primo è la "disumanizzazione crescente della nostra cultura, nella quale non conta la persona"; il secondo male è che abbiamo raggiunto un benessere che ci consente o di sprecare il tempo libero a disposizione oppure di prestare attenzione ai bisogni psicologici (emozioni e sentimenti) (p. 17). Nel gruppo può realizzarsi il cambiamento che ogni persona desidera, cioè  migliorare i propri sentimenti per avere migliori relazioni con gli altri. Scrive Rogers : "quando riesco ad accettare (nel gruppo) il fatto di avere molte deficienze e molte colpe, di fare molti errori, di essere ignorante quando dovrei sapere le cose, di avere dei pregiudizi quando dovrei essere di spirito aperto, ... allora imparo molto di più, anche dalle critiche e dall'ostilità, e mi sento più disteso e più vicino a tutti" (p. 114). Vivere la comunità comporta approfondire le relazioni, in modo da non escludere nessuno dal proprio orizzonte di vita.    Il don

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