Umberto Galimberti sostiene che oggi l'umanità non è più in grado di affrontare il potere illimitato del
mercato e della tecnica, perchè si sarebbe creata una trasformazione antropologica qualitativa.
Ho trovato in Getsemani di Peguy una nota storica che incrocia una trasformazione antropologica:
il Cristianesimo giunge nella storia quando la disciplina (virtù) romana è degenerata in
imperialismo (malattia mortale), quando la libertà (virtù) greca è degenerata in cinismo (malattia
mortale), e quando la tenacia (virtù) ebraica è degerata in longevità (opportunismo, che non crede
più all'atto eroico di colui che muore giovane per un ideale. Vedi la madre dei Maccabei che esorta il
figlio più giovane ad affrontare la morte piuttosto che piegarsi al tiranno che disprezza Dio e le sue
leggi).
La virtù non è affermazione narcisista; piuttosto consente l'approfondimento della relazione con le
altre persone, nel mentre approfondisce l' interiorità del soggetto.
Con il Cristianesimo si realizza quella che il tedesco dice la INWENDIGKEIT, ossia il rendersi
presente nell'immanenza. Gesù Cristo è il rendersi presente di Dio nell'umanità! Non si dovrà
rimandare l'avvento del regno alla vita dopo la morte, ad un futuro regno dei cieli. Ora si potrà vivere
la vita di Dio, ossia il comandamento nuovo ("amatevi gli uni gli altri, come Io ho amato voi"),
che è l'Agàpe, l'amore trinitario. In questo lo Spirito Santo non è protagonista simbolico, ma
proprio la Persona che dice la relazione !
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