venerdì 19 agosto 2022

La Relazione

 La Relatio che sostituisce la Quaestio significa la scelta dello sguardo prospettivo rispetto a quello

retrospettivo. Relazione vuol dire raccontare l'evento dell'incontro: arricchisce il pensiero rispetto

alla controversia, sulla quale la quaestio ha finito per arroccarsi. 

Cosa chiede in più la Relatio rispetto alla Quaestio? Più ascolto, più coraggio, più memoria, e

 gratitudine.

Più attenzione alla realtà significa più capacità di giudizio: per esempio, la povertà è una virtù (è scelta

 libera, non subita) mentre la miseria è una mancanza. Ancora: distinguere tra verità e autenticità è un

esercizio concreto di conoscenza. Scriveva un saggio: "Le verità del Vangelo non fanno mai

 l'occhiolino, perchè chi fa l'occhiolino non è mai del tutto sincero."

Chi ha letto il racconto autobiografico di Voctor Frankl, Uno psicologo nei lager, ed. Ares, Milano

 1975, ha potuto rendersi conto di una realtà evidenziata dallo psicoloanalista freudiano divenuto

 logoterapeuta: il problema dominante non è più il sesso (come Freud aveva messo in rilievo nella

 società puritana) ma il senso.

 Frankl indicava nella riscoperta dell'interiorità l'esperienza più significativa che gli internati

 nei lager nazisti realizzavano. Il racconto dell'esperienza interiore apre la relazione autentica.

Quali trascendentali promuove la Relatio rispetto alla Quaestio, che ha privilegiato un pensiero

 scientifico incentrato su misura, calcolo e manovrabilità? I nuovi trascendetali che la Relatio

 esibisce, ossia evento, dono, reciprocità, invitano a lasciare andare (Verlassenheit) il concetto astratto

ed a porre tutta l'attenzione su ciò che accade (l'evento), a riceverlo come dono, a mantenerlo in gioco

nella reciprocità. 

                                         Don Carmelo Guarini



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