Metanoia ed Epistrophé : cambiamento radicale e inversione ad U.
Non ne siamo più capaci? Siamo divenuti troppo sensibili alle emozioni e ai sentimenti? L'intelletto
non è più capace di giudizio non solo severo ma anche misericordioso? Rammolliti nell'anima e nello
spirito!
Leggendo Il diario di un curato di campagna di Georges Bernanos, si rimane colpiti dal giudizio, non dal
rigorismo e dalla severità della coscienza, ma proprio dal finale "Che importa? Tutto è grazia." Per
attirare la grazia in un'anima tormentata, il curato non teme di dire la verità: "No, non tacerò, signora.
I preti troppo spesso sono stati in silenzio, e sarei contento se fosse successo soltanto per pietà. Ma la
verità è che siamo vigliacchi. " (p. 198). Il linguaggio del curato muta: prima diceva signora, ora dice :
"Figlia mia, non si mercanteggia con il buon Dio, bisogna arrendersi a Lui, senza condizioni." (p. 207)
I cristiani di oggi, in Europa e in America, non so, immaginano Gesù Cristo un eroe tragico, un fallito
che è stato crocifisso dal potere e barattato da un popolo non pensante e non amante. Non credono
davvero alle sue parole: "Io sono la Via, la Verità, la Vita."
Quando si riesce a dire: credo, in questa Parola è il senso della vita, si può anche morire, non c'è altro
a cui correre dietro, non ci sono più programmi da inventare!
Il distacco da se stessi è un percorso lungo ma decisivo, sia nella spiritualità cristiana, sia nel
buddismo Zen. Come scrive D. T. Suzukj: " ...la coscienza s'accordi armoniosamente all'inconscio.
La tecnica va superata. (...) Lo Zen è "la coscienza quotidiana". (...) L'uomo è un essere
pensante, ma le sue grandi opere vengono compiute quando non calcola e non pensa". (Intr.
al libro di E. Herrigel, Lo Zen e il tiro con l'arco, Adelphi, pp. 11-13).
Un pensiero calcolante non basta più, e neppure un pensiero meditante; occorre un pensiero donante!
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