lunedì 1 aprile 2024

Pasqua di risurrezione

 La risurrezione è pura finzione se non  passa attraverso la morte. Nella vita dello spirito,  il passaggio dalla morte alla vita vera avviene attraverso la crocifissione di tutte quelle abitudini mondane che si sono infiltrate nell'esistenza dei cristiani. 

La visita "alli sibborchi",  giovedì sera,  ha visto una svolta significativa nella chiesa dell'Immacolata a Mesagne : entrata e uscita disciplinata e ordinata, preghiera breve e silenziosa. Una svolta per la qualità della partecipazione e della preghiera. 

Negli anni passati, ma anche quest'anno, in tante chiese la visita "alli sibborchi" è stata contrassegnata dalla distrazione, dalla passeggiata sacra, dalla mancanza di morte e resurrezione.

Allo stesso modo, la processione del venerdì santo è spesso  fatto mondano: spettacolo ed esibizione;  per portare le statue prevale il migliore offerente; quando poi i portatori di staute si fermano ai bar per riempirsi di alcool, allora la misura è  colma.

Anche la Messa di Pasqua rischia di non essere, e  molte volte non lo è stata, un'esperienza di resurrezione e vita nuova secondo il Vangelo. Quando non si fa ogni cosa per amore, quando i rapporti restano burocratici e non divengono sinceri, la resurrezione della persona e della comunità non avviene. Rimane rito vuoto, senza il cambiamento della resurrezione. 

Giovedì santo, nella chiesa dell'Immacolata, un gruppo di donne la preparato il repositorio: hanno fatto un lavoro di squadra, e alla fine il risultato lo si è visto non solo nella bellezza  esteriore, ma anche e soprattutto nella partecipazione silenziosa, ordinata e disciplinata nella preghiera. In fondo l'esteriore rispecchia l'interiore; e l'interiore, a sua volta, quanto più profondamente vive il silenzio, tanto più fa nascere la parola vera, breve, incisiva, che coglie il segno. 

La resurrezione di Gesù Cristo rappresenta l'elemento di rottura, l'imprevedibile dell'evoluzione naturale e deterministica della natura, della vita e dell'umanità. Lo spirito manifesta la sua forza e la sia energia proprio nella dichiarazione che le guerre, la povertà e la fame (mentre tanti ricchi gozzovigliano) sono troppo determinate dal passato, dall'abitudine, dal mondo di ieri. La resurrezione dell'umanità è in una fraternità più grande, in una più trasparente essenzialità.  La resurrezione inizia da un sacrificio e da una morte di uno e di pochi, poi può diventare resurrezione di un popolo.  Così è successo a Casal di Principe: don Peppe Diana, poteva starsene tranquillo altrove, invece di tornare al suo paese nativo, che sapeva inquinato dalla criminalità (i boss dei clan che vivevano nei sottorranei come topi di fogna).  Il sacrificio della sua vita, la sua morte è servita per far risorgere il paese. La resurrezione non si ferma!

                                             don Carmelo Guarini

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