giovedì 25 gennaio 2024

Confusione e stanchezza. L'oltre!

 Negli ultimi tempi sono in tanti a parlare di decadenza, smarrimento, confusione, di fine  dell'occidente e del cristianesimo. Le descrizioni della situazione non sono proprio inventate: esiste una crisi profonda, che è divenuta sempre più appariscente.    La cosa grave, però, è che questa analisi sembra accompagnata da rassegnazione, da stanchezza: non si prospetta un oltre; non si propongono idee e azioni che diano vita ad un percorso di ricominciamento.

Thomas Merton in una lettera a Erich Fromm, il 18 marzo 1955, scriveva : "Siamo posti di fronte alle conseguenze di vari secoli di riflessione sempre più astratta, di una crescente illusorietà della nostra conoscenza dei valori. (...)  Abbiamo raggiunto una condizione tale da renderci incapaci di apprezzare il significato di vivere, saper pensare, prendere decisioni, amare. Abbiamo carcato tanto a lungo di trasformarci in macchine, che alla fine ci siamo riusciti. La logica conseguenza è la distruzione di ogni cosa."

Stanchezza e rassegnazione di fronte ad un destino irreversibile: il ritorno alla tragedia greca, già prospettata da Nietzche più di un secolo fa, nella modernità e contemporaneità si mescola al comico, perchè da una parte si è rotta la continuità della tradizione e quindi la colpa non è più attribuibile alla stirpe, dall'altra l'individuo è solo di fronte alla propria solitudine, come già aveva acutamente messo in luce Kierkegaard nell'Ottocento. 

A meno che non ci sia un sussulto della coscienza, che consapevole del divertissement che porta con sè il resentement verso la storia e lo spirito, si decida per il ressentissement (la convinzione profonda) che non s'arrende alla crisi e alla decadenza. Il vuoto esistenziale può essere superato ridando valore alla vita, e riaffermando il mondo della vita come primario  rispetto al mondo della scienza (anche quella tecnologica e finaziaria).  Victor Frankl, lo scienziato ebreo sopravvissuto al lager, diceva lo con chiarezza nel suo libro Homo patiens (pubblicato a Vienna nel 1950) : "Di fronte al pericolo di vita e alla minaccia della morte, nel lager, ciò che contava era di ricercare il significato della morte. Lì , il primato del filosofare, come autoconservazione spirituale (nel lager c'erano molti dibattiti filosofici) riceve la sia legittimazione non dal punto di vista intellettivo, ma da quello esistenziale." (pp. 112-113)

La vita, il vissuto, l'esistenza reclamano la giusta priorità anche nei riguardi di un astrattismo che ha invaso tutti i campi (da quello scientifico, a quello politico, non risparmiando neppure l'ambito religioso). Non a caso, Pio XII, nel 1955,  "raccomandava agli psichiatri cattolici di rileggere i libri sapienziali della Bibbia , in virtù della luce che essi gettano sulla psicologia dell'uomo." (citato nella lettera di Merton a Fromm).

DI LUCE ABBIAMO BISOGNO,  PER ILLUNINARE LE TENEBRE DALLE QUALI SIAMO AVVOLTI!

                                         don Carmelo Guarini

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