lunedì 15 gennaio 2024

Note sulla lectio magistralis del prof. Galimberti

 Non posso esimermi, il Logos mi sollecita, dall'evidenziare ciò che manca nella lectio magistralis del prof. Galimberti all'UniSalento: Das Ereignis, ossia l'Evento.  Infatti il concetto è finito, per la resposabilità (Max Weber indaghi!) irresponsabile degli illuministi, ai quali è mancato il coraggio di "salvare il fenomeno" (si  sono aggrappati tutti al cogito -Cartesio,  - all'io penso -Kant,  - al fantomatico Spirito - Hegel, all'economico- monista - Marx, ecc.).

Il prof. Galimberti mi consenta la critica : il cristianesimo non  è antropocentrismo, è cristocentrismo, nel quale convergono teocentrismo e antropocentrismo. Io non ho la pretesa di illuminare i giovani (non sono ciechi nati : se vedono solo tenebre . skotìa - non è perchè manchi la luce - phos, ma perchè c'è troppa confusione tra luce e tenebre). Il cristianesimo è un Evento, non è un concetto filosofico. E' un fenomeno che si dona. Non è un fenomeno-calcolo; è un fenomeno-dono. La vita che propone non è intimistica. Al contrario, il kerigma neotestamentario mostra la vita cristiana in tre dimensioni inseparabili: la marturìa (testimonianza), la diaconìa (il servizio dell'essere umano libero, non del doulos), la koinonìa che attinge all'Agàpe. Sin dalle origini il cristianesimo ha proposto la persona come relazione (yupostasis), considerando superato l'individualismo della maschera (pròsopon) già 20 secoli orsono. 

Max Weber e la maggior parte dei sociologi moderni non hanno considerato l'imprevedibile. E i filosofi moderni non hanno riflettuto sull'imprevedibile, ossia l'evento che rompe e ricompone la connessione dei fenomeni.           Se rileggiamo i Vangeli senza pregiudizi, appare evidente la connessione tra interiore ed esteriore, tra idea e azione.   Gesù Cristo mostra "azioni che parlano" : le sue parole sono sempre accompagnate dall'azione. "Il più inquietante di tutti gli ospiti", il nichilismo, non lo aveva già superato Colui che si era annientato (ekénosen in Fil. 1,5-7), mostrando la differenza tra perdita e guadagno ( ancora in Fil. 3,2-12)? Solo il dono gaudagna. Il calcolo economico-finanziario, politico, tecnoscientifico, e mediatico della sorveglianza, perde. Forse ancora non lo sa, ma deve saperlo che è destinato a perdere. 

Il prof. Cacciari, nel suo libro Geofilosofia dell'Europa (è del secolo scorso), nell'ultimo capitolo s'interrogava sulla patria assente. Oggi possiamo interrogarci sulla proliferazione delle guerre e sulla mancanza di azioni efficaci per la pace, sul perchè tanti imprenditori non investono sulla pace (mentre tanti sono gli imprenditori che si arricchiscono producendo armi e guerra). Il Vangelo di Gesù Cristo mette l'azione al servizio della pace. La guerra appartiene all'uomo preistorico. La comunità (koinonìa) lavora per la pace, senza lasciarsi sopraffare dalla stanchezza e dalla rassegnazione. 

don Carmelo Guarini

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