sabato 13 gennaio 2024

Il tragico e il comico

 La nostra epoca ha trasformato il tragico in comico: la colpa è vista nella dimensione comica, non più nella dimensione tragica. Non è una novità in assoluto: già nell'antica Grecia ci aveva provato Aristofane, senza riuscire  peraltro se non a far ridere!

C'è una responsabilità della teologia e della catechesi cristiana in proposito? La controversia tra i teologi e tra i cristiani ha fatto perdere di vista quello che Gesù Cristo aveva detto il comandamento nuovo "amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi".  Al posto della parresia  l'ipocrisia ha continuato a dominare anche nella comunità cristiana.

Responsabilità dei teologi: il primato dell'ascetica sulla mistica dava forza alla virtù pelagiana, mentre umiliava il primato della grazia. In secondo luogo, il perfezionismo è una forma di narcisismo : esalta l'Io e pone Dio in secondo piano.  Bertrand Russel, che non si riconosceva nella fede e nella comunità cristiana, poteva affermare: "E' in una profonda e istintiva unione con la corrente totale della vita che sta la maggiore di tutte le gioie". Naturalismo spinoziano! Esaltazione dell'istinto! Ma il dottore della morale, Alfonso Maria dei Liguori, aveva bonificato la palude della morale sia dal quietismo, sia dal molinismo, sia dal giansenismo.

Il padre Teilhard de Chardin, nell'opuscolo "Sulla felicità" (trattato De vita beata), indicava il percorso di una spiritualità cristiana: Incentrarsi (creatività) -  Decentrarsi (amore per l'altro è uscire da se stessi) - Supercentrarsi (adorazione di Uno più grande dell'universo). Cristo è il punto Omega dell'evoluzione. La felicità non può adagiarsi sul godimento, nè può volere la potenza e disprezzare l'impotenza. Un tale atteggiamento farebbe dell'annientamento del Figlio Gesù Cristo nell'incarnazione e nella morte di croce un fatto irrilevante, quando invece l'impotenza che Dio lì ha sposato, è proprio il segno della sovrabbondanza dell'Amore!

Il tragico del peccato  e della morte viene trasformato da Gesù Cristo non in un vivere comico, ma in una vita che si dona per amore. Questo attesta lo Spirito alle chiese: nel libro dell'Apocalisse si ritrova il primato dell'amore di Dio, che dona incessantemente e con sovrabbondanza.

don Carmelo Guarini



 


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